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Autore: Lilium_Chu    24/07/2010    4 recensioni
Questa storia è incentrata su un ragazzo che si chiama Arthur che, dopo aver finito il liceo, per diventare indipendente dai suoi genitori, scappa in Francia con il suo migliore amico Gilbert. Dopo una settimana di ricerche lavorative, sono tutti e due pronti per fare un colloquio di lavoro in un Hotel molto prestigioso...
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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2° Capitolo
Nuovo lavoro = nuove conoscenze



Bussò una, due volte.
“Vuoi uscire da quel fottutissimo bagno?!?” urlò per farsi sentire dal compagno di stanza, continuando a bussare innumerevoli volte “Se al mio tre non esci, sfondo la porta!! Uno…” la sua impazienza era al massimo.
Il colloquio con il direttore dell’hotel era fissato per le dieci in punto ed erano già le 9 e un quarto.
Lui aveva finito di vestirsi in un lampo, motivato com’era e desideroso di arrivare molto in anticipo per prendere un caffè con Gilbert.
Ma il tempo era passato molto velocemente, e il suddetto occupava ancora il minuscolo bagno, togliendogli la possibilità di tranquillizzarsi un po’, prima del colloquio.
“Due…Tre!!!” in quel preciso istante la porta si aprì, rivelando un Gilbert tranquillo come se stessero per andare a fare una passeggiata, impeccabile nonostante indossasse soltanto jeans e camicia.
Vedendolo uscire, emise un sospiro di sollievo. Forse ce l’avrebbero fatta.
“E la canottiera che avevi preso, dov’è?” chiese notando che non l’aveva indosso.
“Ah, quella? Ci ho pulito il bordo del water…” disse con noncuranza l’albino, facendo entrare nelle asole i bottoni sulle maniche nella camicia.
“Che cosa?!?!” Arthur si diresse subito in bagno, appurando che quello che aveva detto l’amico era la verità.
Cercò di calmarsi con tutte le sue forze e, dopo essersi sciacquato la faccia, uscì dal bagno e si diresse all’ingresso.
“Usciamo che è meglio, o sennò la tua vita potrebbe finire in questo istante.” Borbottò.
Gilbert, sapendo di cosa fosse capace, decise di seguirlo senza fare storie.
Attraversarono lo stretto corridoio, percorsero l’ingresso, scendendo le scale, uscirono fuori.
Arthur non sapeva se essere più nervoso per il colloquio o arrabbiato per la scenata di poco prima. I due stati d’animo si contendevano il primo posto nel suo cervello. Alla fine il nervosismo ebbe la meglio.
Il Grand Hotel non era molto lontano dall’’Etoile’, il luogo dove dormivano. Dovevano soltanto prendere la metro e dopo due fermate sarebbero arrivati.
Solo quando entrò in quel tubo puzzolente, si rese conto di quanto odiasse la metropolitana.
L’aria era pesante e maleodorante.
Probabilmente la puzza proveniva dall’uomo alla sua sinistra.
Schifato, prese dalla tasca un fazzoletto e con la mano ‘protetta’ afferrò la maniglia in alto.
Dopo una breve attesa, scesero.
“Meno male che erano solo due fermate…avrei voluto volentieri regalare un sapone a quell’uomo…Mio Dio…non dovrebbero creare mezzi del genere…tutto questo non è igienico!!” si lamentò, gettando il fazzoletto nel primo cestino che vide.

Fecero soltanto un breve tratto di strada prima di intravederlo da lontano.
Era maestoso. Poteva essere di minimo dodici piani.
Arthur non ne aveva mai visto uno così grande.
All’esterno era molto elegante.
Abbastanza moderno per tutta la sua altezza, tranne intorno all’insegna ‘La Tache’, in una scrittura elegante, posta poco sopra l’ingresso, che era contornata da fregi caratteristici medioevali. Il resto del palazzo era di un color ambra, che faceva risaltare l’insegna e i fregi di un splendido color oro.
“Wow!” disse quasi senza fiato, fermo immobile a pochi metri dalla porta girevole.
Pensare che avrebbe avuto l’opportunità di fare un colloquio per lavorare in un posto del genere, lo rese quasi orgoglioso.
Altro che Fast Food.
Gilbert aveva già raggiunto la porta. Era in procinto di entrare, quando si accorse che l’altro era rimasto indietro “Allora, ti muovi?” disse a voce alta verso la sua direzione.
“Sì” disse quasi in un sussurro, camminando lentamente verso di lui, continuando a saggiare ogni minimo particolare di quella struttura.
Solo quando fu davanti all’amico, il nervosismo riprese il sopravvento. Se ne era completamente dimenticato, alla visione di tutto quel lusso.
Deglutì, prese un respiro profondo e si gettò letteralmente verso la porta, seguendo l’amico.
L’interno rispecchiava perfettamente l’eleganza dell’esterno. La Hall era di forma ovale, molto ampia e lussuosa. Gli sembrava di stare in uno di quegli Hotel a 5 stelle…ehi! C’era dentro!
“Uho!” esclamarono contemporaneamente i due ragazzi, guardandosi intorno, avanzando.
I colori delle pareti erano gli stessi dell’esterno ed ogni mensola, bancone ecc. era color miele.
Arthur si fermò, vedendo un uomo molto alto e imponente, dai capelli castani e gli occhi color nocciola, tenere in bella mostra un cartello con i loro nomi.
Era stretto in una camicia semiaperta e dei jeans.
“Ehi, Gilbert…credo che quello sia il direttore…” disse richiamando l’attenzione di Gilbert verso l’uomo, muovendo leggermente il capo verso la sua direzione.
“Pronto? Andiamo!” disse velocemente l’amico, senza neanche farlo rispondere alla domanda precedente.
L’albino sfoggiò il suo miglior sorriso, mentre Arthur cercava di fare del suo meglio, abbozzandone uno, un po’ preso dal panico.
Arrivati davanti al direttore, si sentirono dei moscerini in confronto alla sua statura. L’uomo sorrise.
“Siete i due ragazzi? Bene!” chiese allegramente, con la sua voce abbastanza potente, senza neanche dar tempo loro di rispondere.
Li prese entrambi sotto braccio, stringendoli con forza.
“Ahhhh! Tu devi essere Gilbert! Eri così piccino, l’ultima volta che ti ho visto! Devi salutarmi tua madre!” scompiglio energicamente i capelli dell’amico, facendogli socchiudere gli occhi.
“E’ un piacere conoscerti, Arthur!” infine disse, stringendo la mano del ragazzo. Sinceramente, lo immaginava diverso.
Lo immaginava composto, in un costoso smoking, intento a sbrigare faccende di lavoro, invece se lo era ritrovato come l’impersonificazione del tipico italiano, secondo il ragazzo.
Il padre di Gilbert l’aveva conosciuto durante un soggiorno nell’Hotel francese, per uno dei suoi soliti viaggi di lavoro, anni addietro, quando Gilbert ne aveva circa sei. Erano diventati dei grandi amici, e si sentivano spesso durante l’anno.
“Tuo padre mi ha parlato bene di voi, da ora in poi sono il vostro datore di lavoro! Poi vi dirò il ruolo che ricoprirete all’interno dello staff…per ora vi dico soltanto che lavorerete…rullo di tamburi!...in cucina!!!” disse allegramente a voce alta, enfatizzando ogni frase con ampi movimenti delle braccia, per poi allacciarle dietro la nuca.
Arthur non credeva alle proprie orecchie.
In cucina!
Lui amava cucinare, ma sfortunatamente gli altri non apprezzavano molto la sua cucina, infatti al finire della frase, Gilbert aveva guardato Arthur preoccupato e allo stesso tempo inorridito all’idea che il compagno si mettesse ai fornelli.
Ma il biondino non le aveva dato importanza, continuando a seguire il suo nuovo datore di lavoro all’interno di un lungo corridoio.
Ben presto si ritrovarono davanti ad una porta bianca con su scritto a lettere cubitali ‘STAFF’ in nero.
“Eccoci qua! Vi avverto! Dietro questa porta potrete trovare di tutto e di più, perché io non sono responsabile di quello che si svolge all’interno della cucina…Beh, buona fortuna!” disse, cominciando a ripercorrere i suoi passi, per ritornare nella Hall.
“Come, ci lasci soli dopo quello che hai detto?!?” aveva urlato verso la figura dell’uomo che si allontanava.
L’uomo si limitò soltanto al alzare il braccio destro, come per dire che non erano più affari suoi. “Dire che è un gentleman è un eufemismo!” borbottò Arthur leggermente sconvolto dalla situazione. “Entriamo?” chiese Gilbert tra il bofonchiare dell’altro. Arthur si limitò a fare cenno di sì con il capo, e Gilbert aprì la porta. La scena che gli si parò davanti era piuttosto insolita. A sinistra, un ragazzo che avrebbe potuto avere pochi anni in più di loro, era appoggiato con la schiena al lavello. Aveva i capelli castano chiaro, scompigliati e due occhi verdi che spiccavano in confronto alla carnagione leggermente scura. I suoi tratti avevano un qualcosa di ispanico. Sorrideva, tenendo per i fianchi un ragazzino, visibilmente imbarazzato e imbronciato che cercava di dimenarsi, con scarso successo. Sulla sua testa una zazzera corta rossiccia dalla quale usciva fuori, teso, un ciuffo molto carino, arricciato verso il lato destro. A pochi centimetri di distanza, un ragazzino simile all’altro, solo che il ciuffo era a sinistra. Sorrideva, mentre un ragazzone un bel po’ più alto di lui, biondo con gli occhi azzurri gli accarezzava la testa. Alla vista dei due ragazzi, si bloccarono, sorridendo. “Novellini?” chiese il castano, sciogliendosi dall’’abbraccio’ e dando una pacca sulla spalla di Gilbert. “Beh, noi siamo Gilbert e Arthur…” disse Arthur ancora imbambolato per colpa della scena ambigua che gli si era presentata davanti. Il suo sguardo era rivolto verso il ragazzo, quando all’improvviso sentì il leggero tocco di una mano sulla sua. Voltò la testa. Il ragazzone posò leggermente le labbra sulla sua mano, sorridendo in un modo un tantino strano. “Piacere di conoscerti, cheri!” Arthur arrossì violentemente, ritraendo la mano per poi coprirsi le gote con essa. ‘Oi! Che cavolo ti prende? Ma sei scemo?’ diceva il suo cervello, riferendosi alla reazione a quel gesto.”Ho ho! Le garçon est tres joli*! Comunque, io sono Francis!” disse, con ancora quel sorriso sulle labbra.
Cercò di voltare il volto verso Gilbert e gli altri tre.
“Non farci caso, Arthur, fa sempre così…ti ci abituerai! Piacere, Antonio! E loro sono Romano e Feliciano…sono fratelli” disse il ragazzo castano, porgendogli la mano e indicando con un cenno della testa i due ragazzini.
La strinse. “Bene, ve lo hanno detto il vostro ruolo qui?” chiese sorridendo
“Beh…no, ci hanno detto soltanto che avremmo dovuto lavorare in cucina…” rispose Gilbert “Beh, non è esatto…Siete i nostri due nuovi camerieri!” ‘Meglio di niente’ pensò Arthur, facendo un cenno della testa, mentre la reazione di Gilbert fu ben diversa.
“Cooosa?!? Il Grande Mitico Me deve lavorare come cameriere?!?” chiese leggermente arrabbiato.
“Spero tu stia scherzando, perché non c’è nessun altro lavoro disponibile…” continuò con naturalezza Antonio “Se volete, vi presento gli altri camerieri…”
Gilbert spiazzato dalla precedente risposta, si limitò ad annuire, seguendo Antonio insieme ad Arthur all’interno di un’altra stanza, che sembrava più che altro un grande sgabuzzino.
Su delle casse di pomodori erano seduti due ragazze e un ragazzo che stavano chiacchierando.
Le prime due erano molto belle.
Una aveva una carnagione abbastanza scura, con due codine castane molto lunghe, un sorriso smagliante e un paio di bellissimi occhi azzurri.
L’altra aveva i capelli biondo cenere e gli occhi verdi, era alta e snella, ed era bellissima.
Tutte e due avevano un fisico invidiabile.
Il ragazzo era alto quanto lui, con i capelli biondo chiaro, ondulati dalla quale in alto scendeva un ricciolo solitario, gli occhi azzurri e portava un paio di occhiali dalla montatura leggera.
“Allora, questi sono Sey, Elisaveta e Matthew! Ragazzi, questi sono i due nuovi camerieri, Arthur e Gilbert” li presentò Antonio.
Gilbert si fiondò sulle ragazze, ammaliato dalla bellezza di Elisaveta, urlando “Io sono Gilbert, il Magnifico me! Lodatemi!” mandando con la mano bacini ai presenti.
Sey si mise a ridere, ma l’altra ragazza rimase impassibile.
Ma Gilbert per questo non si perse mica d’animo.
Era pur sempre il Fantastico Superlativo Sé Stesso!
Arthur aveva allungato la mano al ragazzo che, a sua volta, pian piano allungò la sua, tremante come una foglia. Al termine della stretta di mano, non lo vide più.
Non si seppe mai spiegare il perché, ma sarebbe successo molte volte.
‘Ahh…’ pensò il protagonista della nostra storia ‘questo è l’inizio!’


*Il ragazzo è molto carino :D

Hey ragazzi! Rieccomi! Con ritardo, ma rieccomi u.ù Mi dispiace di avervi fatto aspettare, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche perché a me sì u.ù Rispondo alle due ragazze che hanno recensito:
caye: Grazie tante Olga, mein liebling xD Sono felice che ti piaccia e spero che ti piaccia anche il resto :D
AliDiPiume: All’inizio sarà una specie di PrUk, anche per la gioia della mia Preußen (laCrapa) XD Poi credo diventerà una FrUk, perché io sono tutta FrUkkosa *-* Ma comunque se hai qualche richiesta, ci posso fare un pensierino ^^ Grazie tante :D

Per ora è tutto, al prossimo capitolo! :3
  
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