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Autore: Melmon    24/07/2010    3 recensioni
A un sasso più grosso mi concedo solo tre secondi in più di respiro, premo con forza sulla ferita, il flusso del sangue è rallentato, ora che sono arrivata al ruscello la luce è aumentata ma non sapere è meglio, se vedo il mio fianco sporco del mio stesso sangue svengo qui! Se proprio devo svenire voglio farlo tra le tue braccia porca miseria!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Alice e Dean.'
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Ultimo capitolo!!
Avviso: Dean potrebbe risultare troppo smielato, ma lo volevo cosi: meno giuerriero del solito e più uomo che si espone all'amore!
Volevo tirare fuori in Dean leggermente normale, volevo che con Alice (come fa a volte con Sam) potesse permettersi il lusso di lasciarsi andare, ma solo un pochino! lui resta sempre e comunque Dean Winchester!!

Grazie a chiunque a recensito, e in particolare a jo ste, lafatablu, Robigna88, USNavy, wayne per aver inserito la storia nelle preferite.
Restate nei paraggi mie care si prospetta una Serie per la nostra coppietta, come dire ci sono lavori in corso ...
Buona lettura!

8. L’ora della verità.

Dean riemerge dal cofano dell’auto per fissarmi negli occhi, cerca di capire in un secondo le miriadi d’emozioni che mi passano per la testa ma l’unica cosa che il mio cervello in questo momento riesce a formulare e che sta cercando nel posto sbagliato. Se il bel principe dagli occhi verde smeraldo vuole davvero trovare le risposte alle sue domande non deve certo cercare nel cervello, quello è andato in tilt non appena sono rientrata nel tuo campo visivo bello! e il cuore il posto dove troverai ogni risposta, ogni più piccola emozione che tu mi provochi. In fin dei conti è lui quello che esulta e inizia a fare le maratone solo al sentire la suoneria del cel, sapendo che a breve la tua voce mi circonderà.
Restiamo come due ebeti, o almeno io sono un ebete che resto a guardarti anche quando riprendi a riparare l’auto.
Perché degnarmi di più di cinque secondi del tuo prezioso tempo?
E dire che mi ero illusa di poterti dire tutto, di farti capire quella parte di me che ti ho sempre celato, che ho celato a tutti. Nulla a più importanza, riordinare le idee non serve più a nulla, ho sognato e purtroppo mi sono svegliata. Questa giornata va ad aggiungersi a tutte le altre promesse, sogni e illusione che purtroppo la realtà mi ha portata via, anche se questa è la più dolorosa: avevo davvero sperato di avere un futuro con te.
Devo smettere di sognare mondi che non avrò mai, chi potrà mai starmi accanto? Sono cosi abituata a fingere, a mostrarmi dura che neppure io so più cosa sia reale e cosa no.
Mi siedo e fisso il vuoto per un periodo troppo lungo, il lungo silenzio ha spaventato chiunque mi conoscesse ma non smetto, persa nei miei mille pensieri tristi e auto distruttivi non riesco ad emergere e a correre al riparo.
Il rumore del rombo del motore della mia piccola riesca a far breccia nel buio in cui sono caduta, poi il tuo ingresso e il bicchiere di birra mi fa capire che tu hai finito. Ora i pensieri tristi si sono allontanati, ma resto in silenzio, forse perché stavolta non ho nulla da dire.
Il tempo passa velocemente, cerco di riempirlo in ogni modo e in ogni luogo purché lontano da te, questa cosa passerà, lo ho già fatto una volta, anche se sarebbe meglio dire che lo ho quasi fatto una volta.
Non so perché ma il porticato è diventato il luogo dove passo più tempo, c’è una tranquillità e una leggera brezza che lentamente porta la calma anche in me, il cielo poi è uno spettacolo, la mancanza di tutto lo fa brillare come non mai l’unica nota stonata e la mancanza di una bottiglia di birra fredda.
Ho abbassato la guardia e questo una cacciatrice non lo deve mai fare, non si abbassa mai la guardia ne paghi caro il prezzo ed è quello che io ora sto facendo sei al mio fianco e non ti ho sentito arrivare, hai una birra in mano e ti siedi al mio fianco sui gradini, fissi il vuoto davanti a noi e sorseggiare la tua birra, come quella sera il tuo anello batte un ritmo tutto suo sul collo.
Al ricordo una lacrima mi solca involontariamente il volto, non voglio piangere anche perchè se inizio non smetto più, la mia vita in questo momento e proprio un disastro e di motivi per piangere ne ho a tonnellate.
– Non piangere piccola, per piacere non piangere.
– Ci provo, ma non prometto nulla.
– Io sono qui al tuo fianco non ti lascio …
– Mi presti la tua spalla per piangere?
– Beh se ti serve … ma poi smettiamo di incontrarci cosi, preferisco la caccia!
– Beh dovrai credermi sulla parola: anche a me non piace stare cosi da schifo.
– Ti fa di andarci a fare un giro? Cosi proviamo la tua piccola e ci distraiamo un po’.
Ti sei alzato e ti sei avviato verso l’auto, ti fermi e i raggi della luna t’illuminano e mi ritrovo ancora una volta ad ammirarti e a stupirmi ancora come tu possa essere cosi bello nonostante tutto quello che entrambi sopportiamo e sopportiamo della vita.
Sconnetto il cervello e inizio a parlare senza neanche tirare fiato, senza guardarti negli occhi perché potrei cambiare idea.
– Nella foresta pensavo a te, lottavo per te, mi rialzavo per te, per questo motivo non mi sono lasciata andare tu stavi arrivando e non potevo deluderti, no di nuovo almeno. Non m’importava della ferita o del sangue l’unica cosa a cui pensavo era che il mio Dean stava venendo da me e se dovevo proprio morire volevo farlo tra le tue braccia. Lo sai e lo hai sempre saputo che ti voglio bene ma quello che non sai è che non riesco a smettere di pensare a quella notte e alla peggiore cosa che potessi mai fare: scappare da te. Lo so perfettamente che quello è stato e sarà per sempre il nostro primo e unico bacio, non m’illudo, non sono più una bambina e so affrontare la realtà: ti ho lasciato andare via, ti ho allontanato per la paura d’essere felice insieme a te rovinando l’unica cosa bella che hai mai avuto. Quel ricordo mi ha dato la forza per essere qui ora, non importa se ora lo stesso ricordo faccia male, molto male. Volevo che tu sapessi che era stato importante per me, ora possiamo anche tornare a non parlarne più.
Resto di spalle e prima che possa anche solo iniziare a pensare ad una tua possibile reazione ti trovo dietro di me, ti sento spostarmi i lunghi capelli, raccogliermeli dietro la schiena per poi lasciarmi libera una spalla, i brividi iniziano a percorrermi la schiena, il mio cervello ha iniziato ad urlare un colossale “non puoi farmi questo”, mentre il mio cuore ha letteralmente perso più di un battito. Avvicini la tua bocca al mio orecchio mentre mi abbracci da dietro, sai quando questo mi sia sempre piaciuto e quanto lo lasci fare solo a poche persone, solo a chi tengo veramente permetto di starmi cosi vicino.
–Anch’io ti amo piccola.
Mi baci sotto l’orecchio per poi appoggiare la tua testa sulla mia, per stringermi forte contro il tuo petto, per depositarmi altri mille piccoli baci tra i capelli.
Ma questa non può essere la realtà! Tu non sei mai cosi dolce!
Infatti poco dopo l’incanto si è già infranto ma devo dire che la cosa non mi dispiace.
Mi trovo, neanche io so come, premuta tra il tuo corpo e la mia auto, le tue labbra finalmente sulle mie, il paradiso deve essere molto simile a questo momento. Mi ritrovo a rispondere ad ogni tuo bacio con un aumentare di passione e desiderio, sentire il tuo sapore devo ammettere che è decisamente meglio di come ricordavo, una tua mano cerca e stringe la mia mentre l’altra corre alla scoperta del mio corpo. E’ cosi bello che ho paura di sognare anche se nessuno dei mie sogni era cosi meraviglioso. Ogni cosa svanisce, ogni cosa non ha più senso.
Un attimo e tutto cambia di nuovo, non so perché ma ti allontani dalle mie labbra avrei voglia di picchiarti ma i tuoi enormi occhi verdi mi bloccano nuovamente.
– Stai bene?
– Fino un attimo fa ero in paradiso …
 Le tue mani mi accarezzano le guancia e poi riprendiamo a baciarci, dolcemente, spassionatamente e a lungo posso sentire il sorriso nascere sulle tue labbra.
– Rientriamo.
– No, restiamo qui, non voglio entrare, non voglio che quest’incanto finisca. Se mi sveglio ne rimpiangere per il resto della mia vita.
– Amore non stai sognando, sono qui con te veramente e per tutto il tempo che vorrai.
Apri lo sportello posteriore dell’auto e ci troviamo stesi l’uno sull’altro, non sai quanta voglia ha di fare l’amore con te.
Questa scena è molto più dolce d’ogni sogno che abbia mai potuto fare anche se non capisco perché non stiamo facendo ancora nulla.
– I punti non ti fanno male?
– Non ci pensavo minimamente …
– Non dovresti sforzarti, il taglio è profondo.
– Tranquillo non ci tengo a rivedere le tue mani sporche del mio sangue.
– Ehi, niente pensieri tristi. Piccola per favore … non ci credo neanche io che lo sto per dire ma dobbiamo rallentare … mi serve una doccia fredda.
– Posso farla con te??
– Alice.
– Ok faccio la brava, niente attività fisica fino a quanto non tolgo i punti ma poi mio baldo giovane tuo sei tutto mio.
– Come vuoi …
Non sai quanto sia meraviglioso anche solo poter restare tra le tue braccia, coccolata e protetta mentre ammiro le stelle e i tuoi occhi che brillano dalla felicità.
Rilassata, tra una coccola e l’altra, mi addormento per una volta al sicuro, protetta e senza pensieri, riesco a dormire senza incubi, tranquilla che niente e nessuno può farmi del male ora che sono tra le tue braccia.
La sveglia suona e senza pensarci due volte allungo la mano a spegnerla, mi ritrovo nel letto, mi ritrovo in un letto eppure sono sicura di essermi addormentata tra le tue braccia sul sedile posteriore dell’auto.
Che sia stato tutto un sogno? Sembrava non lo fosse, ero convinta che non lo fosse.
Minuti di sconforto si seguano tra di loro fin quando nel buio che ancora avvolge la stanza qualcosa si muove, la mia attenzione è tutta su quest’ombra misteriosa che sento avvicinarsi al letto. Ti sento muoverti silenziosamente per la stanza, avvicinarti e stenderti vicino a me, le tue mani mi circondano il ventre, il tuo petto muscoloso combacia con la mia schiena, il tuo respiro s’infrange sul mio collo.
– Buon giorno piccola.
– Buon giorno anche a te.
– Ti ho portato la colazione e sul mobiletto vicino alla porta.
– Come mai cosi tanta gentilezza a prima mattina?
– Più riposi prima guarisci.
– Lo fai solo per me quindi?
– Si, ovvio!
– Non hai altri fini.
– Solo vederti felice e finalmente mia...
– Sono felice.
Come non potrei esserlo? Inizia un nuovo giorno e l’uomo che amo è qui con me, il primo giorno di tanti altri con te al mio fianco, il primo nuovo giorno di “noi”.
 
  
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