With
Me,
come avrete capito, è ambientata
alla fine dell’episodio 1x07 “Victor,
Victrola”. Ripassando per le immagini del
film, ho cercato di ricreare le emozioni travolgenti che devono aver
spinto i sue personaggi
a fare l’amore quella notte. E
quello che potrebbe essere successo là dove né la
macchina da presa né la penna
dello sceneggiatore sono arrivate.
Vi consiglio, anzi, vi prego, di
leggere questa piccola shot
ascoltando With
Me,
dei Sum41. La stessa che ci ha regalato emozioni
indescrivibili sul
finale di quel meraviglioso episodio.
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~•●With Me.
Chuck Bass aveva avuto molte donne.
Così tante che
nemmeno ne ricordava il numero esatto.
Nella maggior parte dei casi, si
trattava di ragazze
che non avrebbero mai ricordato il suo nome, il suo profumo, o il gusto
della
sua lingua. Ed erano ragazze di cui lui stesso non avrebbe ricordato
nemmeno il
numero di telefono, gettato nel cestino della spazzatura prima ancora
di essere
letto.
Odiava quelle ragazze. Lo facevano
sentire ancora più
solo di quanto già fosse.
C’era una sola ragazza
che aveva lo splendido e folle
potere di farlo sentire meno solo.
Aveva un nome e un cognome; ed
erano stampati nella
mente di Chuck Bass da così tanto che non si era mai accorto
di ricordarli a
memoria.
Lo aveva riscoperto quella sera. In
un night club,
l’ultimo posto dove avrebbe mai pensato di trovare quello che
cercava. Cosa
cercava? Un po’ di pace. Amore? No, probabilmente no.
Era bellissima.
Era fantastica. Magnifica.
Sul palco, ma anche di
più.
Lei era Blair Waldorf.
Perfetta, in ogni suo gesto, in
ogni suo sorriso, in
ogni attimo di dolcezza o di rabbia.
Era la ragazza che, il primo giorno
che lo aveva incontrato,
aveva alzato gli occhi su di lui e invece di notare gli abiti firmati,
la
cravatta, o il nome Bass stampato in faccia, aveva fatto la cosa
più semplice e
dolce del mondo.
«Hai gli occhi piccoli. Neri. Mi
piacciono».
Aveva cinque anni. E già
era in grado di vedere una
persona per quello che era.
Ma Chuck Bass se n’era
dimenticato.
Ora che se ne andavano, scivolando,
su quella
limousine troppo costosa, desiderava dirle solo che aveva i
più begli occhi che
avesse mai visto; ma che le sue labbra erano ancora più
belle.
Ma ormai era grande. E per certe
cose ci voleva il
cuore ingenuo di un bambino.
Il silenzio avrebbe regnato. Se,
ancora una volta, non
fosse stato per lei.
«Grazie per il
passaggio».
Chuck Bass la guardò,
negli occhi ancora l’immagine di
una donna ormai cresciuta, matura nel corpo e forse anche
nell’anima, chissà.
«Eri…fantastica
sul palco».
Non poteva dire di più.
I suoi occhi e le sue labbra
avrebbero aspettato.
Ma non riusciva a smettere di
guardarla. E lei si
avvicinava. Si avvicinava.
Così tanto che chiuse
gli occhi, per trattenere
l’emozione che rischiava di bruciargli la gola.
E la baciò. Senza
nemmeno un motivo.
Doveva per forza esserci una
ragione per baciare Blair
Waldorf? No. Era completamente naturale.
Era lei. Era Blair.
E Chuck Bass conservava
quel bacio dentro di sé da sempre.
Ma voleva di più. Voleva
amarla. Consapevole
che non avrebbe amato mai più. Nessuno.
E lei voleva lo stesso.
Non esistevano più Nate
Archibald, prostitute, o
genitori troppo esigenti. Non contava niente il resto del mondo,
nemmeno se in
quel momento fosse crollata la città intera. E non importava
neanche che non si
fossero mai parlati davvero, o baciati. L’avevano fatto molte
volte. Senza
saperlo.
«Sei sicura?»
Blair lo baciò ancora.
Assaggiò le sue labbra violate
troppe volte.
Si arrampicò sul suo
corpo, bramò per averlo. Così
come Chuck Bass desiderava il suo.
Si spingeva contro di lei con
passione, attentamente,
impregnando ogni movimento dell’amore che non avrebbe mai
dimenticato. Se,
quarant’anni dopo, si fosse ritrovato marito di
un’altra e padre di quattro
figli, non avrebbe avuto alcuna importanza.
Il suo amore si esauriva in quel
momento. In quella
persona.
Per sempre.
Blair lo ebbe molte e molte volte,
su quella limousine
che sembrava squallida al confronto della passione che li lacerava. Era
la
prima volta che stava con qualcuno, ma non avrebbe desiderato nessun
altro per
affrontare un momento così importante.
«Chuck
Bass…», mormorò, con gli occhi lucidi
per la
passione.
Lui la guadava. E piangeva. Senza
volerlo.
Chuck Bass non piange.
Ma per quanto se lo ripetesse, non
riusciva a
smettere.
Avere Blair Waldorf, per
primo, violare quel
corpo perfetto, più e più volte, non era qualcosa
che si potesse oscurare, dimenticare,
nascondere. Era la cosa più bella che gli fosse mai successa.
«Chuck…»
Blair gli asciugò una
lacrima dalla guancia.
L’orgasmo stava per
travolgerla, ancora una volta, e
sembrava averne paura.
«Domani…»
Le tappò la bocca
appoggiandole due dita sulle labbra.
Non esisteva. Domani sarebbe stato
solo domani.
Il piacere la attraversò.
«Ti amo»,
fremette, con disperazione.
Chuck Bass spalancò gli
occhi.
Sapeva che non se ne sarebbe
ricordata. Né il giorno
dopo. Né mai.
«Anch’io», rispose.
Blair Waldorf non era come le altre
donne che aveva
avuto.
Di lei si sarebbe ricordato il
nome, il profumo, il
gusto della lingua.
Ed era sicuro che lei non l’avrebbe
mai ammesso, ma si sarebbe ricordata tutto. Esattamente
come lui.
Per
sempre.
Nell’oblio
restò solo, per il resto dei secoli, quel
misero Ti amo.
L’inizio, meraviglioso e
travolgente, di un amore
senza fine.
I
don’t want this
moment
to ever end,
when
everything’s
nothing
without you.
I’ll
wait here
forever just to
To see you
smile.
‘Cause
it’s true:
I am Nothing,
without You.
[Sum41 – With Me.]
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Spero vi abbia trasportato di nuovo
ai bei tempi della
prima serie.
Un bacio.
Allis.