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Autore: Kaori Aki    26/07/2010    0 recensioni
NB: Si tratta della storia di "il Soffio della Morte" l'altra FF che avevo scritto, solo completamente riscritta e modificata da cima a fondo XD spero vi appassioni di più!! Trama: Lara Croft, riceve una strana tenefonata da una sua vecchia amica, che semrba essere in pericolo. Quale sarà la verità di quella chiamata??
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - Telefonata

Capitolo 1 - Telefonata

 

 

La mia pelle iniziava ad essere ruvida e secca al tatto. La crema idratante aveva perso il suo effetto. D’altronde con quel caldo c’era d’aspettarselo. L’aria fresca che proveniva dal climatizzatore, non era sufficiente a placare la mia voglia di freschezza.

Mi alzai e raggiunsi il tavolino, posizionato sotto il clima, dove vi era il telecomando, e impostai la temperatura a 23°C.

Feci per risedermi sul comodo divano bianco dove mi stavo rilassando, quando Winston entrò nella mia stanza, aprendo delicatamente la porta.

« Signorina Croft… La desiderano al telefono… »

Ancora bloccata a metà tra un salto atletico e un goffo balzo sul divano, mi portai in posizione eretta e riagganciandomi al tono pacato e tranquillo di Winston chiesi:

« Chi mi desidera? »

« Hem..  Non si è presentato… »

« Ok… »

Winston era un signore sulla sessantina, con un abbigliamento classico e i modi di fare all’antica. Nonostante vivessimo nella stessa casa da circa 40 anni, insisteva nel darmi del Lei. Si era preso cura di me nei momenti più difficili fino ad eclissare in qualche modo, la figura di mio padre.

Dopo il mio ottavo compleanno i miei genitori sparirono misteriosamente senza lasciar traccia, da quel momento la mia vita cambiò, e il lavoro di Winston non fu soltanto quello del semplice maggiordomo.

I mass media, diventarono così accaniti da intrufolarsi nel nostro maniero per verificare che i miei genitori non si fossero nascosti.

Il tutto, ovviamente, non era alleggerito dalla fama dei Croft , non solo per la nostra ricchezza, ma soprattutto per le missioni umanitarie di mio padre.

Inoltre, lui, era un grande archeologo e aveva riportato alla luce il 7 % di tutte le rovine Maya mai scoperte in soli 2 anni.

Dopo due faticosissime settimane Winston riuscì a far bere ai media la patetica ma efficace scusa del “viaggio di riposo” dei miei genitori.

Un viaggio che durava da 30 anni, che ci aveva causato molti problemi, come estranei che si presentavano a “nome di mio padre” e dicevano di essere venuti ad “aiutarmi” nella gestione del patrimonio di famiglia… Stranamente nessuno di loro era mai riuscito a superare uno degli interrogatori di Winston, che conoscendo molto bene mia madre e mio padre, non si lasciava ingannare nemmeno dal più furbo dei truffatori.

 

Ci avviammo verso il corridoio che si allacciava alla scalinata principale di legno scuro e tirata a lucido da Winston. Quella scala risaliva agli inizi dell’800 e mio padre l’aveva ottenuta come “ricompensa” da uno dei suoi lontani zii scandinavi, purtroppo non sono mai riuscita a chiedergli il motivo…

 

Entrammo in quella che ,mi divertivo a soprannominare “la stanza telefonica”. Era una piccola stanza arredata con mobili antichi di legno. In essa vi era un tavolino con il telefono e una poltroncina, molto adatta alle lunghe telefonate.

Misi una mano sulla cornetta del telefono che Winston aveva appoggiato sul tavolino e facendo attenzione a non creare rumori indesiderati, la portai all’orecchio. Risposi:

« Pronto? »

 « … la signorina Croft? »

« Si, con chi parlo? » chiesi alla voce maschile che aveva risposto.

Ci fu un rumore, molto probabilmente la cornetta dall’altro capo del filo telefonico, era stata spostata, o magari cambiata di mano…

« Ciao Lara! »

«Klohe?! ? »

« Come stai? »

« Bene… ma… »

« Perché non vieni a trovarmi? »

« ?!?!?! »

« Hanno detto che tutta questa settimana sarà bel tempo sai… »

« Ma che… »

« Insisto! E poi ti devo raccontare delle cose… »

« Klohe … ma… »

« Ok ci vediamo, ciao! »

 

“tu… tu… tu…”

 

……

 

Guardai allibita Winston, che come gli avevo fatto intendere aveva ascoltato la conversazione da un'altra cornetta.

Mi sedetti sulla poltroncina dietro di me e mi misi lentamente a pensare…

Il mio cervello lavorava a rilento… Klohe … quella favolosa ragazza mora che da piccola si divertiva a correre per il parco della mia dimora ,ed io che le facevo un sacco di scherzi… fino all’età di cinque anni abitava nella minuscola casa di fronte al Maniero Croft. Era una ragazza semplice, ma con grandi progetti… voleva diventare una ricercatrice, le interessava soprattutto l’analisi dell’acqua marina. I suoi occhi verdi si riempirono di lacrime di commozione e di felicità quando decise di tornare nel suo paese per approfondire gli studi e diventare una cima della sorveglianza delle acque marine. Fu doloroso per entrambe separarsi, ma alla fine rimanemmo grandi amiche anche a distanza.

E ora ?!?! Aveva deciso di richiamarmi dopo tutti questi anni che non ci sentivamo per chiedermi se potevo andare a trovarla ?!?!

Era decisamente una cosa sospetta…

Eppure non credevo si potesse trattare di una cosa seria… decisi di richiamarla…

 

 «Pronto? »

Era di nuovo quella voce maschile… ma perché Klohe non mi aveva detto di avere un fidanzato?

« Hem… Salve, sono Lara Croft… vorrei parlare con Klohe … »

Ci fu nuovamente lo scambio di cornetta di sottofondo, e poi sentii la sua voce…

« Si? »

« Hem… ciao… »

« Hai già fatto i bagagli? Fantastico! »

« No, Klohe … »

« Ma cosa aspetti!!! »

« Klohe … io…»

« Suvvia Lara, sei un archeologa, dovresti essere abituata alle brusche partenze! »

« Si, ma… »

Improvvisamente il tono di Klohe diventò terribilmente serio…

« Ti prego… »

Dopo questa frase sentii solo un lamento di Klohe e il telefono si riagganciò di scatto.

 

Cos’era successo? Klohe aveva un comportamento davvero strano…

E chi era quel uomo con lei? Perché aveva riagganciato il telefono così di botto? E perché stava piangendo?

Tutte queste domande e molte altre ancora mi assalivano contemporaneamente, mettendomi in uno stato di disagio e confusione.

Winston era ancora in piedi davanti a me, però non aveva ascoltato la seconda telefonata, così gli raccontai dell’ accaduto.

« Crede che quel uomo centri qualcosa? »

« Non ne ho idea, ma non sopporto l’idea che la faccia star così male… Che razza di fidanzato si è trovata? Ma… Aspetta un attimo! »

Un orribile pensiero mi trapassò la mente…

« E’ stato lui a telefonare Winston? »

« Si… »

« Temo che quel tizio allora non sia il suo fidanzato… »

« Cosa intende dire? »

            Forse mi sbagliavo, ma se il mio ragionamento era esatto…

            Corsi verso la mia stanza risalendo a grandi passi la scalinata, Winston mi chiese cos’avevo in mente di fare.

            « Una vacanza… » fu la mia risposta.

            Magari era azzardato, ma non potevo starmene con le mani in mano, ancora non riuscivo a capire una cosa… se veramente quell’uomo non era il fidanzato di Klohe, ma qualcuno che voleva solo attirare la mia attenzione e ce l’aveva fatta, perché proprio da Klohe? Era forse qualcuno del posto? Cosa diamine…

            Forse non avevo nemmeno il tempo di pensare, una volta arrivata in camera presi il mio fidato zainetto sempre pronto a partenze rapide, mi cambiai in velocità lasciando il comodo completo in lino sul letto. Dovevo partire al più presto e non avevo idea di quanto sarei rimasta lontana da casa.

« Signorina, mi lasci dirle che ciò che sta facendo è una cosa molto avventata… »

« Te lo lascio dire, ma non ti lascio interferire con i miei piani Winston, e questo lo sai bene »

La faccia seria di Winston non sembrava aver compreso le mie ultime parole.

Si piazzò davanti il portone d’ingresso per impedirmi il passaggio.

« Che c’è? » gli chiesi.

« Signorina, non crede che correre in Grecia senza nemmeno saperne il motivo sia una cosa un po’… insensata? »

Sapevo benissimo che Klohe abitava in Grecia, e questo non rendeva le cose più semplici, avrei dovuto chiamare Christian e dirgli di preparare il mio jet privato ad un imminente partenza…

« Non ho intenzione di lasciar correre il rischio a Klohe »

« Non voglio dire questo, ma non crede di aver bisogno di qualche prova in più prima di partire? »

« Credo mi sia bastato sentirla piangere… »

A quel punto superai il portone accantonando Winston che aveva ancora quella seria espressione stampata sul volto.

Presi il cellulare e contattai Chris, dicendoli di preparare il velivolo entro dieci minuti, non si stupì nemmeno della mia richiesta, forse era abituato. Dato che la pista era nel parco posteriore della residenza, dieci minuti erano più che sufficienti per scendere nell’armeria a prendere le mia fidate 9mm, non si sa mai, forse si sarebbe rivelata una scelta saggia. E così feci, scesi nell’armeria posta sotto la piscina, già interrata, diciamo che era una sorta di sotterraneo, sfruttato però allo scopo di “salvaguardarmi” nei miei viaggi. Eccole, poste nella loro bacheca di vetro al centro della parete dell’armeria. Composi la combinazione sul tastierino accanto alle piccole ante in vetro che si aprirono al mio invio. Presi le mie due pistole gemelle e le riposi nell’apposite fibbie  che avevo abitualmente sulle cosce.

Forse il destino vuole che quelle pistole erano proprio di mio padre, ricordo ancora quando Winston, per desiderio di mio padre me le affidò all’età di 16 anni. Mi disse che gliel’aveva detto quand’era ancora in vita.

Infine come promesso a Chris camminai fino alla pista privata della residenza, dove lo trovai a controllare la quantità di carburante.

« Buongiorno Lara! Dove si va questa volta? »

« Vado in Grecia, a trovare un amica »

Non seppi interpretare la sua espressione, presumo un misto di sorpresa e delusione

« Niente buchi per il mondo? »

Era il suo modo per chiedermi se andavo a fare qualche scavo archeologico da qualche parte nel mondo.

« Ehh.. purtroppo no, però vedila come una vacanza di relax »

« Ah! Ma allora tutto cambia! »

« Quanto carburante c’è? »

« Abbastanza credo, diciamo che dovresti arrivare in Turchia senza problemi » rispose ironico.

« Perfetto, dato che mi fermerò prima »

« Buona vacanza allora! »

« Ci si vede Chris! Ah… »

Mi voltai verso Winston che come immaginavo era accanto all’uscita del hangar dove scintillava il jet bianco.

« Ti terrò informata, e se ce ne sarà bisogno contatta Zip ed Alister »

« Senz’altro Signorina »

La sua faccia iniziò a rilassarsi, forse il pensiero che Zip ed Alister mi appoggiassero lo rasserenava. Salii a bordo del jet e chiusi lo sportello. Inserii la chiave e misi in moto il velivolo che mi rispose con un tremolio e un ronzio sempre crescente. Lo portai fino all’inizio della pista a passo d’uomo. Vidi Winston ancora vicino al hangar e lo salutai con la mano sorridendogli. Mi rispose con un affrettato inchino, i suoi candidi capelli bianchi iniziavano a sparpagliarsi a causa dell’aria, ero sicura che sarebbe subito corso a sistemarli una volta partita. Iniziai a far scivolare il jet lungo la pista, prendendo velocità, pian piano iniziai ad intravedere in lontananza la fine di essa, una lontananza sempre minore, fino a quando non la vidi più, il jet si era staccato dall’asfalto della pista e si stava librando in aria, lo portai ad un altezza più elevata e progressivamente continua ad alzarmi fino ad arrivare alla quota adatta.

Tutto sommato era un bel giorno per volare.

Klohe non doveva più temere nulla, stavo arrivando.

Diedi sprint al jet.

  
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