VI)
In
trappola
Continuo a
farmi strada tra le stanze di questa casa alla ricerca delle mie spade, senza
però riscuotere successo. I bambini di guardia sono aumentati e sono mio
malgrado costretto a stenderli per evitare che si facciano del male. È vero che
non sono l’esempio perfetto di combattente, ma di certo rischio di procurare
qualche dolore non proprio lieve ai piccoli, che d’altro canto mi sembrano
alquanto debolucci, ed un semplice pugno potrebbe rivelarsi più grave del
previsto.
Finora non ho
mai fatto a pugni sul serio, nemmeno quando litigavo coi miei compagni alle
medie, e preferisco non iniziare ora, anche perché non so esattamente che potrei
combinare. Tutto quel tempo passato a vedere anime, leggere manga e giocare
videogiochi sono stati una sorta di un allenamento indiretto ma possono sempre
rivelarsi pericolose.
Entro in una
stanza totalmente oscura, illuminata solo al centro da una lampadina appesa per
miracolo ad una trave. Mi nascondo subito al buio, non si sa mai che potrebbe
succedere.
È un po’
strano, solitamente in frangenti simili la gente tende a stare lontana dalle
tenebre, è il loro nemico numero uno, ma per me è la migliore amica ed alleata
in assoluto. Sarà per il fatto che mi definisco una creatura delle tenebre a
rendermi così strano, ma preferisco sinceramente l’oscurità alla luce. È come se
al buio fossi avvolto da un velo che mi protegge, mentre alla luce mi sento
scoperto e fin troppo vulnerabile.
La porta
davanti a me si apre ed entra una bambina che ha con se una gabbietta per
uccelli e che porta i capelli corvini in un baschetto ordinato… non ci sono
dubbi, lei è la bambina che stava assieme a Rose al cancello e visto che finora
tutte le bambine non incappucciate erano appartenenti agli Aristocratici deve
essere per forza una di loro.
È evidente
che non riesce a vedermi in queste ombre, anche perché rimane ferma ad aspettare
nel piccolo cerchio di luce battendo nervosamente i piedi per terra, creando un
monotono eco. Posso sfruttare questa possibilità per far capire a questi bambini
che con me non si scherza. Poso lo zainetto a terra ed inizio a camminare
silenziosamente per arrivare dietro di lei e le
dico.
Giuseppe:
Fammi indovinare, Eleanor, Contessa della Rosa, ho
indovinato?
La bambina si
spaventa ed inizia a guardarsi attorno, la mia idea ha
funzionato.
Eleanor: Sei,
l’intruso? Dove sei? Fatti vedere!
Giuseppe:
Sono io, hai indovinato.
Eleanor: Che
sei venuto a fare?
Giuseppe:
Credo di essere capitato nel posto sbagliato al momento
sbagliato.
Eleanor:
Allora perché scappi alle nostre guardie?
Giuseppe: I
bambini nei corridoi? Sai, non hanno un’aria molto
amichevole.
Eleanor: Che
intenzioni hai? Vuoi ucciderci?
Giuseppe: Non
ho motivo di farlo.
Eleanor: Come
faccio a sapere che non stai mentendo?
In quel
momento arrivo alle sue spalle ed avvicinando la testa al suo orecchio le
dico.
Giuseppe: Se
lo avessi voluto l’avrei già fatto. Se vi avessi voluti morti ora sareste già
tutti morti.
La ragazzina
si gira e mi guarda con aria direi terrorizzata. È evidente che sono di statura
imponente per lei e l’assenza di emozioni nel mio sguardo potrebbe mettere a
disagio anche un adulto.
Eleanor: Sei
proprio come ti ha descritto Meg.
Giuseppe:
Potrei sapere che diamine succede qui?
Eleanor: Qui
le domande le faccio io, sempre se vuoi continuare a
vivere.
Un tonfo
improvviso attrae la mia attenzione. Cerco di capire da dove venga ma vado a
sbattere in qualcosa che non vedo… una parete di vetro? Ma… come possono dei
bambini costruire simili cose? Non so come ma sono finito proprio in
trappola.
Eleanor: Se
non mi risponderai per bene le mie amiche inizieranno a gettare terra fino a che
non ti seppelliranno.
Da un buco
nel soffitto si fanno vedere due bambine incappucciate, le quali reggono dei
badili. La situazione inizia a piacermi ben poco.
Eleanor: Qual
è il tuo nome?
Un attimo,
c’è una cosa che non ha calcolato, e forse posso usarla a mio favore. Basterà
metterla in soggezione con qualche risposta ad effetto… beh, più che ad effetto
direi insensate.
Giuseppe: Le
ombre non hanno nome.
Le bambine
iniziano a gettare terra. Il piano stà funzionando.
Eleanor: Da
dove vieni?
Giuseppe:
Vengo da una terra di nessuno.
Eleanor: Così
non fai altro che peggiorare la situazione. Come sei arrivato
qui?
Giuseppe: Ci
sono arrivato seguendo la via delle Tenebre.
Eleanor:
Ragazze, ora basta con la terra!
Ok… che
diamine significa questo adesso? Forse hanno capito che sotterrarmi non è
fattibile in questo momento, anzi, buttando terra nel vetro mi avrebbero solo
aiutato!
Intanto
Eleanor mi guarda con occhi freddi, più o meno come i miei
prima.
Eleanor: Sei
davvero furbo, ma questi scherzi non funzionano con noi. La
pompa!
La pompa?!
Vogliono farmi annegare? Se così fosse non avrei problemi, visto che so nuotare,
ma per uscire da qui dovrei abbandonare le mie armi, e questo non lo voglio
fare.
Intanto
l’acqua inizia a scendere giù, bagnando me ed il vetro, che mentre fa scivolare
via l’acqua sembra pieno di crepe.
… Crepe?
Come ho fatto
a non pensarci prima?!
In fondo
questa gabbia trasparente è stata fatta da dei bambini, non è resistente come
quella fatta da un esperto!
Pianto uno
dei kunai nella parete di vetro, mi aggiusto i guanti e colpisco l’arma con
tutta la mia forza, scheggiando il vetro. Non saranno dei mastri vetrai però
hanno creato delle mura belle spesse, non c’è che
dire.
Eleanor:
Credi di poterti salvare così?
Giuseppe: Per
caso è una sfida? Perché se è così…
Eleanor:
Questa è una sfida dalla quale uscirai sconfitto.
Giuseppe: Ok,
allora se perdo ti prometto che offrirò a te e tutti gli altri bambini che sono
qui un chilo di gelato a testa.
A dir la
verità se non fossero così ostili potrei pure portarli tutti a prendere un bel
gelato. Magari una volta che ci avrò capito qualcosa ed avremo chiarito tutto li
porterò davvero tutti dal gelataio, anche se non ne ho ancora visto uno da
queste parti…
In ogni caso
carico un pugno e colpisco la parte intaccata, riuscendo a sfondarla. Alcune
schegge volano verso Eleanor, che si protegge il viso con le
braccia.
Giuseppe:
Scusa, ti sei fatta male?
La ragazzina
mi guarda con uno sguardo stavolta pieno d’odio. Lo so che può sembrare strano,
ma quello sguardo mi ferisce più di ogni altra cosa che ho affrontato oggi. Mi
ferisce perché non le ho fatto nulla, e non voglio farle nulla. Non riesco a
comprendere il perché di tanto odio.
Eleanor: Come
se ti interessasse!
Giuseppe: Si
che mi interessa invece. Ho fatto saltare io il vetro, se ti sei fatta male
quindi è colpa mia.
Eleanor:
Risparmiati la sceneggiata, sono quelli come te che ci hanno traditi! Fingete
tutti di essere dalla nostra parte e invece ci volete tutti
morti!
Eleanor e le
bambine se ne vanno. Appena lei chiude la porta dalla quale è venuta sferro
rabbiosamente un calcio al vetro, facendolo collassare del tutto. Una scheggia
mi taglia la guancia, ma non me ne frega.
Quelli come
me li hanno traditi?
Possibile che
si siano fidati di qualcuno che ha agito per proprio interesse e per questo non
si fidano di chi è più grande di Rose?
Se è così non
mi meraviglio della loro ostilità. Però io non sono ostile! Io… io sono qui per
puro caso!
Ma ora, che
sia qui per caso o no, non me ne importa. DEVO sapere COSA è successo qui e
mettere fine a questo casino.
Ad Eleanor ho
detto di essere un ombra, ed è quello che sarò fino a che non sarà tutto
finito.
Ma io non
sarò un’ombra qualsiasi. Non sarò una delle ombre che oscurano il giorno e
perpetuano la notte.
Sarò l’Ultima
Ombra, quella che scaccia via le altre ed annuncia l’arrivo del giorno!
Fine capitolo
NDA: lo so, è
da un pezzo che non aggiorno, ma ho avuto un problema con questa fan fiction.
Non riuscivo a trovare gli appunti che avevo scritto e poi ho deciso di
cambiarla un po’, la prima stesura non mi convince molto. Grazie per la
pazienza, cercherò di scrivere presto anche il prossimo capitolo
XD.