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Autore: milly92    29/07/2010    3 recensioni
Seguito di "Dillo Alla Luna". Luna e Marco, finalmente insieme. Nonostante siano insieme da poco, sembrano cresciuti moltissimo e tantissime responsabilità si accavallano addosso a loro: una casa da gestire da sola con sua sorella per Luna, l’ultimo anno di università per Marco, che lo condurrà alla fatidica laurea in architettura. Eppure, come tutti i rapporti, il loro dovrà consolidarsi e superare varie prove, rappresentate soprattutto da Tommaso, affittuario di una stanza in casa di Luna. “Vedi, Tommaso, il fatto è che a pelle non mi hai dato una buona impressione, ed io sono fatta un po’ così, pensa che fino a quasi un anno fa avevo un brutto rapporto con Stella e con Marco stesso… Poi il fatto di averti trovato alla mia porta quando aspettavo Marco…”. “Ma c’è sempre Marco in mezzo? Cioè, voglio capire che state insieme, ma a me sembra quasi che non respiri se non te lo dice lui..!” m’interruppe Tommaso, con un’accentuata vena critica nella voce che non mi piacque affatto. “Ma come ti permetti? Tu non mi conosci…”. “E non ti conoscerò mai se continui a lanciarmi frecciatine in presenza sua e a parlare sempre e solo di lui!” ribattè. Lo guardai furente, alzandomi dal letto. “E dove sta scritto che devi conoscermi per forza? Te lo ha prescritto il medico?”. Tommaso si alzò a sua volta, guardandomi con disprezzo. “E pensare che quando ti vedevo all’Università mi ispiravi simpatia e dolcezza. Sei solo una vipera insicura che non vive senza il suo cagnolino da guardia” disse.
Genere: Commedia, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Odi, Sed Amo'
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7

Capitolo 7

Cammina Nel Sole



Entrai nella stanza di Vic, chiusi la porta alle mie spalle e restai in attesa a fissarla, cercando di decifrare la sua espressione. Se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto , con lo sguardo perso nel vuoto e con i pugni serrati.

“Vic, ascoltami solo un secondo” dissi. Non si girò, non fece nulla, come se non fossi presente. Sbuffai. “Bel modo di ringraziarmi visto che sto per telefonare a quel Tommaso Di Maio per dirgli che può venire a vivere qui” dissi acida.

Attesi per un’altra manciata di secondi che dicesse qualcosa, ma invano, così riaprii la porta e feci per andarmene quando udii un flebile: “Grazie, Luna”.

Non mi voltai, non volevo metterla in soggezione nel caso avesse iniziato a piangere visto che la sua voce tremava un po’, e scelsi come compromesso l’agitare la mano come a dire che avevo recepito il messaggio.

 

 

Due giorni dopo, il faccino strafottente di quel Tommaso irruppe in casa nostra di nuovo, ma questa volta definitivamente.

“Sono certo che ci divertiremo insieme!” fu la prima cosa che disse, guadagnandosi una mia occhiataccia.  I suoi occhi castani erano euforici, e si posarono su di me.

“Guarda che non sei qui per dei pigiama party” lo ripresi, ma la mia voce fu sovrastata da quella stridula di Vic che diceva: “Si, lo credo anch’io! Piacere, io sono Victoria, ma puoi chiamarmi Vic!”.

Le era passato tutto, a quanto pareva. Non aveva voluto più parlare della crisi che le era presa e improvvisamente era tornata la solita ragazza espansiva e sorridente di sempre, come se non fosse accaduto nulla.

Tommaso la guardò con tanto d’occhi, soffermandosi sulle sue lunghe gambe scoperte a causa della minigonna, prima di sorriderle e presentarsi.

“Vieni, ti mostro la tua camera e ti aiuto a sistemare le tue cose” continuò l’americana cordiale, guadagnandosi un’altra delle mie occhiate torve. A me e Stella non dava mai una mano con le faccende domestiche, ed ora eccola lì che si dilettava come facchina con il nostro nuovo coinquilino.

Stella ridacchiò, scrollando le spalle come a dire “Cosa vuoi farci”.

Sospirai. Era ovvio che mia sorella fosse così di buon umore: aveva raggiunto il suo obiettivo, quello di affittare una delle nostre stanze.

“Ricorda che l’affitto non ci basta, quindi dobbiamo trovarci un nuovo lavoro entrambe” le tenni presente, e mi fiondai dietro il tavolo della cucina per leggere gli annunci dietro il giornale.

“In realtà  non ne abbiamo bisogno, specialmente tu” mormorò Stella, un po’ più rabbuiata, sedendosi di fronte a me.

“E perché? I soldi che mi hanno dato per fare da modella non mi basteranno di certo per sempre…”.

“Ecco, diciamo che hai toppato. Mamma mi ha detto che vuole chiederti di fare da modella per il negozio che sta aprendo qui e vuole che io faccia da commessa visto che prima lavoravo in un negozio di abbigliamento” spiegò, cercando di sorridere.

“Che cosa? Ma io non voglio continuare a fare da modella!” obiettai.

Mia sorella sbuffò e mi guardò come se fossi impazzita.

“Ma piantala, e poi ti pagano benissimo, che ti costa? Io credo che accetterò” aggiunse poi. “Se devo fare la commessa, almeno lo faccio nella boutique di mia madre… E così siamo tornate alle origini, io che lavoro per lei. Buffo no? Ma almeno tu ti sei evoluta, e da cameriera passi a modella”.

Il suo tono si sforzava di risultare ilare, ma conoscendola sapevo che non era così: negli ultimi mesi il fatto che mamma mi avesse rivalutato e mi elogiasse a tal punto di scegliermi come volto della sua linea l’aveva rabbuiata un bel po’, perché si sentiva offuscata. Stella era sempre stata una tipa abituata a stare al centro dell’attenzione e delle lodi, quindi per lei era dura vedere che la sua gemella, vissuta per sempre nell’ombra, avesse avuto una sorta di rivincita.

“Stella, io…”.

“Ti prego, accetta. Non puoi permetterti di fare la schizzinosa, abbiamo bisogno di soldi, e lavorando per nostra madre avremo degli stipendi assicurati” disse in tono definitivo, iniziando a sfogliare il giornale per celare la sua espressione.

“Ci penserò” borbottai, e mi alzai per chiamare Marco e informarlo circa gli ultimi avvenimenti.

“Stella ha ragione, devi accettare” mi disse dopo che gli ebbi spiegato tutta la situazione. “Come modella vai benissimo, lo sai…”.

“No, non lo so, so solo che per fare un servizio decente ho avuto bisogno di te che facevi il cretino e di mia sorella che mi insultava per spronami” ribattei.

“E se vuoi io sarò lì a farti da clown quando vorrai” mi rassicurò. “Però devi accettare!”.

“Ma se mamma non me lo ha ancora detto di persona!”.

“Starà aspettando il momento giusto. Comunque, che dice il nuovo coinquilino?” domandò, pronunciando le ultime due parole con un tono strano nonostante si sforzasse di risultare neutrale.

“Per ora nulla, è tra le grinfie di Vic, meno male” risposi, cercando di metterla sull’ironia.

“Ah, bene. Oggi usciamo?” chiese, cambiando argomento.

“Ma certo! Andiamo al centro commerciale?”.

“Come vuoi, ai suoi ordini, madame” rispose, e  mi sentii un po’ più rasserenata, con la prospettiva di passare il pomeriggio con il mio ragazzo.

 

Camminavamo mano nella mano, soffermandoci ogni tanto dinanzi a qualche vetrina interessante, quando qualcuno batté improvvisamente sulla mia spalla, facendomi voltare.

“Ciao, guys!” disse la voce inconfondibile di Vic.

Io e Marco ci voltammo e ce la ritrovammo davanti, rigorosamente a braccetto con un Tommaso alquanto sorridente.

“Oh, ciao” dissi.

“Ciao, Luna” fece Tommaso, prima di guardare in direzione di Marco e verso le nostre mani intrecciate. “Immagino che lui sia il tuo ragazzo…”.

“Si, lui è il suo ragazzo. Piacere, Marco” disse il mio fidanzato, sorridendo osticamente e porgendogli la mano libera.

“Piacere, Tommaso”.

“Eh si, è lui, anche perché di solito cammino mano nella mano solo con il mio ragazzo, non come certa gente che cammina a braccetto con persone conosciute da nemmeno dodici ore” dissi candidamente, guardando disinvolta verso Vic, che però non mi diede attenzione.

We had  un’ idea, io e Tommaso” disse quest’ultima, emozionata.

“Ah si?”.

“Sì! Che ne dite di andare in montagna domenica, per fare un bel pic nic? Così faremo a kind of Welcome Party for him!”.

“Sta insistendo tanto, mi sembra una buona idea, giusto per cambiare un po’ aria..” la appoggiò Tommaso, passandosi una mano tra i capelli castani un po’ lunghi e fissandomi, come se volesse convincermi con il solo sguardo.

“Cambiare aria? Ma se sei appena arrivato…” obiettai, cercando di metterla sull’ironico.

“Per me va bene” disse invece Marco, “E poi con questo caldo la montagna è perfetta”.

Vic battè le mani, entusiasta. “Bravo, Marco! You’re great!”.

“Infatti, in montagna staremo meglio, almeno per un giorno” asserì Tommaso, quasi come se fosse incredulo di trovarsi d’accordo su una cosa con il mio ragazzo.

“Allora è deciso, ok, amore?” domandò Marco, che per fortuna sembrava aver sotterrato l’ostilità nei confronti dell’ultimo arrivato, forse perché, anche se con me non voleva ammettere il fastidio che un maschio in casa mia gli avrebbe creato, si sentiva rassicurato dal fatto che Vic lo avesse rapito tra le sue grinfie.

“Ok, ok”.

Si soffermarono a parlare un altro po’ prima di continuare il giro, e poi andai a casa di Marco visto che sua madre mi aveva invitato a cena.

Al mio ritorno, alle undici passate,  me ne stavo nella mia stanza a leggere un po’ quando bussarono alla porta.

“Avanti”.

Mi ritrovai davanti il nuovo coinquilino, con indosso una canotta verde e dei pantaloncini bianchi che mi scrutava educatamente.

“Oh, Tommaso” dissi, sedendomi composta sul letto e chiudendo il libro con uno scatto.

“Ehi, scusami, disturbo?”.

“No, figurati, in estate mi addormento almeno alle due” rivelai.

“Vale lo stesso per me…”.

“Dovevi dirmi qualcosa? Ti serve qualcosa e non sai dov’è?” azzardai, cercando di trovare un motivo alla sua visita.

Scosse il capo. “No, grazie, volevo solo fare due chiacchiere con te” ammise. “Posso?” chiese, indicando la sedia delle mia scrivania.

Annuii e prese posto.

“Ah,ok, allora… Dimmi” lo spronai.

Esitò un attimo, guardandosi intorno, prima di iniziare a parlare. “Vedi, volevo solo un po’ chiarire con te… Cioè, il fatto è che mi sembra che non mi sopporti tanto e volevo solo sapere il perché visto che ci siamo appena conosciuti e non mi sembra di aver fatto niente di male” disse tutto d’un fiato, lasciandomi un po’ confusa prima di comprendere il tutto.

“Oh” feci poi. Ed ora che cavolo gli dicevo? Aveva ragione, non ci conoscevamo affatto, ragion per cui non poteva sapere che a volte mi capitava di non trovare simpatica una persona senza motivo. E come facevo a dirgli che il mio comportamento era dovuto anche un po’ a Marco, al fatto che inizialmente tendeva ad irrigidirsi quando si parlava di lui dato che credeva che si fosse offerto come coinquilino solo perché mi conosceva in precedenza?

“Vedi, Tommaso, il fatto è che a pelle non mi hai dato una buona impressione, ed io sono fatta un po’ così, pensa che fino a quasi un anno fa avevo un brutto rapporto con Stella e con Marco stesso… Poi il fatto di averti trovato alla mia porta quando aspettavo Marco…”.

“Ma c’è sempre Marco in mezzo? Cioè, voglio capire che state insieme, ma a me sembra quasi che non respiri se non te lo dice lui..!” m’interruppe Tommaso, con un’accentuata vena critica nella voce che non mi piacque affatto.

“Ma come ti permetti? Tu non mi conosci…”.

“E non ti conoscerò mai se continui a lanciarmi frecciatine in presenza sua e a parlare sempre e solo di lui!” ribattè.

Lo guardai furente, alzandomi dal letto. “E dove sta scritto che devi conoscermi per forza? Te lo ha prescritto il medico?”.

Tommaso si alzò a sua volta, guardandomi con disprezzo. “E pensare che quando ti vedevo all’Università mi ispiravi simpatia e dolcezza. Sei solo una vipera insicura che non vive senza il suo cagnolino da guardia” disse.

“Eh? Come osi?”urlai, fronteggiandolo.

“Se non sbaglio in questo paese c’è libertà di parola, o no?” sbottò, alzando ancora di più la voce per sovrastarmi.

“Ehi, che succede qui?”. Stella e Vic erano sulla soglia, in pigiama, intente nel guardare quella scenetta a bocca aperta.

“Niente, niente. Chiedilo alla tua gemellina, qui, che ha un bel po’ di problemi ad accettare qualcuno che non sia il suo fidanzatino” rispose Tommaso, e così dicendo uscì, dopo avermi lanciato un ultima occhiata che esprimeva quasi ribrezzo.

“Ma io a quello lo…”.

“Calmati, Luna!” disse Stella.

“Calmarmi? Ma non hai sentito che ha detto?”.

Nessuna delle due rispose, entrambe si scambiarono un’occhiata furtiva e dopo avermi ripetuto di calmarmi se ne andarono, lasciandomi da sola nella mia stanza.

“Fatemi capire, siete dalla sua parte?” urlai, senza ricevere una risposta per l’ennesima volta.

A stento trattenni una sorta di ringhio e battei un pugno contro il cuscino, dicendomi che quel Tommaso si sarebbe rimangiato tutto e che avrebbe dovuto portarmi rispetto dopo essersi scusato a lungo, visto che cacciarlo di casa era impossibile: Stella e Vic sembravano stare dalla sua parte e non mi avrebbero permesso di fare a meno dell’ennesimo coinquilino per un problema mio.

Poi, però, una piccola e diabolica idea prese posto nella mia mente…

 

La mattina dopo scrissi un sms a Marco, dicendogli che dovevo raccontargli un po’ di cose e che mi sarebbe piaciuto fare una piccola gita da qualche parte nei dintorni per starcene un po’ in pace, e, di buon’ora per essere estate, mi alzai dal letto, mi sistemai indossando degli shorts di jeans e un top arancio e iniziai a preparare la colazione, accendendo lo stereo a tutto volume e iniziando anche a canticchiare. Le note di “Cammina Nel Sole” di Gianluca Grignani si diffusero nella stanza, e sorrisi pensando che quella canzone faceva parte di un cd che mi aveva regalato Marco. Lui adorava Grignani come io adoravo Vasco.

“Oggi tutto va cosi'
Siamo in una slot machine
Dove e' il caso sempre a vincere
Puoi far pace con gli dei
Ma ci riesci tu con i tuoi
Dimmi un po' a farti comprendere
E ti parlo come amico
Perche' so che sai che dico
Siamo sulla stessa strada
Che anche se non ti conosco
So che sei un tipo a posto

Feci un sorriso ironico.

Non conoscevo Tommaso, ma per me di certo non era un tipo a posto. Lui, i suoi pregiudizi e la sua convinzione mi facevano venire la nausea. La mia sensazione a pelle era giusta: non lo sopportavo, e ancora riuscivo a dimenticare il tono con cui mi aveva parlato la sera prima.

“Si potrebbe… Oh”.

Mi voltai, trovandomi davanti Tommaso che se ne stava fermo sulla soglia della cucina. Che c’è, si era tagliato la lingua?

“Mi dispiace, non posso abbassare il volume se è questo che mi stavi chiedendo. La musica a tutto volume per me funziona meglio del caffè! A proposito, quanto zucchero ci vuoi nel caffè?” dissi telegraficamente, facendo un sorriso ipocrita.

Lo vidi trattenere uno sbuffo e alzare gli occhi al cielo prima di dire: “Uno e mezzo”.

“Ok…”.

Poco dopo poggiai la tazzina sul tavolo e così prese posto mentre bevevo dalla mia, all’impiedi vicino al lavandino.

Mi lanciò una strana occhiata prima di portare la tazza alla bocca e…

“Bleah!” disse schifato appena ebbe ingoiato il primo sorso. Corse vicino al lavandino per sputare ciò che ormai aveva ingerito, facendo un chiasso madornale.

“Ma lì dentro non c’era lo zucchero!” urlò.

“Sul serio? Ops, che sbadata, potrei averlo confuso con il sale… Da domani ti prepari tu la colazione, allora, nel contratto non era inclusa anche una cameriera” dissi gaiamente, allontanandomi da lui e facendo per uscire dalla stanza, soddisfatta.

Mi voltai, giusto in tempo per godermi il modo assurdo in cui mi stava guardando.

“Preparati al peggio in questa casa finchè non ti rimangerai le cazzate che ha sparato ieri sera. E ringrazia che non ho cacciato il lato più aggressivo di me!” sentenziai, guardandolo con puro odio prima di andare nella mia stanza per pettinarmi, indossare i sandali ed uscire, ignorando le proteste delle altre due per la musica ad alto volume.

Ecco il mio piano: rendergli la vita un inferno finchè non si sarebbe deciso a scusarsi o, ancora meglio, ad andarsene, visto che non potevo contare sulla collaborazione di Stella e Vic.

Ed era solo l’inizio, mi dissi, mentre mi sembrava di essere tornata indietro di mesi, alla Luna un po’ acida e fredda.

 

*°*°*°*°*°*°*°*

Ciao a tutti e buon fine luglio!

Finalmente siamo giunti alla parte un po’ più “divertente”, che sarà molto più facile da scrivere per me visto che ho già scritto tutto in testa.

La canzone del capitolo è del mio amore Gianluca Grignani, e mi piaceva l’idea di farlo diventare il cantante preferito di Marco ^^

E così questo Tommaso rompe un po’ le scatole a Luna, ma credo ci faccia riflettere un po’: non a caso nel capitolo la ragazza ha nominato Marco decine di volte. E se Tommaso avesse ragione? Luna dipende un po’ troppo da Marco ormai, non avendo i genitori che vivono con lei e quindi trovando nel suo ragazzo una figura che compensi il tutto?

E Marco come reagirà sapendo ciò che ha detto Tommaso?

Lo scopriremo nel prossimo cap!

Come sempre , grazie di cuore a coloro che leggono, inseriscono le storie tra preferiti, seguite e da ricordare e coloro che hanno recensito lo scorso capitolo:

Alina 95: Ah, Stella ormai ha fatto breccia nel cuore di tutti, incluso nel mio xD Hai ragione, Marco resta sempre un maschio, però anche Luna alla fine era d’accordo e il tutto è dovuto alla fase impetuosa e passionale che il loro rapporto sta avendo dopo tanta attesa… Sono curiosa di conoscere la sua opinione su Tommaso :P Baci!

pometina 94: Sei stata a Londra?? Non sai quanto ti invidio, mi sa che dovrò aspettare l’anno prossimo per un altro viaggio fuori dall’Italia nonostante sia ormai maggiorenne, uffi… Comunque, sono felice che nonostante gli aggiornamenti lenti continui a seguire le vicende di Luna&co, sul serio ^^ Per quanto riguarda Vic, ne scopriremo un po’ di più tra un po’, ora voglio continuare a nascondere il mistero senza indizi xD Spero che il capitolo ti sia piaciuto :D Un bacione!

_Bec_Swan_: Nonostante ti abbia già ringraziata su Facebook non posso non rinnovare i miei ringraziamenti, mi ha fatto tantissimo piacere leggere la tua recensione =) Non sai quanto ti capisco, stare vicino al pc quando fa caldo è una tortura ed è anche questo che mi ha rallentato gli aggiornamenti anche se ultimamente il notebook mi sta salvando ^^’ Comunque, Martina è scomparsa e non darà fastidio… Cosa che invece, si è capito, farà Tommaso. Avevi ragione, darà proprio dei problemi, ma più che alle ragazze, solo a Luna visto che a Stella è indifferente e Vic lo adora da quando ha sentito la sua voce per la prima volta ! Un bacio.

 

Come sempre vi ricordo il mio account su Facebook : Mena Milly, se vi va aggiungetemi ^^

 

Cercherò di aggiornare prima di partire, ma solo se vedrò un riscontro positivo con le recensioni, anche se non mi piace “elemosinarle” mi piacerebbe vedere un incremento di commenti anche per sapere eventuali critiche costruttive ^^

La vostra milly92.

 

  
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