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Autore: Princess Kurenai    29/07/2010    3 recensioni
I nemici di sempre alla fin fine restavano gli unici veri amici.
Era quello il muto pensiero che, in quell'istante, Francia rivolgeva ad Inghilterra in visita con il suo Re nell'appena restaurata Cattedrale di Notre-Dame de Reims.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Alla Cattedrale di Reims
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: Francia (Francis Bonnefoy), Inghilterra (Arthur Kirkland)
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai
Conteggio Parole: 679 (FiumiDiParole)
Note: 1. Dedicata a Francis Bonnefoy. Scrivo solo per te ormai<3
2. Scritta per il Flash Contest Festa Nazionale Francese indetto dall’Axis Powers Hetalia ~ Shipping Community.
3. Dalla Wikipedia del 14 Luglio:
1938: Il re Giorgio VI del Regno Unito e sua figlia Elisabetta si recano a Reims in Francia per la parata in onore del restauro appena terminato della cattedrale di Reims, completato il 10 luglio. L'evento viene accolto dalla stampa come un segno d'appoggio dell'Inghilterra alla Francia contro le mire espansionistiche della Germania hitleriana.
4. Partecipa a FiumiDiParole.

{ Alla Cattedrale di Reims ~



I nemici di sempre alla fin fine restavano gli unici veri amici.
Era quello il muto pensiero che, in quell'istante, Francia rivolgeva ad Inghilterra in visita con il suo Re nell'appena restaurata Cattedrale di Notre-Dame de Reims.
Da sempre si erano ritrovati contrapposti in ogni battaglia, nemici per antonomasia. Erano molti gli scontri che avevano creato tra i due una sorta di strano cameratismo intriso d'ammirazione, d'affetto ed altri sentimenti che, forse, era meglio tenere nascosti.
Inoltre era nata una bizzarra amicizia con i tanti secoli che erano trascorsi - erano ormai troppo stanchi di essere l'uno contro l'altro e di non vincere mai realmente - e, nonostante i continui dispetti, le due Nazioni avevano iniziato ad appoggiarsi militarmente e non, scendendo insieme, fianco a fianco, nelle ultime guerre.
Dopo un'esistenza passata a cercare di sottomettere l'altro, quell’alleanza era una novità ma non per questo fu meno apprezzata. Per Francis, il vedere Arthur in quella veste - non come nemico né come tenero e piccolo bambino che lo seguiva di nascosto -, era piacevole, gli donava una sensazione di completezza e anche curiosità.
Non erano mai stati tanto vicini da toccarsi senza avere intenti bellici nei confronti dell'altro.
In quell'istante, mentre osservavano la bellezza della Cattedrale riportata al suo antico splendore, si sentivano alleati e amici. Uniti contro la minaccia tedesca.
" Lo fermeremo.", dichiarò con voce ferma e sicura Inghilterra, facendo intendere all’altro che entrambi avevano gli stessi identici pensieri.
" Ne sono certo. E...", Francia gli sorrise, piegandosi verso di lui fino a sfiorargli l'orecchio con le labbra. " Questo è il miglior regalo di compleanno che tu mi abbia fatto."
Arthur trasalì sotto quel tocco e, allontanandolo, controllò che il suo Re, o altri lì presenti, non avessero visto niente: sarebbe morto di vergogna se Elizabeth o George l’avessero visto così vicino a Francis.
" Stammi lontano.", dichiarò lanciandogli un'occhiataccia ammonitrice.
" È questo il tuo modo per farmi gli auguri?", scherzò il francese.
" Shut up!", sibilò Arthur, cercando di prestare attenzione al Ministro francese e a quel suo orribile modo di gracidare la lingua inglese. Tutta la situazione aveva un che di noioso e quell’accento non lo aiutava di certo a mantenersi concentrato.
Senza trattenersi gli sfuggì infatti un leggero sbuffo che, ovviamente, Francia non mancò di farsi scappare.
" Se vuoi conoscere la storia della Cattedrale, posso narrartela io. Chi meglio di me può?", si offrì volontario all’istante, stringendogli la mano su un braccio, in un muto invito di fuga.
" Almeno tu non gracidi la mia lingua.", commentò Inghilterra accettando l'invito. Non era seriamente interessato alla storia di quella Cattedrale ma l'idea di uscire lo allettava, nonostante la in compagnia di Francia.
Una volta fuori l'aria calda di Luglio, in netto contrasto con il fresco che regnava all'interno della Cattedrale, li accolse.
Arthur, per un attimo, si beò di quel passaggio di temperatura, poi si rese conto che Francis stava seriamente parlando della storia di quel luogo - forse per scherzo, per prenderlo un po' in giro, o forse per fare i classici onori di casa - e si affrettò ad interromperlo.
" Non mi interessa, quindi smettila.", tagliò corto.
" Allora perché mi hai seguito?", il sorrisetto del francese aveva un che di malizioso ma Inghilterra non si lasciò ingannare né gli diede modo di pensare male per quel suo gesto.
" Mi annoiavo."
" Devo prenderlo come un invito?", chiese Francia, divertito.
" Come?"
Arthur lo fissò stupito, non capendo il perché di quella domanda. Lui non stava affatto invitando Francis a fare qualcosa, ma quando questi lo baciò, carezzando le sue labbra, lentamente e senza pretese, intuì il senso delle parole di quel maniaco.
" Buon compleanno a me~", cinguettò sorridendo il francese, staccandosi leggermente dalla bocca di Inghilterra che, da socchiusa, si imbronciò all'istante mentre le guance si tingevano leggermente di rosa - non tanto eccessivamente, solo Francis da quella posizione poté notare il cambiamento.
" Stupid Frog!", lo insultò l'inglese, spingendolo come a voler mettere una sorta di distanza di sicurezza.
" Merci, mon Angleterre."
Era un 'grazie' universale quello: mentre Germania “dava di matto”, Francia si sentì davvero in obbligo di ringraziare Arthur per la sua presenza e, sopratutto, di non odiarlo realmente.


   
 
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