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Autore: BreathE    30/07/2010    3 recensioni
"[...]Improvvisamente, tutto si fece calmo, sentii come se il mondo diventasse improvvisamente bianco e nero, e l’unico colore che splendeva, era l’ambra di quello sguardo. Non era più il sole a darmi calore, ma lui. Sentii come se un laccio di diamante fosse uscito dal mio cuore, strattonandolo, stringendolo, e l’altra metà, fosse collegata a lui. Indissolubile. Era appena diventato il centro del mio mondo lui, un vampiro[...]"
[Jacob/Edward]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black | Coppie: Edward/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Diamante

 



« Prima di te, la mia vita era una notte senza luna.
Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità.
Poi hai attraversato il cielo come una meteora.
All’improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza.
Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l' orizzonte e il buio è tornato.
Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati.
Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso
»
- New Moon ; Stephenie Meyer


Volevo quel sangue. Lo desideravo.
Ma il fatto che non riuscissi a leggerle il pensiero mi incuriosiva, era una lotta interiore continua.
Una parte, istintiva, dove regnava il mostro che era in me; e l’altra, ragionevole. Che prendeva quel buio come una sfida personale.
Mi ricordava un cruciverba: potevo fargli delle domande, e riempire quel vuoto, che erano i suoi pensieri. Senza però mai essere certo che le risposte fossero esatte.
Inizialmente, avevo creduto che fosse semplicemente stupida. Una ragazza frivola e superficiale, dove nei cartoni animati vedresti sempre i puntini di sospensione sopra la sua testa. Ma con il tempo, mi ero reso conto che non era possibile.
Anche un oca pensa a qualcosa, che sia la sua immagine riflessa, o l’importanza di abbinare smalto-scarpe.
Avevo preso la mia decisione: il giorno seguente sarei andato a scuola e l’avrei invitata ad uscire. Avevo sentito dire che la sera del ballo sarebbe andata a Seattle.
Strana ragazza, sbaglio, o qualsiasi adolescente non aspetta altro? Poi in una cittadina piccola come Forks, quella, era una grandissima novità.
-Edward...sai come la penso- disse Alice. La mia sorella adottiva. Un folletto, non una vampira.
-Non mi interessa Alice! Domani le chiederò se vuole essere accompagnata, sei dalla mia parte sì o no?-
-Lo sono sempre Edward- disse lei facendomi un sorriso. Non lo ricambiai.
-Non mi sembra, è da quando l’ho incontrata per la prima volta che mi assilli. Non la morderò, saprò controllarmi-
-Io ne sono convinto Edward- disse Carlisle poggiandomi una mano sulla spalla.
Edward si sta finalmente interessando a qualcuno.” Pensò.
“Non sarà più solo“. Aggiunse Esme.
Possibile che quei due non si parlassero con il pensiero? Erano sempre sulla stessa linea d’onda.
Ringraziai Carlisle con lo sguardo. Poi, iniziai ad interessarmi nuovamente ad Alice. Si stava concentrando su domani, se avrai morso o meno Isabella Swan. Alzai gli occhi al cielo per tutta quella apprensione.
Mi vidi nei suoi pensieri, a quanto pare quella mattina avrei indossato una camicia a quadri con dei semplici jeans. Casual. Osservai, mentre mi avvicinavo alla ragazza, era scettica. Bhe comprensibile dato che prima le avevo salvato la vita e poi l’avevo strettamente ignorata. Dibattemmo per qualche secondo, poi..la visione sparì, proprio nell’attimo in cui stavo per parlarle.
-Che è successo?- domandai preoccupato guardando il suo volto.
-N-Non lo so- disse - l’ultima cosa che ho visto, è che ti eri voltato per guardare una persona,poi, il buio-
-Credi sia un brutto segno?-
- Non lo so Edward, è la prima volta che mi succede-

Ero in fibrillazione, e la cosa non era sfuggita ai miei fratelli. Rosalie poi, non aveva fatto altro che insultarmi con il pensiero. Ma stavolta, smisi totalmente di farci caso. Finalmente era giunta l’ora di pranzo.
Mai il tempo mi era parso passare così lentamente. Riempii il vassoio della solita roba inutile, guardando distrattamente cosa fosse. Spazzatura, era solo tale. Anche se mantenevano in vita, quella ragazza tanto interessante.
-Non ancora Edward, non attirare l’attenzione, aspetta fino all’ora di chimica!-
-Non è mi intenzione farlo Jasper! Qui vi è più gente-
-Infatti, metti caso le salti al collo...-
-Non lo farò Emmett! So controllarmi! Posso farcela!-
-Lo spero bene, o ti uccido con le mie mani-
-Grazie per la tua dolcezza Rosalie- borbottai.
Tentai di dirigermi verso un tavolo vuoto, ma Emmett mi passò il braccio attorno al collo con fare scherzoso.
-Che diamine fai?- domandai arrabbiato ad un tono troppo basso per l’orecchio umano.
-Scusa- mormorò lui -Rosalie- fu la sua risposta.
Mio fratello era un idiota.
Un cane idiota per la precisione. Obbediva sempre agli ordini di quella strega.
Rivolsi un’occhiata truce alla bionda, che però mi guardò con superiorità.
Anche io credo sia la cosa migliore” Mormorò Alice con il pensiero. “ E poi, nella mia visione, accadeva nel parcheggio
Ne ero consapevole che accadeva nel parcheggio, era il dopo che non volevo conoscere. Cosa sarebbe accaduto? Mi domandavo, se il buio fosse stato dato dal mio autocontrollo che svaniva. Forse dato da un alito di vento.
No Edward. Non è come pensi, ti voltavi verso qualcuno. L’ho visto!
-Magari mi voltavo a controllare che non ci fossero testimoni!-
Forse“ pensò lei. Consolante. “Ma magari, semplicemente ti distraeva l’arrivo di...una persona!“
E chi mai avrebbe potuto distrarmi? Con lei dinanzi? Quali pensieri?

Rimasi immerso nei miei pensieri fino alla fine del pranzo. Non rivolsi più la parola ai miei fratelli,fino a quando, finalmente, giunse l’ora. Sentii i loro sguardi preoccupati addosso, e quello furioso di Rosalie.
Uscii, una pioggerellina leggera creava umidità sufficiente, a far impazzire la maggior parte della popolazione femminile. La cosa, più che disturbarla, sembrò rattristarla. Guardò in alto, scrutando il cielo, quasi mancasse qualcosa ai suoi occhi:
-Il sole- mormorò a se stessa. Ma per me, fu una risposta.
La vidi tirarsi su il cappuccio e dirigersi verso la macchina. Mi costrinsi ad andarle incontro. Non le avrei fatto niente. Non le avrei fatto del male. Mai.
-Bella?- dissi quando lei era immersa nella portiera della macchina, sussultò, non mi aveva sentito arrivare. Quando chiuse la portiera si degnò finalmente di rispondermi.
-Che vuoi Edward? Hai finalmente deciso di rivolgermi la parola?-
Feci un sorriso tirato. Come previsto, era tutto tranne che felice di vedermi. -In effetti,forse, ti devo delle scuse- aggiunsi cauto.
-Forse?- mormorò lei sarcastica - Tu avevi promesso! Conta così poco per te?-
Contava molto di più di quando lei credesse, ai miei tempi, infrangere una promessa era impensabile. Diventavi un umano della peggior specie. Ancor più impensabile poi, farlo con una donna.
-Ti devo decisamente le mie scuse-
-Non le voglio, adesso puoi continuare ad ignorarmi ed a sperare che Tyler perda nuovamente il controllo della macchina!- Cosa? Ma di che stava parlando?
Mi impedii di risponderle con quelle domande. Se ne stava andando. -Aspetta- dissi allungando la mano, ma la ritrassi poco prima di poterla afferrare, non volevo che il mio tocco freddo, la spaventasse. La mia richiesta bastò, si volse.
-Che vuoi ancora?-
-Ho sentito che sabato vai a Seattle- dissi con finta disinvoltura.
-E tu come fai a saperlo?- scrollai le spalle. -Voci- dissi solo.
-E?- aggiunse per incitarmi a continuare.
Mi guardai un attimo attorno, incrociando per meno di mezzo secondo lo sguardo di uno strano ragazzo, che ci stava fissando con odio. Un altro ammiratore di Bella?
Impossibile, doveva essere della riserva, data la sua pelle olivastra. -Vorrei chiederti se..- ma non finii mai la frase. Un’esplosione di emozioni investì i monotoni pensieri scolastici. L’onda fu forte, quasi il proprietario stesse tentando di impedirla, e allo stesso tempo , non ci riuscisse a pieno. “..mondo..un unico asse..imprinting..vampiro..“ I pensieri erano troppo disconnessi, e non riuscivo a comprendere. Ma l’ultima parola, mi gelò, se possibile, il sangue nelle vene. “Vampiro?“ pensai terrorizzato. Come sapeva che ero un vampiro? Mi voltai, ma fui troppo lento.
Il diretto interessato si stava infilando il casco, neanche il tempo di agganciarlo, che aveva già messo in moto. Non badò minimamente ai limiti, e partì a grande velocità, facendo stridere le ruote sull’asfalto. Da cosa fuggiva?
-Edward? Cosa stavi dicendo?- la voce di Bella mi riportò alla realtà. Adesso non potevo, dovevo avvertire gli altri, l’avrei invitata un altro giorno, si trattava solo di aspettare ancora ed io, avevo accumulato una certa esperienza in questo.
-Niente Bella, scusami- e così dicendo mi voltai, per tornare dentro la scuola il più velocemente possibile.

*



-Jacob dove vai?- alzai gli occhi al cielo.
-Sam sei l’Alfa non mio padre! Comunque vado da Bella!- dissi rivolgendoli un sorriso sornione.
-Jacob ... Lo sai che quella ragazza è attratta dal vampiro!- scrollai le spalle e lo perforai con lo sguardo -Cambierà idea- dissi prendendo le chiavi della mia moto.
-E lo farà con un giro in moto?- risposi con una linguaccia. Lo so che come gesto non era molto adulto. Ma Sam era veramente intenibile! Sempre a vedere il lato nero della situazione. Avrei conquistato Bella, avrebbe capito che ero io la cosa migliore per lei. Io l’avrei resa felice, perché ne ero innamorato. E anche lei era attratta da me, ne ero certo.
Giunsi nel parcheggio della scuola, esattamente nel momento in cui lo raggiunse anche lei. Parcheggiai la moto e mi ci appoggiai sopra, feci per chiamarla, quando un’altra voce mi anticipò. Soave, dolce, irreale. Il ragazzo, raggiunse Bella, lui doveva essere il famoso Edward.
E, a differenza di Bella, io sapevo che non era umano, ma un vampiro, affondai le mani nel sellino tentando di frenare l’istinto, i Cullen non erano cattivi, erano, a loro detta: vegetariani. Ma bevevano comunque sangue giusto? E anche loro preferivano quello umano. Non potevano controllarsi per sempre per questo esistevamo noi.
Per ucciderli, cacciarli. Distruggerli. Impedirli di nuocere. E quel vampiro, era interessato a Bella.
Tentai di calmare i nervi e di capire di cosa stavano parlando, affinai l’udito. -Ho sentito che sabato vuoi andare a Seattle-. Sì schifoso vampiro ci voleva andare e allora? L’avrei accompagnata io, quindi non doveva osare far saltare il mio appuntamento!
Anche se solo io lo consideravo tale, lei, desiderava andare a comprare un paio di libri. Il tema, a sua detta, erano proprio le leggende di La Push, chissà perché, si stava interessando così?
-E?- Ah. Lo stava incitando a continuare. Bella quindi sperava che le chiedesse una appuntamento! Il ragazzo, pardon, il vampiro si guardò attorno, e incontrò il mio sguardo. Mi imposi di guardarlo con tutto l’odio che stava straripando. Un modo per scaricarmi, senza attirare l’attenzione. Ma quando i miei occhi incontrarono i suoi. Accadde una cosa,che non mi sarei mai immaginato.
Qualcosa, che se qualcuno l’avesse mai presa in considerazione, sarei morto dalle risate.
Improvvisamente, tutto si fece calmo: sentii come se il mondo fosse diventato improvvisamente bianco e nero, e l’unico colore che splendeva, era l’ambra di quello sguardo. Non era più il sole a darmi calore, ma lui.
Sentii come se un laccio di diamante fosse uscito dal mio cuore, strattonandolo, stringendolo, e l’altra metà, fosse collegata a lui. Indissolubile. Era appena diventato il centro del mio mondo lui, un vampiro! No, non era possibile. Eppure lo sentivo, l’unico asse della mia esistenza. Il principio delle mie fondamenta. Non volevo crederci, avevo avuto l’imprinting. L’imprinting con un vampiro!.
In quel momento, mi venne in mente un discorso, che qualche mese prima, avevo avuto con Bella:
“Non lo so Jacob, a volte, è come se ti leggesse nel pensiero...” .
Lo so che poteva sembrare sciocco, ma veloci come erano arrivate, tentai di bloccare quelle sensazioni, di impedire che si tramutassero in pensieri. Ma non fui minimamente convinto di esserci riuscito. Non perfettamente almeno. Mi voltai, e infilai il casco “veloce-veloce-veloce” mi ripetevo frenetico. Diedi gas alla moto senza neanche allacciarmi il casco, sentivo il suo sguardo addosso. Lo percepivo quasi fosse fuoco. E una parte di me, voleva incontrarlo di nuovo. Vedere ancora quegli occhi, poter studiare più attentamente il suo volto.
Non me lo permisi. Sfrecciai in direzione di La Push.
Quando mi sentii sufficientemente lontano, iniziai a rallentare, accostai, infilandomi nel bosco. Lì mi sentivo bene, a casa, non nella mia stanza. Ed ero sconvolto, troppo per poter fingere con Billy.
“Non è possibile”. Continuavo a ripetermi. E avrei tanto voluto convincermene. E ci sarei riuscito in una situazione normale. E una situazione normale richiedeva dei NON.
Il suo volto NON sarebbe dovuto apparirmi di continuo.
La sua voce NON avrebbe dovuto apparirmi splendida, ma disgustosa. Chissà, se anche il suo odore sarebbe cambiato? Sperai di no. Da quella distanza, non avevo potuto sentirlo, e sinceramente, ero stato troppo impegnato a “fantasticare su di lui”.
-Non è possibile- Mi dissi ancora tenendomi il volto tra le mani.
-Non è possibile- ripetei.
Cosa avevo fatto di male? Cosa? Ero disperato, senza dubbio.
Affondai i palmi delle mani negli occhi, quasi volessi cavarmeli, per non vedere più proiettata nella mia mente il suo volto. -Non può essere successo. Non a me-
Non riuscivo a pensare lucidamente, ma dovevo. Peccato, che la razionalità non facesse parte del mio lato “licantropesco”.
-è anche un uomo dannazione!- battei un pugno sul tronco di un albero, il legno si sfondò leggermente, e delle schegge di corteccia si conficcarono nelle nocche della mano. Mi facevo schifo.
Non era il fatto che avevo avuto l’imprinting con un vampiro a schifarmi di più, ma il fatto che fosse un uomo! Non era possibile. Io ero innamorato di Bella!
E quel pensiero, mi colpì come un fulmine a ciel sereno. Era vero, io amavo Bella, sentivo quel sentimento, che era cresciuto, maturato in quei mesi. Lo percepivo ancora, ma assomigliava ad una cotta infantile, tra bimbi, un placido calore. Che sembrava solo dire “ti voglio bene” adesso. Lo sentivo svanire, come se fosse nebbia. Perché? Io non volevo amare un vampiro. Non volevo amare un Cullen, soprattutto il Cullen, che era interessato a Bella.
Un altro fulmine: “è interessato a Bella” gli occhi mi si erano oramai inumiditi, ma non avrei pianto, disperato sì, ma piangere mai
Non ho speranze” realizzai.
-Jacob dannazione! Come puoi pensare che non hai speranze? È appena svanito il tuo amore. E ti stai ritrovando un vampiro! Un vampiro maschio! Tra i pensieri. Non hai speranze, e non ti interessa averne!-
Stavo solo tentando di auto-convincermi, in realtà, mi feriva eccome il pensiero che lui potesse amare Bella.
- Dannazione - dissi ancora. Cosa avrei fatto? Cosa avrei potuto fare? -Devo andarmene- pensai fissando un punto impreciso del bosco. In quel momento un ululato disturbò i miei timpani oramai abituati solo al suono sommesso della mia voce.
-Il branco- guardai nella direzione del suono. No, non potevo trasformarmi, non volevo che vedessero cosa era successo. Mi alzai, montai di nuovo in moto e stavolta, mi diressi in maniera definitiva a La Push. -Forza Jacob- mi dissi prima di rientrare in strada.

*



-Edward ma che è successo? Sei sconvolto! E perché vuoi andare a La Push?- Che? Cosa? Che avrei fatto io?
-Perché dovrei andare a La Push scusa?- domandai. Alice scrollò le spalle -Non lo so. Sei tu quello che prende le decisioni, io vedo a cosa ti porteranno.-
Ma certo! Il colore della pelle del ragazzo! -Carlisle- chiamai, e in un secondo il mio patrigno mi fu di fianco -Hai novità dei mutanti di La Push?-
-Sì, in molti si sono risvegliati, a quanto pare, la causa è il nostro arrivo- lo vidi passare a rassegna i vari membri dei branchi che avevamo conosciuto.
-Chi è il nuovo Alfa?- domandai ancora. -Credo di aver incontrato uno di loro oggi. Mi ha riconosciuto.-
-Ti devi essere spaventato- annuii, non ero riuscito ad invitare Bella per colpa di uno stupido cane. Nel frattempo, Carlisle passò in rassegna tutti i volti del nuovo branco, quando vidi il mio interessato nei suoi pensieri, Carlisle sorrise. -Perché?-domandai curioso -Perché hai sorriso pensando a quel...Jacob?- domandai pronunciando un po’ incerto il nome.
-Perché deve essere un bravo ragazzo- lo guardai stralunato. Come anche Alice del resto, solo una persona buona come Carlisle poteva pensare bene di quelle bestie puzzolenti. -Sai, il suo nome è Jacob Black. Il posto di Alfa spetterebbe a lui, ma quando Sam glielo ha detto, lui ha rifiutato, sottomettendosi. A quanto pare, non era interessato-
-Strano- disse Alice -i licantropi sono creature molto egocentriche. Tutti i membri vorrebbero poter essere l' Alfa, per natura- analizzai la frase di Alice. Effettivamente aveva ragione.
-E che mi dici dell’imprinting?- domandai ancora a Carlisle.
-Perché ti interessa?-
-Lo ha pensato mentre parlavo con Bella-
-L’imprinting è una specie di magia. Avviene ad alcuni mutaforma quando incontrano la persona perfetta per loro. Si potrebbe dire che si innamorano, ma non è esatto. Colui che fa scatenare l’imprinting rimane segnato, diventa il centro del mondo di quel lupo, il suo asse- erano le stesse parole che avevo sentito nella testa del cane... - suppongo sia molto simile al nostro amore. Solo, forse, più potente, la persona con l’imprinting vivrà solo per quella persona. Non avrà bisogno di altro. Vorrà accontentarla in tutto. Viziarla, se si stesse parlando di un bambino.-
Non vi erano più dubbi, Jacob aveva avuto l’imprinting, ma oltre a me e Bella. Non vi era nessuno in quel maledetto piazzale. Mi alzai di scatto, presi le chiavi della macchina e corsi fuori.
Quel cane aveva osato avere un imprinting con Bella.

*



-Jacob perché non vuoi trasformarti?- lo sapevo.
Lo sapevo che non sarei dovuto andare di persona. Avrei dovuto lasciarli un post-it o un cosa del genere. Ma quella cavolo di riserva non era così grande da potersi nascondere. Ed io non volevo trasformarmi.
Inspirai a fondo e strinsi i pugno. Quel gesto non sfuggi ai miei compagni che si preoccuparono ulteriormente.
-Ho avuto l’imprinting- dissi in un sol fiato, per un attimo vi fu il silenzio. Poi Sam, l’unico umano, mi diede una pacca sulla spalla contento, gli altri invece, ulularono felici e scodinzolarono. Seth, il più giovane del branco mi si strofinò addosso felice.
-Con chi?- domandò Sam proponendo ad alta voce la domanda interiore di tutti i suoi sottoposti.
-Non posso dirvelo- dissi fissando il terreno alla mia destra per non incrociare nessuno dei loro sguardi.

-Jake? Chi è? Leah?- domandò Paul che in quel momento si era ri-trasformato. Gli altri ridacchiarono, o almeno fecero un verso gracchiante che avrebbe dovuto assomigliarli. Sam invece, lo fulminò. Lo guardai, la mia situazione sarebbe stata simile alla sua. Io ero Sam, Bella Leah e Emily…Cullen. Solo che io non ero mai stato fidanzato con Bella. Solo, che Edward non era il cugino, bensì lo spasimante. Solo, Emily non era un maschio! Come era potuto succedere? Perché a me?!
-Jacob?- mormorò nuovamente Sam. Erano di nuovo tutti preoccupati, cosa avevano letto nel mio sguardo?
- Io..io.. Io ho avuto l’imprinting con un ..-
-Vampiro- disse Paul facendomi sbarrare gli occhi per il terrore. Ma non stava più guardando me, ma nella direzione della strada, mi voltai a mia volta, e vidi una volvo metallizzata, e dentro l’abitacolo, al volante, vi era lui. Edward Cullen. “Che diamine ci fa lui qui?
Scese dalla macchina e mi fulminò con lo sguardo -Voglio delle risposte Jacob Black-
è vero, legge nel pensiero“ realizzai terrorizzato. -Perché la cosa dovrebbe preoccuparti cane?-
-Sei nel nostro territorio succhiasangue- disse Sam. No, vi prego, ditemi che non lo avrebbero attaccato. Deglutii.
-Tutto a posto Sam- l’Alfa mi guardò. -Vado a sentire cosa vuole, se succede qualcosa, mi trasformo, non preoccuparti- bugie. Bugie.Bugie. Un cumulo di bugie! Non mi sarei mai trasformato, non mi sarei mai difeso, non avrei mai permesso che gli facessero del male. E alla prima occasione, avrei tentato di svignarmela. Non volevo stare con lui. Non da solo. Non senza un piano.
Altra bugia. Volevo stare con lui, tutto il mio corpo era percorso da brividi di desiderio. Volevo poterli parlare, anche solo per un attimo, studiarne il volto, senza dovermi preoccupare di sembrare sfacciato, impudente o sospettoso. C’era solo un problema. Non avrei dovuto pensare a niente. -Sali- disse avvicinandosi alla macchina -voglio un posto dove possiamo stare soli-
-Potete restare qui - disse Sam- ce ne andremo noi-
-Ma il patto- continuò Edward. No. Cullen. Il vampiro. Maschio.
-Avrai un’eccezione, voglio che Jacob rimanga vicino. Dobbiamo finire un discorso-
-è per caso sul suo imprinting questo discorso?-
Mi sentii crollare il mondo a dosso. Lui sapeva. Sapeva che avevo avuto l’imprinting con lui. Era finito. Mi avrebbe ucciso, e io, non mi sarei realmente difeso, mi sarei lasciato uccidere. Come stava già facendo il mio cuore, stava marcendo stritolato dal filo di diamante che mi legava a lui. Edward Cullen. Di professione Vampiro. Di sesso maschile. Lui insomma!




Finish xD Oddeo vi prego ditemi che non è del tutto da buttare >.<
è la prima volta che scrivo una yaoi anche se adoro il genere u.ù sì ne sono pazza!! xD
Cooooooomunque, spero che almeno qualcuno di voi mi dica cosa ne pensa ^^ é anche la prima su Twilight che scrivo o.O quindi è tutto un po' "prima volta" ...siate clementi gente! E se non ci riuscite. Allore siate crudeli fino in fondo. Sì lo sò non sembro molto coerente così..

   
 
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