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Autore: idioteque    30/07/2010    5 recensioni
Mai capitato di avere un conflitto mentale interiore? Due personalità - due facce del vostro "io" - completamente diverse.
Questo è solo un episodio che io propongo, spero possiate riadattarlo a voi stessi.
[ Note: è presente un accenno di nonsense ]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-         Dieci.

-         Cosa?

-         Mesi.

-         No.

-         Oh, andiamo…

-         Che c’è?

-         Lo sai anche tu.

-         Non so di cosa parli.

-         Tutt’altro. Lo sai benissimo.

-         Che vuoi da me?

-         Aprirti gli occhi. So come non farti soffrire.

-         Sbagli. Sbagli di grosso.

-         Non dire sciocchezze. Sai che è così.

-         Come vuoi.

Silenzio.

-         Dieci.

-         Ancora? Lasciami in pace!

-         Dieci mesi che fingi.

-         Io non fingo mai.

-         Bella questa!

-         Non scocciarmi.

-         Dieci mesi che fingi di stare bene.

-         No.

-         No?

-         E va bene, forse a volte mento.

-         Fingi. Di stare bene.

-         Lo faccio solo per non far preoccupare le persone a fianco a me.

-         Ah. Lo fai per loro.

-         Certo.

-         Certo, sì.

-        

-         Fingi.

-        

-         Fai finta che le cose ti stiano bene così come sono.

-         Non è vero.

-         Ma non ti stanno bene…

-         Va bene così. Mi accontento.

-         Fai male.

-         Non mi importa.

-         Fa male.

-         Ho un alto grado di sopportazione.

-         Ma non potrai sopportare a lungo.

-         L’ho fatto per anni.

-         Cederai.

-         No.

-         Quanto?

-         ???

-         Quanto ancora?

-         ‘Quanto ancora’ cosa?!

-         Quanto ancora riuscirai ad andare avanti così.

-        

-         Uno, due?

-         Anni?

-         Mesi.

-         Ah. Di più.

-         Tre?

-         Di più. Di più.

-         Facciamo che dipenderà dalle circostanze.

-         Ecco. Dalle circostanze.

-         Circostanze.

-        

-         Ma come fai?

-         Faccio cosa?

-         Come fai a continuare a respirare.

-         Boccheggio.

-         Boccheggi.

-        

-         Un pesce.

-         Vedila così.

-         Nel mare.

-         Già. Lui. Il mare.

-         Affogherai.

-         I pesci non affogano. Sanno bene come comportarsi con il loro mare.

-         Non è tuo.

-         Non lo è, difatti.

-         Appunto.

-         Non ancora.

-         Non lo è, e basta.

-         Però…

-         Niente però. Sai anche tu che non fa differenza adesso o tra qualche mese.

-         Invece no.

-         Ormai è già passato tanto.

-         Appunto. Sarà diverso stavolta.

-         No che non lo sarà.

-         Sì.

-         No. Le cose o accadono subito o non accadono più.

-         Stronzate. Non è così.

-         Ah no, eh?

-         No. Lo so per certo.

-         Sai anche tu che non cambierà nulla.

-        

-         Fai finta di credere con fermezza che sia così. Che sarà così. Ma fingi.

-         No.

-         Ti illudi.

-         Parli troppo per i miei gusti.

-         Oh, grazie.

-         Basta, mi hai stancata. Vai via.

Silenzio.

-         Che poi sai qual è la differenza sostanziale?

-         BASTA!

-         Tra te e lui, dico.

-         Non mi interessa.

-         Tu sei innamorata.

-         Non ti sto ascoltando.

-         Lui no.

-         Blablabla!

-         Perché non lo sei?

-         Assolutamente.

-         Non sei innamorata.

-         No.

-         Oh, certo che no.

-        

-        

-         Forse.

-         È un sì?

Silenzio.

-         Dorme in piedi il ragazzo, eh?!

-         Finiscila.

-         Non si accorge di nulla…

-         Non ci fa caso, è diverso.

-         Secondo me non dà importanza.

-        

-         A tutto quello che fai per lui, dico.

-         Non faccio granché.

-         Sei sempre lì per lui. Credi sempre in lui. Hai sempre fiducia in lui e nelle sue scelte.

-         Sempre.

-         Sembra non esserne neanche riconoscente…

-         Arriverà il giorno in cui mi dirà ‘Grazie’.

-         Non siamo in un film qui.

-         Lo credevo. Lo credevo anche io.

-         Ma?

-         Ma è da troppo tempo che questa realtà sembra una sceneggiatura da soap opera.

-         Lo hai detto tu. Da troppo tempo.

-         La mia pazienza sarà ripagata.

-         Se non scoppierai prima.

-         Non succederà. Ho fatto trenta…

-         E vale la pena fare trentuno?

-         Oh, eccome.

-         Bah.

-         Non ho mai lottato così duramente – e per così tanto tempo – per qualcosa che riesce a riempirmi il cuore così pienamente.

-         Ma non finisce mai lo spazio nel tuo cuore? Parlo per una questione di spazi vitali. Il sangue dove lo vogliamo far passare?

-         Vai al diavolo.

-         Cercavo di sdrammatizzare!

-         Non c’è nulla da sdrammatizzare!

-         Come no?! Il tuo dolore?!

-         Sto benissimo.

-         Ma perché ti ostini a negare?

-         La negazione è una grande arma. Fa sentire potenti.

-         Anche la razionalità è una grande arma. Un’arma contro la sofferenza.

-         Beh, sai una cosa allora? Sai di chi è la colpa tutte le volte che sono stata male?

-         Sua, si capisce.

-         No. tua.

-         Ma dico, vuoi scherzare? Dovresti ringraziarmi, piuttosto.

-         Per niente. È solo colpa tua. Della tua razionalità e del tuo cinismo.

-         Miei cari!

-         Non scherzare. Se in molte situazioni – in molte scene di questo film – non ci fossi stata tu in compagnia dei tuoi amichetti, sarebbe andata meglio. Molto.

-         Secondo me no.

-         Per educazione non voglio dirti cosa me ne faccio del tuo parere, ora come ora.

-         Acida.

-         Paranoica.

-         Ingenua.

-         Mi irriti. Mi irriti a morte.

-         Ma se saresti persa senza di me!

-         Non in determinate circostanze.

-         Circostanze.

-         Esatto. Non mi servi per attraversare il mare. Il MIO adorato mare.

-         Oh, il pesce.

-         Già. Saresti tu a farlo affogare.

Silenzio.






Note dell'autrice: Questa shot ha precisamente un anno - giorno più, giorno meno. Ma mi piace particolarmente e a mio parere può far riflettere abbastanza. So che non è niente di speciale o di grandioso, ma spero che non la disprezziate del tutto. E grazie già solamente per aver aperto questa pagina.

Emily :)
   
 
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