- Dieci.
- Cosa?
- Mesi.
- No.
- Oh, andiamo…
- Che c’è?
- Lo sai anche tu.
- Non so di cosa parli.
- Tutt’altro. Lo sai benissimo.
- Che vuoi da me?
- Aprirti gli occhi. So come non farti soffrire.
- Sbagli. Sbagli di grosso.
- Non dire sciocchezze. Sai che è così.
- Come vuoi.
Silenzio.
- Dieci.
- Ancora? Lasciami in pace!
- Dieci mesi che fingi.
- Io non fingo mai.
- Bella questa!
- Non scocciarmi.
- Dieci mesi che fingi di stare bene.
- No.
- No?
- E va bene, forse a volte mento.
- Fingi. Di stare bene.
- Lo faccio solo per non far preoccupare le persone a fianco a me.
- Ah. Lo fai per loro.
- Certo.
- Certo, sì.
- …
- Fingi.
- …
- Fai finta che le cose ti stiano bene così come sono.
- Non è vero.
- Ma non ti stanno bene…
- Va bene così. Mi accontento.
- Fai male.
- Non mi importa.
- Fa male.
- Ho un alto grado di sopportazione.
- Ma non potrai sopportare a lungo.
- L’ho fatto per anni.
- Cederai.
- No.
- Quanto?
- ???
- Quanto ancora?
- ‘Quanto ancora’ cosa?!
- Quanto ancora riuscirai ad andare avanti così.
- …
- Uno, due?
- Anni?
- Mesi.
- Ah. Di più.
- Tre?
- Di più. Di più.
- Facciamo che dipenderà dalle circostanze.
- Ecco. Dalle circostanze.
- Circostanze.
- …
- Ma come fai?
- Faccio cosa?
- Come fai a continuare a respirare.
- Boccheggio.
- Boccheggi.
- …
- Un pesce.
- Vedila così.
- Nel mare.
- Già. Lui. Il mare.
- Affogherai.
- I pesci non affogano. Sanno bene come comportarsi con il loro mare.
- Non è tuo.
- Non lo è, difatti.
- Appunto.
- Non ancora.
- Non lo è, e basta.
- Però…
- Niente però. Sai anche tu che non fa differenza adesso o tra qualche mese.
- Invece no.
- Ormai è già passato tanto.
- Appunto. Sarà diverso stavolta.
- No che non lo sarà.
- Sì.
- No. Le cose o accadono subito o non accadono più.
- Stronzate. Non è così.
- Ah no, eh?
- No. Lo so per certo.
- Sai anche tu che non cambierà nulla.
- …
- Fai finta di credere con fermezza che sia così. Che sarà così. Ma fingi.
- No.
- Ti illudi.
- Parli troppo per i miei gusti.
- Oh, grazie.
- Basta, mi hai stancata. Vai via.
Silenzio.
- Che poi sai qual è la differenza sostanziale?
- BASTA!
- Tra te e lui, dico.
- Non mi interessa.
- Tu sei innamorata.
- Non ti sto ascoltando.
- Lui no.
- Blablabla!
- Perché non lo sei?
- Assolutamente.
- Non sei innamorata.
- No.
- Oh, certo che no.
- …
- …
- Forse.
- È un sì?
Silenzio.
- Dorme in piedi il ragazzo, eh?!
- Finiscila.
- Non si accorge di nulla…
- Non ci fa caso, è diverso.
- Secondo me non dà importanza.
- …
- A tutto quello che fai per lui, dico.
- Non faccio granché.
- Sei sempre lì per lui. Credi sempre in lui. Hai sempre fiducia in lui e nelle sue scelte.
- Sempre.
- Sembra non esserne neanche riconoscente…
- Arriverà il giorno in cui mi dirà ‘Grazie’.
- Non siamo in un film qui.
- Lo credevo. Lo credevo anche io.
- Ma?
- Ma è da troppo tempo che questa realtà sembra una sceneggiatura da soap opera.
- Lo hai detto tu. Da troppo tempo.
- La mia pazienza sarà ripagata.
- Se non scoppierai prima.
- Non succederà. Ho fatto trenta…
- E vale la pena fare trentuno?
- Oh, eccome.
- Bah.
- Non ho mai lottato così duramente – e per così tanto tempo – per qualcosa che riesce a riempirmi il cuore così pienamente.
- Ma non finisce mai lo spazio nel tuo cuore? Parlo per una questione di spazi vitali. Il sangue dove lo vogliamo far passare?
- Vai al diavolo.
- Cercavo di sdrammatizzare!
- Non c’è nulla da sdrammatizzare!
- Come no?! Il tuo dolore?!
- Sto benissimo.
- Ma perché ti ostini a negare?
- La negazione è una grande arma. Fa sentire potenti.
- Anche la razionalità è una grande arma. Un’arma contro la sofferenza.
- Beh, sai una cosa allora? Sai di chi è la colpa tutte le volte che sono stata male?
- Sua, si capisce.
- No. tua.
- Ma dico, vuoi scherzare? Dovresti ringraziarmi, piuttosto.
- Per niente. È solo colpa tua. Della tua razionalità e del tuo cinismo.
- Miei cari!
- Non scherzare. Se in molte situazioni – in molte scene di questo film – non ci fossi stata tu in compagnia dei tuoi amichetti, sarebbe andata meglio. Molto.
- Secondo me no.
- Per educazione non voglio dirti cosa me ne faccio del tuo parere, ora come ora.
- Acida.
- Paranoica.
- Ingenua.
- Mi irriti. Mi irriti a morte.
- Ma se saresti persa senza di me!
- Non in determinate circostanze.
- Circostanze.
- Esatto. Non mi servi per attraversare il mare. Il MIO adorato mare.
- Oh, il pesce.
- Già. Saresti tu a farlo affogare.
Silenzio.
Note dell'autrice: Questa shot ha precisamente un anno - giorno più, giorno meno. Ma mi piace particolarmente e a mio parere può far riflettere abbastanza. So che non è niente di speciale o di grandioso, ma spero che non la disprezziate del tutto. E grazie già solamente per aver aperto questa pagina.
Emily :)