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Autore: Nahara    31/07/2010    9 recensioni
Merlin pensa di essere affascinante. Arthur pensa di essere furbo. Entrambi sbagliano.

Traduzione a cura di Appletree, per le note leggere all'interno.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: A Smile is its Sword
Autrice: Nahara
Traduttrice: Appletree
Rilettrice della prima bozza di traduzione: Naky
Beta italiano e verifica dall'originale: Nikyo
Link all'originale: http://thewordtree.livejournal.com/4771.html
Conteggio parole dell'originale: 3700
Rating: Pg13
Pairing: Merlin/Arthur (ovviamente manco a dirlo)
Trama: Merlin pensa di essere affascinante, Arthur pensa di essere furbo. Entrambi si sbagliano.

Disclaimers: Questi Arthur e Merlin non mi appartengono, (magari), sono della BBC, e nemmeno questa storia mi appartiene, L'autrice è Nahara che non l'ha scritta a scopo di lucro ma solo per il suo/nostro diletto.

Nota Traduttrice: Non so dire quanto adoro questa storia, la amo semplicemente. Leggendo un po' in giro per il web ho scoperto che molte altre persone amano "A Smile is its Sword," e spero di non deludere con la mia traduzione le ragazze italiane che l'hanno letta in originale. Consiglio comunque a tutte coloro che capiscono un po' di inglese di leggerla anche in originale, perchè è tutta un'altra cosa ;)
Sono stata terribilmente felice quando Nahara ha accettato di darmi il permesso per tradurla, e ora sono ansiosa di condividerla con tutte voi. L'autrice passerà sicuramente da queste parti per leggere eventuali commenti, quindi ragazze dateci dentro!
Ringrazio tanto la mia rilettrice Naky che per prima ha dovuto rincorrere gli errori di battitura e di forma: :* grazie tesora.
E poi Devo fare una statua a Nikyo, davvero, perchè ha fatto un lavoro di betatura e di controllo dal'inglese talmente accurato che a questo punto non credo davvero possa esistere beta migliore :D Grazie Ny e scusa per la marea di schifezze :D
Ci tengo quindi a sottolineare che se per caso trovaste sviste o piccoli errori, sono da attribuire solo a me e alla mia lite eterna con word (e col mio cervello).

E ora.... Buona lettura :D




Un sorriso è la sua spada


La bellezza è potere, un sorriso è la sua spada. ~ Charles Reade
 


Merlin stava tentando di flirtare. A Ealdor non aveva mai avuto modo di imparare i dettagli di quell’arte stranamente complicata. Eppure, nonostante la poca dimestichezza in questo campo, Merlin era abbastanza intelligente da capire che le cose stavano andando molto, molto male.

All’inizio della settimana l’inserviente di cucina, Morag, era sembrata contenta e ben disposta verso i suoi approcci alquanto patetici, e invece ora stava praticamente fuggendo su per la collina subito dopo averlo visto arrivare. Era arrossita e aveva mormorato qualcosa sul fatto di essere necessaria da qualche parte - ovunque - lontano da Merlin.

Merlin, essendo comprensivo, decise che lei stava cercando un modo gentile per scaricarlo, e la prese da uomo.

“Per l'amor di Dio, Merlin! Comportati da uomo,” disse Arthur quando vide Merlin aggirarsi depresso per le sue stanze, nel tentativo di pulire. “Troverai qualcun altro.”

Guardò Merlin severamente.

“Come hai fatto ...?”

“Io sono il principe. So tutto.”

Merlin aveva qualche dubbio su questo e si risentì dell’espressione da so-tutto-io sul volto di Arthur. Dannata nobiltà. “Sì, oh Grande Saggio" disse, sollevando gli occhi al cielo, e lasciò la stanza per andare a prendere il pranzo di Arthur.

Deciso a trovarsi una giovane donna piacente, Merlin sfoderò tutta la sua simpatia con il personale femminile di Camelot. Essere il servo di Arthur gli dava libero accesso a tutti i settori. Era solo questione di trovare la ragazza giusta. Gwen era fuori questione naturalmente, perché beh... era Gwen.

Lui voleva soltanto qualcuno con cui intrattenersi. Flirtare era divertente, come lo era baciare (nonostante la sua goffaggine), e come lo erano anche gli occasionali incontri più intimi.

Eppure in quei giorni, ogni volta che Merlin si avvicinava a chicchessia cercando un contatto ravvicinato, l'altra persona perdeva interesse molto rapidamente. Aveva l'alito cattivo? Il fazzoletto che portava al collo era forse un po' troppo da...zoticone campagnolo?

Era a dir poco confuso, e una parte di lui aveva il sospetto che il principe sapesse tutto e stesse ridendo di lui da qualche parte, nell’ombra.

Era davvero molto fastidioso.

A rendere il tutto ancora più irritante, Merlin continuava a trovare prove del fatto che il suo signore si dilettava parecchio proprio nel tipo di attività che a lui erano negate. A volte si trattava di un anello nascosto tra le pieghe delle lenzuola, o di uno scialle femminile drappeggiato sullo schienale di una sedia. A volte si trattava di una donna in carne e ossa che usciva delle stanze di Arthur all'alba – e a Merlin non serviva molta immaginazione per indovinare cosa fosse accaduto. Una volta aveva anche trovato un paio di stivali maschili da equitazione, che sicuramente non appartenevano ad Arthur; Merlin aveva lucidato abbastanza spesso gli stivali del Principe per riconoscere ogni paio alla perfezione. E, se le cose continuavano così, sembrava proprio che quello sarebbe stato il massimo di intimità che gli sarebbe mai toccato.

“Ti sei divertito, mio Signore?” Chiese Merlin una mattina, dopo aver visto uscire l’ultima fanciulla dall’aria imbarazzata.

“Immensamente.” Arthur lo guardò per un momento, un sorriso sul volto compiaciuto. “Sono irresistibile, vedi. Non posso farci niente.”

“Giusto”.

“Sono così incredibilmente regale. Mi si lanciano praticamente addosso.” Fece un sospiro profondo, come se tutta quell’adorazione fosse un fardello pesante da sopportare.

“Dev’essere terribile per voi, Sire.” Merlin si precipitò fuori dalla stanza, le risa di Arthur lo seguirono lungo il corridoio. Bastardo.

Una sera (durante una festa in cui poteva aver bevuto un po’ troppo) Merlin stava legando a meraviglia con Enid, una delle lavandaie. Enid non sarebbe stata la sua prima scelta - o la quinta - ma sembrava che lei fosse l’unica in quei giorni disposta a dare a Merlin una seconda occhiata.

Al momento lei rideva di gusto alle sue battute e Merlin si sentiva il re del mondo.

Sorprese Gwen mentre dal suo posto accanto a Morgana gli scoccava uno sguardo sprezzante, ma la ignorò. Lui sapeva che le sue battute erano divertenti, e anche Enid pareva pensarla allo stesso modo. Anche se alcune risate potevano avere a che fare con il fatto che lei aveva bevuto il doppio di lui. Ma in ogni caso, che importanza aveva?

Quando si chinò per baciare la ragazza lei girò la testa in un improvviso attacco di timidezza virginale e le labbra di Merlino finirono sulla sua guancia paffuta. Lei ridacchiò forte, in quel modo fastidioso che sembrava più che altro un latrato di cani. Merlin sorrise nel suo miglior tentativo di essere affascinante e ci provò una seconda volta.

Proprio mentre stava riavvicinando le labbra, Enid gracchiò. Molto forte.

Qual era il problema di questa ragazza?

Melrin …” farfugliò, agitando nervosa le mani per aria. Io ... io non posso.” Il suo sorriso era autentico, ma di scusa.

“Eh?”

 “Sei adorabile, ma... mi piace il mio lavoro,” continuò Enid.

Che cosa aveva a che fare con i baci? Forse cercava una scusa per qualche altra ragione...

“E' a causa del fazzoletto che ho al collo, non è vero?” Chiese disperato.

“Cosa? No-o. Solo che non voglio finire nei guai. Non dovrei... il principe Arthur  non vorrebbe -” si fermò improvvisamente quando un'ombra cadde su di loro oscurando il loro angolo appartato. Gli occhi di Enid si girarono e parve sul punto di svenire.

Oppure di vomitare.

Merlin si voltò e vide Arthur in piedi dietro di lui, le braccia conserte e un'espressione strana sul volto – tra il seccato e il sardonico. Merlin si alzò e certamente non stava barcollando. Arthur di sicuro stava tutto storto di proposito, per fargli un dispetto.

“Ho interrotto qualcosa?” Disse, in finto tono cordiale, ma Merlin non si fece ingannare; Lui era sempre in grado di capire Arthur. “Mi stavo giusto chiedendo dove fosse finito il mio domestico recalcitrante e lo trovo ubriaco e - stai... stai cercando di essere affascinante, Merlin?”

C'era una nota di principesca incredulità nella sua voce.

“Non sono ubriaco,” insistette Merlin, che sarebbe stato più convincente se non avesse inciampato nei suoi stessi piedi e non si fosse ritrovato a fare amicizia con il pavimento. “E sono affascinante per natura,” proseguì, con meno convinzione mentre fissava i piedi di Arthur.

“Lo vedo.” Arthur guardò in malo modo prima Merlin che si dibatteva sul pavimento, poi Enid, fissandola con occhi stretti. Il viso della povera ragazza passò dal rosso al bianco al verde in modo imbarazzante.

“Mio signore.” Lei si alzò, facendo una riverenza barcollante ad Arthur . “Mi scuso. Devo andare - perdonatemi.” Senza quasi guardare Merlin, Enid scomparve.

“Guastafeste,” brontolò Merlin, riuscendo finalmente a sedersi e appoggiando la testa contro il muro di pietra. “Avevo una chance. Volevo solo divertirmi un po'. Qualche bacio, qualche toccatina e cose di questo genere...”

Arthur sospirò drammaticamente. “Alzati, Merlin. Per quanto la tua vita sessuale nei suoi più intimi dettagli mi emozioni profondamente, ho bisogno di te. O avevo. Sei completamente inutile in questo stato. Chi lo avrebbe detto che saresti potuto cadere più in basso?”

Merlin, aggrappandosi al muro con profonda concentrazione, tornò a ripetere: “Volevo solo divertirmi un po’.” Fece una pausa, guardando Arthur. “Perché tu ottieni sempre tutta la gloria e le donne? Siamo - io e te - siamo come due facce della, sai ... stessa medaglia.

“Bella analogia, Merlin. Molto profonda.”

“E’ vero! Il drago ha detto ...” Merlin agitò una mano in modo vago, ma si fermò di colpo per via del suo equilibrio precario. Arthur si accigliò, il ragazzo era più ubriaco di quanto avesse potuto credere. Blaterare a proposito di draghi? Non andava bene.

“Eppure questa faccia,” Merlin puntò un pollice sul suo petto, “...ottiene solo, panni sporchi! E ... non ... donne sporcaccione.” Merlin chinò la testa sconfitto. “Perché?”

Arthur sospirò. “E' colpa del fazzoletto che porti al collo.”



Merlin non si ricordava molto la mattina successiva, e probabilmente era una buona cosa, pensò. A giudicare dal martellio nella sua testa aveva avuto una notte piuttosto… interessante.

Gli ci vollero innumerevoli tentativi per concentrarsi mentre inciampava per tutta la stanza cercando di vestirsi. Senza veramente capire come ci era riuscito, Merlin si ritrovò nelle cucine, con un pesante vassoio pieno di frutta, pane appena sfornato e una brocca d'acqua. Si chiese per un attimo dove fosse finita Morag e decise che doveva essersi nascosta, come aveva preso l’abitudine di fare ogni volta che lui andava da quelle parti. Merlin si strinse nelle spalle, fingendo che non gli importasse. Non sul serio.

Dopo una faticosa salita fino alle stanze di Arthur, nella quale forse aveva fatto cadere qualche acino d’uva (niente di cui Arthur avrebbe sentito la mancanza), arrivò davanti alla porta del principe. Proprio nel momento in cui alzava un pugno per bussare, la porta di Arthur si aprì di propria iniziativa. In piedi davanti a lui c’era Morag.

Lei trattenne il respiro, voltò lo sguardo alla vista di Merlin in piedi dall'altra parte della porta. “Merlin!” Sussurrò, la metà del nome detta in tono stranamente melodrammatico. “Che ci fai qui?” Si guardò alle spalle con una smorfia.

“Io - beh, sono il servitore di Arthur?” Abbassò lo sguardo impotente sul vassoio. “E’ mattina e devo sempre arrivare la mattina presto perché Arthur non può fare nulla da solo. Devo svegliarlo, portargli da mangiare, vestirlo. Lo sapevi che lui non può nemmeno vestirsi o spogliarsi da solo? Ma credo che tu ora lo sappia! Ha!”

Merlin non aveva idea di quello che stava combinando la sua lingua - non stava certo prendendo ordini da lui. Se solo avesse potuto tacere.

Il viso di Morag divenne cremisi, le sopracciglia unite in un’espressione costernata. Prima che Merlin potesse scusarsi per la sua idiozia, la cameriera era fuggita verso il  corridoio e fuori dalla sua vista. Le ragazze fuggivano sempre da lui.

Merlin mise il broncio.

Voleva pestare i piedi in camera di Arthur e fare più rumore possibile, ma il modo in cui la sua testa continuava a martellare gli fece scartare quel particolare tipo di tortura. Merlin strinse i denti. Come affrontare Arthur? O più precisamente, come umiliarlo.

Ci fu un gemito dall’alcova e Merlin spostò una delle tende del letto, lasciando che un allegro fascio di luce mattutina illuminasse un Arthur decisamente nudo sdraiato davanti a lui. Il principe fece una smorfia e si spostò lontano dalla luce, ma non si svegliò. Schioccando la lingua, Merlin rifletté se il fatto di rovesciare o no una brocca d’acqua gelata sul principe sarebbe stata la vendetta più soddisfacente, o magari avrebbe anche potuto usarla solo per colpirlo.

All’improvviso Merlin ebbe un'idea diabolica e gli fu difficile non schiamazzare di gioia. Si levò le scarpe, poi gattonò furtivamente sul letto e mettendosi vicino ad Arthur richiuse le tende. Doveva stare attento, non voleva spaventare Arthur e rovinare quel momento perfetto per la sua rivincita.

Merlin si sistemò accanto al principe e, per un momento, trattenne il fiato in attesa di vedere se Arthur dava segno di essersi accorto che lui gli aveva invaso il letto. Non successe nulla. Arthur poteva essere la pigrizia fatta persona quando ci si metteva.

Cercando di controllare una risatina ribelle, Merlin si chinò verso Arthur e accarezzò con una mano tutta la lunghezza della sua schiena nuda. Un movimento lento che premeva delicatamente sulla pelle calda, seguendo il rilievo della spina dorsale di Arthur. Dalla figura del principe, ancora addormentato, venne un cupo borbottio. Merlin portò la mano fino alla parte posteriore del collo di Arthur e le dita serpeggiarono nuovamente verso il basso in una lunga carezza lussuriosa. Si fermò un attimo sui fianchi di Arthur.

Il principe si mosse. “Mm-cos?” Mormorò nel suo cuscino.

Merlin non disse nulla, ma continuò a seguire la linea della colonna vertebrale di Arthur. Era un gesto stranamente confortante e a Merlin piaceva la sensazione della pelle di Arthur sotto le dita.

Senza alcun preavviso Arthur si mosse repentinamente, e si spinse il più lontano possibile da lui.

“Che cazzo?!" Si lagnò Arthur. "Chi sei?”

Beh, ecco qualcosa di inaspettato. Arthur sembrava quasi... spaventato? Merlin aveva sempre saputo che lui non era un tipo molto mattiniero, ma questa reazione era un po’ eccessiva. Ebbe pietà dei compagni di letto di Arthur, se quello era il trattamento che ricevevano la mattina dopo.

Merlin prese un profondo respiro e disse in falsetto: “Oh, sire. Sei così incredibilmente virile che non ho potuto tenere le mani a posto!”

“Io ... cosa?” Arthur suonava meno inorridito, e più confuso. “Tu sei... non quella ragazza? Morag?” Sembrava piuttosto perplesso e non poco diffidente. E Arthur si era lamentato del fatto che Merlin avesse bevuto troppo la sera prima...

“Oh Arthur,” Merlin fece finta di lamentarsi, la voce ancora contorta in un orribile falsetto. “Non ti ricordi la nostra notte di passione? E' stato come una pioggia di stelle cadenti, la terra ha tremato, il mare -” Il suo breve monologo fu bloccato da un attimo di cecità improvvisa. Arthur aveva aperto le cortine.

“Merlin? Sei nel mio letto.” L’espressione di Arthur era sbigottita e un po’ assente, come se la consapevolezza che Merlin fosse seduto accanto a lui mentre dormiva (nudo), lo avesse reso completamente impassibile. “Perché?”

“Per scherzo?”

Sul momento era parsa un’idea geniale. Strisciare nel letto di Arthur, fingere di essere la sua ultima conquista e mettere in imbarazzo alla luce del giorno quell’idiota così tronfio. Eppure, l'unico imbarazzato era Merlin; buffo come finisse sempre così.

“Hai deciso di molestarmi... per scherzo?” La voce di Arthur era ancora impassibile.

“Non ti stavo realmente molestando, Sire.” Disse Merlin un po' indignato.

“Allora cosa stavi facendo veramente?

“Ecco, io era solo arrabbiato perché sei andato a letto con Morag. Sapevi che le andavo dietro. Perché non puoi lasciare almeno una ragazza per me in tutta Camelot? Non che tu non possa avere chiunque anche solo chiedendo!” Merlin sbuffò. Arthur aveva gli occhi socchiusi e la bocca assottigliata.

“Se non sei lì a spaventarle,” Merlin continuò tutto d’un fiato, “sei lì a corteggiarle... idiota avido.”

“Allora hai deciso di molestarmi?” Disse Arthur molto lentamente e dolorosamente.

Non stavo - Senti, volevo solo metterti in imbarazzo per farmi una risata. Mi dispiace.”

Rimasero seduti in silenzio per un po’. Arthur aveva lo sguardo perso e il volto serio e illeggibile. Merlin lo osservava con circospezione.

“Beh,” disse Arthur alla fine, un sorriso ampio sul volto “Era solo una questione di tempo prima che ti innamorassi di me! Impossibile tenere le mani a posto, eh?"

Merlin alzò gli occhi al cielo e scese dal letto per iniziare la loro routine quotidiana. “Il tuo ego non conosce confini, Sire.”




Il resto della giornata passò tranquillo. L'unico vero fastidio fu che Arthur aveva continuato a fare commenti sull'amore di Merlin per la sua ‘bella e aristocratica figura’. Non faceva che ripeterlo con un enorme sorriso, e normalmente Merlin avrebbe lasciato che quelle battute gli scivolassero addosso - solo che non poteva, proprio a causa di quel sorriso. Questo perché non era un vero sorriso. Non raggiungeva gli occhi di Arthur.

Merlin cercò di ignorarlo, ma col passare dei giorni il sorriso falso di Arthur diventava sempre più forzato, finché una sera Arthur non ne poté più. Scattò contro Merlin e gli disse di sparire dalla sua vista. Questo ricordò a Merlin quella volta durante il torneo con il cavaliere Valiant, ma ora Merlin non aveva alcun indizio del perché Arthur fosse seccato con lui. Era colpa sua?

Quello strano comportamento era iniziato quella mattina, quando Morag era sbucata fuori dalle stanze di Arthur. Arthur era innamorato della cuoca? Quella mattina Merlin non l’aveva creduto, non a giudicare dal modo in cui Arthur aveva reagito e parve non ricordarne nemmeno il nome. Ma Arthur era strano e lui in quel momento era stato ancora sotto i postumi della sbornia… quindi tutto era possibile.
Radunato il suo coraggio, una mattina Merlin avvicinò Morag nelle cucine. Ci andò prima del solito, in modo che la ragazza non avesse la possibilità di nascondersi da lui – non per l’ennesima volta.

Morag stava parlando con Gwen a bassa voce, ma con tono ansioso. Gwen batteva una mano sulle spalle della ragazza sussurrandole dolci parole di conforto. Morag impallidì quando vide Merlin e parve sul punto di scappare.

“Ti prego, non andartene!” Disse Merlin disperatamente, una mano tesa a bloccare la sua fuga. Gwen lo guardò in modo strano. “Voglio solo parlare con te, a proposito... sai, di quella mattina... quando, uhm, sei uscita dalle camere di Arthur?”

“Io non voglio parlarne,” replicò rigidamente Morag.

“Mi dispiace, ma è molto importante. Vedi, Arthur si comporta in modo strano da allora. Mi chiedevo se, ehm, è successo qualcosa tra voi due? Avete avuto un piccolo battibecco amoroso... o qualcosa del genere?” Questo era troppo imbarazzante per Merlin, davvero. Sentì il rossore salirgli dalle orecchie, passare per le guance e raggiungere il collo.

Morag lo stava guardando come se gli fosse cresciuta una seconda testa. “Di che cosa stai parlando? Amanti? Io e il principe?”

“Beh, non è così? Ti ho visto uscire quella mattina e ...”

“Morag, diglielo e basta. Ha bisogno di sapere,” disse Gwen dolcemente, stringendo il braccio della ragazza. Merlin era totalmente confuso. La ragazza della cucina prese un respiro profondo e traballante.

“Io non sono l’amante del principe Arthur. Lui... lui ha solo voluto che sembrasse in quel modo. Il principe Arthur chiede ai servitori, ai cavalieri, e talvolta anche ai nobili, di stare al suo gioco.”

“Che gioco? Perché avrebbe dovuto farlo?”

“Potrebbe avere qualcosa a che fare con il fatto che non vuole che nessuno diventi troppo... amichevole con te.” Morag e Gwen osservarono la sua reazione. Merlin era decisamente sconcertato.

“Ancora non capisco.”

“Oh Merlin!” Si lagnò Gwen. “Sei davvero così cieco? Arthur ha terrorizzato la gente affinché ti stesse alla larga – perché -” fece una pausa e prese un respiro profondo – “perché, è totalmente innamorato di te e non vuole che nessun altro ti tocchi. Merlin, sei l'unica persona in tutta Camelot che non lo sa.”

Merlin non disse nulla, non pensò a niente, semplicemente restò attonito. Se non fosse stato per la faccia seria di Gwen , avrebbe riso forte e a lungo. Guardò disperatamente verso Morag.

“È vero,” disse a bassa voce. “Mi dispiace, ma tutti noi dovevamo evitarti, anche se sei molto carino -  Enid era troppo ubriaca per ricordarsene bene. Comunque, il Principe ti ha veramente a cuore.” Abbassò il viso. “O ti aveva.”

“Aveva?” Merlin chiese debolmente.

“È venuto da me l'altro giorno e ha insistito che devo... beh, uhm... dormire con te.” Morag arrossì e guardò il pavimento con cipiglio. “Ha detto che mi amavi, ne era certo. Ma io so che non è così, perché... anche tu tieni a lui.”

Dire che improvvisamente tutto era diventato chiaro, come se lui fosse appena stato colpito da un fulmine, sarebbe stato fuorviante. Nella mente di Merlin tutto era ancora piuttosto confuso e sfocato, e tutto ciò a cui lui riusciva a pensare era di andare da Arthur. Dopo essere andato da Arthur tutto si sarebbe sistemato – era l’unica certezza che aveva.

Senza dire altro, Merlin lasciò la cucina e salì le scale, attraversò diverse stanze e salì ancora più su, fino a quando non giunse davanti alla porta di Arthur. Senza bussare, Merlin entrò e si diresse verso il letto. Da dietro le tende non proveniva alcun rumore. Per la seconda volta in una settimana, Merlin si trovò seduto accanto a un Arthur addormentato.

Il principe era nuovamente sdraiato a pancia in giù, ma questa volta indossava un paio di pantaloni e un cipiglio appena accennato. Il cuore di Merlin batteva freneticamente nel petto, come se stesse cercando di uscirne. Quando decidi di donarlo a qualcuno, meditò,  pare che il cuore diventi troppo ansioso per aspettare che tu lo lasci andare. Quando Merlin toccò con le dita il calore familiare della pelle di Arthur, sentì lo stomaco precipitare e il respiro bloccarsi. Arthur poteva essere un idiota, ma era un bellissimo idiota.

Lentamente, Merlin fece scorrere le dita verso il basso sulla schiena del suo principe proprio come la volta precedente. Non aveva nessuna fretta, voleva che Arthur si svegliasse lentamente. Al quinto passaggio delle sue dita Arthur mormorò qualcosa che Merlin non riuscì a cogliere, e al settimo Arthur sbatté le palpebre e aprì gli occhi.

"Merlin?" Disse Arthur con la voce pesante di sonno. “Che ci fai qui?”

“Ti sto molestando,” Rispose Merlin con un sorriso. Prima che potesse aver il tempo di fermarsi e rifletterci su, Merlin si lanciò in un bacio.
All’inizio non successe nulla, poi Merlin cominciò a muovere le labbra intorno a quelle di Arthur, leccandole e succhiandole. Il principe sapeva di sudore, di tepore e di mattina. Era un sapore strano ma inebriante.

Arthur si tirò indietro, gli occhi spalancati e confusi. "Stai... cercando di essere affascinante, Merlin?"

"Già. Sta funzionando?"

“Un po'.” Arthur si mise seduto, sciogliendo le spalle e Merlin non riusciva a distogliere lo sguardo. "E Morag?"

"Morag?"

"Non sei... innamorato di lei? Sembravi piuttosto sconvolto all'inizio della settimana quando pensavi che noi avessimo, ehm..."

"Sei una idiota," disse Merlin affettuosamente. Arthur sembrava pronto a colpirlo, così Merlin pensò rapidamente. "Non sono innamorato di Morag, non lo sono mai stato, non lo sarò mai. Volevo solo qualcuno con cui divertirmi... e smettere di desiderare te così tanto."

La bocca di Arthur si aprì, gli occhi spalancati, ma non disse nulla. Forse per lui era stato come un fulmine a ciel sereno, rifletté Merlin.

"Credevo che tu sapessi tutto," disse.

Arthur alzò gli occhi al cielo.

"Hai davvero detto a tutti di stare alla larga da me?” Gli occhi di Merlin si socchiusero divertiti, un sorriso sul volto. Arthur guardò le labbra sorridenti di Merlin con qualcosa di simile all’euforia.

"Forse," disse divertito. Merlin si mise a ridere.

Fu allora che Arthur lo afferrò, facendolo sdraiare sulla schiena e baciandolo con urgenza. Merlin rispose al bacio, lasciando che le dita si muovessero liberamente sulla pelle di Arthur. Non credeva che si sarebbe mai potuto stancare di questa sensazione, di essere ubriaco di Arthur.

Se Merlin ci avesse mai pensato prima (cosa che ovviamente non aveva mai fatto) avrebbe scommesso che Arthur faceva l'amore nello stesso modo in cui combatteva – solenne, forte e determinato. Eppure quello che stava succedendo non era nulla di simile. Arthur era così giocoso, e gentile.

Poteva sentire il respiro di Arthur su tutto il corpo e le vibrazioni delle sue risatine scherzose. Fu esilarante e divertente. Non aveva forse detto ad Arthur che avrebbe voluto solo un po' di divertimento? E sinceramente, Merlin non riusciva a ricordare un momento in cui aveva riso di più – il suo sorriso era così grande da far male.

"Come riesci a farlo?" Gli chiese Arthur più tardi, una domanda che era un miscuglio di stupore e di esasperazione sussurrate nell'orecchio di Merlin.

 

"Fare cosa?"

 

"Sconfiggermi. Disfarmi. Trafiggermi." Fece una piccola pausa. Era strano sentire Arthur così insicuro, così aperto. "Laddove cavalieri con spade affilate hanno fallito, tu e il tuo sorriso idiota mi annullate completamente. Cosa c'è in te?"

 

Merlin sorrise. "E' tutta colpa del fazzoletto al collo."


Note conclusive traduttrice: Spero che la storia vi sia piaciuta quanto è piaciuta a me, in ogni caso non esitate a dirmi cosa ne pensate! 

Che Il Dragon Slash sia sempre con voi! (e con Arthur e Merlin) ;)

Appletree

  
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