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Autore: Jemei    02/08/2010    5 recensioni
"L’altro stringe fra le braccia Sonno, il fratello di Morte, e la malvagia notte, avvolta in una nuvola vaporosa. E là i figli della nera Notte hanno la loro dimora, Sonno e Morte, terribili dei."
La guerra distrugge e crea; domina tutti, anche i Vampiri che ingannano la Morte.
E questa volta, saranno loro a bagnarsi di strage le mani.
Genere: Generale, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kaname Kuran, Nuovo Personaggio, Zero Kiryu
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Non credo dovresti andare.”
Si voltò verso Aster mentre sfilava il vestito per guardare nell'armadio, sospirando poco dopo.
“Posso farci poco. Se non andassi sarebbe un'aperta sfida e non voglio danneggiare la situazione più di quanto già lo sia”, ribattè la donna, afferrando una gonna nera e corta ed indossandola, cercando qualcosa con cui abbinarla. No, non stava cercando di essere elegante per
lui. Assolutamente. Era solo... buona educazione. Solo quella.
“Non si è fatto vedere per anni, non può aspettare?” ribattè il fratello, decisamente nervoso, sciogliendo la cravatta con gesti secchi e poco controllati. Lamia si fermo, una canottiera in mano, girandosi per guardarlo; si avvicinò lentamente, finendo di togliergli la camicia, slacciando i bottoncini scuri. Lo strattonò appena verso di sé, sollevando gli occhi viola e sorridendo per rassicurarlo, avvicinandosi per un bacio breve.
“Stai tranquillo. Andrà tutto bene. Ti ricordi chi siamo, mh?” sussurrò, aspettando una sua conferma, un mormorio, per allontanarsi. Le labbra si piegarono verso l'alto in un sorriso sincero e sfumato di dolcezza che solo a lui concedeva – escludendo il resto del mondo, lasciandosi andare, prigioniera di quel rapporto che li legava per l'eternità.
“Ed ora dimmi: quale delle due?”
Aster osservò attentamente le due magliette, prima di indicare quella a sinistra – copriva di più.
E più copriva, meglio era.

(( I feel you drawing near
And I will show no fear
no pleasure be denied me
A hunger grows inside me
))

Le labbra affondarono in quelle del vampiro, voraci, prede di una fame insana e violenta che non poteva essere fermata; una mano di Kaname scivolò alla base della schiena di Zero, spingendolo contro di sé, scontrando il bacino con il suo, sfregando le loro erezioni, difficili da nascondere. L'Hunter mugulò nel bacio, rabbrividendo, senza sapere perchè lo stesse facendo, senza sapere nulla di ciò che accadeva attorno – sapeva solo che era... Dio, era così piacevole, così...
Ne voleva ancora. Ne voleva sempre di più.
Per ogni bacio, ne desiderava un altro. Per ogni carezza, ne chiedeva una successiva. Il suo corpo fremeva incontrollato, percorso da una scarica elettrica, le dita serrate sulle spalle del purosangue, una mano alzata per affondare tra i capelli scuri di quest'ultimo, il viso premuto contro il suo – bocca contro bocca, lingua contro lingua, zanne denti sangue ed un piacere che fa vibrare l'anima, sbriciolandola.
“Zero...”
Un sussurro basso, leggero, la voce roca e ferale, quella di un animale che non vede l'ora di divorare la propria preda, di assaggiarla, di...
Peccato che il tutto si infranse quando le mani del purosangue scesero ancora più in basso, serrandosi sul fondoschiena dell'Hunter, strattonandolo per averlo maggiormente vicino, l'eccitazione pulsante a contatto con la carne del ragazzo dai capelli chiari.
“Cosa.. Kuran!” esclamò, ritraendosi all'improvviso, sfuggendo alla bloodlust che comunque non si era arresa e continuava a tentarlo – a tentarlo di toccare il purosangue, di annegare in lui e nella sua voce, nelle sue carezze, nel suo abbraccio.
Kaname sibilò qualcosa sottovoce infastidito dall'interruzione e per un attimo provò l'istinto di costringere l'altro a tornargli vicino, ma si trattenne e si limitò a fissarlo apparentemente tranquillo; il freddo, stoico ed elegante Kaname Kuran.
“Perchè ti sei allontanato?” domandò imperturbabile, come se non fosse accaduto nulla, come se davvero non capisse il motivo di quel gesto. Stavano così bene prima, a Zero certo non sembrava dispiacere ciò che stavano facendo.
Il Level D arrossì all'improvviso diventando simile ad un semaforo acceso, completamente in imbarazzo a quella domanda. No, davvero. Che razza di domanda era ?
“Perchè stavi... stavamo...”, balbettò qualcosa di incoerente, senza riuscire a spiegarlo. Stavamo facendo cosa, Kiryuu ?
“Ti stavo baciando e tu stavi baciando me, Zero. E ti piaceva.”
Il fruscio morbido della voce di Kaname lo fece rabbrividire, l'erezione nei suoi pantaloni divenne più forte e dolorosa, incatenata. Era come una carezza, come un bacio, come il sussurro di un amante all'orecchio. E tutto solo con la voce, maledetto purosangue. Lo odiava per quello che gli faceva, per le sensazioni che gli causava, per i sentimenti che gli scatenava dentro.
Ma era colpa della bloodlust, solo di quella. Solo della bloodlust.

Credici, Zero. Dillo ancora.
“Era solo per la bloodlust! Non per altro!”, ringhiò l'Hunter, riuscendo finalmente ad alzarsi da Kaname scostandosi da lui, solo perchè l'altro glielo aveva permesso. In caso contrario, avrebbe potuto tenerlo intrappolato tra le sue braccia ancora per molto, molto tempo.
Gli occhi rossastri, di quel particolare colore caldo ed invitante, lo scrutarono a fondo, sondando la sua anima, divorandola; vedevano ogni cosa, ogni pensiero, ogni desiderio. Non disse nulla, Kaname Kuran. Rimase in silenzio, sospirando ed annuendo.
“Come vuoi, Kiryuu. Torna in camera tua, allora”, concesse con un leggero sorriso sulle labbra, un gesto che rese, incredibilmente, ancora meno umano quel viso troppo perfetto e troppo bello – così bello che pareva dipinto da una mano non umana.
Zero esitò, nonostante tutto. Lo guardò senza aprire bocca, senza protestare, semplicemente perchè non sapeva cosa dire; annuì e basta, distogliendo rapidamente lo sguardo color lavanda e voltandosi per uscire da quella stanza e chiuderla alle sue spalle.
Sperando che, in questo modo, anche i suoi sentimenti e le sue emozioni venissero chiusi da qualche parte.

(( You oughta know, tonight is the night to let it go,
Put on a show, I wanna see how you lose control
))

Aveva sperato che non venisse, che le avesse mentito o avesse pensato di farle uno scherzo; tuttavia, quando avanzò nel giardino della scuola, buio se non per qualche luce artificiale, seppe che non era uno scherzo, perchè lui era già lì.
Provò l'impulso di scappare, di voltarsi e tornare indietro e rifugiarsi tra le braccia del fratello, dimenticando tutto e tutti, soprattutto quell'uomo. Resistette però, respirando profondamente e raggiungendolo, allontanando qualsiasi tipo di emozione. Quando lui si voltò, il viso della donna era perfetto ed imperturbabile, una maschera fredda e di vetro; anche guardando negli occhi viola come la Sfortuna era impossibile vedere qualcosa.
Gli occhi blu del purosangue, invece, erano pieni di vita, di una malizia che nel corso dei secoli non era mai scomparsa ma anzi sembrava essersi accentuata. Sorrise vedendola, avvicinandosi e studiandola fin nel minimo dettaglio.
Guardò i capelli lunghi e scuri, lasciati sciolti fino ai fianchi snelli, gli occhi di quella sfumatura particolare e la pelle candida, il volto dai tratti piacevolmente mediterranei, esotici per qualcuno come lui; lo sguardo scivolò oltre, sulle labbra piene e morbide, invitanti, soffermandosi sul collo sottile e fragile, facile da spezzare, fino all'incavo del seno. Si soffermò lì e poco oltre, ricordando quella carne sotto le sue dita, sotto la sua bocca, rammentando i canini penetrare con forza e violenza.
Lamia rimase in silenzio, le braccia abbandonate lungo i fianchi, un animale di razza che si fa esaminare in attesa di essere venduto o abbattuto. Peccato che lui avesse già preso la sua decisione molto tempo prima.
“Sono felice che tu sia venuta.”
Lo disse all'improvviso spezzando il silenzio della notte, confondendo la voce con i suoni della natura circostante; fu un mormorio che le accarezzò la schiena, causandole una sensazione puramente fisica, come una vestaglia di seta che lentamente cade a terra liberando il corpo. Chiuse gli occhi respirando piano, cercando di ignorare quelle sensazioni.
“Non posso fare diversamente quando è il mio Master ad ordinarmelo”, ribattè con tono fermo e chiaro, sorridendo persino. Il sorriso si spinse quando Kyrie si avvicinò accarezzandole il viso, affondando le dita nella chioma d'ebano. Chinò il volto verso il suo, respirando aria fredda su questo.
“Non mi piacciono i capelli così scuri. Non ti stanno bene.”
Si trattenne dal rispondere, perchè la sua mente era impegnata a cercare di controllare il proprio corpo, che per istinto voleva gettarsi tra le sue braccia e riposare lì fino all'Apocalisse, per tutta l'eternità. Maledetta bloodbound.
“Mi spiace, ma posso farci poco. Non mi andava di tingerli e in questo modo nessuno ha capito nulla, per ora”, rispose piano, ignorando il profumo del purosangue, così vicino ed invitante...
Ricordava ancora il sapore del suo sangue, la sensazione di quel liquido scuro che scorreva sulla lingua e in gola, denso e morbido come velluto. Avrebbe dato qualsiasi cosa per assaggiarlo di nuovo. Per assaggiare
lui e basta.
Dovette trattenere un gemito quando Kyrie si chinò sul suo collo sfiorandolo con le labbra, con il respiro bollente, giocando con la sua pelle trascurata per troppi attni; le dita del vampiro caddero in basso, sulle sue braccia ed infine sui suoi polsi afferrandoli, ma non per intrappolarla. Li sollevò piuttosto, guardandoli, osservando le linee nere che ora, non più nascoste dai bracciali o dalla stoffa, infestavano la carne bianca. Li baciò piano, quasi con il timore di farle male.
“Fanno male?” domandò in un soffio caldo ed invitante, tipicamente suo – dopo tanti anni, ancora tremava quando lui parlava, quando anche solo respirava. Si costrinse ad allontanarsi, liberandosi dalla sua presa e recuperando il controllo di sé stessa e dei propri sentimenti.
“Tu cosa credi? Mi impediscono di essere ciò che sono. Mi impediscono di ottenere ciò che voglio”, ringhiò frustrata, irata, un lampo rossastro negli occhi d'ametista; il mostro insito dentro di lei, l'odio, il rancora, la vendetta, tutto lottava per emergere, per placare quella brama di sangue e carne. Era come un animale intrappolato che ululava e si sporgeva per mordere chi aveva davanti, in attesa di strappargli la pelle di dosso e divorarla.
L'altro sospirò, senza dire nulla, forse ignorandola. Non era lì per quello, in fondo.
“Hai deciso di schierarti con Kaname, sebbene io sia contrario?” chiese, raffreddando il tono di voce, riducendolo ad una sottile lastra di ghiaccio – Lamia rabbrividì, ma cercò di non mostrarlo. Al contrario rise, spostandosi di qualche passo per sgranchirsi le gambe.
“Ti sei schierato con quelli solo per farmi un dispetto, Kyrie, lo sai anche tu. Così come sai che è giusta la mia scelta. Ho deciso di dare il mio appoggio a Kaname perchè è tempo che la monarchia torni, in un modo o nell'altro. E' il suo destino essere Re e lo sai, e soprattutto...”, gli occhi viola si tinsero di un colore più chiaro, come era avvenuto tempo prima durante la festa, le pupille si restrinsero, divenendo verticali; si avvicinò al suo master, scariche elettriche tra le dita, un potere che portava le nubi ad addensarsi sopra di loro. Si avvicinò così tanto che i loro respiri si intrecciarono, gelidi e brucianti, incatenati.
“...devono pagarla. Li ammazzerò tutti, Kyrie. Come ammazzerò gli Hunters. Non ne resterà uno vivo.”
Era agghiacciante il sorriso sulle sue labbra, innocente nella sua follia, nella sua crudeltà – il sorriso di chi ha perso tutto, persino la sanità mentale, di chi si controlla a stento per evitare di uccidere chi gli è vicino. Gli accarezzò il viso senza smettere di sorridere, creando graffi sottili con le unghie affilate.
Per un attimo, il purosangue, antico di millenni, si chiese dov'era finita la ragazzina che aveva allevato, che aveva cresciuto con tanta cura; poi se lo ricordò e l'allontanò da sé, cancellando quel sorriso irritante e terrificante.
“Distruggerai te stessa. Ma è una scelta tua, ormai non mi riguarda. Non mi riguarda più, dopo ciò che hai fatto. Saremo nemici, se così desideri...”
Lamia annuì, indietreggiando, voltandosi per tornarsene in camera da suo fratello, decisa a dimenticare quella sera, quell'incontro, quegli occhi. Decisa a dimenticare... lui, che in quel momento, come tanti secoli prima, le faceva tremare il cuore.
“Toglimi una curiosità, mia adorata. Come speri di proteggere questi ragazzini... se non sei riuscita a difendere neanche la tua stirpe ?”


Fu un attimo. Un istante misero, una frazione di secondo – il fulmine esplose nel cielo subito dopo quelle parole pronunciate con sarcasmo ed ironia, pregne di veleno, il ruggito della vampira si confuse con il tuono.
Presto, le sue dita furono serrate attorno alla gola del purosangue, le unghie non più tali ma artigli, i canini snudati e le pupille dilatate. Una bestia, non una donna.
“Taci... Taci, tu, codardo traditore !”
Non si curò nemmeno del sangue che veniva versato mentre affondava quelle lame affilate nella sua pelle, non pensò neanche agli altri, a chi avrebbe potuto sentire il profumo prezioso di Kyrie, che ora rideva divertito, lasciandola sfogare, afferrandole i capelli scuri per affondare le labbra nelle sue in un bacio veemente e passionale, possessivo, ignorando le proteste della donna.
“Sei come una bambina tra le mie mani, Lamia... se ti vuoi fare chiamare così...”
“Ti ammazzo, Kyrie. Giuro che ti ammazzo, tu come tutti gli altri, come tutti loro, sei come
LORO!”
Furono quel grido pieno di disprezzo e l'energia potente che era appena stata vomitata sulla scuola ad attirare non solo Aster, ma anche Kaname e Zero e, sfortunatamente, molti altri. Le scariche elettriche tra le dita della ragazza si gettarono sul terreno, pronte a divorare la loro preda, gli occhi completamente rossi, privi di qualsiasi controllo.
E l'avrebbe ucciso, ci sarebbe riuscita davvero, almeno ferirlo...
...se solo qualcuno non l'avesse fermata.
La morsa ferrea delle braccia di Kaname la tenne ferma, impedendole di muoversi ancora, lottando per frenare i suoi tentativi di fuga, il suo rancore, la sua sete d'omicidio.
Sotto la pioggia, iniziata a cadere pochi istanti prima, Kyrie, il purosangue dagli occhi blu, rideva. Rideva come un bambino crudele ed egoista, come chi vuole solo causare dolore. E ancora una volta, c'era riuscito.
“Tienila sotto controllo, Kaname... graffia, sai”, ironizzò, con un ultimo sorriso, prima di scomparire, inghiottito dalle ombre. Gli occhi color vino del principe lo seguirono, le dita ancora serrate sulle braccia di Lamia.
“Calmati. E' andato via, calmati. Vuoi scatenare un putiferio?” sibilò al suo orecchio, tentando di placarla, sperando che Takuma riuscisse ad evitare di far uscire gli altri membri della Night Class. La pioggia li bagnava entrambi, incollando i loro vestiti al corpo, infradiciandoli dalla testa ai piedi.
“Lo ammazzo... lo ammazzo, li ammazzo tutti, lo ammazzo!!”
Gridava, ma non attaccava, Lamia; e lentamente i suoi tentativi di ribellione divennero più deboli, fino a quando, forse stanca, si arrese al ragazzo dietro di sé. Ansimava, ansimava per la rabbia, per l'odio, per il dolore – i polsi, le linee scure su di essi, bruciavano come marchi a fuoco.
“Ssssh...”
La voce di Kaname era un balsamo per la mente, per i sensi, era pura seta, la carezza calda di una madre, il sussurro dolce di un amante pronto a consolarlare. Chiuse gli occhi appoggiandosi a lui, recuperando il respiro, prima che questo si spezzasse in un singhiozzo.
Chi ha detto che la pioggia aiuta a non mostrare le lacrime è davvero un idiota.

(( E so il male che sto per fare ma il furore in me è più forte della ragione ))


Quando rientrarono bagnati come pulcini c'era la metà della Night Class ad attenderli, tutti preparati per andare a dormire dato che stava per sorgere l'alba. Kaname ignorò gli sguardi scandalizzati dei suoi compagni quando lo videro gocciolante, piuttosto lasciò andare Lamia che venne immediatamente afferrata dal fratello e stretta al petto.
Gli occhi bicromi di Aster lo cercarono, chiedendo spiegazioni al principe dei vampiri che, per tutta risposta, scosse il capo; la gemella tremava tra le sue braccia ma non per il freddo o per l'acqua, bensì per la rabbia trattenuta.
“Va tutto bene, ci sono io ora...”, mormorò piano contro di lei, sfiorandole la schiena per placarla, nascondendola dagli altri, persino proteggendola.
Una volta non ne avrebbe avuto bisogno. Una volta non avrebbe dovuto farlo.
Una volta, una volta... era tutto così diverso.
“Kaname – sama... “, mormorò Ruka attirando la sua attenzione, porgendogli un panno per asciugarsi; il ragazzo lo afferrò con un sorriso di ringraziamento, passandolo sui capelli scuri e morbidi, voltandosi solo quando sentì lo sguardo intenso di qualcuno su di sé.
Gli occhi viola ci Zero lo fissavano da un bel po', senza una vera emozione o forse... o forse era preoccupazione, quella ? Sorrise maliziosamente e lo vide arrossire, distogliendo il viso per concentrarsi su altro. Kaname si trattenne dal ridere, così come si trattenne dall'avvicinarsi a lui; almeno all'esterno dovevano mantenere le apparenze in fondo, no?

“Kaname.”
Non fu l'unico a voltarsi questa volta, ma l'intera Night Class, Zero compreso, che sussultò appena vedendo gli occhi scarlatti, rossi come sangue, di Lamia. Per un attimo, per un misero istante... aveva visto Shizuka, in quello sguardo assolutamente privo di umanità e pietà.
“Il Consiglio. Voglio distruggerlo”, sussurrò con un sibilo affilato, tagliente come una lama, con una voce che fece rabbrividire tutti – non perchè era fredda, ma perchè era del tutto priva di calore, di compassione, di qualsiasi aggettivo positivo. Kaname annuì, mentre Aster le accarezzava i capelli umidi e scuri, allontanandoglieli dal viso.
“Torniamo in camera...”, mormorò vicino alla gemella, muovendo qualche passo verso le scale. Fu fermato dal suono della sicura di una pistola che veniva tolta. Lentamente, si voltò, trovando poco distante Yagari, arrivato da poco assieme al direttore Cross e alla piccola principessa purosangue, corsa tra le braccia del fratello.
“Si può sapere che succede, qui ? Perchè non siete a fare la nanna da bravi pipistrelli?” domandò l'Hunter, ignorando lo sguardo di rimprovero del collega; i cosiddetti 'pipistrelli' sibilarono qualche insulto, tornando verso le loro camere per evitare di scatenare un litigio. Passando al fianco dei gemelli, Takuma sorrise verso Lamia, sfiorandole un braccio con le dita calde, quasi per darle appoggio; lo osservò perplessa, prima di sorridere, ricambiando.
“Non sta accadendo assolutamente nulla, Touga”, replicò Kaname calmo come sempre, simile ad una statua di marmo, gettando lontano il panno e sedendosi su una poltrona, portando Yuuki sulle proprie gambe, scatenando nella ragazzina un rossore immediato.
“Fratello...”
“Ssssh... dopo, Yuuki”, sorrise lui, lasciandole un bacio sulla fronte – ma mentre baciava lei, i suoi occhi guardavano Zero.
Zero, che in quel momento fremeva di rabbia e gelosia
( gelosia verso chi ? ), sempre più deciso ad uccidere, un giorno o l'altro, quel dannato vampiro. Gli avrebbe strappato le labbra, così non avrebbe più parlato.
Così non l'avrebbe più... baciato.
Così non l'avrebbe più tormentato.
Quando Kaname passò le dita sottili e affusolate sulla schiena di Yuuki, rabbrividì, ma non per paura o altro. Perchè, fisicamente, aveva sentito quelle stesse dita toccare la
sua schiena.
Sussultò senza capire cosa stesse succedendo perchè un istante dopo quella sensazione si spostò prima più in alto e poi drasticamente più in basso; sul suo fondoschiena, per essere precisi. Il viso avvampò, rosso come un pomodoro, gli occhi scattarono verso quel bastardo purosangue che diamine, che diavolo stava... stava...
Fu costretto ad appoggiarsi alla parete dietro di sé quando le attenzioni si spostarono sempre in basso, ma sulla parte anteriore del corpo. Più precisamente sul suo ventre.
Cercò di controllare il respiro, sperando che nessuno lo vedesse, cercando con gli occhi quel fottutissimo nobile egocentrico e perverso – ma gliel'avrebbe fatta pagare, oh sì. Assolutamente. Kaname, in compenso, appariva calmissimo e rilassato, non certo come uno che stava utilizzando i propri poteri mentali per molestare un povero hunter causandogli un'erezione pressochè istantanea.
Come faceva a rimanere concentrato con quelle carezze puramente telecinetiche che lo toccavano
?
No, davvero, era impossibile. Si morse il dorso di una mano per trattenere un gemito, distogliendo lo sguardo quando Kaname lo fissò, passando la punta della lingua sulle labbra.
Fottuto bastardo. Ma l'avrebbe pagata, oh sì.

Per fortuna, però, nessuno si era accorto del loro siparietto a luci rosse, forse perchè erano più concentrati su quanto stava accadento.
“Nulla, nulla... e quel casino che abbiamo sentito prima?” domandò l'Hunter, guardando in modo fisso prima il purosangue e poi i due gemelli ancora vicini in procinto di salire le scale. Un braccio di Aster era abbandonato mollemente attorno alla vita della sorella che, con i capelli umidi, poggiava il capo sulla sua spalla.
“Sono stata io. Ho litigato con uno dei nobili del ballo e c'è stato uno scontro. Nulla di più”, spiegò a bassa voce, senza risultare affatto pentita. Non aveva ancora sbollito la rabbia, assolutamente. Tutto il contrario.
I due uomini la guardarono, indecisi, prima che Kaien Cross sospirasse, facendosi avanti.
“Gli scontri sono proibiti all'interno della scuola, ve l'avevo det-”
“Volevo ammazzarlo.”

Si bloccarono entrambi, guardando non Lamia, ma Aster, che ora li puntava con gli occhi bicromi, ancora più inquietanti di quelli viola della sorella. Anche lei si voltò, pur senza aprire bocca, lasciandolo parlare.
“Se non ve ne siete accorti, questa notte è iniziata una guerra. I vampiri si sono divisi in due fazioni. Vi avevamo detto che eravamo venuti per aiutare Kaname e così faremo.”
Sorrise, dopo un istante, un sorriso affilato e poco rassicurante, tagliente su quel bel viso.
“Credo sia ora di cambiare le regole, Preside Cross. I giochi sono cambiati.”

Sapevano tutti che era così.
Il popolo dei Vampiri non era più unito e le fazioni erano già schierate; era tempo di tornare agli antichi fasti.
Lentamente, Aster liberò la sorella dall'abbraccio, solo per avvicinarsi a Kaname, seguito dalla ragazza; il purosangue fece scendere la sorella dalle proprie gambe, mantenendo gli occhi rossastri fermi sui due gemelli che si fermarono dinnanzi a lui. Il moro avanzò ancora, portandosi al suo fianco, una mano sulla spalla del principe, mentre la donna scivolò a terra con un movimento fluido come l'acqua, simile a quello di un felino, inginocchiandosi e poggiando la guancia contro la gamba di Kaname. Non per sottomissione, ma per testimoniare il proprio appoggio.

Era un quadro perfetto di bellezza, seduzione e potere.
Perchè era questo che rappresentavano e Yuuki, che pur faceva parte di quel mondo, allo stesso tempo ne era ancora estranea; anche Zero, che per fortuna aveva smetto di essere tormentato e ora li fissava, intrappolato da quell'alone lussuria e violenza che si agitava attorno ai tre. Per la mente passò un'immagine, qualcosa di simile a ciò che stava accadendo ora.
Le dita di Kaname si alzarono di nuovo ma questa volta per accarezzare i capelli di Lamia con gentilezza, quasi con dolcezza.
“La guerra è iniziata, Kaien. E' tempo che io torni a prendere ciò che mi spetta. E per questo ho bisogno di aiuto”, ammise il purosangue con la voce morbida e suadente, profonda, come quella di un animale racchiuso nel corpo di una favola.
Spostò gli occhi su Zero, cercandolo, bramandolo, richiamando la sua attenzione; anche Touga fece lo stesso, preoccupato per il proprio pupillo.
“... che vuoi da me, vampiro?” ringhiò il prefetto, mantenendosi lontano e cercando soprattutto di nascondere ciò che si agitava dentro di lui e in particolare nel basso ventre. Kaname sorride, frenando le carezze sui capelli della mora, che teneva gli occhi chiusi.
“Non devi aiutare me. Ma loro. Liberali, Zero.”
Non era un ordine, quanto più una richiesta. Una richiesta che nessuno, a parte i due Hunter più anziani, capì. Il ragazzo dai capelli chiari li guardò perplessi, chiedendo spiegazioni, ma fu la voce di Lamia ad interromperli.

“E se Io vi mostrassi le paludi Stigie e le rive
ruggenti di
fiamme, se le Erinni potessero apparire
alla nostra presenza, e
Cerbero che scuote il collo
decorato di
Serpi, e i Giganti legati sul dorso?
Quale timore, o vili, di guardare le
Ombre ? “

Sembrava un canto, o qualcosa di simile – qualcosa di antico, di profondo, di ormai dimenticato. La voce suonava in contemporanea a quella del gemello, che teneva gli occhi chiusi. Ma la sorella li aveva aperti e ora quegli occhi improvvisamente privi d'iride lo fissavano, mostrandogli i recessi più profonti della mente umana, mostrandogli le ombre – le sue ombre.

(( The secret side of me, I never let you see
I keep it caged but I can't control it
So stay away from me, the beast is ugly
I feel the rage and I just can't hold it
))


Spiegazioni!
Essì, l'angolo delle spiegazioni serve, almeno per dare un'autosoddisfazione a me stessa.
Intanto chiedo scusa a tutti per il ritardo osceno. Nel giro di un mese avevo sia l'esame di stato ( passato fieramente u_u ) che quello della patente ( passato pure quello *_* sono un pericolo pubblico ora! ) e di conseguenza non riuscivo davvero a scrivere. Confesso di non essere particolarmente soddisfatta neanche di questo capitolo, fatta eccezione per l'ultima parte e per le scene tra Kaname e Zero, ma spero di riuscire ad entrare presto nel vivo della storia e di renderla più interessante.

Canzoni:

Incubus – Incubus Sukkubus
Jay Sean – Down
Skillet – Monster

La citazione nel mezzo è della Medea di Euripide.
L'ultima citazione, invece, fa parte della
Pharsalia o Bellum Civile di Lucano ed è pronunciata da Erichto, la strega.
Breve spiegazione per chi fosse interessato, se no saltate direttamente u_u

le paludi Stigie si riferiscono al fiume Stige, fiume dei Morti;
le Erinni erano le tre divinità che impersonificavano la Vendetta , il rimorso per i crimini più violenti, come il tradimento contro i parenti. Erano Aletto, Tisifone e Megera. La loro versione 'positiva' sono le Eumenidi.
Cerbelo è il cane a tre teste custode dell'Ade.

Detto questo, spero di aggiornare a breve e, come sempre, mi fa molto piacere se recensite, anche per criticare*_*

Ringazio
Lady Hime e spero di averla almeno in parte accontentata con le luci rosse u_u
E ringrazio
Avly, lasciati dire che ci capiamo benissimo: non sopporto Yuuki perchè come personaggio proprio non mi piace, non so se si nota<.< E adoro Kaname e Zero, motivo per cui ho deciso di scrivere questa fic. Spero che continuerai a seguire*_*

Jemei

  
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