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Autore: StillAnotherBrokenDream    02/08/2010    3 recensioni
(spoiler 4° e 5° stagione). Lentamente, Castiel e Gabriel stanno rimettendo in ordine il quartier generale, ma Dio affida una particolare missione al nostro amato Cas, di cosa si tratta? Semplice, dare una piccola lezione a vecchie conoscenze...
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anna, Castiel, Gabriel
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione, Quinta stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Castiel's soul'
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I

 

a/n: okay... capitolo particolare, diciamo. Ma che a me ha fatto ridere, specialmente ad un certo punto XD. Spero vi piaccia!


 

 

 

 

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I’ve got the power

 

 

 

 

 

Era bloccato lì da mesi. Circondato da un cerchio di fuoco alimentato dall’olio sacro che quell’idiota di Castiel era andato a prendere in Terra Santa.

Stupido piccolo imbecille.

Sì, Castiel era sempre stato uno dei più ingenui, sprovveduti e noiosi.

Non era permesso a nessuno di loro di pensare con la propria testa, ma dannazione, lui non ci aveva mai provato!

Sempre attaccato alle piume di qualcun altro.

Prima a quelle nere di Gabriel, poi quando il traditore era sparito, si era attaccato a quelle con sfumature rosse di Anna. Non scrollava nemmeno un’ala senza che lei gli dicesse di farlo. E quando quella sgualdrina era caduta, lui era rimasto a guardare il vuoto per giorni, non sapendo a che santo votarsi.

Nel vero senso della parola.

E lui, l’Arcangelo Raphael, era stato intrappolato da quel bamboccio di Castiel?

“Pazzesco” mormorò, seduto a terra  nel cerchio di fuoco.

Tanto prima o poi sarebbe riuscito a scappare e l’avrebbe trovato, quel piccolo traditore bastardo, e l’avrebbe di nuovo disintegrato.

Ma perché nessuno dei suoi andava a cercarlo?

Dov’era Michael? E quel lecchino di Zachariah? Erano così impegnati da non avere un attimo per dargli una mano?

Sbuffò spazientito, facendo tremolare una delle fiamme lì vicino.

Era incredibile, aveva fatto piovere centinaia di volte ma le fiamme non si erano mai spente, come se qualcuno le alimentasse da lontano. Ma era impossibile, quello stronzetto di Castiel non era abbastanza potente per fare una cosa del genere.

Probabilmente era a causa della sua rabbia che non riusciva a far piovere abbastanza.

Sospirò guardandosi intorno, chissà per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì.

 

 

 

()()()()()

 

 

 

“Cas, se ti vedo ridere ancora, mi arrabbio per davvero” disse Gabriel serio, mentre il fratello si mordeva l’interno delle guance per non ridere.

Il motivo di questa incontenibile ilarità da parte del più serio degli angeli?

Beh, Peter, il tramite di Gabriel, andando con una… donnina allegra, si era preso l’herpes.

Sì, proprio .

Gabriel si chiedeva come diavolo avesse fatto visto che quel genere di impiegate pretendeva protezioni e mandavano a farsi fottere quelli che rifiutavano di usarle, ma stava di fatto che si era beccato una bella infezione.

E i sintomi si erano fatti sentire subito! Fortunatamente Gabe aveva impiegato meno di due secondi per guarire il corpo del suo tramite, ma l’imbarazzo era stato tanto, senza contare che Castiel era scoppiato a ridere fino alle lacrime.

“Avanti… sono cose che capitano, non devi farne un dramma” gli disse Cas rincarando la dose.

Gabriel lo fissò accigliato, pensando seriamente di fargli venire qualcosa per punizione. Magari la mononucleosi.

“Basta che non tenti di baciarmi” lo avvertì Cas facendogli capire di avergli letto nel pensiero.

“Questa cosa che tu puoi leggermi nella mente e io no, mi fa un po’ incacchiare, sai?”

Castiel fece spallucce. “Non dipende da me” si difese sincero “se potessi ti darei la stessa capacità.”

L’altro Arcangelo scosse il capo sospirando. “Chissà se prima o poi nostro Padre mi perdonerà….” mormorò sconsolato.

Suo fratello lo guardò accennando un sorriso. “Lui ti ha già perdonato” rispose “è solo che… preferisce fare le cose un po’ per volta. Tu riavrai tutto Gabriel, ma dovrai avere un po’ di pazienza. Probabilmente tornerai ad essere il mio superiore… e dovrò subirmi il doppio dei tuoi scherzi.”

“Il tuo superiore? Scherzi Cas, tu meriti di comandare una guarnigione tutta tua” rispose Gabriel con estrema sincerità.

Sì, lo pensava sul serio. Non lo avrebbe mai detto, ma Castiel era un ottimo comandante e, secondo Gabriel, meritava di essere un capo non un subordinato. Troppi gli avevano dato ordini, spesso a sproposito, ora era venuto il momento di dare ordini.

“Ti ringrazio” disse Castiel “ma a me basta che a darmi ordini siano persone capaci, non esseri come Zachariah, per intenderci.

Gabriel fece una smorfia. “Quel ruffiano? Buon Dio, già lo sopportavo poco prima di fare le valige e andar via, ora lo odio. Dobbiamo riportare anche lui?”

“Sì, purtroppo sì. Ma…” si fermò, indeciso se dirglielo o meno.

“Ma?”

Trasse un grosso respiro. “Il suo destino è già scritto, Gabriel. Quello che gli faremo sarà solo un grosso, sadico dispetto.”

Nel sentire le parole sadico e dispetto, Gabriel drizzò le antenne, irresistibilmente attratto dalla prospettiva di torturare, almeno psicologicamente, il vecchio Zach. Il malefico, subdolo e lecchino Zach.

“Cas… che gli faremo? Dài, dimmelo” gli chiese sperando che il fratellino lo esaudisse.

Ma l’altro scosse il capo. “Non posso… altrimenti ti distrai pensando alla sua punizione. O almeno a quella che lui crederà sia la sua punizione.”

“Invece sarà solo il nostro passatempo?”

“Sì, diciamo di sì” gli confermò Cas.

“Io lo chiuderei in una gabbia con un gorilla. Giusto per vedere che succede…” sparò Gabriel piuttosto serio.

Castiel lo guardò con occhi sgranati, poi assunse un’espressione disgustata. “Che immagine orribile! Gabriel, sei proprio….”

“Perfido?” l’aiutò l’altro, per nulla imbarazzato dalla propria uscita.

“No” scosse il capo Cas “geniale. Credo che aggiungerò la tua idea alla mia… ovviamente eviteremo che l’animale abusi di lui, ma uno spauracchio gli sta proprio bene” fece una pausa e tornò serio “ha umiliato i Winchester, dicendo loro che… in qualche modo aveva una relazione con la loro madre, anche se questa… non era in vita. È orribile, davvero orribile.”

Anche Gabriel divenne serio, il che era strano per un burlone come lui. “Questa mi è nuova. Sapevo che non andava tanto per il sottile, ma inventarsi delle porcherie del genere, è da malati. Sicuro che dobbiamo fermare la furia sessuale del gorilla?”

Castiel parve rifletterci per un attimo, poi annuì. “Sì. Altrimenti umilieremmo il suo tramite e lui, pover’uomo, non c’entra con questa storia. Infatti alla fine lo rimanderemo a casa.”

L’altro annuì, poi sospirò sommessamente e di schiarì la voce. “Sei sicuro di volerlo fare? Voglio dire, posso andare solo io…”

Parlando di Zachariah e del suo incontro col gorilla, avevano per un attimo accantonato la loro missione: recuperare Raphael.

A Castiel non piaceva rivederlo, non perché ne avesse paura in quel momento, ma ricordava la propria morte e non era felice di trovarselo davanti. Ma doveva andarci, non poteva mandare Gabe da solo. Era lui a comandare adesso, e doveva affrontare i suoi problemi.

“Non preoccuparti fratello” gli disse sicuro “sto benissimo. Lui è bloccato, e inoltre nel momento stesso in cui poseremo gli occhi su di lui, i suoi poteri verranno annullati. Sarà solo un ragazzone di colore un po’ arrabbiato. E non fare battute oscene!” lo ammonì.

Gabriel, che aveva alzato una mano per fare, effettivamente, una battutaccia squallida, l’abbassò e lasciò perdere.

“Okay ma… posso andare prima io? Cioè.. posso fare un’entrata ad effetto? Lui non sospetta neanche che io sia di nuovo in ballo e perciò vorrei prenderlo un po’ per i fondelli.”

Cas annuì sorridendo. “Sì certo, fa’ quello che vuoi. Assisterò alla scena da più lontano” rispose.

Gabriel gli diede una pacca sulla spalla. “Grazie fratellino, tu sì che sai come compiacermi!”

“Di nulla” disse l’altro stringendosi nella spalle, poi ricordò una cosa che sicuramente l’avrebbe galvanizzato.

“Ah, Gabe?” lo chiamò prima che si allontanasse troppo.

Si voltò. “Che c’è?”

“Sai che gli ho dato della puttana?”

“A chi?”

“A Raphael” rispose Castiel “mi ha minacciato di farmi di nuovo a pezzi e io gli ho risposto che, magari un giorno ci sarebbe riuscito, ma per il momento era la mia puttanella, per via della prigione che gli avevo creato… dici che è grave?”

Gabriel batté le mani e rise. “Sei proprio mio fratello, sai? Sei me agli esordi! Sì sì, ti adoro! Sei un genio” fece una pausa e guardò di lato, come se riflettesse “Raphael sarà avvelenato, e sarà tutto molto più divertente! Grazie!” e sparì per raggiungere l’Arcangelo Raphael, bloccato in un cerchio di fuoco.

Castiel sorrise scuotendo lievemente la testa, Gabriel era incorreggibile ma era proprio per questo che gli voleva bene.

E inoltre, spesso aveva davvero la sensazione di essere la versione edulcorata di Gabriel. O forse, tantissimi secoli prima, lo aveva osservato e copiato fin troppo e ora stava seguendo le sue orme.

Spiccò il volo, non voleva rischiare di perdersi l’entrata di Gabriel.

 

 

()()()()()

 

 

Improvvisamente, una forza buttò a terra la porta, come ad opera di un ariete.

Raphael si alzò in piedi, sperando fossero i rinforzi, anche se era strano che fossero loro visto che non aveva sentito la loro Grazia.

Invece di angeli salvatori, ad entrare furono… ballerine?

Inarcò un sopracciglio e fissò incredulo lo stuolo di ballerine seminude che entrarono sorridendo e dimenandosi come forsennate.

Erano tutte di colore, vestite con inesistenti costumi sgargianti che lasciavano poco all’immaginazione e con lunghi copricapo piumati sulla testa.

Una musica sudamericana riempiva tutta la casa delle sue note allegre e assordanti, mentre le donne continuavano a ballare sculettando di fronte ad uno sconcertato Arcangelo.

“Ma che diavolo significa?” urlò, inascoltato, visto il trambusto che lo circondava.

Entrarono anche dei suonatori di tamburo, che aumentarono a dismisura il rumore, tanto che iniziò a fargli male la testa.

“Basta idioti!” gridò, ma nessuno pareva prestargli ascolto.

Poi le ragazze si misero in fila ai lati della porta, e ballando tesero le braccia di fronte a loro.

Entrò un uomo sui quarant’anni, indossava una camicia dai colori sgargianti e pantaloni neri piuttosto larghi. Prese una delle ballerine e accennò qualche passo con lei, dimostrando di saperlo fare alla grande.

Diede una leggera pacca sulla natica della ballerina e la rimandò al suo posto. Aprì le braccia come un direttore d’orchestra e la musica cessò.

“Allora, ti piace il carnevale di Rio? Ah, io lo adoro! Un bordello di gente e musica e tante donne da guardare e toccare, se ti va!”

Raphael spalancò gli occhi in modo innaturale, guardò letteralmente scioccato l’uomo di fronte a lui e digrignò i denti.

“Gabriel” sibilò.

L’interessato fece un mezzo inchino, si rialzò e schioccando le dita, fece sparire tutto. Ballerine carioca, suonatori di tamburo, persino la sua camicia fosforescente, tutto quanto si dissolse nel nulla.

Restarono solo i due Arcangeli a fronteggiarsi, ed entrambi avevano un’espressione dura.

“ Allora, Ralph” iniziò Gabriel “che ne dici? Se vuoi possiamo andare a Rio de Janeiro in due secondi. A dire il vero non è periodo di carnevale, questo. Ma come hai potuto vedere, io me lo creo quando e come voglio.”

Raphael taceva, troppo scioccato e disgustato da quello che aveva visto.

“Dunque sei vivo. E non sei cambiato per niente. Anzi, sei peggiorato” disse l’Arcangelo imprigionato in tono dispregiativo.

Gabriel fece spallucce. “Si fa quel che si può. Anche tu sei peggiorato, comunque. Un tempo eri giusto e misericordioso. Che ti è successo?”

L’altro scoppiò in una risata sinistra. “Tu parli a me di giustizia e misericordia? Tu che hai abbandonato il tuo posto per rifugiarti tra gli umani, a quanto pare. Tu non puoi assolutamente farmi la morale. Io agisco sempre nel giusto. Sempre.”

“Oh sì, mettendoti ad uccidere fratellini indifesi eseguendo un ordine che non viene nemmeno da nostro Padre?”

Raphael parve non capire. “Uccidere fratellini? Che diavolo stai blaterando?”

“Si riferisce a me, fratello” intervenne Castiel, apparendo accanto a Gabriel.

Aveva assistito a tutta scena – distraendosi un po’ per guardare le ballerine che, pur essendo virtuali, erano dannatamente verosimili – e ora aveva deciso di intervenire.

L’essere imprigionato dall’olio sacro lo fissò glaciale. “Dovevo immaginarlo. Siete sempre stati della stessa pasta, voi due. Avevate l’indole del disertore” tuonò feroce.

Castiel agitò una mano e Raphael si rese conto di essere inerme. Niente poteri, erano come spenti. Si guardò le mani e poi guardò Castiel.

“Che mi hai fatto?”

“Un assaggio della punizione, Raphael. Veniamo per conto di Dio.”

Raphael spostò lo sguardo da Cas a Gabriel. “Voi siete pazzi. Tutti e due. Dio è morto, lo sapete benissimo. Soprattutto tu Gabriel, ricordi quando lo cercavamo e non lo trovavamo? Ricordi la delusione? E ora vieni con questo cretino alato a dirmi che Dio è lì e vuole punirmi?”

Gli altri due si guardarono, risentiti entrambi per l’epiteto appena dato al buon Castiel.

“Come credi che abbia fatto a toglierti i poteri, se non venissi per conto di Dio?” gli chiese Castiel, avvicinandosi di qualche passo “magia? Vedi qualche bacchetta magica nelle mie mani, per caso? Rassegnati, Raphael. Dio è tornato. E credimi, è un tantino incazzato.”

“Come osi rivolgerti a me in questo modo? Sono un tuo superiore!”

“Eri” lo corresse Gabriel, raggiungendoli “per il momento sei sospeso dal servizio, fratello. E, per la cronaca, il capo ora è Castiel.”

Raphael guardò il presunto capo e rise. “Chi, lui? Sempre a scherzare tu, vero Gabriel. Avanti, spegnete queste fiamme e fatemi uscire” ordinò.

“Gabriel, credo che ce ne andremo e lo lasceremo qui” disse Castiel d’un tratto “è già una punizione abbastanza severa, quella di starsene bloccato qui per l’eternità. Andiamo.”

L’altro annuì, e se davvero l’avessero lasciato lì per lui andava bene. Non era più il Raphael che conosceva e ciò gli faceva male.

“Gabriel, anche tu mi abbandoni?” gli chiese “preferisci questo pupazzo con le piume invece di tuo fratello?”

“Castiel è mio fratello” obiettò Gabe voltandosi di scatto “più di quanto immaginassi. Io ero morto e mi ha resuscitato, ero un fuggiasco e mi ha reintegrato. Non mi giudica, non mi volta le spalle. Mi accetta per quello che sono e si fida di me, nonostante tutto” si fermò e scosse il capo, allargando le braccia.

“Che ti è successo, Ralph? Eh? Ti sei scordato chi eravamo io, tu, Michael e Castiel? Era il nostro scudiero! Nessuno obbediva come lui, nessuno ci amava come lui. Eravamo come… i tre moschettieri e d’Artagnan! E tu l’hai ucciso senza pietà, per cosa poi? Perché invece di assecondare chi voleva scatenare l’apocalisse, ha cercato di fermarla? Come… come si fa a far del male a un ragazzino come lui? E poi… hai perso la tua fede! Tu! Ancora faccio fatica a crederlo, tutto mi sarei aspettato tranne che noi quattro finissimo con il combatterci a vicenda!”

Castiel era sorpreso da tanto slancio, capì che spesso Gabriel nascondeva il suo vero io dietro una specie di bullismo, per evitare di soffrire, evidentemente.

E inoltre… lo stava difendendo a spada tratta. Era sempre stato buono con lui, ma non aveva mai preso le sue parti così.

“Cas, smettila di farmi gli occhi dolci!” gli disse Gabe a disagio “sto solo dicendo quello che penso”

“Non ti sto facendo gli occhi dolci!” si difese stizzito, poi tornò a guardare Raphael, che aveva ascoltato tutta la ramanzina del fratello maggiore con un’espressione marmorea.

“Ora tu verrai con noi” gli disse autoritario “senza obiettare. Che ti piaccia o no, ora sono io quello più in alto.”

Raphael sogghignò. “E’ bello potersi vendicare, vero Castiel? Spiacete ma… quelli erano i miei ordini. Non mi sono divertito a farti a pezzi.”

Castiel scosse il capo. “Non ne sono così sicuro. E oltretutto, anche questi sono i miei ordini. Perché se volessi vendicarmi, dovrei ucciderti. Ma io sono fedele a nostro Padre, e lui mi ha ordinato di trarti in arresto e riportarti al quartier generale. Adesso.”

Detto questo, agitò due dita in aria, e le fiamme si spensero. Com’era prevedibile, Raphael tentò di attaccarli, ma di nuovo Cas mosse una mano in aria, e lo bloccò.

“Forse non mi sono spiegato bene” gli disse ancora, stringendo gli occhi “io ho i poteri, tu no. Ora, non perdiamo altro tempo, fratello. Sii gentile ed evitaci di incatenarti.”

Raphael fu costretto ad arrendersi all’evidenza: era in trappola.

Sospirò ma non replicò, lasciando che i due lo prendessero per le braccia e spiccassero il volo, portandolo con loro.

Era talmente adirato che non si rese nemmeno conto, che Castiel era diventato un Arcangelo.

Ma poco importava, in fin dei conti. La determinazione non gli veniva dalla promozione, ma dal proprio temperamento.

E da due anni di amicizia con Dean Winchester.

 

 

 

 

 

 


Vi piace questa storia? Beh, allora forse potrebbero piacervi anche queste altre due mie creature!

 

 

 

«Lo amava, era tutto quello che sapeva. E riaverlo era tutto ciò che desiderava.»

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«Due uomini completamente diversi, non erano nemmeno della stessa specie. Ma entrambi avevano il suo cuore.»

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