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Autore: Suomi    04/08/2010    2 recensioni
I dannati bastardi sono quelli che seminano solo terrore e violenza attorno a loro, che non si lasciano andare a stupidi sentimentalismi e che antepongono loro stessi davanti a tutto e tutti. Essere dei dannati bastardi era infinitamente facile, Damon lo sapeva, lo aveva provato sulla sua pelle per 145 anni, ma dal suo ritorno a Mistyc Falls, esserlo sembrava davvero difficile.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A kiss...

“Hai baciato Elena?!”
Non era una domanda, era un’accusa. Poteva sentire nella sua voce rabbia e anche un pizzico di delusione, come a sottolineare che quel briciolo di fiducia, che ancora riponeva in lui, era stata irrimediabilmente tradita.
Damon continuò a dare le spalle al fratello, che era appena entrato nel salone, mentre si versava del whisky in un bicchiere.
Così sapeva cosa era accaduto o meglio Katherine aveva fatto in modo lui lo sapesse. Se l’intento della vampira era solo mettere i fratelli Salvatore l’uno contro l’altro non avrebbe faticato granché, anzi forse non avrebbe neanche dovuto scomodarsi per raggiungere Mistyc Falls. Ma Damon, che di solito tanto adorava prendersi gioco del fratello, non aveva voglia di affrontarlo, non riguardo quello che era accaduto quella sera e non in quel momento. Stefan d’altro canto non aveva voglia di lasciar correre la cosa e in un battito di ciglia gli fu di fronte, il viso una maschera d’ira, era furioso come poche volte lo era stato.
Damon sbuffò, roteando gli occhi annoiato “No” si decise a rispondere infine e in fondo non stava mentendo “Ho baciato Katherine.”
Stefan ringhiò “Ma volevi baciare Elena?!” anche questa non era una domanda, tanto che prima di attendere una possibile risposta, Stefan attaccò il fratello, sbattendolo contro una parete e stringendogli le mani al collo. Damon in realtà avrebbe potuto evitare l’aggressione dell’altro vampiro con facilità, il sangue animale d’altronde non svolgeva appieno il suo lavoro e, ai suoi occhi, i movimenti di Stefan era alquanto lenti. Uno scontro fra loro, allo stato attuale, sarebbe stato scontato e anche abbastanza noioso.
“Ti ho già detto che la storia non si ripeterà, Damon!” continuò imperterrito Stefan “Né ora, né mai!”
“Non toccarmi” sibilò Damon scrutandolo con i suoi occhi di ghiaccio, mentre un sorriso poco amichevole si dipingeva sulle sua labbra. Ma Stefan non sembrava voler mollare la presa, anzi strinse con maggior forza le mani intorno al collo del fratello, questo per tutta risposta con un rapido gesto delle braccia, si liberò dalla sua presa e lo scaraventò contro la parete di fronte.
“Ti avevo avvertito” aggiunse con tono canzonatorio, mentre Stefan si alzava a fatica, trattenendo un espressione di dolore, non voleva dargli quella soddisfazione.
“Sei un illuso se pensi che lei possa stare con te” ringhiò ancora il vampiro dagli occhi verdi “Sei solo un dannato bastardo!”
In fondo non aveva tutti i torti, pensò Damon, non si era mai considerato più di quello e perché avrebbe dovuto? I dannati bastardi sono quelli che seminano solo terrore e violenza attorno a loro, che non si lasciano andare a stupidi sentimentalismi e che antepongono loro stessi davanti a tutto e tutti. Essere dei dannati bastardi era infinitamente facile, Damon lo sapeva, lo aveva provato sulla sua pelle per 145 anni, ma dal suo ritorno a Mistyc Falls esserlo sembrava davvero difficile. Non si sarebbe mai aspettato, infatti, che vedere gli occhi castani di Elena colmi di disapprovazione verso di lui, gli avrebbe provocato un moto di insoddisfazione; gli sembrava così assurdamente complicato non metterla davanti a tutto il resto; gli era venuto d’istinto cercare di proteggere Mistyc Falls e i suoi cittadini che non avrebbero esitato un minuto a metterlo a rogo se avessero conosciuto la sua vera natura; così come avrebbe voluto aiutare la ragazzina saccente che era Anna e non si era risparmiato un discorsetto consolatorio a un moccioso depresso. Tutti questi comportamenti e sentimenti gli sembravano anni luce lontani dal dannato bastardo che era sempre stato.
“Non tollero che si usino questi termini in casa” rispose sarcastico Damon “Non ti insegnano l’educazione a scuola? Mi chiedo cosa ti ci mando a fare.”
“Piantala!” urlò ancora furioso Stefan “Non sto affatto scherzando. Se provi ad avvicinarti a Elena, giuro che ti pianterò un paletto nel cuore con le mie mani!”
Damon rise leggermente “Oh certo. Dimentichi solo che non ne hai le capacità. Ricordi quel discorsetto che ti ho fatto sul sangue umano e il sangue di scoiattolo…”
“Non sfidarmi” sibilò lentamente l’altro vampiro, con fare minaccioso.
Damon dovette ammettere che la situazione che si era creata non era poi così sgradevole, era un piacevole diversivo ai suoi problemi. Quando aveva scoperto di aver baciato Katherine si era sentito umiliato, ulteriormente offeso dalla vampira a cui aveva dedicato la sua intera esistenza. Non solo non le era mai importato nulla di lui, si era anche permessa di prenderlo in giro spacciandosi per Elena, di ricambiare il suo bacio, illudendolo che la ragazza provasse davvero qualcosa per lui che andava oltre l’affetto tra amici. Dopo di ché stronza e incurante dei suoi sentimenti come era sempre stata, glielo aveva sbattuto anche in faccia. Gli aveva detto chiaro e tondo che nessuno avrebbe mai preferito lui al fratello buono, all’eroe Stefan e che anche lei, Katherine, l’amore della sua vita, aveva sempre avuto una particolare predilezione per l’altro dei fratelli Salvatore, mentre lui, Damon, era solo il diversivo per non abbandonarsi alla noia. Quelle parole erano state una pugnalata in pieno petto, ancora più dolorosa di quando Anna gli aveva confessato la verità sul perché Katherine non fosse nella cripta e del perché non lo avesse mai cercato.
Avrebbe preferito sbattere in faccia a Stefan che la sua adorata Elena si era sciolta in un bacio passionale con lui, ma l’ira del fratello gli davano comunque una sottile sensazione di piacere, d’altronde aveva giurato che la sua intera esistenza sarebbe servita per tormentarlo.
“Sono anni che mi perseguiti!” ruggì Stefan “Ne vale davvero la pena?!”
“Per poter avere Elena, ne vale sicuramente la pena” pensò Damon, mentre la sua bocca pronunciava un semplice “Sì” accompagnato da un’alzata di spalle.
  
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