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Autore: _kid    06/08/2010    2 recensioni
Così con passo lento e traballante si diresse verso la suddetta stanza, aprì la finestra e iniziò a stendere tutto, cercando sempre, ancora addormentato, di mantenere l’equilibrio e non finire di sotto.
BUM!
Una folata di vento aveva fatto sbattere la porta. Beh, poco male: oltre lo spavento non era successo nulla.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una tranquilla mattina d’estate, e come tutti gli adolescenti in vacanza dalle fatiche della scuola l’idea di Quinn era quella di restare a letto a non fare un beneamato nulla –se non dormire, forse –almeno fino a mezzogiorno. Fatto sta che i suoi bei progetti della giornata furono ben presto sventati da una telefonata della sua dolce madre che, in breve, gli disse di muovere il culo, alzarsi dal letto e stendere la lavatrice.
Di malavoglia si alzò dal letto e accese lo stereo, sperando che un po’ di buona musica gli desse la forza che era assolutamente sicuro di non avere.
Con un sospiro iniziò a scaricare i panni dal cestello della lavatrice in una bacinella.
Ora, Quinn viveva in un appartamento al quarto piano, e il filo del bucato era fuori dalla finestra nella camera della sua sorella più piccola –avevano circa nove anni e qualcosa di differenza.
Così con passo lento e traballante si diresse verso la suddetta stanza, aprì la finestra e iniziò a stendere tutto, cercando sempre, ancora addormentato, di mantenere l’equilibrio e non finire di sotto.
BUM!
Una folata di vento aveva fatto sbattere la porta. Beh, poco male: oltre lo spavento non era successo nulla.
Finì di stendere anche l’ultimo panno e vittorioso fece per tornare in camera: poteva tornare a letto..!
Ma qualcosa andò storto. Quando stava per posare la mano sulla maniglia si accorse che questa non c’era.
Iniziò a cercarla per la stanza ma zero. Nulla. Nada.
Passò la mezz’ora successiva a cercare un modo per aprire quella fottuta porta, ma anche in quell’occasione non ottenne risultati.
Si rassegnò quindi all’idea di dover restare chiuso lì per lunghissime ore, e guardò l’orologio da polso per rendersi conto di quanto mancava al momento in cui qualcuno sarebbe tornato a casa e.. fanculo! Si era fermato alle cinque del mattino! Maledetto orologio!
Beh, almeno sua sorella ne aveva uno appeso alla parete.. Rosa con i coniglietti, okay, ma era pur sempre un orologio.
Si sedette sul pavimento della camera con lo sguardo fisso alle lancette per almeno un –interminabile, infinita, immensa, lunghissima- ora.
Bene, mancavano solamente altre tre ore e mezzo!
Cerco di tirarsi così su il morale, ma si ritrovò ad averlo ancora più sotto le scarpe –che, per la cronaca, ancora non aveva neanche indossato. Forse era arrivato anche al piano terra, il suo morale. Si guardò intorno alla disperata ricerca di qualcosa da fare: vide sulla scrivania una scatola di pennarelli.
Anche se come artista aveva sempre fatto abbastanza schifo cercò un foglio bianco, per poter disegnare qualcosa –pregando che così il tempo passasse più in fretta. Un foglio lo trovò, e iniziò anche a tracciarci strane linee sopra con risultati alquanto discutibili.. Ne venne fuori un dinosauro, se lo si guardava con molta fantasia ovviamente: abbiamo già detto che come artista faceva davvero pietà? Beh, mi pare il caso di ripeterlo qui.
Lasciò stare l’idea di fare un disegno di senso compiuto e iniziò a disegnare figure geometriche.
Quando fu passato un po’ di tempo alzò speranzoso lo sguardo all’orologio, ma con suo sommo dispiacere scoprì che era passato sì e no un quarto d’ora.
Fanculo.
Fu il suo unico pensiero.
Buttò in un angolo carta e colori e, nel pieno della sua disperazione. Fu allora che notò un cesto. Il cesto preferito di sua sorella.
Il cesto delle Barbie.
Si avvicinò titubante, guardandosi intorno sospettoso, quasi con il terrore che qualcuno potesse vederlo.
Tirò fuori dalla cesta la casa, un Ken e un paio di quelle bionde tinte –ecco! Aveva trovato il colore di cui farsi i capelli!
Iniziò a giocare, e tirò fuori anche una storia bella intrecciata!
Passo così un oretta circa poi, di nuovo in preda alla disperazione, fece morire Ken in una sparatoria stile 007, la Barbie -moglie- si buttò da tetto della loro casa quando scoprì che lui aveva una Barbie-amante -che, tra l’altro, rimase l’unica sopravvissuta di questa vicenda famigliare.
Dopodiché gettò di nuovo tutto nel cesto alla rinfusa e si buttò sul pavimento con lo sguardo rivolto al soffitto.
Quanto cazzo mancava ancora?
Si trovò a guardare di nuovo quel maledettissimo orologio con i coniglietti –sarebbe uscito di lì con un odio viscerale per quei maledetti esseri.
Ancora due ore. Dure fottute ore.
E gli stava anche venendo fame. Non aveva neanche pranzato. Maledetti panni da stendere!
Per un attimo ebbe anche l’insana idea di infilarsi una mano nei boxer, dopotutto era un modo come un altro per passare il tempo, No?
Eppure il pensiero si essere circondato da cose rosa, esseri inclassificabili –anche chiamati peluche- e trousse glitterate trovate nei giornaletti lo fece demordere.
Rimase così fermo ancora per un po’, finche non si alzò con ritrovata energia e tentò di nuovo di aprire la porta. I suoi sforzi furono di nuovo spenti dopo poco. Era impossibile riuscire ad aprire quella maledetta porta.
Ricapitolando: era bloccato, con zero possibilità di comunicare con l’esterno, aveva fame, era circondato di roba da femmina e senza sigarette: stava sfiorando l’esaurimento nervoso.
Di nuovo si buttò per terra, aspettando pazientemente che i suoi tornassero.
Arrivò la fatidica ora: quella del rientro di sua madre. Ma di lei nessuna traccia.
Passarono altri dieci minuti.. un altro quarto d’ora.. mezz’ora.. tre quarti d’ora.. fu allora che sentì delle voci dall’altro lato della porta.
Iniziò a battere furiosamente contro lo strato di legno che lo separava dal mondo, quando finalmente riaprirono.
La prima cosa che fece, dopo aver dato le dovute spiegazioni ovviamente, fu lanciarsi verso il frigo e mangiare ogni cosa commestibile che gli capitò a tiro.
La seconda chiudersi in camera e fumarsi una sigaretta in santa pace.
In giro per casa sentiva le urla di sua sorella: le sue barbie erano tutte in disordine.

~*~
Desclaimer: come al solito il personaggio non mi appartiene. e con questo scritto non intendo dare rappresentazione veritiera della realtà dei fatti. (Spero per lui non gli sia mai successa una cosa simile xD)
Il titolo fa abbastanza schifo, ma non trovavo di meglio. In caso si cambia dopo! ù.ù
  
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