Capitolo
22: una vita felice.
Kuroi e la
moglie sembravano davvero dispiaciuti per quanto commesso.
Avevano
capito la stupidaggine che avevano fatto,
ma non si rendevano conto di starne per compiere un’altra.
Togliersi
la vita, non era un buon modo per risolvere la situazione.
È vero,
avrebbero avuto una vita difficile ora, dopo il casino commesso, ma al mondo
non bisogna mai farsi prendere dalla disperazione. Bisogna avere speranza, fino
all’ultimo secondo di vita e mai farsi sopraffare dagli avvenimenti, altrimenti
si rischierebbe semplicemente di essere degli uomini in balia di un mondo, che
fa vivere solo i più forti.
Questo Naruto sembrava averlo capito ed ad ogni difficoltà che gli
si presentava davanti, dava il meglio di se stesso per affrontarla.
Era questa
la lezione che cercava di insegnare alla coppia.
Ogni
ninja si era allontanando dopo essere stato messo all’erta da Sasuke.
Questa sarebbe
stata l’ultima esplosione, ma non la meno devastante.
Per la
coppia non ci sarebbe stato niente da fare, ma si cercava di mettere in salvo,
almeno il maggior numero di persone possibili.
Naruto era
rimasto immobile a qualche metro di distanza dai due e li fissava con sguardo
severo e determinato.
Kuroi era
pronto invece ad accendere una delle numerose carte bombe che aveva addosso.
Urlò
per l’ultima volta a Naruto di allontanarsi, ma il
mio ragazzo non sembrava voler ascoltare.
Nemmeno
i miei richiami lo mossero di un solo millimetro.
Senza pensarci
corsi verso di lui, per trascinarlo via con me, ma Kakashi
si mise tra me e Naruto e sbarrandomi la strada mi
impedì di proseguire.
“Kakashi-sensei, mi lasci passare. Io devo…non
vede che…” non riuscivo nemmeno a parlare talmente
era l’ansia. Mi inginocchiai a terra e stringendo l’erba con le mani cominciai
a piangere.
Kakashi
guardava la scena da distanza di sicurezza e con calma mi disse “Credo che Naruto abbia un piano in mente, non rischierebbe
altrimenti. Fino ad ora ha fatto un lavoro impeccabile.”
“è
troppo pericoloso. non sopravvivrà mai all’esplosione!” dissi con voce
tremante.
Kakashi
continuò a mantenere la calma “Sakura, hai fiducia in Naruto?”
mi domandò.
Sgranai
gli occhi “C-certo che ce l’ho, ma…”
“Allora
lascialo fare!” mi disse infine Tsunade sorridendomi.
Anch’essa era tesa, ma qualcosa nel suo sguardo mi diceva che tutto sarebbe
andato bene.
Rivolsi
il mio sguardo a Naruto. I suoi occhi erano
determinati e leggevo in loro una certa sicurezza. Naruto
sapeva come affrontare la cosa e mi ritrovai a sperare, oltre che per la vita
del mio ragazzo, anche per l’incolumità di Kuroi e la
moglie, che mi stavano facendo pensare.
Vidi Naruto comporre dei sigilli e poggiare la mano a terra.
Riconobbi subito la tecnica che stava per utilizzare.
“Arte
del vento, vortice imprigionante!”urlò.
Era la
stessa tecnica incompiuta che aveva usato contro Kakashi
per afferrargli i campanelli, ma non capivo come essa sarebbe potuta tornare
utile.
Solo poco
dopo capii.
Il vento,
che aveva imprigionato i due senza dar
loro la possibilità di sfuggire, non avrebbe permesso a Kuroi
di accendere il fuoco per accendere nemmeno una delle bombe. Inoltre esso era
stato in grado di aprire la giacca che l’uomo aveva riempito di carte bombe e
di far volare via queste ultime, verso l’alto del vortice, dove accadeva
qualcosa di insolito.
Oltre al
vento che roteava, in alto si potevano vedere dei bagliori azzurri
sottilissimi. Erano come lame.
Non so
come avesse fatto, ma in quel momento, forse per il desiderio di salvare i due,
Naruto era riuscito a completare la tecnica.
Le carte
bombe ad una ad una, venivano lanciate in alto e appena entravano in contatto
con le lame del vento saltavano in aria.
Saltando
una alla volta non provocavano grandi esplosioni, oltre al fatto che la colonna
di vento riusciva anche a contenerle.
Ci vollero
diversi minuti, quando Neji, controllando con il byakugan, urlò a Naruto che le
carte bombe erano finite e che non c’era più il rischio che i due facessero un passo
falso.
Naruto si
inginocchiò a terra, sciogliendo la tecnica, a causa del parecchio chakra che aveva utilizzato.
Corsi
da lui e lo abbracciai per la felicità di vederlo sano e salvo.
“Ahi,
Sakura, fai piano. Il braccio mi fa male!”
Mi scusai.
Mi ero dimenticato che il suo braccio era stato ustionato da una precedente
esplosione. Glielo curai all’istante e rimasi sorpresa nel vedere in che
condizioni era. Non so come era riuscito a muoverlo per salvare i due.
La forza
di volontà può fare davvero grandi cose.
Tsunade si
avvicinò a Kuroi e alla sua donna con le mani sui
fianchi e li guardò severamente.
L’uomo,
abbassando la testa, alzò le mani e disse “Avanti, imprigionateci e fatela
finita!”
Io e Naruto guardammo lo svolgere degli eventi.
Un ambu si avvicinò loro con due paia di catene, ma l’hokage gli fece cenno con la mano destra di fermarsi.
“Non vi
imprigionerò semplicemente. Vi darò una punizione maggiore, ma che forse a voi
non dispiacerà più di tanto!” disse l’hokage
facendoci sussultare.
“condanno
voi e i vostri figli all’esilio. Non potrete più mettere piede all’interno del
paese del fuoco. Se verrete scoperti a farlo o anche i vostri figli, la pena
sarà la morte. Questa è la punizione e non saremo clementi nemmeno con dei
bambini. Quindi se deciderete di mettere su famiglia, vedete di mettere bene in
chiaro le cose ai vostri figli.”
Kuroi e la
donna sgranarono gli occhi. Punizione o meno, loro la vedevano solo come una
nuova occasione di costruirsi una vita felice.
I due
vennero scortati da una squadra speciale
e scortati fino ai confini del paese del fuoco.
“Tsunade, ma davvero se i figli dovessero mettere piede nel
paese del fuoco, pagherebbero per una colpa non commessa? E come se quanto
accaduto non fosse servito a niente. Alla fine qualcuno ci rimette nonostante
sia innocente!” disse Naruto avvicinandosi
preoccupato la donna.
“se
prendevo la decisione dell’esilio, davanti agli anziani, mi avrebbero gridato
contro. Loro avrebbero anche potuto condannarli a morte o metterli nelle
segrete più oscure della prigione. Quello che hanno compiuto è molto grave,
anche se è stato creato dalle ingiustizie che hanno subito! L’esilio è una
punizione pesante, ma a loro non credo dispiacerà e poi se per caso vedessi
qualche membro della loro famiglia aggirarsi per il paese del fuoco…diciamo che mi girerò dall’altra parte!” disse Tsunade fare l’occhiolino.
“Tutta
via, la pena non sarà cancellata quando non sarò più l’hokage
e non garantisco che il mio successore faccia lo stesso!”
“Oh
anch’io farò finta di niente!” disse Naruto
sorridendo.
Gli
diedi una gomitata “E chi ti dice che sarai tu il prossimo hokage?”
gli chiesi divertita.
“Perché
è il mio sogno e farò di tutto pur di realizzarlo, no?”
Scossi
la testa. Era troppo ottimista, ma anch’io ero convita che ci sarebbe riuscito.
Il
consiglio degli anziani, dopo che Naruto aveva
salvato il villaggio, aveva messo fine ai suoi giorni di prova.
Ora
poteva stare tranquillo, non sarebbe più finito in prigione…bhè
se non avesse perso la testa e compiuto qualche sciocchezza.
La
prigione danneggiata dalle numerose esplosioni, era stata ricostruita e tutti i
prigionieri rimessi in cella.
Passarono
diversi anni.
Il mio
rapporto con Naruto andava alla grande.
Nonostante
imparasse sempre di più di questa vita, rimaneva il solito scemotto…o
a volte lo faceva, solo perché sapeva che mi piaceva.
Tsunade decise
all’improvviso di essersi stufata di stare dietro a una scrivania e aveva
deciso di ritirarsi.
Aveva
dato la notizia a Naruto davanti a una ciotola di ramen preparata dalla sottoscritta e per poco non si
strozzò, quando la donna gli riferì che avrebbe scelto lui come prossimo hokage.
Due mesi
dopo la sua candidatura, Naruto mi invitò fuori a
cena.
Il
locale era stranamente vuoto, il che mi sembrò alquanto strano. Mi sedetti al
tavolo, dopo che Naruto mi aveva spostato la sedia
per farmi accomodare e notai che, sul mio piatto, c’era un tovagliolo a forma di cigno.
Quando arrivò
la prima porzione, per istinto presi il tovagliolo e lo disfai, facendo cadere
una cosa che era al suo interno.
Sulle mie
gambe cadde un piccolo cofanetto verde e sorpresa alzai lo sguardo verso Naruto che sorrideva imbarazzato.
Si alzò
e prendendo il cofanetto e inginocchiandosi, lo aprì.
All’interno
c’era un bellissimo anello, che ancora adesso sta pagando.
“Sakura,
mi faresti il piacere di diventare mia moglie?”
Le
parole mi morirono in gola e gli occhi si riempirono di lacrime.
Lo
guardai per qualche istante, per poi saltargli al collo facendolo cadere a
terra.
“Si,
certo che lo voglio!”
In quel
momento sentii numerose bottiglie che si stappavano e vidi i nostri amici
sbucare fuori e congratularsi con noi.
Il matrimonio
non fu fatto in grande. Vennero invitati pochi amici intimi, che poi si sono
dimostrati più di quanti pensassimo, un rinfresco semplice, senza grosse
abbuffate. Il mio buchè era bellissimo, aveva
provveduto Ino a farmelo e proprio lei fu quella che
lo prese quando lo lanciai. Di fatto fu la mia amica a sposarsi con Sai poco
dopo.
Insomma
la nostra vita procedeva a gonfie vele e per Naruto
era proprio un passo da gigante vedendo come era iniziata la sua vita.
Qual è il
bello?
Che ancora
adesso, ogni giorno si dimostra sempre più speciale dell’altro grazie al mio
amore e ai figli che mi ha donato.
Fine
*****
Siamo giunti alla fine di questa fanfic, dopo tanto tempo.
Dite la verità non ci speravate più.
Bhe oggi non avevo niente da fare e mi sono imposta di completarla.
Spero che vi sia piaciuta.
Ringrazio tutti per avermi seguita, siete fantastici.
A presto
Neko =^_^=