Film > La sposa cadavere
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Autore: Elelovett    08/08/2010    5 recensioni
Bonejangles fece roteare l’occhio nell’altra orbita esclamando:
- Ottima idea! Questa sarà la Giornata del Racconto! Ognuno di noi racconterà la sua esperienza, come e perché è arrivato qui! Che ne dite?-
Ci fu un coro generale di "fantastico", e vedendoli tutti ansiosi di raccontare mi incuriosii e non mi sentii più in imbarazzo per essere il nuovo arrivato. Qualcosa mi diceva che le storie che mi apprestavo ad ascoltare sarebbero state molto interessanti. E chissà, forse alla fine avrei trovato il coraggio di raccontare la mia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nell’istante stesso in cui il mio rivale sparò capii che ero perduto. Avevo premuto il grilletto un istante dopo di lui. Sentii la pallottola fendere l’aria, poi il dolore acutissimo in mezzo al petto. Mentre mi accasciavo a terra la vista si appannava e la gola si seccava…Perché avevo lasciato cadere l’arma? Perché non mi rialzavo? Riuscii solo a vedere le cime degli alberi intorno a me ruotare vorticosamente, sotto di me il prato ancora umido.

Chiusi gli occhi ed esalai l’ultimo respiro. Quando li riaprii mi stupii di poterlo ancora fare, ma avevo capito che qualcosa non quadrava: non mi trovavo più nel bosco ma in una locanda affollata! Ero steso sul pavimento e tutti mi stavano additando, ma ancora non riuscivo a sentire quello che dicevano. Quando misi bene a fuoco e percepii i suoni una donna robusta mi prese sotto le ascelle e prima che potessi ribattere mi mise in piedi. Fu allora che notai che tutti i presenti erano morti: alcuni erano scheletri, altri invece avevano ancora la pelle, ma di un colore bluastro e in putrefazione. Non mi ci volle molto per capire che anche io ero come loro, e per lo shock emisi un grido. Portandomi le mani al viso vidi che erano pallide e bluastre e soprattutto freddissime. Tastandomi il polso non riuscivo a sentire nessun battito e con mio sommo stupore stavo perdendo sangue dalla ferita, e non poco. Sapevo che non dovevo lasciarmi prendere dal terrore, così ricorsi a tutto il mio senso pratico e alla mia razionalità e chiesi di potermi sedere. Intorno a me c’era un gran trambusto, qualcuno aveva suonato una campana e gridava "nuovo arrivo", altri ridevano, quasi tutti mi chiedevano qualcosa. Mi sedetti su uno sgabello e cercai di respirare profondamente, poi mi ricordai che ero morto. Ancora non riuscivo a crederci, ma una parte di me l’aveva accettato. Finalmente prestai attenzione alla donna che mi aveva aiutato ad alzarmi:

- Caro, ti senti bene? Si è sempre un po’ scombussolati all’inizio, ma poi ci si fa l’abitudine…

- Grazie, credo di stare bene. Però sanguino.- risposi toccandomi la ferita.

Uno dei cadaveri, doveva essere stato un medico, mi bendò la ferita dicendo:

- Temo che dovrete aspettare di dissanguarvi. Cosa pretendete, di restare morto e tenervi tutto il sangue in corpo?

- Certo che no!- esclamai, poi mi resi conto dell’assurdità di quella conversazione.

Feci per alzarmi ma la donna mi impose di stare seduto, dicendo:

- Caro, è meglio se aspetti seduto qui. Non preoccuparti se sporchi un po’ in giro, ripuliremo in un batter d’occhio.

Così eccomi lì, seduto su uno sgabello col ventre fasciato, grondante di sangue e in attesa di perderne fino all’ultima goccia. Squadrai i tipi intorno a me, e fu in quel momento che notai sul bancone al quale ero appoggiato una testa parlante. Accanto a lei c’era un boccale di non so quale bevanda, ma la bevvi in un sorso. Stranamente buona.

- Brutta ferita- commentò la testa con un buffo accento francese- duello?

Risposi sorridendo:

- Sì.

Ma ero davvero lì? Era così la morte, un pub affollato? Stranamente la mia vita di prima, i miei problemi, il duello, niente aveva importanza…Star lì seduto era quasi normale. La donna mi chiese:

- Come ti chiami?

- Maxwell. Maxwell Van Ferrett.- risposi.

- Io sono la signora Plum, cuoca del The Ball & Socket.- disse a sua volta la donna stringendomi la mano.

Appresi così che la testa francese era il capocameriere Paul e che mi trovavo nell’Aldilà, un regno dove vagavano morti che in vita non si erano realizzati o avevano un conto in sospeso, e che quindi non potevano raggiungere il paradiso. Precisamente mi trovavo nel pub di quello strano Regno dei Morti, il cui padrone era uno scheletro con un occhio solo, Bonejangles. Si presentarono quasi tutti, clienti abituali della locanda a quanto pare: una ragazza vestita da sposa, Emily, due soldati, Bonesapart e Cannonball, una donna dal buffo cappello, Ethel, e un signore alto e distinto, Alfred.

- Allora- mi chiese Bonejangles- non ti sembra strano trovarti qui, ragazzo?

- Sì, in effetti stento ancora a crederci. Io, morto…Il duello mi sembra così lontano! E adesso dovrò restare qui…

- Finché non ti sentirai realizzato.- precisò Emily.

Mi guardò con dolcezza e notai quanto fosse straordinariamente bella nonostante il suo braccio scheletrico e la sua pelle bluastra. Tutti i curiosi si erano allontanati ed erano rimasti intorno a me solo quelli che si erano presentati. Alfred chiese:

- Giovanotto, perché non ci racconti la tua storia?

Lo guardai con occhi sgranati:

- La mia storia? Cioè come sono arrivato qui?

L’uomo fece cenno di sì con la testa e diede un paio di boccate alla sua pipa. Non sapevo se ero pronto a raccontare tutto a quei perfetti estranei, e poi mi faceva male pensare al fatto che ero morto e avevo abbandonato tutto ciò che mi apparteneva. Interpretarono giustamente il mio silenzio, tant’è che la signora Plum esclamò:

- Ma è appena arrivato poverino, chissà come è sconvolto…Forse vorrà sapere piuttosto qualcosa in più su di noi!

Bonejangles fece roteare l’occhio nell’altra orbita esclamando:

- Ottima idea! Questa sarà la Giornata del Racconto! Ognuno di noi racconterà la sua esperienza, come e perché è arrivato qui! Che ne dite?

Ci fu un coro generale di fantastico, e vedendoli tutti ansiosi di raccontare mi incuriosii e non mi sentii più in imbarazzo per essere il nuovo arrivato. Qualcosa mi diceva che le storie che mi apprestavo ad ascoltare sarebbero state molto interessanti. E chissà, forse alla fine avrei trovato il coraggio di raccontare la mia.

Ognuno prese una sedia e si sistemarono intorno a me, mentre Paul si limitò ad avvicinarsi sul bancone. Chi sarebbe stato il primo?

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E' solo un piccolo spunto che mi è venuto oggi pomeriggio...Spero che l'idea vi piaccia, e se siete curiosi di conoscere le storie di tutti i personaggi continuate a leggere! Aspetto vostri commenti per pubblicare i capitoli successivi! ^_^

  
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