IMPORTANTE: I personaggi di queste
storie non mi appartengono, ma appartengono alla BBC e chi per essi. Da queste
storie non ci ricavo niente.
Ringrazio Egle, nuovamente, per aver letto in
anteprima e depurato la storia delle ripetizioni. Grazie honey.
Inoltre. Oggi non dovrei affatto essere
qui e men che meno con questa storia.
Ma… *Rullo di tamburi* GiulyB ha scoperto che
proprio oggi è il compleanno di lynch.
Perciò fatele tanti auguri!!!
Carissima, questa storia è tutta tua.
Spero solo possa piacerti un pochinino!! ♥
Questa storia è stata scritta per il Set 4 della 10disneyfic (La Bella e
la Bestia) con il prompt “Hai qualcosa che non ho mai visto prima in te”
Royal Kindness.
Non sapeva da quanto tempo avesse perso
i sensi, ma un brusio continuo, come una nenia, lo riportò alla realtà.
Sentiva la testa dolergli
inesorabilmente e le sue palpebre troppo pesanti per riuscire ad aprirle.
Si concesse qualche secondo di tempo,
per capire cosa stesse succedendo, per cercare di rilassare quel corpo che
mandava fitte di dolore, per abbandonare la testa contro quel cuscino così morbido.
In quegli attimi, capì che quella tenera
cantilena, non era altro che la voce di Arthur, che stava parlando vicino a
lui.
Che stava parlando con lui.
Decise di restare ad occhi chiusi, per
ascoltare quelle parole profonde e ferme.
Aveva sempre adorato la voce del
principe.
Sin dal loro primo incontro, l’aveva
trovata autoritaria e regale, anche se, quella volta in particolare, l’aveva
trovata anche arrogante e prepotente.
Ma poi le cose erano cambiate ed il
corso degli eventi lo aveva portato a dover ascoltare quella voce – e gli
ordini da essa impartiti – giorno dopo giorno.
E Merlin aveva imparato a riconoscere i
più disparati stati d’umore del suo principe dal tono che utilizzava per
chiedergli le cose.
Nello specifico quando apostrofava il
suo nome, sapeva che aveva fatto qualcosa che sicuramente non gli era andato
bene.
Quel Merlin,
così dannatamente pungente.
Adorava sentirsi chiamare da Arthur in
quel modo.
Adorava la cadenza con cui solitamente
lo pronunciava, come se fosse un nome importante, in qualsiasi situazione.
Era piacevole.
Molto più di quando lo chiamava idiota…
Ma alla fine aveva imparato ad
apprezzare anche quell’appellativo.
In fondo sapeva – o almeno sperava – di essere l’unico vero idiota
del principe.
E questo lo faceva sempre stare meglio,
almeno un po’.
Il suono di un sospiro lo riportò nella
stanza, su quel morbido letto su cui si trovava.
Quel materasso, troppo morbido per poter
essere il suo.
Percepiva la figura dell’erede al trono
vicina alla sua.
“Hai qualcosa che non ho mai visto prima
in te.”
Non aveva idea di che cosa gli avesse
detto fino a quel momento, ma quella frase lo colpì particolarmente.
Che cosa aveva visto in lui?
Merlin sapeva che se avesse aperto gli
occhi in quel momento, Arthur avrebbe capito che in realtà lui non stava
dormendo affatto.
E adesso era troppo curioso di capire
che cosa stesse cercando di dirgli.
Sentiva la testa pulsare martellante,
quasi fino a scoppiare.
Ma non poteva desistere adesso.
Avrebbe dovuto cercare di ricordare, di
comprendere che cosa fosse successo, del perché fosse stato adagiato su quel
letto che chiaramente non era il suo.
Percepì le mani forti e possenti del
biondo stringere le sue, in una stretta ferrea, ma al tempo stesso delicata.
Sentiva che l’altro non avrebbe voluto
fargli del male, ma solamente carezzarlo, fargli sentire la sua presenza.
“Qualcosa che…”
Quella frase morì nell’aria.
Ed improvvisamente ricordò.
Non aveva usato la magia.
Non aveva fatto niente fuori dal normale
o dannatamente proibito dalle leggi di Camelot e dal suo Re.
Aveva solamente evitato per l’ennesima
volta che quell’asino venisse ucciso da una delle flotte di cavalieri nemiche
di Uther e del suo regno.
L’aveva spinto a terra, trascinandolo
con sé, ed aveva picchiato forte la testa su qualcosa di estremamente duro, probabilmente
su un sasso.
Non era riuscito a frenare l’impatto.
“Ai
miei occhi sei sempre stato il solito idiota… Eppure
non hai esitato a salvarmi la vita e a mettere a repentaglio la tua, di nuovo.”
Il principe aveva ripreso a parlare
indisturbato con lui, ignaro di essere ascoltato dal suo valletto.
“Non mi sono sfuggite tutte quelle volte
che mi hai salvato la vita… Anche se, hai sempre
avuto molta fortuna…”
Riusciva ad essere orgoglioso anche in
un momento come quello.
Arthur sarebbe rimasto per sempre un
asino, non c’erano dubbi.
Merlin lo sentì emettere uno strano
sbuffo.
“Ma oggi nel tuo sguardo ho letto… preoccupazione.
Eri preoccupato per me, forse? Per ciò che si sarebbe potuto verificare se tu
non mi avessi trascinato a terra?”
Se solo avesse potuto, Merlin avrebbe
sorriso a quelle parole.
Si, quella mattina aveva realmente
temuto di poterlo perdere.
Come tutte le altre volte che gli aveva
salvato la vita.
La sola idea di poter fallire lo faceva
stare male, ogni singola volta.
“Credo di essere più preoccupato io
adesso, Merlin. Devi svegliarti… Se dovesse
succederti qualcosa io…”
Lui cosa?
Merlin si ritrovò sorpreso nel sentire
quelle parole.
Non avrebbe mai pensato di poter valere
qualcosa per Arthur, anche se dentro di sé lo aveva sempre sperato.
Da quando aveva saputo che il suo
destino sarebbe stato quello di proteggere il principe di Camelot, lo aveva
implicitamente fatto diventare parte della sua vita, accettandone tutti i
difetti e facendo del suo meglio, giorno dopo giorno, per cercare di
assecondarlo nelle sue richieste – talvolta futili o assurde – e per cercare di
stare a suo fianco, realizzando quel fato che gli era ormai diventato tanto
amico.
Ma quelle mani, che lo carezzavano senza
mai fermarsi, come a volerlo riscuotere da quel sonno profondo in cui era
caduto, gli avevano dato la prova di essere importante, almeno un po’, per lui.
“Merlin…”
Il tono della voce del biondo era quasi
supplicante.
Stava per aprire gli occhi, per
rassicurarlo di stare bene – nonostante nella tua testa si stesse svolgendo la
più incredibile delle battaglia mai combattute fino a quel momento – e che non
lo avrebbe mai e poi mai abbandonato, quando sentì le morbide labbra del
principe posarsi delicatamente su una sua guancia.
Una volta.
Due volte.
Tre volte.
Lentamente, cautamente.
Il cuore di Merlin aveva preso a battere
insistente, ed il giovane aveva paura che l’altro avrebbe potuto sentirlo.
Avvertì un dito ruvido posarsi
distrattamente sulle sua labbra, tracciarne le linee dei suoi contorni.
E quando smise con quella piacevole
tortura, sentì la bocca del biondo posarsi delicatamente sulla sua.
Cedette a quella tentazione e mosse
appena le labbra, quel poco da far capire all’altro di essere presente in quel
bacio.
Il cuore che stava per scoppiargli dalla
gioia, dall’eccitazione della scoperta che aveva appena fatto.
Allora significava più di qualcosa per quell’asino
borioso.
Quando l’altro si staccò, gli disse con
voce rauca:
“Non avrei mai creduto che avreste
potuto essere così gentile… O che avreste potuto
preoccuparvi così tanto per la mia salute”
Colto alla sprovvista da quelle parole,
Merlin lo sentì emettere un piccolo sbuffo in senso di diniego.
Ma sentiva le dita forti del principe
intrecciate alle sue, quasi fossero incatenate tra di loro.
Aprì lentamente gli occhi, incontrando
quelli celesti del biondo, che gli sorridevano con lo sguardo.
“Non farlo mai più” gli sussurrò vicino
alle labbra, posandovi nuovamente un piccolo bacio.
Il moro sorrise a quelle parole.
Se quello era un sogno, sperava di non
doversi svegliare mai più.
“Non posso promettervi che non cercherò
nuovamente di salvarvi la vita in futuro…”
“Farò in modo di non averne bisogno…”
Ma sapeva che volente o nolente, si
sarebbe ritrovato a dover salvare a tutti i costi la vita dell’altro.
Il Grande Drago aveva avuto ragione
quando gli aveva detto che Uther ed Arthur stesso
avrebbero incontrato molti nemici durante il loro percorso.
“Sarà comunque un piacere per me restare
al vostro fianco, Sire. Sempre che mi
vogliate al-”
Le sue parole furono interrotte da un
altro bacio.
Iniziava a credere veramente che si
trattasse di un sogno, o che tutto ciò fosse solo frutto della sua
immaginazione.
“Esigo che tu resti per sempre al mio
fianco, Merlin.”
E lui avrebbe assecondato quell’ordine,
perché era nella sua natura.
Perché era il suo destino.
Perché amava Arthur e non avrebbe
lasciato che gli accadesse qualcosa.
E perché avrebbe voluto rimanergli
vicino, fino alla fine dei suoi giorni.
Note:
Non
dovrei essere qui, ma non potevo non fare gli auguri a lynch.
Perciò
ho scelto una cosina leggera e fluff, che spero le piacerà e che piacerà anche
a voi.
Fuggo,
ringraziando coloro che hanno commentato You see me: elyxyz (grazie mille!), Friducita (appena possibile
finisco i tuoi capitoli ^O^ grazie!), _ichigo_85
(grazie ♥!), Aleinad
(grazie mille per il commento, le tue parole mi hanno fatto piacerissimo
*-*), LyndaWeasley
(grazie cara!), lynch
(non so se ho scelto bene… ma spero che possa
piacerti. Tantissimi auguroni di buon compleanno!! ♥),
Egle
(grazie mille per tutto, il commento era esilarante *ahah*), LaTum (Awh! Grazie cara!), _Grimilde (grazie mille! Appena posso leggo il capitolo 5,
non ho abbandonato la tua storia!), Mo
Caffrey (grazieee), chibimayu (grazie mille ♥)
Grazie
anche a tutti gli altri! *-*
Cuori
a tutti,
♥.