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Autore: Mendori    10/10/2005    12 recensioni
"Io provo tuttora quell' affetto di ragazzina che mi ha legata così saldamente a lui per tutto questo tempo. Dentro di me, conservo pacatamente quell' amore infantile e candido. Lo custodisco trai miei segreti per non dimenticarlo. La sua fiaccola riesce ancora a scaldarmi, la notte..." ...Pensieri di una ragazza già morta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dormire sotto la neve


*


Alle volte… desideravo solo nascondermi.
Osservavo quell' enorme distesa bianca e imperturbabile e mi chiedevo come sarebbe stato rannicchiarmi sotto di essa.
Essere coperta dalla sua soffice consistenza e percepire solo un bianco accecante intorno a me.
Sarebbe stato freddo, certo. Ma qualcosa mi attirava.
Per una "Bambina Randagia" sarebbe stato perfetto.
Dormire sotto la neve.
Assolutamente perfetto.

Fa un po' pensare alla morte questa idea.
Ma non è così. Non per me, almeno.

Io so cos'è la morte.
I bambini di solito non lo sanno. La percepiscono come qualcosa che gli impedisce di vedere le persone a cui vogliono bene, ma non la comprendono veramente.
Soffrono per questa impossibilità di contatto, ma non capiscono esattamente "cosa" sia.
Loro sì che sono fortunati.
Io, l'ho scoperto troppo presto.

Credo che ognuno se la immagini in modo differente.
Io, quando avevo poco più di quattro anni, ricordo di averla sentita venire paragonata ad una donna bianca, cieca e sorda. Era così perché in quel modo non poteva vedere lo sguardo triste delle persone che portava via. E sentire le loro urla raccapricciate.
Ma è una menzogna.
Secondo me non ha l'aspetto di una donna che non vuole sentirsi in colpa.
Per me, è come l'inchiostro.

L'inchiostro, un telo cucito di notte senza stelle, il buio del sonno.
Solo più pesante e scuro.
Infinitamente più scuro.

L'essere saldamente ancorata ad una superficie dura e liscia, ghiacciata.
Schiacciata da una pressione fortissima, come se mi trovassi sul fondo del mare.
Un silenzio sordo, incredibilmente sordo, a offuscare qualunque pensiero razionale.
Ammesso che si possa ragionare razionalmente anche dopo.

Io la ricordo così.
Io sono morta.
Terribile, vero?
Ora sono viva.
Sì, però sono anche morta.
Terribile.

Gli uomini e le donne, e gli esseri viventi che abitano la Terra, i Cieli od i Mari, sono tutti tremendamente fortunati.
Vivono i loro giorni temendo la morte, pur senza sapere bene a cosa andranno in contro.
Quando muoiono, muoiono.
Non posso fare più niente per cambiare il loro stato.
Sono costretti ad accettarlo che gli piaccia o no.
E finché non arriva quel momento la guardano con curiosità e timore, quasi con rispetto.
Ma c'è sempre quel po' di curiosità che fa parte di tutti noi.
Sempre.
Anche alla fine.

Tranne che per me.

Io, che la morte l'ho già provata, so già cosa mi aspetta.
E non mi piace.

Io, che invece, desidererei dormire per sempre sotto la neve.
Vorrei solo non dover provare più quella sensazione terribile di angoscia e pressione, ma so, che alla fine dei miei giorni, mi aspetta un'eternità, un tempo prolungato all'infinito da passare in quel modo.
Terribile.

Custodisco silenziosamente il mio segreto, una verità che appare troppo grande ed ingiusta ad una ragazzina.
Molto spesso, tutto ciò che non possiamo evitare, al quale non possiamo ribellarci, ci pare ingiusto.
Allora, forse, la morte è la più grande ingiustizia del mondo.

Non lo so...

Io, vorrei solo dormire sotto la neve... vorrei solo riposare nel bianco in eterno... vorrei solo fuggire all'universo nero che spetta a tutti...

Ho sempre cercato di rassicurarmi, ripetendomi che forse non è così per sempre.
Forse all'inizio è così.
Forse può cambiare, può migliorare.

Non è così.
Non cambia, non migliora.
Perché illudersi.
Perché-

...

Dalla mia "morte", sono sempre stata affascinata da tutto ciò che possedesse il colore del latte.
Sin da bambina, ho sempre cercato con maniacale curiosità qualsiasi cosa fosse bianca.

Speravo che se fossi riuscita a conservare un po' di luce, di "bianco" dentro di me, allora forse l'Inchiostro non sarebbe sembrato troppo cupo.

Bambina, cercavo instancabilmente di rapire un po' di bianco per portarlo con me, alla fine.

Così, osservavo per ore le pallide nuvole stagliarsi nel cielo azzurro intenso.
Esaminavo con attenzione i crisantemi bianchi che scorgevo durante il viaggio.
Ammiravo la superficie liscia e candida della neve fresca, ed il suo cadere lento dal cielo.

Ma le nuvole fuggivano nel loro vagare senza meta.
I crisantemi rapiti dalle mie dita appassivano.
La neve si scioglieva, scacciata dall'avanzare delle stagioni calde.

Ogni volta, non mi restava niente da proteggere e conservare.

Dunque? Dunque, lui.
Solo lui rimaneva. Sempre.

Io, coi miei grandi occhi da bambina,
contemplavo rapita Sesshoumaru-sama.

Lui è bianco.
Assolutamente bianco.
Alabastrino, latteo, liliale, eburneo, candido, niveo.
Bianco.

Per me non esiste pensiero migliore.
L'entità più pura che possa immaginare.
Ed anche la più cara.

Ah... 
Non so cosa pensare. Non so cosa sia "giusto" pensare.

Io provo tuttora quell' affetto di ragazzina che mi ha legata così saldamente a lui per tutto questo tempo.
Dentro di me, conservo pacatamente quell' amore infantile e candido.
Lo custodisco trai miei segreti per non dimenticarlo. La sua fiaccola riesce ancora a scaldarmi, la notte...
Poi c'è qualcos'altro. Ma non oso chiamarlo per nome.

"E' troppo presto", ripete una vocina dentro di me.
Affidargli ora un nome significherebbe probabilmente spegnerlo, rovinarlo irrimediabilmente, ed una Bambina Randagia non è solita fare di questi sprechi.
Non una Randagia.

Le brave Bambine Randagie sono forti...
Le brave Bambine Randagie custodiscono silenziosamente i loro segreti...

So, come una volta, di volerlo avere per sempre accanto.
Intendiamoci, non lo rapirei mai alla sua eterna esistenza solo per egoismo.

Però... ho pensato. Tanto.

E...

Ho deciso che… se alla fine di tutto non mi è concesso di riposare sotto la neve, allora vorrei poter incastonare il suo ricordo nella mia anima.
Vederlo chiaramente nella mia mente, indelebilmente, per sempre.
Bianco nel buio.
Averlo sempre a rischiarare i miei pensieri, lucidi o meno.
Tristi o felici.
Calmi o tormentati.

Sì.

Sarebbe bello averlo a rischiarare la mia oscurità eterna.
Per sempre, stupendamente bianco e luminoso.

Ti prego,
Sii la mia neve.




…:::::::…

Perdonatemi, ma non potevo non chiudere senza il mio solito commentino. 
Fuori tempo, fuori genere. Non c'entra niente con le mie altre fic...
Una one-shot raccontata da una Rin non più bambina ma neppure adulta... Posizionatela voi dove volete. xD
Mi sono divertita nello scriverla (riflessioni sulla morte... che divertimento x3), ma mi rendo conto che non è un granché Uù...

Comunque, devo ringraziare Lisachan... che mi recensisce sempre, Grazie! 
Non sai quanto mi fai piacere! ^^

E poi... 
Un bell'applauso per il ritorno di EFP!
Grazie Erika!

Evviva! ^o^

   
 
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