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Autore: dav_id89    13/08/2010    1 recensioni
Una scogliera che fa da luogo cardine ad una storia del passato, le cui vicende d'amore e odio riecheggiano ancora nelle onde che si infrangono sulla nuda roccia in quel luogo ameno...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scogliera (parte II)

L'influenza che il Cardinale aveva in quegli anni in Europa mi permisero di poter tornare da lei, mi permisero di poterla amare con tutto me stesso. Quando il mio Maestro venne in visita alla tenuta per comunicare e farsi difensore della mio amore con Elen, promettendo al Duca onori e terreni che quest'ultimo nemmeno poteva immaginare, l'unico che si oppose fermamente fu proprio il giovane cavaliere, figlio del Duca. Costui si scagliò con rabbia contro questa relazione che giudicava immorale, ed il suo rancore non fece che aumentare quando vide suo padre ordinargli di tacere poiché ammaliato dalle promesse di ricchezza e prestigio.
L'odio effuso dai suoi occhi mi impietrì, l'unica promessa che mi fece, sussurratami all'orecchio fu:

Un giorno mio padre morirà ed il Cardinale ha molti anni sulle spalle. Non ci sarà sempre qualcuno a proteggervi, ricordatevi queste parole: godetevi la felicità che il tempo vi concede, perché un giorno ve la farò rimpiangere”.

Quelle parole mi turbarono profondamente, ma la memoria umana è fragile e ben presto mi scordai quella minaccia, facendomi pienamente trascinare dai giorni di ebbra felicità insieme alla mia amata. Tutte le difficoltà che avrebbero potuto porsi innanzi a noi furono ostacolate, sia dall'impegno del mio mentore, sia dalla divina provvidenza. Infatti colui che più di tutti aveva tentato di dividermi da Elen fu chiamato lontano da casa per doveri irrinunciabili, Victor era dovuto partire in guerra in veste di ufficiale di cavalleria.


Erano passati ormai quasi sei mesi dal giorno in cui mi recai dal Cardinale per confessargli quello che credevo essere il mio peccato più grande, e aver scoperto invece che Elen era tutt'altro che una tentazione, lei era un miracolo, la donna che avrebbe elevato la mia anima verso il cielo. Il Duca non si vedeva oramai da qualche settimana, era soddisfatto di aver constatato che le promesse fatte dal mio mentore erano state mantenute, tuttavia non riusciva ancora a considerarmi a pieno come il compagno di sua figlia. Non potevamo celebrare un matrimonio ufficiale, sarebbe stato troppo in vista anche per una società che, spinta dalla legge della convenienza, faceva finta di non vedere cose ben più gravi di uomo di chiesa che prendeva moglie. Decidemmo di sposarci in segreto non appena fosse giunto alla tenuta il frate che il Duca aveva promesso di mandare. 
Quella mattina giunse su di un cavallo piuttosto malandato un grasso fraticello, dalla tunica marrone e logora, che canticchiava allegramente. La sensazione che provai guardandolo avvicinarsi a noi fu strana ma tranquillizzante, era come se sapessi già, in quel momento, che avrebbe fatto per me ed Elen più di quanto avremmo mai potuto credere. A dispetto del rossore del viso rotondo, provocato sicuramente dall'abbondanza di vino a cui aveva abituato la sua pancia prominente, sembrava possedesse una sorta di saggezza atavica che gli conferì ai miei occhi il rispetto che un discepolo porta ad un santo.
Mi sorridette gioviale e si presentò.

Sono Fra Guglielmo, al vostro servizio padre”

No, sono io al vostro. Chiamatemi Michele, probabilmente sarà difficile raccontarvi la mia storia senza incorrere in giudizi, tuttavia...”

Vi prego, non vi prodigate in inutili spiegazioni. So già tutto ciò che mi occorre sapere. Allora, posso esservi utile per qualcosa in particolare prima che mi sistemi nelle stanze della servitù?”

Era come se quel frate avesse già intuito i miei pensieri.

In realtà c'è qualcosa che potreste fare per noi, intanto però vi comunico che le vostre stanze saranno all'interno della villa, ho già fatto preparare per voi una camera”

Chiedete pure ciò che vi occorre, tuttavia vi ricordo che sono votato ad una vita di povertà, perciò dormirò con la servitù se ciò non vi offende Michele”

Rimasi affascinato dal modo in cui i suoi modi ed il suo modo di parlare, riconducibili ad un vecchio saggio, cozzassero così violentemente con il suo aspetto da frate dedito alla buona tavola e all'abbondanza di vino.

Se così desiderate sarò felice di accontentarvi. Vorrei chiedervi comunque di celebrare le nozze tra me ed Elen, in segreto”

È sempre bello celebrare l'unione di due anime affini unite dal sentimento d'amore. È la celebrazione che amo più di tutte” acconsentì sorridendo “Quando vorreste celebrarlo?”

Stanotte” risposi sull'onda dell'entusiasmo che quell'uomo mi infondeva.

E stanotte sia... avete già scelto il luogo?”

C'è una cappella all'interno della tenuta...”

Ma...?” mi interruppe lui.

Stavo cominciando seriamente a credere che i miei pensieri fossero completamente visibili alla mente del frate.

Ma... Elen ed io vorremo che il posto sia un altro, però non è una chiesa...” risposi.

Dio è ovunque caro Michele...”

Ma, le regole non...”

Regole? Diffida di coloro che cercano di rinchiudere l'infinito nel finito”

Ma... celebrare un rito sacro in un luogo non consacrato...”

Seppellire un santo fuori da un cimitero gli precluderà la via per il paradiso? Michele... sarete voi ed Elen a rendere sacro il posto in cui celebreremo il matrimonio, lo farete con il vostro amore, se è sincero. È Dio che consacra l'unione, io mi faccio solamente da tramite per le sue volontà.”

Le sue volontà... ricordate che sono un uomo di chiesa, e se le sue volontà fossero diverse? Se alla fine io avessi deviato dalla strada che il Signore aveva stabilito per me? Perdonatemi, voi siete l'unico a cui sento di poter esprimere le mie perplessità.”

Beh... se volete sapere qual'è la vostra strada e nel caso in cui Dio non approvasse le vostre nozze l'unica persona in grado di aiutarvi sarebbe il Pontefice.”

Rimasi pensieroso a sentire quell'affermazione.

Il Papa?”

Certo, è l'unico a cui è stata concessa l'infallibilità e le cui decisioni sono approvate senza remore da Dio. Inoltre è il suo intermediario in terra, quindi qualunque sia la strada che vi dirà di compiere sarà quella che il Signore stesso ha scelto per voi alla vostra nascita.”

Voi credete?”

Certo, perché voi no?”

Rimasi in silenzio, a scrutare il viso rosso del frate che con i suoi occhi azzurri e vispi mi osservava aspettando che parlassi.

In realtà no” dissi sviluppando il pensiero che si stava mano a mano dipanando nella mia testa “penso che Dio non abbia minimamente approvato le guerre che il Papa ha definito “Sante”. Penso che Dio non approvi lo sfarzo e gli intrighi della chiesa del nostro tempo, né molte decisioni del pontefice stesso che ritengo essere assolutamente contrarie alla mia fede. Ritengo che non conosca la via che è stata stabilita per me.”

Quindi sostenete che non sia l'emissario delle volontà divine in terra?”

Ritengo che Dio sappia che al gregge serve un pastore, e che il pastore del gregge può commettere degli errori proprio perché umano, anzi, credo fermamente che lui, più di tutti si troverà a dover rispondere dei suoi errori di fronte a Dio, poiché essi influiscono direttamente su tutto il gregge. Nostro Signore ha affidato ad un suo figlio di guidare verso la salvezza gli altri suoi figli, penso che non sarebbe affatto contento se constatasse che il pastore si disinteressa completamente del suo gregge. Inoltre mi rendo conto che nessuno può rivelarmi la mia strada, devo sceglierla io, basandomi sugli insegnamenti del Signore e sui segni che quotidianamente dispone sul mio cammino. Chiamatemi eretico se volete ma questo è quello che penso.”

Si disegnò sul viso del frate un'espressione sorpresa, che si tramutò ben presto in un sorriso.

Vedete Michele che da buon uomo di conoscenza alle cose potete arrivarci anche da solo? Se qualcuno oserà definirvi eretico consolatevi col fatto che sarete in mia compagnia. Ora scusatemi ma devo sistemare la mia roba, attenderò voi e la vostra futura sposa alle stalle quando la luna sarà alta nel cielo. Posso sperare che avremo una buona luce, il cielo è sereno e la luna sarà al suo culmine. A più tardi amico mio.”

A più tardi...” lo osservai dirigersi verso gli alloggi della servitù, sempre più convinto che quell'uomo di fronte a me avrebbe potuto insegnarmi più di quanto il suo aspetto avrebbe mai potuto suggerirmi.
Decisi di correre in casa e dare la splendida notizia ad Elen, mi sentivo felice, forse come non lo ero mai stato.


Era una notte bellissima, perché Elen era bellissima, vestita di uno stupendo ma semplice abito bianco ed i capelli raccolti in una treccia che le scendeva dritta giù per la schiena. Era raggiate, il sorriso che aveva in quell'istante mi sarebbe rimasto impresso come un ricordo indelebile.

Sono emozionata” mi sussurrò arrossendo

Anche io, sei bellissima lo sai?”

Se mi dici così mi emoziono ancora di più”

Stavamo aspettando Fra Guglielmo che avrebbe dovuto celebrare le nozze in gran segreto. Insieme a noi, a condividere quel meraviglioso giorno c'erano un uomo e una donna, marito e moglie, erano la levatrice di Elen,Giselle, con il consorte, Luis. Soltanto in loro la mia amata riponeva la fiducia necessaria per partecipare al rito. Tutto era pronto, i cavalli erano sellati e si intravedeva la sagoma del frate che giungeva in groppa alla sua stanca e malandata cavalcatura.

È un piacere conoscervi duchessina” si annunciò chinando il capo dinnanzi alla sposa

Vi prego, chiamatemi Elen. Dopo la cortesia che ci avete concesso questa sera mi sento in dovere di ricompensarvi”

Non disturbatevi, Elen, ho già tutto ciò di cui ho bisogno nella sistemazione che mi avete procurato”

Non starete scomodo nelle stanze della servitù?” gli chiese premurosa

Ne ho già parlato con il vostro futuro consorte e vi ringrazio per la premura, ma sto benissimo così. Dunque, vogliamo andare?”

Ci avviammo per il sentiero in mezzo al bosco, ricordo ora come se fosse successo ieri ogni pensiero ed ogni emozione che ebbi quella notte, mano a mano che ci avvicinavamo alla scogliera la mia felicità diveniva incontenibile. Alla fine della stretta strada sterrata, quando gli alberi terminavano bruscamente e si spalancava alla vista quella meraviglia, il mio cuore sussultò. Lo stupore che ogni volta mi destava, e continua a destami, quella vista è inimmaginabile, lo sciabordare dell'acqua, le onde, la roccia eternamente bagnata della scogliera, e l'infinito che si svela oltre di essa fino alla linea in cui il mare ed il cielo si fondono in un tutt'uno. L'infinito che nasce dalla fusione di due opposti, il tutto ed il niente riuniti a creare qualcosa di cui solo l'anima umana può cogliere la bellezza.
E poi mi volsi a guardare Elen, i suoi occhi, passaggi terreni per raggiungere la sua essenza celeste. Unico mezzo concessomi per capire quel miracolo.
Il frate interruppe la mia contemplazione silenziosa.

Elen, so di aver detto che non avevo bisogno di nulla... ma c'è in realtà qualcosa che vorrei chiedervi” disse con voce sognante, quasi assente

Chiedete pure qualsiasi cosa”

Vorrei che mi costruiste una piccola cappella, qui, in questo luogo”

Sarà fatto” acconsentì lei, comprendendo a pieno la meraviglia del frate di fronte ad una bellezza del genere.

Grazie...” rispose il frate con le lacrime agli occhi, commosso da quella meraviglia che riconosceva come miracolo del cielo.

Ci unimmo in matrimonio, benedetto sia il cielo, sotto la luna piena inondati da quella luce bianca ed accarezzati da un lieve venticello. Fra Guglielmo, Giselle e Luis, gli unici testimoni del coronamento di quell'amore.

Tornammo a palazzo e lì, uniti in un bramoso abbraccio Elen mi disse:

Voglio un figlio da te”

La mia gioia fu immensa nell'udire quelle parole.

Amor mio” le sussurrai e facemmo l'amore finché i primi raggi di un nuovo giorno non penetrarono timidi i tendaggi bianchi della nostra camera.


Fra Guglielmo! Fra Guglielmo!” correvo a rotta di collo giù per il prato che conduceva agli alloggi della servitù, inseguito da Ettore il bianco Pastore Maremmano che sei mesi prima avevo riportato con me dal mio viaggio in Italia.
Raggiunsi trafelato la mia meta e venni informato che il frate si trovava ad ultimare i preparativi per la consacrazione della cappella sulla scogliera. Montai sul primo cavallo sellato che trovai alle stalle, la mia felicità era tale da farmi sentire leggero come una piuma, spronai il baio giù per il sentiero in mezzo al bosco, sempre con Ettore al seguito che correva ansimando con la lingua fuori dai denti.
Poco dopo scorsi la fine della piccola strada sterrata e quando giunsi sul prato verde smontai al volo, senza nemmeno legare il cavallo.

Fra Guglielmo! Fra Guglielmo!”

Vidi il frate paffuto affacciarsi dall'uscio della piccola chiesetta e domandarmi preoccupato “Michele! Che succede?”

Mi fermai, piegato in due con i gomiti poggiati sulle ginocchia, respirai affannosamente cercando di recuperare il fiato che mi serviva per parlare. Ettore saltellava intorno a Fra Guglielmo abbagliando di tanto in tanto per attirare l'attenzione su di lui.

Elen... Elen...”

Elen cosa? Vi prego Michele parlate o mi verrà un colpo!”

Elen... sono nati! Sono nati!”

Nati?” domandò il frate perplesso “Oh...! Nati!”

Si, sono due! Sono due gemelli Fra Guglielmo! Sono bellissimi!”

Il frate mi abbracciò sollevandomi da terra e facendomi volteggiare in tondo.

Ah! Siete diventato padre Michele!”

Lo so! Lo so! è... è... è stupendo! È bellissimo!”

Venite dentro, ho con me una bottiglia di vino pronta da stappare per l'occasione”

Non c'è tempo, sono venuto ad avvertirvi, devo tornare da lei, devo tornare da Elen”

C'è tempo Michele! Venite stappiamo il vino!”

Mi condusse dentro alla chiesetta di mattoni, era quasi terminata, mancava solo la consacrazione che doveva avvenire il giorno seguente. Il frate prese una bottiglia di vino rosso dal cestello di vivande che portava sempre con sé e tolse il tappo provocando un sonoro “Clop!”. Prese due bicchieri dal cestello e li colmò di buonissimo nettare scuro. Bevemmo due bicchieri a testa e subito dopo montammo sulle cavalcature, dirigendosi cantando a squarciagola verso la tenuta.
Il sole di mezzogiorno splendeva alto nel cielo benedicendo con i suoi raggi quel meraviglioso giorno, salutava le due piccole vite appena nate con il suo calore. Mi precipitai nella stanza in cui le levatrici avevano assistito il parto di Elen e mandai subito un messaggero al villaggio a chiamare un dottore che verificasse le condizioni di mia moglie.

Come ti senti?” le chiesi inginocchiandomi accanto al letto, le strinsi la mano e rimasi a fissare il suo bel sorriso e i suoi occhi color cielo. Sembrava diversa, sembrava più bella, ora era madre.

Sto bene” mi rispose baciandomi sulla fronte “ti amo...” aggiunse in un dolcissimo sussurro.

Fra Guglielmo se ne stava sulla porta, impacciato, le gote imperlate di un forte rossore. Elen voltandosi lo scorse e gli fece cenno di avvicinarsi.

Sono contenta che siete arrivato, spero di non avervi arrecato troppo disturbo” la sua voce, dolce come il miele, era debole e stanca.

Nessun disturbo duchessina! Scherzate?! Se avessi saputo che oggi sarebbe stato il giorno più adatto per voi per partorire non sarei nemmeno partito questa mattina”

Sorrisi osservando l'impaccio con cui il frate le parlava, era emozionato quanto me per la nascita di quelle due splendide creature.

Ma dove sono? Posso, si possono vedere?”

Certo Fra Guglielmo che potete vederle” gli risposi “le nutrici li stanno lavando, li riporteranno qui a breve”

Udimmo i vagiti lungo il corridoio e poco dopo Giselle mi sistemò tra le braccia mio figlio e porse la bambina ad Elen che l'accoccolò fra le sue braccia.

Fra Guglielmo si asciugò gli occhi umidi di lacrime.

Scusatemi, mi commuovo sempre in certe situazioni... Come li chiamerete?”

Non dovetti nemmeno pensarci, il nome affiorò sulle mie labbra all'istante.

Lo chiamerò Elios, per il sole che ha benedetto questo giorno di felicità”

Elen mi guardò sorridendo.

Lei si chiamerà Selene, come la luna che con la sua bianca luce ha illuminato la notte in cui furono concepiti questi due miracoli”

   
 
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