Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Elelovett    15/08/2010    7 recensioni
I loro sguardi si incrociarono e Tarrant perse di nuovo il filo del discorso. Era dunque lei che aveva sconfitto il Ciciarampa nella sua armatura splendente? Lei che da bambina si era seduta al suo tavolo? Lei che alla Rocca Tetra l’aveva consolato dicendogli che tutti i migliori sono matti? Adesso, seduta al lume di candela di fronte a lui, sembrava quasi un’altra persona. Avrebbe potuto un cappellaio anche solo sognare di meritarsela? - Alice, tu hai sconvolto tutta Sottomondo. E hai sconvolto me.-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La nave approdò al porto in perfetto orario. Subito Alice Kingsleigh scese, il vento che le scompigliava i lunghi e ricciuti capelli biondi. La giornata era bellissima e compensava il lunghissimo viaggio che la ragazza aveva affrontato fino a Singapore.

Insieme a lei scese anche Lord Ascot che, gettata un’occhiata intorno, esclamò:

- Proprio come me l’ero sempre immaginata! Un porto davvero eccezionale, sono certo che qui concluderemo tutti i nostri affari alla perfezione! I primi commerci con Singapore…Un’altra brillante idea Alice, e la devo sempre a te!

La ragazza sorrise ma non disse nulla. Trascorsero tutto il giorno a contrattare con i commercianti che li attendevano e quando uscirono con i documenti firmati e tremila casse di spezie e sete pregiate pronte ad essere imbarcate sulla Legacy si strinsero la mano.

- Ottimo lavoro signore!- si complimentò Alice.

- Grazie mia cara. Credo che per oggi abbiamo finito…Ho preso in affitto delle stanze in quella locanda.

Quello che Lord Ascot chiamava locanda era un palazzo dall’aspetto decadente che puzzava di pesce marcio, alle cui finestre mancavano parecchi vetri e sulla cui soglia li aspettava una donna anziana dall’aria ostile. Non parlava una parola d’inglese, ma aveva riconosciuto il nobiluomo che l’aveva pagata quella mattina e fece strada ai due ospiti. Lord Ascot aveva occupato un piano intero, e una volta che Alice si fu chiusa in camera sospirò e si gettò sul letto.

Era passato un anno dalla sua visita a Wonderland ma non aveva dimenticato quel luogo un solo istante. E dire che di luoghi strani ed esotici ne aveva visti molti da quel giorno, ma nessuno si avvicinava anche solo remotamente a Sottomondo. Dal suo ritorno si era messa in affari con Lord Ascot prendendo il posto di suo padre Charles, e come aveva preannunciato era riuscita ad allargare la rete commerciale inglese spingendola fino alla Cina. Il suo ultimo progetto era quello di raggiungere anche Singapore e ci era appena riuscita. Però, pensava stesa sul letto, era stato più difficile uccidere il Ciciarampa. Sorrise. Stava calando la notte, e la ragazza si annoiava terribilmente. Quel posto non le piaceva, ma anche la città non doveva essere più accogliente dalle poche strade che aveva visto durante la giornata. Eppure si era accorta che in un vicolo poco lontano stavano allestendo delle bancarelle da mercato e stavano aprendo alcuni negozi. A quale scopo allestire un mercato di notte? Chissà che brutti ceffi lo frequentavano…E nonostante questi pensieri la curiosità di Alice, come al solito, ebbe il sopravvento. Sapendo che Lord Ascot non l’avrebbe disturbata fino alla mattina seguente sgattaiolò fuori dal palazzo munita di una pesante mantella e una borsa piena di monete. Se avessero tentato di aggredirla si sarebbe saputa difendere.

Raggiunse il vicolo non senza difficoltà, e si strinse più forte nella mantella quando si vide circondata da tipi poco raccomandabili che parlavano in una lingua a lei incomprensibile. Capì perché quel piccolo mercatino era stato allestito di notte: non si vendeva merce normale, ma spezie dai mille colori e strani oggetti, alcuni scaccia-pensieri tintinnanti, ossa e denti di animali feroci, unguenti "miracolosi", strumenti musicali di legno, coltelli e spade intarsiati, topolini bianchi, strani barattoli pieni di frattaglie essiccate. Ad Alice vennero i brividi, e ad un tratto fu attirata da una bancarella più insolita delle altre: sul legno era inciso un enorme drago e gli oggetti venduti luccicavano nel buio. La ragazza si avvicinò e il venditore, un omino sdentato di mezza età, le venne incontro dicendo cose incomprensibili e indicandole delle sfere di vetro. Doveva averle fatto una domanda perché si zittì all’improvviso fissandola, e la ragazza non seppe cosa dire. Non aveva capito assolutamente niente di ciò che le era stato detto.

- Ah, tu essere straniera!- esclamò l’omino sorprendendo Alice.

Quell’uomo allora conosceva l’inglese!

- Vuoi vedere la mia merce? Sì, è molto rara- proseguì lui- non la troverai nelle altre bancarelle…Guarda mie sfere! Dicono il futuro, e queste mostrare te il posto dove più vorresti essere!

Le porse una piccola sfera verde che brillava di luce propria e Alice vi guardò dentro istintivamente. All’inizio non vide nulla, ma in un lampo il materiale torbido che vi era all’interno scomparve per lasciare il posto ad una visione. Era come affacciarsi ad una piccola finestra su qualunque posto nel mondo. Alice osservò meglio ed il cuore cominciò a batterle più forte: nella sfera vedeva chiaramente il Cappellaio seduto al suo tavolo da the, mentre rideva e scherzava con Mallymkun e la Lepre Marzolina. La visione durò solo un minuto, poi la sfera tornò a brillare vuota. Alice era allibita. Esclamò all’uomo che la guardava sorridendo:

- Non è possibile!

- Lo è- disse lui alzando le spalle- allora, tu comprare?

- E vedrò sempre quello che ho visto?

- Se è quello che vuoi.

Alice pagò la sfera senza esitare. Si infilò la sfera nella borsa ma non se ne andò. Continuava a guardare le sfere senza riuscire a capire come quell’uomo avesse quel potere…E le sembrava che conoscesse Sottomondo…Non era rimasto colpito dalla visione! Il venditore notò la sua espressione triste e assorta e sussurrò:

- Tu non soddisfatta. Io so cosa vuoi.

Alice alzò gli occhi su di lui. L’uomo le fece cenno di venire dietro al bancone senza farsi vedere, e lei obbedì. Sotto al tavolo di legno il venditore teneva in una scatola diverse boccette piene di liquido colorato.

- Sai- spiegò- non le metto mai in mostra, le vendo solo ai clienti che più intrepidi sembrare a me…Credo che tu hai bisogno di questa.

Le fece vedere una fiala piena di denso liquido viola. Alice sussultò e la prese in mano. No, non poteva essere!

- Il sangue…- mormorò.

- …Di Ciciarampa.- completò l’uomo.

A quel punto Alice balzò in piedi sconvolta, esclamando:

- E lei come fa a sapere…?!

L’uomo disse solo:

- Una semplice leggenda metropolitana, una storia per bambini, qui a Singapore. Ma io credo che quello vero sangue di drago. Non è quello che a te serve, se vuoi tornare?

Alice era ancora sconvolta per tutto ciò che sapeva quell’uomo, ma l’emozione di avere un’altra fiala di sangue di Ciciarampa sovrastava qualsiasi cosa.

L’uomo sorrise malizioso:

- Mezza boccetta andata, mezza boccetta ritorno.

La ragazza fissò il liquido viola pensando quanto fosse stata stupida e avventata ad addentrarsi in un simile mercato di notte. Che ci faceva là una boccetta di Ciciarampa? Era davvero la chiave a tutti i suoi problemi? Poteva essere un astuto imbroglio…Ma l’uomo sapeva tutto con troppa precisione, e la sfera aveva funzionato. Alice non era famosa per il suo buon senso, e non se n’era mai pentita.

- Quante ne ha?- chiese furtiva.

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Recensite, mi raccomando!!!! By Elelovett

  
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