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Autore: Mia_hp    15/08/2010    5 recensioni
Questa storia ha partecipato al Mercante in fiera contest, indetto da Jadina94, classificandosi quarta e al Summer Love contest di Amimy, classificandosi terza.
Dalla fiction:
-Guarda la neve: lei continua a venire giù, lei si fa i fatti suoi, pensa solo a cadere perché tanto quello è il suo compito; le importa solo di sé stessa. Non le importa se cadendo può dar fastidio agli altri; non le importa se ci sta facendo morire dal freddo; non le importa se cadendo in gran quantità può rovinare i raccolti dei campi, non le importa se a causa sua le persone sono costrette a rimanere a casa. La neve se ne frega. La neve è come me! Io penso solo a me stesso, in diciassette anni mi sono chiuso come in un guscio nel mio dolore…non pensando a quello degli altri. Credendo di essere l’unico con il diritto di provarlo-.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Questa storia ha partecipato al Mercante in fiera contest, indetto da Jadina94, classificandosi  quarta. 

Questa storia ha partecipato al contest Summer Of Love, indetto da  Amimy, classificandosi terza ^^

 
Nickname: Erigre
Titolo:
La neve se ne frega
Personaggi e pairing:
Teddy Lupin, Victorie Weasley. Teddy/Victorie
Carta scelta:
Mamma e Papà
Genere:
Sentimentale
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One-shot
Trama:
Dalla fiction: -Guarda la neve: lei continua a venire giù, lei si fa i fatti suoi, pensa solo a cadere perché tanto quello è il suo compito; le importa solo di sé stessa. Non le importa se cadendo può dar fastidio agli altri; non le importa se ci sta facendo morire dal freddo; non le importa se cadendo in gran quantità può rovinare i raccolti dei campi, non le importa se a causa sua le persone sono costrette a rimanere a casa. La neve se ne frega. La neve è come me! Io penso solo a me stesso, in diciassette anni mi sono chiuso come in un guscio nel mio dolore…non pensando a quello degli altri. Credendo di essere l’unico con il diritto di provarlo-.

Note dell’autore: Il titolo della fan fiction è preso dal fantastico romanzo di Luciano Ligabue. Gli abbinamenti alla carta scelta erano: Teddy Lupin, solitudine e Villa conchiglia. Ho usato sia Teddy Lupin che Villa Conchiglia…non so se è spiegato bene la solitudine che Teddy prova. Valuta tu, giudicia xD

L
a neve se ne frega

 

Quell’anno la Famiglia Weasley si era riunita a Villa Conchiglia, la casa di Bill e Fleur, per festeggiare il Natale.

La villetta era un incessante andirivieni di persone di età compresa tra i cinque e i sessant’anni; i più piccini erano riuniti intorno a Nonno Arthur, che seduto su un poltrona a stampe floreali leggeva loro le fiabe più belle di Beda il Bardo.

-Ancora una, nonno!- esclamò la piccola Molly, stringendo al petto il suo orsacchiotto di peluche.

-Si, nonno!- si unì Louis entusiasta.

-Raccontaci la storia di Baba Raba e il Ceppo Ghignante!- trillò Roxanne, giocherellando con un lembo della gonnellina scozzese.

L’uomo sorrise sistemandosi meglio sulla poltrona. Pulì gli occhiali da vista con cura e cominciò a leggere il racconto, accontentando così i nipotini.

-Ma non è giusto, James!- si lamentò Rose, scuotendo il capo e facendo così ondeggiare gli indomabili ricci rossi. –E’ la terza partita che vinci di fila-

-Te l’avevo detto, Rosie: io sono un campione a Sparachiocco- rispose sbruffone il ragazzino, passandosi una mano tra i disordinati capelli neri, in un gesto che aveva visto fare al padre tante volte .

Dominique, con l’aria di chi la sa lunga, si avvicinò a James. –Guarda Rosie, James sta barando!- esclamò, indicando le ginocchia del bambino che immediatamente nascose le prove del suo imbroglio.

-Non è vero, spiona!- insorse lui.

-Sì che è vero, imbroglione-

-Spiona-

-Imbroglione-

-Spiona-

Stufa, Rose si portò le mani sui fianchi cercando di assumere un cipiglio severo. –Smettetela voi due! Sembrate una vecchia coppia di sposi; siete insopportabili! Io vado da Nonna Molly, in cucina-

I due cugini la osservarono mentre si faceva largo nell’affollato salone, poi tornarono al loro litigio.

-Imbroglione-

-Spiona-

Victorie era nella sua camera; osservava titubante un piccolo pacchetto dalla carta rossa poggiato sulla scrivania di legno chiaro. Si portò un dito alla bocca, cominciando a mangiucchiarsi un’unghia: tipico gesto della persona nervosa. E lei lo era. Victorie Weasley era nervosissima all’idea di dare quel regalo a Teddy (e se non gli fosse piaciuto? Che figura avrebbe fatto? Sarebbe andato a cambiarlo?).

Le piaceva Teddy da molti mesi ormai, ma lui non sembrava avere interesse nei suoi confronti; a lui importava soltanto leggere quei libri che si portava dietro in qualunque posto andasse. Sicuramente anche in quel momento –era pronta a scommettere la cosa a lei più cara-, Teddy era chiuso in qualche stanza a divorare un romanzo.

La prima cosa che, stranamente, l’aveva colpita di lui erano gli occhiali da vista dalla montatura nera e rettangolare, che gli davano un’aria da intellettuale misterioso e maledettamente sexy…e non da secchione quattrocchi, come quella piccola peste di James continuava a chiamarlo affettuosamente.

Quante volte aveva desiderato di tirarlo per il cravattino rosso-oro per baciarlo con passione? Sinceramente aveva perso il conto, ma era certa che alla fine sarebbe passata all’azione e non lo avrebbe più guardato studiare di nascosto in Sala Comune.

Fece una piroetta e sorrise guardandosi allo specchio, si sentiva elettrizzata.

Delle grida attirarono la sua attenzione, qualche parola confusa arrivò alle sue orecchie; stranita si avvicinò alla finestra, sorrise nuovamente vedendo il cuore coninterno una V e una T che poco prima aveva disegnato sul vetro appannato.

Si guardò intorno, dalla sua camera poteva godersi il meraviglioso spettacolo che scendeva giù dal cielo. Sbirciò tra i fiocchi che si attaccavano delicatamente ai vetri, mentre la neve cadeva, rendendo tutto più morbido e omogeneo. La scogliera che dava sul mare non sembrava più minacciosa ma soffice.  

Udì un altro grido, guardò tra gli sporadici alberi del giardino e intravide l’unica persona che riusciva a metterla in agitazione soltanto con uno sguardo. Teddy Lupin era sotto la neve, le braccia aperte verso il cielo nero.

La prima cosa che pensò fu che Teddy fosse impazzito; si sarebbe preso un’ influenza pazzesca se non fosse tornato al più presto dentro casa.

Frettolosamente prese dalla poltrona il cappotto, la sciarpa, il cappello e i guanti e li indossò: di sicuro fuori si gelava.

Sperando di non essere vista dai mille parenti che le invadevano la casa, aprì la porta. La neve cadeva sempre più fitta, mentre lei cercava di trovare Teddy in tutto quel bianco. Lui le venne in aiuto: sentì ancora una volta il suo grido. Questa volta capì benissimo cosa stesse dicendo, il suo “Mamma, Papà!” le giunse perfettamente.

Fece di corsa i pochi metri che li separavano, quando lo vide capì che no, lui non era impazzito…gli mancavano semplicemente le due persone più importanti della sua vita.

Teddy non indossava nessun cappotto, nessun abito pesante che potesse coprirlo dal freddo. Aveva sopra il maglione di lana di Nonna Molly e un semplice paio di jeans babbani.

Victorie si strinse la sciarpa attorno al collo, mentre un brivido di freddo le percorse la schiena: stava sentendo freddo lei per lui.

-Teddy- disse alle sue spalle semplicemente, cercando di mettere più dolcezza possibile nella parola.

Lui si voltò, sorpreso. I capelli lunghi quasi fino alle spalle di un delicato color miele gli svolazzavano intorno al viso leggermente appuntito.

-Victorie cosa ci fai qui?- domandò teso e un poco imbarazzato.

-Ti ho visto dalla finestra di camera mia, ho pensato avessi bisogno d’aiuto-, gli spiegò.

-Sto bene, va tutto bene. Non preoccuparti per me-

Lei percorse la poca distanza che li separava. –Teddy, cosa c’è? Lo sai che a me puoi dire tutto, no?-

-Va tutto bene!- ripeté.

-Non è vero- lo contraddisse. –Ho sentito quello che gridavi prima; non c’è bisogno di nascondere il tuo dolore-.

-Io non nascondo proprio niente- negò lui. Le labbra erano secche e le mani scoperte cominciavano a dolergli.

-Mamma, Papà! Così stavi dicendo. E’ normale che ti manchino-

-Non è normale, Victorie! Come può mancarmi qualcuno che ho visto da neonato soltanto per pochi mesi?-.

-Tutti hanno nostalgia di loro-

-Io no, non la devo avere se voglio stare bene! Come possono mancarmi delle persone sconosciute?-.

-Non sono sconosciuti- disse Victorie un po’ più duramente. –Sai molto di loro, conosci cosa hanno fatto per il Mondo Magico e non –se Tu Sai Chi non fosse stato fermato, avrebbe conquistato anche quello babbano-.

Gli prese le mani tra le sue: erano freddissime. Ci soffiò sopra, facendo calore e cercando di ridarli un po’ di vita.

Si perse per un attimo in quegli occhi marroni e malinconici; avrebbe voluto tanto avere il potere di farlo tornare felice con una semplice carezza.

-Sono morti per proteggerti Teddy. Hanno sacrificato la loro vita per te, hanno fatto di tutto per farti vivere in un mondo buono. Sono morti per una causa giusta in cui loro credevano fermamente. Devi ricordarli o sarà come farli morire una seconda volta, ancora più dolorosamente adesso-.

Teddy la osservò, della gratitudine nello sguardo.

-Nonna, ancora una volta, sta passando il Natale da sola. Si distrugge sui vecchi album di fotografia di famiglia. Cerca di non farsi vedere da me, non vuole mostrarsi fragile... ed io non le ho mai detto niente, non le ho mai detto grazie per avermi cresciuto, per non avermi fatto mancare nulla in questi anni…cominciando dal più stupido giocattolo per poi finire all’affetto che mi ha sempre dato. Sono un egoista, uno…-

Victorie scosse il capo freneticamente, mettendogli un dito sulla bocca.

-Teddy, ti proibisco di dire così- lo interruppe la ragazza. –Non sei egoista!- esclamò, tolse i fiocchi di neve che si erano depositati sulla sciarpa, per poi avvolgerla intorno al collo di Teddy.

Lui la lasciò fare, numerosi brividi lo facevano tremare dal freddo.

-Guarda la neve: lei continua a venire giù, lei si fa i fatti suoi, pensa solo a cadere perché tanto quello è il suo compito; le importa solo di se stessa. Non le importa se cadendo, può dar fastidio agli altri; non le importa se ci sta facendo morire dal freddo; non le importa se cadendo in gran quantità può rovinare i raccolti dei campi; non le importa se a causa sua le persone sono costrette a rimanere a casa. La neve se ne frega. La neve è come me! Io penso solo a me stesso, in diciassette anni mi sono chiuso come in un guscio nel mio dolore…non pensando a quello degli altri. Credendo di essere l’unico con il diritto di provarlo-.

-La neve non porta soltanto guai, Teddy. Pensa a quante cose belle possiamo fare con lei! Possiamo pattinare e sciare. Possiamo costruire dei pupazzi di neve con al posto del naso una carota; possiamo tirarcela sopra per giocare! Una volta Fred mi ha colpito in testa con una palla di neve enorme…non sai che male-.

-Sono più i contro che i pro, Victorie-

Teddy la afferrò per una mano, trascinandola a terra.

-Sdraiati vicino a me, facciamo finta di essere morti-

Victorie fece come gli aveva detto. –Come si fa?-

Merlino, che domanda stupida! si disse subito dopo.

-E’ semplice: basta chiudere gli occhi. Quando sei morto, non ti rendi conto di niente. Di niente-

Teddy gli strinse la mano forte, si sentiva svuotato.

Victorie fece lo stesso, mille pensieri le vorticavano impetuosi in testa.

Erano stesi sulla neve, mentre altra, menefreghista cadeva su di loro: proprio come aveva detto Teddy.

Ma a Victorie piaceva sia la neve che Teddy, e sapeva che nessuno dei due era indifferente ai problemi degli altri.

-Hai visto Victorie? E’ semplice- le disse. –E’ semplice essere morti-

-Ma essere vivi, lo è ancora di più! Qualche volta possiamo essere tristi, ma questa malinconia ci fa assaporare e vivere più a fondo i momenti di felicità; e te lo assicuro, Teddy… La vita è felicità!-.

Victorie si abbassò un po’ di più il cappello: sentiva freddo, ma per nessun motivo al mondo sarebbe andata via da lì.

-Loro sono sempre qui con te; tu non puoi vederli…è vero! Ma finché li ricorderai, finché tutti –Zio Harry, tua nonna Andromeda e noi Weasley- li ricorderemo, Remus e Tonks saranno sempre qui-

Il silenzio scese tra di loro. Potevano sentire il rumore del vento che dispettoso rallentava la caduta della neve.

Sicuramente tutti in casa li stavano cercando, ma prima di tornare lei doveva fare una cosa.

Alzò piano il viso, osservò per un attimo quello di Teddy. I suoi occhi erano chiusi: non l’avrebbe vista.

Poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo, un semplice e delicato sfioramento di labbra che ebbe la forza di riscaldarla tutta dentro, come una stufa all’interno di un freezer.

Teddy aprì gli occhi, meravigliato. –Mi hai baciato?- domandò.

-Quando si è morti, non ci rendiamo conto di niente, Teddy. L’hai detto tu- rispose lei.

Victorie si alzò, improvvisamente imbarazzata. Si tolse velocemente la neve che le era rimasta attaccata sopra. –Io torno in casa-

E lasciando Teddy piacevolmente confuso, corse via.

 

Erano passati due giorni, due orribili giorni da quel fantastico bacio. Victorie non sapeva cosa pensare: non vedeva Teddy da quel giorno, poiché a Natale con una balla a Zio Harry era andato via; non era rimasto neanche per l’apertura dei regali.

Girava per la casa annoiata; giocava qualche volta con Louis e Dominique; ma il tempo sembrava non passare mai. E per di più nevicava ancora.

Stava tentando di scrivere la conclusione al suo tema di Incantesimi, quando sua madre la chiamò: un gufo aveva portato una lettera per lei.

Pigra scese in cucina, dove l’allocco di Teddy la aspettava. Un sorriso si aprì sul viso.

Stai sotto la neve. Ho bisogno di parlarti. (1)

                                                Teddy

-Buone notizie?- domandò Fleur con il suo pesante accento francese, notando l’improvviso buon’umore di Victorie.

-Buonissime notizie, mamma!- rispose lei. –Esco un attimo-

-Prendi almeno il cappotto, Vic-

-No, no, non sentirò freddo!-

Teddy la aspettava vicino la scogliera. Cercando di non apparire troppo allegra –in realtà stava toccando il cielo con un dito- lo raggiunse.

-Finalmente ti sei fatto vivo Teddy-

-Ci ho pensato Victorie. Avevi ragione, su tutto. Ho trascorso il Natale con mia nonna, senza offesa, ma non ho mai passato un Natale così bello. Mi ha raccontato tutto su mia madre…dal suo colore preferito alla sua materia. Ero a conoscenza della licantropia di mio padre, ma non avevo mai voluto sapere altro… adesso, però è diverso! Voglio conoscere tutto. Ieri sono stato anche da Harry…cavolo, dovevo prendere questa decisione molto tempo fa-.

-Sono felice per te, Teddy. Davvero. -

-Hai visto? Nevica ancora-

Lei annuì, spostandosi una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio.

-Ho riflettuto anche su questo, m’insegni a costruire un pupazzo di neve?- chiese, indicando un mucchio di neve informe e dall’aria sospetta.

Victorie guardò quel tentativo fallito di pupazzo di neve, inarcò un sopracciglio e scoppiò a ridere. –Vado a prendere qualcosa con cui coprirmi e poi sono subito da te - .

Teddy le afferrò delicatamente un braccio, -Aspetta, ho bisogno di fare una cosa prima-.

In un attimo le loro bocche s’incontrarono: dapprima delicatamente, quasi timorose di quello sfioramento così aspettato, per poi rincorrersi ingorde a desiderose.

-Mi piaci, mi piaci da impazzire, Teddy- sussurrò Victorie, sulle sua labbra.

Respirando la sua stessa aria, lui annuì. –Finalmente l’ho capito anche io-

Simili a uno strano souvenir in carne e ossa, ripresero a baciarsi mentre la neve scendeva su di loro.

 

 

 

 

(1)   Citazione presa dal libro di Luciano Ligabue, La Neve se ne frega.

 

 

 

Ecco qui il giudizio della giudicia xD che ringrazio tantissimo! Mi è piaciuto davvero tanto scrivere questa fic e senza questo contest non avrei mai usato questo paring.

 

Quarta classificata:
Erigre
La neve se ne frega


Grammatica: 9.5/10

Un errore di battitura (“Bada Raba” invece di “Baba Raba”) e qualche confusione tra “a lei”, “a loro” e così via (es. “Devi ricordargli o sarà come fargli morire…” da correggere con “Devi ricordarli o sarà come farli morire…”), per il resto ok =)

Forma: 8/10
Mancano tutti gli spazi tra le lineette dei dialoghi e l’inizio del dialogo stesso e anche parecchi punti (sempre nei dialoghi).
C’è giusto qualche ripetizione qua e là e qualche punto mancato, ma per il resto nessun errore grave ^^

Attinenza al “contenuto” della carta: 10/10
C’è tutto, anche quella solitudine che temevi potesse farti perdere punteggio xD

Gradimento personale: 10/10
Amo Teddy perché figlio dei miei carissimi Remus e Dora (pace all’anima loro ç_____ç), ma anche perché… come si fa a non adorarlo? *-* E poi amo Victoire, perciò la coppia Teddy/Victoire è assolutamente magnifica *-*
La storia mi è piaciuta veramente molto, così come il tuo modo di scrivere *-*

Totale: 37/40 

Ed ecco il giudizio della secondo giudice! Sono stata contentissima nel vedere questa storia al terzo posto :)
La neve se ne frega. Contest. Erigre‏
Stile: 9.5/10
Grammatica e sintassi:15/15
Originalità:9.5/10
Attinenza al tema e rispetto degli obblighi: 10/10
IC dei personaggi: 10/10
Gradimento personale: 5/5
Totale: 59/60
La grammatica e la sintassi sono impeccabili. Lo stile è molto buono, soprattutto sul piano lessicale. Risulta, però, non troppo scorrevole in alcuni tratti. Mi spiego: sei molto abile a costruire le frasi, utilizzi le parole adatte anche facendo scelte lessicali inusuali ma sempre azzeccate, ma sono presenti troppi punti fermi e pochi connettivi logici che “leghino” le frasi alle precedenti. Per questo la lettura, in alcuni punti (specialmente alla fine dei vari capoversi, dove questa “slegatura” fra i periodi si nota di più) risulta un po’ frenata. Ad ogni modo, la storia è molto bella, articolata con grande abilità. Sei stata molto brava nel creare la psicologia dei personaggi e rendere i loro pensieri con puntualità e precisione, senza appesantire la storia ma al contempo coinvolgendo il lettore soprattutto nei pensieri di Victorie. La trama è strutturata molto bene, l’idea di base è ottima e sviluppata altrettanto bene. Eccellente il rispetto del tema, i sentimenti di Victorie sono appunto molto realistici e molto ben resi, quindi sotto questo aspetto posso solo farti i complimenti. La scena del bacio è molto bella: romantica e coinvolgente al punto giusto, oltre che inserita con grande abilità nella storia.

 

  
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