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Autore: Nisi    13/10/2005    24 recensioni
Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale, Remus mi avrebbe dovuto baciare e poi musica di violini e roselline dappertutto. Ma invece questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?
Ma infatti non lo ha preteso nessuno… e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi. Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse sbarazzarsi di lei.
SPOILERINI DEL SESTO LIBRO!!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Le punte dei capelli le erano diventate di un giallo chiassoso che, accostato al marroncino spento dei suoi capelli, risaltava ancora di più.

Lo aveva piantato in asso, li aveva piantati tutti in asso ed era uscita a schiarirsi le idee, nel parco.

A passo di carica aveva lasciato il castello alle sue spalle, non prima di essere inciampata maldestramente in un gradino di pietra. Ci era mancato poco che cadesse a faccia in giù.

Maledicendo per l’ennesima volta la sua impiastraggine, dopo pochi passi lunghi e veloci si ritrovò accanto al lago.

Quello era un luogo nel quale si trovava a suo agio, fin da quando era arrivata ad Hogwarts ed era stata smistata dal Cappello Parlante a Corvonero.

Accidenti a lei ed alla sua boccaccia: sembrava che non riuscisse mai a controllarla e da quando si era innamorata di Remus Lupin, la situazione sembrava essere drammaticamente peggiorata; anche la sua sbadataggine, tanto che sua madre, esasperata, le aveva comprato piatti e tazze fabbricate in plastica, un materiale babbano estremamente resistente.

Doveva ammettere che era stata una gran bella idea, riflettè Tonks, ma al momento si era sentita offesa; d’altra parte, non ne poteva più di spendere una gran parte dello stipendio per ricomprare le stoviglie e le suppellettili che finivano nella spazzatura solo dopo due giorni di permanenza nel suo stipetto.

Tutte le volte che entrava in un negozio di casalinghi, i commessi le rivolgevano dei gran sorrisi: l’arrivo di Tonks significava sempre e comunque un incremento di fatturato.

Stupido-lupo-mannaro di un Lupin.

Maledetto Grifondoro testardo.

Sempre così schifosamente nobile, pensò dentro di sé Tonks.

La sua nobiltà se la poteva mettere nel…

Se solo non fosse sempre così… controllato ed ansioso di fare la cosa giusta.

In effetti, non poteva biasimarlo se l’aveva scaricata: lui un uomo così serio e posato, mettersi con una Metamophomagus come lei. Non si considerava poi questo granchè come strega.

Però le ragioni che Remus aveva addotto non coincidevano esattamente con le sue.

Troppo vecchio;

troppo povero;

troppo pericoloso.

Ma che barba.

Sospirò rumorosamente.

Scemenze.

Lui era troppo affidabile, non si lasciava mai andare.

Beh, non sempre.

Tonks arrossì ripensando a quella notte di qualche settimana prima durante la quale Remus si era lasciato andare … o quasi.

Fino al momento in cui il nobile Grifondoro che era in lui aveva preso il sopravvento ed aveva tolto le mani che fino a qualche istante prima vagavano indisturbate sotto la sua maglietta delle Sorelle Stravagarie.

E le aveva pure chiesto scusa!!!

Secoli prima, comunque.

Prima che succedesse tutto quel putiferio di quei giorni.

Si era seduta per terra ed aveva cominciato a strappare i fili di quell’erba così verde, finendo così per tagliarsi.

Una goccia del suo sangue cadde sul terreno e venne assorbita immediatamente da quella morbida terra scura.

La goccia che fa traboccare il vaso, e le lacrime colmarono i suoi occhi.

Sbuffò esasperata.

Non voleva più piangere, almeno non per Remus Lupin.

Pensando a Silente, riflettè che c’erano ben altri motivi per lasciarsi andare ad un pianto disperato.

La morte del Preside era il peggiore.

Voldemort era un altro, tanto per dire.

Piton era un altro motivo ancora.

Ma Remus Lupin era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Incapace di stare ferma cominciò a mollare calci furiosi alla ghiaia, accompagnando ogni pedata con parolacce colorite quanto i suoi capelli.

Forse di più.

“Ahia!!!”

Una voce d’uomo che ben conosceva aveva mugolato dal dolore.

Quella voce apparteneva a Remus J. Lupin.

Il tirocinio da Auror almeno era servito a qualcosa.

E cioè a fornirle l’autocontrollo necessario per trattenersi dall’aggredire fisicamente il suddetto Remus J. Lupin, responsabile di tutte le sue giornatacce da almeno un annetto a quella parte.

Balle, Tonks, si disse la Metamorfomagus, in un rigurgito di sincerità: eri incerta se tirargli dietro la ghiaia oppure cacciargliela a viva forza in bocca e fargliela inghiottire.

“Nimphadora…”

“Ti ho detto che sono Tonks, LUPIN”, sibilò Tonks mentre pensava perplessa che non fosse il massimo della coerenza voler picchiare a sangue un uomo… un lupo mannaro… o quel cavolo che era, ed allo stesso tempo volergli saltare addosso per…

Tanto i suoi vestiti erano già tutti stracciati.

Remus, imperturbabile come sempre le si avvicinò.

Tonks si ficcò le mani nelle tasche dei jeans per impedirsi di aprirgli le braccia.

“Senti, Nimphadora. Io penso ancora di essere troppo vecchio, troppo pericoloso e troppo povero per te, ma…”

Tonks sentì che il cuore aveva cominciato a batterle così forte che lo sentiva anche nelle orecchie.

“Ma?????”

“Io penso che tu meriti di meglio, Dora… Tuttavia…”

Fammi morire, Remus Lupin!

“Tuttavia???”

“Ci ho pensato, a quello che ha detto la McGrannitt, e…”

“E???”

“Tonks, se tu mi vuoi ancora… Io sono tutto tuo!”

E finalmente, un sorriso gli illuminò quel volto spesso segnato dal dolore.

Ora che sapeva di poterlo avere, Tonks non ci voleva proprio credere.

Era troppo bello.

Cioè, era bello lui ed anche il fatto che ora fosse ufficialmente suo.

Tonks gli sorrise timidamente in tralice:”Ma allora è vero che sei tutto mio, Remus? Voglio dire… proprio tutto tutto?”

Il viso faceva pendant con i capelli che erano diventati di un bel rosso scarlatto.

Remus scoppiò a ridere e la prese tra le braccia, teneramente:”Ma certo, tesoro mio. Sono tutto tuo, anima e corpo”.

Anima e corpo?

WOWWWWWW!!!!!!!!

“Sono stato così stupido, così stupido e così perso nella mia autocommiserazione che non mi sono reso conto che avrei potuto perdere anche te, amore mio. Ti prometto che quando saremo sposati, sarà tutto diverso…”

SPOSATI? No, calma un attimo…

Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale e seria, Remus mi avrebbe dovuto baciare (con la lingua) e poi musica di violini e roselline dappertutto.

Ma invece, questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?

Infatti non lo ha preteso nessuno…

e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi.

Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse solo sbarazzarsi di lei...

   
 
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