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Autore: MagikaMemy    19/08/2010    4 recensioni
Venti storie, venti - più o meno- brevi racconti scollegati tra loro con un unico, magico filo conduttore: il cibo. Fandom: Axel/Roxas
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#17: Onion.

“Ehy, ascolta Ax, forse c’è qualcosa che dovresti sapere…”

“Oh, Roku, andiamo! Non ho due anni, so come si taglia un…cos’è, a proposito, un vegetale?”

Roxas, sistemandosi il grembiule dietro la schiena, lasciò trapelare un’espressione che sembrava quasi compatire quel deficiente là davanti.

Axel, con il tagliere tra le mani e un coltello affilato lì accanto, inarcò un sopracciglio studiando quella specie di…cosa puzzolente che Roxas gli aveva pazientemente chiesto di tritare.

Quindi ora aveva due importanti missioni da portare a termine.

La prima, era scoprire che nome avesse la robaccia che teneva in mano.

La seconda, ovviamente, era cercare sul dizionario il significato del verbo ‘tritare’.

“Oh, sì, certo, Ax. La cipolla è un vegetale. Mio Dio, siamo di fronte ad un talento culinario dalle doti artistiche stupefacenti!” scherzò Roxas, e perfino uno con il cervellino da acaro come Axel capì che lo stava prendendo in giro.

“Ehy, dacci un taglio va bene?! Lo sai che di questa roba non ci capisco un tubo. Sei tu, quello esperto nei lavori da donnicciola!” esordì, acidamente, sperando di averlo offeso come aveva fatto con lui.

Ma Roxas, nonostante avesse quattro anni meno di lui – tralasciando l’età mentale, naturalmente-, come al solito ebbe una reazione più matura, e con sicurezza disse di rimando: “Sai, a volte anche i seme devono mettere da parte la loro virilità” parola che sottolineò con la voce “ e dare una mano ai propri ukè.”
Axel, in tutta risposta, lo scrutò da capo a piedi, spazientito.

“Hai comprato un altro manga yaoi, Roku?”

Roxas arrossì un poco, agitando il cucchiaio che aveva in mano e schizzando sugo ovunque.

“Ehy, Axel, forse non te ne sei mai accorto” disse, in tono apatico, “ma io sarei teoricamente gay. Indi per cui, non c’è nulla di male se ogni tanto mi compro qualche shonen-ai, ok?”

Axel stava per rispondergli che, fosse stato per lui, invece di stare chiusi in quella cazzo di cucina sarebbero potuti correre nel soggiorno e viverlo, uno yaoi come Cristo comanda; nonostante però ne avesse l’intenzione, non riuscì a proferire parola, perché Roxas si era accorto che la cipolla era ancora lì, in bella vista sul tagliere, giallognola e puzzolente che aspettava di essere sminuzzata.

“Axel! Ma porca puttana, ti decidi a tagliare la cipolla? Dài, che così la buttiamo nel sugo!”

Axel, alzando gli occhi al cielo, provò l’impulso di buttarci quella testina bionda, nel sugo. Altro che quella cavolo di cipolla.

Sospirò e, inforcando un coltello dalla preoccupante lunghezza, iniziò col dividere la cipolla a metà.

Ok, forse poteva farcela; in fondo, doveva solo farla a tocchi.

Già, roba da niente.

Convinto di ciò, iniziò il suo lavoro, mentre alle sue spalle Roxas assaggiava il suo amato sugo, ora commentando, ora aggiungendoci un po’ di pepe, mentre ogni tanto sbraitava un “Stai attento, Ax.”

“Ma per favore! Guarda,” lo chiamò, e Roxas si avvicinò a lui, osservandolo mentre faceva a pezzi enormi la cipolla “me la sto cavando alla grande!”
Roxas gli lanciò un’occhiata truce, poi lo scansò malamente, rubandogli il coltello e tritando quel povero ortaggio alla velocità della luce.

“Guarda e impara, grande chef!” lo schernì, ricevendo in risposta un sonoro e imbarazzato “Vaffanculo”.

Il più piccolo iniziò all’improvviso a sentire quel bruciore agli occhi che tanto odiava, e, sorridendo come se niente fisse, si rivolse ad Axel e, baciandolo sulla guancia, gli porse il coltello.

“Dài, permalosone. Ora prova tu.”
Axel si sciolse un po’, ma Roxas aveva una faccia un po’ troppo divertita per i suoi gusti, e aveva seri dubbi che tale divertimento fosse dovuto al (per niente coinvolgente) taglio di quella roba.

Per niente convinto, e scrutando profondamente Roxas che, accanto a lui, sghignazzava sotto i denti, tornò di fronte alla sua nemica, tritata finemente da Roxas a metà.

L’altra metà era quella che doveva tagliare lui: controllò la lama del coltello, ma non sembrava avere nulla di strano.

Oh, al diavolo! Roxy era troppo dolce per fargli un qualsiasi scherzo…certo, un mese prima lo aveva fatto cadere nella vasca che aveva riempito di fango mentre lui era al supermercato, e Roxas, dopo averlo chiuso a chiave nel bagno, si era mangiato tutti i suoi biscotti al cioccolato, ma insomma…erano birichinate, semplici giochini innocenti, e Roxas non lo aveva fatto con cattiveria.

..oh sì?
Mentre pensava a tutte le volte che il suo ragazzo era riuscito a prenderlo per il culo (come quando lo aveva convinto a mettersi un costume da procione, con la scusa che sarebbe stato ‘eccitante’, e poi lo aveva chiuso fuori al balcone, costringendolo per ore a farsi guardare da tutti i passanti mentre lui sbraitava come un matto), continuava a tritare la cipolla, cercando di non sbagliare.

“Ahah, visto, piccolo saccente? Non sono ancora così idiota da non riuscire a…”

Bloccò la frase di colpo, accorgendosi solo ora che aveva qualcosa negli occhi. Provò a strofinarseli un po’, lasciando il coltello sul tavolo, ma capì subito che stava solo peggiorando le cose.

Roxas, accanto a lui, rise sonoramente.

Uao, Axel era davvero prevedibile…

“Ehy, Aku, tutto bene? Che c’è, non riesci neanche a tagliare una cipolla, adesso?” lo cantilenò, come un bambino che sfotte un coetaneo perché ha finito l’album di figurine prima di lui.

“Sta..sta zitto!” sbraitò subito l’altro, afferrando di nuovo la lama, e con decisione e rapidità ricominciò il suo lavoro, stavolta riuscendoci alla perfezione.

Ma più tagliava quella schifezza, più gli occhi bruciavano, e bruciavano e..oh, ma cazzo, stavano andando a fuoco!

Le iridi solitamente di un verde abbagliante ora stavano lacrimando, assumendo un colorito sempre più spento.

Roxas, lì accanto, tratteneva a stento le risate, e continuava a mostrarsi severo, ripetendo: “Tritala ancora, Aku, i pezzi sono troppo grandi”.

Axel mandò mentalmente a fanculo il suo ragazzo e la sua fottutissima fissa di cucinare, e intanto tagliava, e piangeva come se avesse appena assistito alla morte del suo gatto.

Dopo qualche altro minuto di tortura, Roxas capì che poteva anche bastare; stava per dirgli di fermarsi, ma Axel lasciò cadere il coltello per terra prima che potesse dire qualsiasi cosa, e con gli occhi colmi di lacrime e le guance rigate si voltò verso di lui, cercando di mantenere un aspetto il più dignitoso possibile.

“Ti va bene, così?”

Roxas ammutolì di colpo, e non rispose subito.

Axel, che cercava di trattenere il broncio nonostante il bruciore, lo guardava come se lo avesse appena trafitto al petto con una freccia avvelenata.

Ok, stavolta aveva proprio esagerato, doveva ammetterlo.

Sorrise, alzandosi sulla punta di piedi e attirando a sé il più grande, prendendolo per il colletto della maglia sotto il grembiule.

Axel, che ovviamente a un certo punto si era reso conto che Roxas glielo aveva fatto apposta, avrebbe voluto mostrarsi offeso ancora per un po’.

Ma quando l’altro lo baciò sulle labbra, e lui poté sentire il sapore del sugo che aveva assaggiato prima, lo guardò esasperato.

“Tu ti approfitti del fatto che mi piaci da impazzire. Vero, stupido biondino?”

Roxas rise ancora, arrossendo un po’.

“Diciamo che so portare la cosa a mio vantaggio.” Poi cambiò espressone, mostrandosi quasi arrabbiato:” La prossima volta, cerca di darmi retta. Se non mi avessi trattato come un moccioso, avresti saputo che la cipolla ha questo effetto, quando la si taglia.”

Axel capì che ora era il suo, di turno per chiedere scusa, e quando lui separò le sue labbra da quelle dell’altro, questi arrossì un poco.

“Ro, promettimi una cosa.” Disse lui, seriamente.

Roxas, guardando gli occhi ancora rossi del ragazzo, sentì un’imbarazzante fitta allo stomaco e sorrise: “E va bene, credo di dovertelo. Spara.”

Axel, senza dire niente, lo allontanò da sé con il sorriso sulle labbra, tenendolo per mano e conducendolo vicino al fornello, dove la salsa bolliva leggera.

Axel prese il cucchiaio con tranquillità, continuando a tenergli la mano, e dando fondo a tutto il suo fascino lo riempì di sugo profumato.

Si voltò verso Roxas e fece per avvicinare la posata peina di polpa rossa alla sua bocca.

Roxas chiuse gli occhi, preparandosi a gustare il suo manicaretto.

Ma un secondo dopo, sentì qualcosa di bollente cadergli in testa, e gli occhi si riaprirono, larghi come pneumatici.

Si tastò i capelli, e si accorse che il suo sugo, il suo splendido, saporitissimo sugo era finito sulla sua testa.

Guardò Axel, che intanto lo osservava divertito.

“La prossima volta il sugo lo compriamo già pronto, ok?”

Note dell’Autrice:
Sì, lo so, non è granchè, ma almeno apprezzate il mio ritorno alle origini. Cristo Santo, da quanto non pubblicavo una one-shot akuroku? *__* Questi due mi sono mancati, tanto!

Spero che anche i prossimi capitoli di questa raccolta vi piacciano. Aggiornerò molto raramente, ma la finirò XD Grazie per aver letto, se vi va lasciate un commentino *scodinzola offrendo biscotti al cioccolato a chi avrà la grazia di recensirla*.

Ciao, al prossimo ‘food’ :D

MagikaMemy

   
 
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