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Autore: Fuffy91    21/08/2010    2 recensioni
“ E’ complicato.”
Fu l’enigmatica risposta di lui, che prima osservò David ed in seguito Edward, che strinse gli occhi, quasi innervosito. Non comprendevo così tanta segretezza. Fino ad allora, i Cullen mi erano sempre sembrati la famiglia più unita e priva di misteri e segreti che avevo mai conosciuto.
Infondo, all’inizio della nostra conoscenza, Edward me lo avevo spiegato:
“ Con Alice che prevede il futuro ed io che leggo nel pensiero, i segreti risultano inutili nella nostra famiglia.”
Che David, invece, fosse l’eccezione che perfino Edward, così brillante ed attento ai particolari, non era mai riuscito a cogliere?
E chi lo sa??? Se volete scoprirne di più, cliccate e leggete insieme a me!!!
Baci baci, Fuffy91!!!^___^***
AGGIUNTO CAPITOLO 7!!! BACISSIMI!!!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 1

Bella.

 

Non avevo mai visto Carlisle così agitato. Da ore, ormai, sembrava incapace di restare fermo in un unico luogo.

Vagava per il salotto di Villa Cullen, talvolta sfiorando con le dita oggetti d’abbellimento, che i suoi occhi di topazio liquido, non sembravano scorgere affatto.

Edward era seduto accanto a me sul divano in pelle bianca, intrecciando le ciocche dei miei capelli fra le dita. Tuttavia, il suo sguardo e la sua mente, erano concentrati sui movimenti e sui pensieri del padre.

Alice sfogliava una rivista di moda, acciambellata sul tappeto, accanto al camino spento, nonostante fosse inverno inoltrato, sorridendo beata. Mi ricordava un’immagine di Wendy, che raccontava una fiaba ai Bimbi Sperduti e a Peter Pan, seduto sul suo trono di legno. In effetti, Jasper era seduto comodamente dinanzi a lei ma, contrariamente a Peter, il suo era un seggio imbottito dio velluto.

Rosalie era in piedi, accanto alla finestra. I suoi lunghi capelli dorati, rilucevano d‘argento, alla cupa luce delle nuvole colme di pioggia, che ricoprivano interamente il cielo di Forks.

Emmett, invece, il volto da bambino troppo cresciuto, spento da un’espressione concentrata e vigile, che raramente gli avevo visto dipinta in viso, era in bilico sui primi tre gradini in legno della scala, che conduceva ai piani superiori, una mano a sostenersi il capo e l’altra abbandonata sul ginocchio della gamba sinistra piegata.

Infine, Esme, il viso a cuore deturpato da una smorfia d’ansia e di smarrimento, seguiva il marito con lo sguardo in pena, abbandonata sul divanetto, dinanzi al nostro.

Nessuno osava parlare, ma le menti di tutti noi, compresa la mia, ronzavano di pensieri contrastanti. Il silenzio, era rotto unicamente dal sereno canticchiare di Alice, dai passi delicati di Carlisle e dallo sfogliare delle pagine della seconda rivista, che il folletto di casa aveva iniziato a leggere.

Renesmee era uscita con Jacob, su insistenza di Alice, che aveva provveduto a prepararla, trattandola come una bambola da collezione. Anche Edward era d’accordo che si allontanasse di casa, forse già in linea con i pensieri del padre e con le previsioni di Alice.

Secondo Carlisle, eravamo in attesa di una visita di un suo vecchio conoscente, incontrato durante uno dei suoi lunghi pellegrinaggi, prima di Esme e ancor prima di trasformare Edward.

Avevo chiesto a quest’ultimo delle ulteriori spiegazioni, ma lui aveva scosso la testa, dicendomi che ne sapeva quanto me. La cosa sicura, era che l’ospite inaspettato, non sembrava gradito.

Sussultai, al tintinnio del campanello d’ingresso, ritornando bruscamente alla realtà.

I nostri sguardi puntarono tutti simultaneamente verso l’ingresso, dove ora si trovava Carlisle, che sospirò prima di aprire la porta.

Non riuscii a vedere bene il nuovo arrivato, perché era oscurato dalla figura alta ed elegante di Carlisle. Ma la mia curiosità venne appagata, quando Carlisle si scostò, per lasciarlo entrare.

Mi sorpresi di trovarmi di fronte ad un giovane uomo, che mostrava a mal appena venti-ventidue anni, alto e slanciato dal suo completo pantaloni e giacca, rigorosamente, entrambi, neri.

Solamente la camicia, i cui primi bottoni erano sbottonati, lasciando intravedere la pelle nivea del collo, era bianca e luminosa quanto il colorito della sua pallida carnagione.

Nel complesso, era semplice ed elegante insieme. Quanto al suo viso, era splendido come quelli di tutti i vampiri presenti. Forma ovale, mascelle squadrate, bocca carnosa e dalla linea virile, così rossa da spiccare sul suo volto pallido. Occhi neri ma dalla forma dolce, sopracciglia spesse ma modellate, dal colore nero, come i suoi capelli, corti, mossi, folti e naturalmente scompigliati.

Una corta onda, gli ricadde sulla fronte, quando si mosse per appendere il suo impermeabile grigio, che non mi era accorta che stringesse fra le mani, sull’attaccapanni d’ingresso.

“ Buonasera, Carlisle.”

Gli augurò, con un tacito cenno del capo, simile ad un lieve inchino. Il timbro della sua voce era calmo e profondo, molto simile a quello di Carlisle, che gli rispose, di rimando.

“ Buonasera a te, David.”

David. Quindi, era quello il suo nome.

David gli sorrise cortese, mentre Carlisle, abbandonato il cipiglio ansioso, lo guidava l centro della sala. Io ed Edward ci alzammo contemporaneamente, rimanendo fermi e rigidi, scrutandolo interessati. Solo le nostri mani si mossero, per intrecciarsi.

David ricambiò il nostro sguardo serio, quasi riflessivo.

“ Ti presento la mia famiglia. Mia moglie Esme…”

David si voltò per osservare Esme, che gli sorrise cordiale, mentre il vampiro le afferrava delicatamente la mano destra, donandole un galante baciamano.

“ Incantato.”

Esme si schermì con un semplice “ grazie”, ritirando la mano e riponendola lungo il fianco.

“ E i miei figli. Edward e Bella, Emmett e Rosalie, Alice e Jasper.”

David seguì la mano di Carlisle mentre ci indicava, abbassando lievemente e nuovamente il capo, in quel gesto che mi ricordava quei conti di fine Ottocento, che avevo visto nei vecchi film d’epoca e strappa lacrime, insieme a mia madre.

“ Onorato di conoscervi. Carlisle mi aveva parlato di voi.”

“ Davvero?”

Gli chiesi, incapace di tacere.

Ma mi rimangiai tutto, sotto lo sguardo attento e suggestivo di David.

“ Si. Gliene ho parlato in una lettera che gli scrissi tempo fa.”

Mi rispose Carlisle.

“ Vi siete scritti?”

Chiese interrogativa e sorpresa Esme, attirando l’attenzione del marito.

“ Perché non me ne hai mai parlato?”

Gli sussurrò, per nulla offesa, ma semplicemente curiosa.

“ E’ complicato.”

Fu l’enigmatica risposta di lui, che prima osservò David ed in seguito Edward, che strinse gli occhi, quasi innervosito. Non comprendevo così tanta segretezza. Fino ad allora, i Cullen mi erano sempre sembrati la famiglia più unita e priva di misteri e segreti che avevo mai conosciuto.

Infondo, all’inizio della nostra conoscenza, Edward me lo avevo spiegato:

“ Con Alice che prevede il futuro ed io che leggo nel pensiero, i segreti risultano inutili nella nostra famiglia.”

Che David, invece, fosse l’eccezione che perfino Edward, così brillante ed attento ai particolari, non era mai riuscito a cogliere?

“ Presumo che Carlisle non vi abbia accennato nulla, data la vostra sorpresa.”

Disse riflessivo David, scrutandoci ognuno attento.

“ Io l’avevo previsto.”

Disse Alice, squillante e sorridente, guadagnandosi un’occhiata penetrante di David.

“ Si. Carlisle mi aveva detto dei vostri straordinari poteri. Purtroppo o per fortuna, come preferite, io ne sono sprovvisto.”

Quindi, David non aveva poteri particolari, come me, Alice, Edward e Jasper. Ma magari, possedeva ben altre doti, come quegli occhi scuri e magnetici che non ti abbandonavano un solo attimo, una volta agganciati, che sembravano sondarti dentro.

“ Ma non riuscivo, comunque, a capire chi tu fossi in realtà. Quindi, come vedi, non sono poi così straordinaria.”

Spiegò Alice, modesta, scrollando le spalle e causando un risolino divertito in Emmett.

Pesino David, si lasciò scappare un altro lieve sorriso.

“ Vogliamo sederci?”

Gli chiese, in seguito, Carlisle, indicandogli il divanetto dove poco prima, era seduta Esme.

David annuì.

“ Certo, grazie.”

C’era un che di cameratesco nei loro gesti, che davvero me li lasciavano figurare come due nobili che prendevano il tè delle cinque, in un antico e baroccheggiante palazzo reale.

David si sedette subito dopo che Carlisle lo fece, lasciandolo libero di occupare l’intero divanetto. Ma lui, preferì sedersi al centro, proprio dinanzi a Carlisle, e ad Esme, che occupò il posto dove poco prima, sostavo io.

Insieme ad Edward, raggiunsi Rosalie, accanto alla finestra, intenta ad osservare con occhi infuocati e guardinghi il giovane vampiro dai modi gentili.

“ Allora, David…”

Iniziò Carlisle, dopo alcuni attimi di silenzio. Notai che aveva abbandonato il sorriso cordiale, e che lo scrutava grave, quasi come se si aspettasse che lo attaccasse inavvertitamente.

“ Immagino, che la tua visita non sia di cortesia.”

David annuì, deciso.

“ Si, esatto.”

Si scrutarono nuovamente, iridi scure in iridi dorate, e la tensione scese nel salone come nebbia sottile, ma insidiosa.

“ Carlisle, devi aiutarmi.”

Trasalii, sorpresa. Mi aspettavo, dato lo scambio tagliente di sguardi, una minaccia, un avvertimento, non di certo una richiesta d’aiuto, e per giunta detta con un tono così profondo, quasi accorato.

Carlisle non rispose e non modificò la sua espressione guardinga, lasciando che David continuasse.

“ Posso fidarmi solo di te e di nessun altro. E’ una questione troppo delicata, per rischiare di affidarla nelle mani di un incosciente qualunque.”

Dopo altri, pesanti attimi d’attesa, Carlisle sospir e si rilassò sullo schienale del divano, mentre Esme alleviava le sue ansia, con una dolce carezza sul dorso della mano destra.

“ Riguarda ciò che mi hai illustrato nella lettera?”

David annuì e non aggiunse altro, aspettando una sua risposta.

Sembrava che stessero discutendo di una pena di morte, tanta era la tensione, ormai divenuta palpabile e che legava le mie membra con catene infuocate d’acciaio. Ormai, anche il sorriso di Alice era sparito dal suo volto.

“ E lei dov’è?”

Disse Carlisle, osservandolo quasi rassegnato all’evidenza.

Lei?! Chi era questa lei di cui parlavano? Forse, si riferivano alla compagna di David. Eppure il suo sguardo si riempì di esasperazione e frustrazione, quando si passò una mano sul bel viso, improvvisamente stanco.

“ Abbiamo litigato, ed è fuggita via, prima che potessi fermarla. Ma tornerà. È testarda, ma alla fine torna sempre.”

Sorrise, privo di allegria. Era evidente la sua pena. Ormai, non avevo più dubbi. Da come ne parlava, era evidente che fosse la sua compagna.

“ Speriamo solo, che i Ragni non la trovino prima che possa ritrovarmi. Gli ho lasciato un biglietto, prima di venire e un messaggio nella segreteria del suo cellulare, dicendole che venivo qui e il modo per raggiungermi. Spero soltanto che non lo abbia rotto o gettato via come gli altri. È il decimo che le compro.”

Disse, passandosi nuovamente la mano sul viso e fra i capelli, scompigliandoli ancora di più, in un gesto casuale.

Carlisle rise sommessamente, improvvisamente divertito.

“ Ti esaspera, vero?”

Gli chiese, facendolo sorridere.

“ Ah, ormai…ci sono abituato.”

“ Ho sempre creduto, David, che il tuo dono fosse quello di avere una pazienza smisurata.”

Continuò Carlisle, ormai ritornato il dottore premuroso e sorridente di sempre.

David sorrise di nuovo, lasciandosi scappare dalle labbra anche una tenue risata.

“ Credimi, Carlisle. Mai quanto la tua.”

Risero nuovamente, per poi guardarsi negli occhi, chiedendosi mute domande a vicenda.

“ Allora, Carlisle. Qual è la tua decisione? Mi aiuterai?”

Gli chiese David, ma prima che Carlisle potesse rispondere, Alice mi tirò via dalla soglia della porta, urlando un:

“ Via!”

Deciso e raggelante, mentre tutti si tendevano all’erta. La porta d’ingresso era precipitata sul pavimento, i cardini erano saltati e sulla superficie d’ebano levigato, era impressa come in uno stampo, un piede in una scarpa e, a giudicare dalla firma marchiata quasi a fuoco, fra le venature della suola, dovevano essere un paio di Nike ultimo modello.

Alzai lo sguardo, mentre alice, sbigottita quanto me, mi lasciava andare. Entrambe, come il resto dei membri della famiglia Cullen, sollevammo lo sguardo per incrociare quelli scuri ed affamati, che spiccavano su un piccolo volto di ragazza.

Quest’ultima, varcò la soglia di casa, come se fosse la sua, lasciando scricchiolare il legno della porta, che protestò per il calpestio, lamentandosi con tonfi e rumori di legno rotto e rovinato.

“ David! Ho fame!”

 

 

 

Angolo dell’autrice.

 

Salve a tutti!!! Eccomi di nuovo qui, con una nuova storia!!!

Si prospettano nuove avventure per i Cullen!! Nuovi personaggi invaderanno la loro casa e sconvolgeranno la loro tranquillità!!!

Chi sarà mai questa nuova, misteriosa ed irritabile ragazza??? E il nuovo amico di Carlisle, l’affascinante e galante David? In quali misteri e in quali insidie vorrà trascinare Edward, Bella, Alice e tutti gli altri membri della famiglia vampiresca più famosa ed amata del mondo letterario e cinematografico???

Restate con me e non mancate al prossimo capitolo, per soddisfare la vostra curiosità!!!

Fatemi sapere cosa ne pensate, regalandomi alcune recensioni, anche piccole, se volete!!!

E mi raccomando, leggete in tanti!!!^-^*

Baci baci, dalla vostra Fuffy91!!!

^________________________________^***

 

 

 

 

  
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