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Autore: Jermakki    21/08/2010    0 recensioni
Questo racconto è il primo che pubblico su questo sito, è ambientato in un mondo Fantasy di mia creazione, mi sono molto ispirato a Forgotten Realms e a tutti i libri in merito che ho letto. Il racconto narra le avventure di Peller, un elfo scuro(drow), membro di una razza ormai in declino ed evitata dal mondo sull'orlo dell'estinzione per un misterioso e potente nemico. Solo recuperando una magica spada forgiata secoli prima dai drow, la razza ha qualche possbilità di salvarsi ma, recuperare la mitica spada è un impresa a dir poco epica, ce la farà Peller o verrà schiacciato da questo gravoso compito?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La battaglia era imminente, la sua razza si era specializzate in tutte le lotte possibili ed immaginabili. I drow essendo un popolo assolutamente razzista verso tutte le altre razze utilizzavano tutti i loro crudeli mezzi per raggiungere i loro scopi, non curandosi assolutamente delle vite di altre creature. Fu così che i drow divennero la razza dominatrice nel sottosuolo e non era una rarità che sottomettessero popolazioni o tribù di razze considerate inferiori... Come ad esempio la sottomissione della tribù dei Gruuk. I ricordi scorsero per lunghissimi istanti dinnanzi ai suoi occhi, facendogli rivivere il suo primo incontro con quella razza fiera e battagliera.

*

... Il consiglio di guerra si era già riunito e la decisione fu rapida e decisa: la sottomissione della tribù sarebbe stata decisa per scontro all'ultimo sangue tra due campioni. Il campo di scontro sarebbe stato a poche leghe di distanza dalla città drow, in un territorio neutrale. Una gigantesca caverna ospitava entrambi gli eserciti, gli orchi erano disordinati e forse superiori in numero ma i drow erano disciplinati, armati fino ai denti di crudeltà e magia e con alcune creature delle tenebre al loro fianco. L'esito di un eventuale scontro era già chiaro in partenza. Tra i due eserciti si era creato uno spiazzo rotondo delimitato da numerose stalattiti rocciose al centro di quello spiazzo si sarebbe svolto il mortale combattimento, la mortale prova a cui era sottoposto il campione degli orchi in primis, e di conseguenza anche tutta la tribù che rappresentava. I drow non avevano alcun dubbio sul vincitore, si divertivano a donare vuote speranze alle tribù che sottomettevano in modo da gustare lentamente la loro sofferenza e la loro apprensione. Nel cuore dell'accampamento drow, il casato di Terzok, secondo cadato per grandezza si tutta la società drow, fu scelto dalle sacerdotesse come degno di donare il campione. Il maestro d'armi di Terxok era indubbiamente abile: alto e robusto per essere un elfo scuro i capelli candidi erano lasciati lunghi in una coda che arrivava fino al fondoschiena, era uno dei più abili maestri d'armi anche se non sicuramente il più abile, dopotutto alla sua età di 500 anni iniziava a sentire i flebili richiami della morte che inesorabile lo traevano a se, togliendogli le forze. Era un veterano egocentrico e sicuro di se stesso proprio come un vero drow doveva essere. Zakk, questo era il suo nome e pochi secoli prima era stato un guerriero dalla forza e dalla ferocia indicibile, forse il più potente spadaccino di tutta la storia degli elfi scuri.
Era pronto alla tenzone, vestito con la sua corazza di cristallo nero, con i pericolosissimi spuntoni dietro ai gomiti e sopra le ginocchia armato con una lancia nera come l'ebano con la punta che mantava folgoranti bagliori violacei sembrava un vero e proprio demone vendicatore, emerso dall'abisso per espiare i peccati dei mortali. Avanzò sicuro di se nell'accampamento guadagnandosi le occhiate di gelosia ed invidia dai suoi compagni maschi e i sguardi maliziosi delle sacerdotesse. La società drow era brutale, premiava i più abili, i più astuti, i più crudeli e schiacciava gli stolti e gli inetti compiendo in questo modo un'evoluzione artificializzata che con il passare degli anni portò ad individui sempre migliori dei precedenti... Sostituirsi alla natura portando l'evoluzione fino al suo limite più grande per poi oltrepassarlo: la morte. Quella era lo scopo finale che sospingeva i drow: la rottura del limite, la fine della condizione mortale e l'inizio di quella immortale. Ma aveva davvero senso ricercare questa cosa? Aveva veramente un senso cercare di spingersi al di la della morte? Se qualcuno ci fosse riuscito la morte non sarebbe più esistita ma senza di essa come si fa a dare uno scopo, un senso, alla propria vita? Senza la morte, esiste la vita? Domande sciocche che affollarono la mente troppo indottrinata di Zakk. Arrivò al centro dello spiazzo e il suo avversario non si fece certo attendere molto, emerse dall'accampamento disordinato degli orchi con passi baldanzosi, incoraggiato da urla di incitamento e pacche sulle spalle. Era un orco enorme, alto quasi tre metri con un imponente elmo cornuto che ne sottolineava ancor di più la poderosa stazza, aveva un armatura in metallo che lo ricopriva da capo a piedi, era molto ben fatta per essere un armatura orchesca ma non poteva certo reggere il confronto con la splendida armatura di cristallo di Zakk che aveva dettagli talmente particolareggiati e precisi da far girare la testa alla gente che la guardava. Gli orchi erano un popolo fiero e battagliero, che ci teneva all'onore e che non sopportava le manie di grandezza dei drow e le loro armature ingioiellate, per un orco era molto più importante la funzionalità di un oggetto che il suo aspetto esteriore, prova di questo il loro aspetto fisico: alti, massicci e sporchi.
I drow invece erano puliti di aspetto, aggraziati, eleganti, i lineamenti sottili e i muscoli compatti e ben definiti. Erano due razze agli antipodi. L'orco slacciò i lacci che aveva sulla schiena ed estrasse la sua poderosa arma: un gigantesco martello da guerra di un insolito colore biancastro. Sembrava quasi permeato di magia. Tutto ciò era molto strano, gli orchi non avevano alcuna attitudine alla magia e se il martello era veramente incantato c'erno due possibilità: o l'avevano trafugato a qualche popolazione, probabilmente nani; oppure avevano un alleato nascosto che sapeva usare la magia...
L'arroganza dei drow non aveva comunque limite, anche di fronte a quell'arma micidiale Zakk non vacillò anzi, si avvicinò al suo avversario e gli disse ocn fare sprezzante.
"Orco, piega il ginocchio a terra e scopri il collo, ti offro una morte veloce..."
Il gigante con solo lo sguardo feroce che usciva dall'impressionante elmo, alzò il martello sopra la testa, sembrava che si stesse sforzando a fare qualcosa, poi rispose con voce tonante:
"Io sono Barkman, figlio di Kruss e vincitore dell'arena! E questa che tengo in mano è la tua morte!"
L'orco ringhiò per lo sforzo ed il martello brillò di una luminescenza biancastra che avvolse tutto il corpo proteggendolo e donandogli forza, poi scattò verso il micidiale drow cercando di colpirlo con una potentissima martellata. Zakk non fece molta difficoltà a schivare quel colpo piuttosto grossolano facendo un passo all'indietro, ma quando schivò, il martello parve allungarsi all'ultimo momento di un aura quasi spettale. L'aura colpì l'incredulo Zakk allo stomaco sollevandolo di peso da terra e scagliandolo indietro di parecchi metri. Il veterano di guerra fece un'elegante piroetta in aria atterrando in piedi con la naginata spianata verso Barkman e una piastra della corazza incrinata dalla violenza dell'urto. L'orco caricò nuovamente ma adesso Zakk sapeva cosa aspettarsi, Barkman cercò di colpirlo con un mortale colpo dall'alto verso il basso, ma stavolta l'esperto veterano non arretrò ma aggirò l'orco facendo leva sulla sua superiore agilità, nel mezzo dello spostamento il drow spiccò un salto e con una rotazione fulminea del corpo che cuminò con la punta della Naginata, colpì il lato dell'elmo dell'orco. La lama sprizzava folgori violacee in ogni direzione e al contatto con la corazza pallida che proteggeva Barkman uno schianto riecheggiò in tutta la caverna, seguito da una bruciante onda di calore. Zakk fece una capriola in avanti e si rialzò, osservando il suo avversario incredulo. Quel colpo avrebbe tranquillamente decapitato anche l'orco più coriaceo ma la corazza magica di Barkman fece il suo dovere  assorbendo la maggior parte del colpo, ciononostante l'orco venne buttato a terra dalla violenza del colpo e l'elmo cornuto cadde, scoprendo la testa dai lineamenti rozzi dell'orco, la pelle marroncina, il naso schiacciato e due profondissimi occhi neri.
"La tua magia non ti servirà a nulla, orco, la tua razza è negata nel suo utilizzo..."
Barkman ruggì di furia e determinazione e caricò nuovamente, cercando di travolgere il suo agile avversario utilizzando la sua massa decisamente superiore, Zakk fu sorpreso dell'incredibile velocità dell'orco: si era distratto e i suoi riflessi non erano più quelli di una volta. Il veterano non si arrese, si accucciò a terra, poi scattò verso sinistra, cercando di aggirare nuovamente il temibile guerriero, ma Barkman era già caduto una volta in quel tranello ed anticipò lo scarto dell'elfo colpendolo con il manico del martello, facendolo crollare a terra sotto di se.

Era la prima volta che un orco si trovava in vantaggio su un elfo in quei rari incontri di guerra, gli elfi scuri nella loro arroganza non presero neanche in considerazione l'idea che Barkman potesse vincere su Zakk, le conseguenza di quella improbabile vittoria sarebbero state terribili per i drow. Bisognava evitarlo assolutamente così a qualche decina di metri dal combattimento, nel bel mezzo dell'accampamento drow, la prima matrona allungò un dito ossuto verso i due combattenti e pronunciò alcune parole di potere dirette agli occhi di Barkman...

L'orco si lanciò su  Zakk e quando la prima matrona ebbe pronunciato l'incantesimo, vide la lancia di Zakk sparire nel nulla. Dov'era finita la sua lancia? Lo avrebbe scoperto fin troppo presto quando sentì la sua corazza magica infrangersi all'altezza della spalla, e un dolore lancinante lo costrinse a rendersi conto di essere caduto in un tranello del drow. La Naginata invisibile, si era infilata nella giunzione della corazza pettorale appena sotto l'ascella strappando un urlo all'orco e recidendogli i tendini che tenevano legati i poderosi muscoli orcheschi allo scheletro. In quelle condizioni Barkman poteva solo morire. Con un solo braccio non riusciva a reggere il potente martello magico che cadde a terra, privando l'orco sia dell'arma che della corazza magica. Zakk fu molto abile ed estrasse rapidamente la lancia con stupore, Barkman si era letteralmente impalato da solo. Fece un rapido passo all'indietro caricando un salto, poi sembrò spiccare il volo tale era la velocità di quel mortale salto.  Colpì l'orco barcollante e ormai disarmato sulla fronte con il piatto della lama, facendolo crollare in ginocchio.
"Hai perso!"
Zakk roteò fulmineo su se stesso caricando un potente calcio che colpì l'orco sotto il mento, facendolo crollare a terra, poi il drow gli fu sopra appoggiando un piede sulla spalla martoriata dicendogli:
"Rassegnati Barkman figlio di Kruss, voi orchi non potete certo competere... Anche se stavolta è stato più divertente del solito, e sarà ancor più divertente schiavizzare l'intera tribù per una tua debolezza, Barkman figlio di Kruss."
Le parole taglienti come lame di Zakk avevano lo scopo di far precipitare Barkman nella più cupa disperazione, addossandogli tutto il peso della sconfitta
L'orco in risposta sputò  catarro e sangue addosso all'elfo con tutto il disprezzo che poteva provare per le spregevoli meschinità di quella razza potente e senza onore. Zakk non prese molto bene quello sputo tanto da fargli impugnare la Naginata a due mani, calando il colpo mortale verso il cuore dell'orco. Barkman raccolse le sue ultime energie ed in uno spasimo di dolore scosse la spalla ferita sopra la quale Zakk era appoggiato, facendogli perdere quanto basta l'equilibrio per veder deviare la Naginata verso la spalla già distrutta. Il dolore fu accecante e l'orco percepì chiararamente l'orribile scricchiolio di un osso che si rompeva e la lama che si incastrava in esso. Urlò di furia e disperazione colpendo con tutta la sua forza il ginocchio del drow con un potente pugno con il guanto metallico. Il pugno ebbe un effetto devastante: il ginocchio di Zakk esplose letteralmente ed una rosa carminia di sangue ed osso lo sostituì. L'elfo cadde a terra avvinghiato al gigantesco orco, incredulo di quello che era successo. Zakk spalancò gli occhi di orrore, assolutamente disgustato di se stesso per non essere riuscito a schivare il micidiale pugno. I due guerrieri erano avvinghiati a terra e la situazione si era chiaramente ribaltata, pochissime creature potevano reggere il confronto fisico ravvicinato con un orco gigantesco come Barkman, e Zakk non era una di quelle. Nonostante la situazione critica l'elfo sibilò velenoso:
"Pare che la situazione si sia ribaltata ma ti devo confessare che la mia lancia era avvelenata, non passerai la notte."
Barkman lo fissò con gli occhi carichi d'odio poi senza aggiungere altro allungò il guanto metallico ancora pieno del sangue dell'elfo sulla faccia delicata del drow e schiacciò con tutta la sua forza. Zakk urlò di dolore mentre l'orco gli schiacciava i bulbi oculari e gli riduceva la faccia ad una maschera sangiunante, poi la mano guantata si chiuse sul collo muscoloso ma sottile del drow e strinse con tutta la sua forza finché non percepì distintamente lo scricchiolio delle ossa del collo che si spezzavano.
La folla era in assoluto silenzio. Barkman si alzò in piedi barcollante e cosparso di sangue, con un ringhio si strappò dalla spalla quella fastidiosa Naginata. Alzò il braccio ancora buono verso il cielo nero della grotta. Rivolto alla fazione elfica, gridò:
"La storia cambia!"
La folla orchesca parve esplodere di urla di giubilio mentre gli elfi scuri osservavano con calma glaciale la scena, ma nel profondo dei loro cuori oscuri stavano tutti tramando vendetta.

Da dietro le file degli orchi un individuo minuto con lunghi capelli biondi e lineamenti delicati in viso, sorrideva alla sconfitta in combattimento dei malvagi elfi scuri. Poi si volse e sparì nell'oscurità della grotta.

Il consiglio dei drow si riunì poco dopo l'assurda sconfitta, tutte le matroni dei più importanti casati erano presenti, come si confà ad un vero e proprio consiglio di guerra. Venne approvata una soluzione rapida che avrebbe permesso di progettare una chiara e terribile vendetta: una missione segreta, in solitaria, per scoprire da dove provenga la misteriosa forza magica degli orchi. Venne scelto un volontario all'unanimità, abbastanza abile da riuscire nella missione e abbastanza sconosciuto da poterlo condannare in caso la missione sarebbe stata scoperta. Chi meglio di Peller del casato di Mellos?

Il giovane drow si stava esercitando nella sua tenda dell'accampamento riflettendo sull'accaduto. Quello era un evento unico nel suo genere, mai avrebbe pensato che Zakk ne sarebbe uscito sconfitto dallo scontro con un orco. Ma era ben evidente che  non c'erano solo gli orchi da affrontare: c'era qualcuno dietro di loro che dirigeva eli aiutava a loro discapito, tramando la loro sconfitta. Si erano tramutati da predatori in prede. Ma chiunque siano i loro avversari avrebbero trovato pane per i loro denti, un drow era una creatura portata naturalmente alla guerra e all'inganno, tentare di fregarli con i loro stessi metodi sarebbe stato come tentare di acchiappare un gatto con una trappola per topi...
Le sue scimitarre roteavano nell'aria descrivendo eleganti fendenti, stava eseguendo una speciale danza elaborata dai più grandi spadaccini drow che li spingeva ad allenare ogni muscolo del corpo in modo da avere una perfetta padronanza di esso, era la Danza del Ragno.
Mika osservava dalle aperture della tenda il fratello minore che eseguiva con grazia, equilibrio e potenza l'elaborata Danza del Ragno. Il corpo di Peller era come un'opera d'arte: una scultura viva che pulsava di vita e di forza, si poteva notare tutti i fasci di muscoli compatti che disegnavano quel corpo così allenato, ad ogni affondo della danza il suo corpo di contraeva e l'aria usciva rapidamente dai polmoni provocando un rumore simile ad uno strano sospiro. Quel sospiro era l'essenza del combattimento drow, quelle contrazioni spingevano il corpo ad accelerare bruscamente alcuni movimenti, rendendoli quindi più fluidi e mortali.
Mika entrò a passo deciso nella tenda e Peller che interruppe subito la sua danza per quell'ingresso inaspettato:
"Onorevole sorella..."
Peller chinò leggermente la fronte sudata al cospetto della sorella, il rispetto per le femmine assieme al disprezzo per le altre razze era la prima cosa che insegnavano ai giovani drow.
"Peller, la tua danza del ragno sembra che migliori continuamente, forse c'è un motivo per cui abbiamo lo stesso sangue..." Un complimento velato, ed equamente diviso tra loro due ma era il meglio che poteva chiedere da una come Mika. La ragazza drow si avvicinò facendo frusciare la veste di seta viola che mandava strani riflessi alla fioca luce delle torce magiche dell'accampamento, allungò una mano sottile ed affilata ed accarezzò il ventre del drow, risalendo poi verso il mento del fratello per stringerlo e costringerlo a guardarla negli occhi. Peller era l'unico con gli occhi viola della famiglia, Mika li aveva rosso sangue, un colore che certo si addiceva al suo rango di sacerdotessa.
 "Peller sei stato scelto per una missione in segreto, dovrai infliarti furtivamente nell'accampamento orchesco e scoprire da dove prendono quella squallida magia" La sacerdotessa fece una pausa avvicinandosi di più a Peller e avvolse le mani attorno alla vita tonica e muscolosa del guerriero, la sua voce era un sussurro ma lo colpì come un maglio:
"Inutile dire che se ti scopriranno il concilio negherà che la missione ti è stata assegnata e ti condanneranno a morte secondo le leggi orchesche..."
Si avvicinò ancora un po', le loro labbra si sfioravano, Mika sorrise e concluse:
"Ma torna da me, dopotutto il sangue della nostra famiglia non deve venire sprecato" Le loro labbra si unirono fugacemente poi Mika si staccò e si allontanò lentamente dicendo:
"La tua missione è già iniziata, appena sarai pronto vai", poi la ragazza si leccò le labbra con fare malizioso e se ne andò.
Peller trasse un sospiro di sollievo quando lei uscì, Mika era lunatica e aveva degli scatti d'ira veramente terribili inoltre in tutte quelle eccitanti situazione, tipiche nell'usanza drow il maschio non doveva assolutamente prendere alcuna iniziativa, tutto il potere era conferito alla donna, anche nei rapporti più intimi. Un "cedimento" del maschio alle provocazioni della femmina sarebbe stato classificato come debolezza, e la debolezza veniva espiata in un unico modo: la morte. I drow maschi venivano continuamente provocati dalle femmine, ormai Peller c'era abituato ma doveva stare sempre attento, per ingraziarsi la Regina Ragno le sacerdotesse sarebbero ben felici di sacrificare un fratello "debole" e quindi indegno.
Non c'era altro tempo per riflettere, il consiglio gli aveva affidato una missione importante e non avrebbe fallito. Iniziò a vestirsi indossando dei comodi abiti di pelle nera, legandosi alla vita una cintura con il suo fedele Kriss, le scimitarre ed un misterioso sacchetto.  Poi si avvolse in un mantello leggero e lievemente luccicante. Quel mantello era magicamente incantato ed aiutava il drow a nascondersi nell'oscurità quello che c'era sotto, raccolse i capelli in una coda e si vestì rapidamente, impugnò le sue scimitarre, controllandone l'affilatura, le reinfilò nei foderi poi uscì dalla tenda, silenzioso come il vento: un ombra tra le ombre.
Passò attraverso l'accampamento indisturbato, coperto con il mantello da pericolosi sguardi indiscreti, si incamminò rapidamente verso l'estremità occidentale della caverna, dopo pochi minuti di rapido cammino vi giunse e si rese conto dell'enormità di quel luogo. Le pareti della grotta erano liscie e umide e sporadici rigagnoli d'acqua modificavano per sempre la struttura della caverna, costituendo lentamente stalattiti e stalagmiti di decine di metri. Poteva vedere bene l'accampamento orchesco: a livello del terreno c'era tutta la truppa e le persone di poca importanza, su un colle di roccia all'interno della caverna sovrastava una gigantesca tenda fatta con pelli di diversi animali. Li era sicuramente poteva trovare le informazioni che cercava. Costeggiò la caverna passando come un ombra attraverso il campo orchesco, gli orchi erano troppo impegnati in festeggiamenti per notare un'ombra che rapida e silenziosa si dirigeva verso la tenda che sovrastava tutto l'accampamento. Arrivò ai piedi del colle e si accorse immediatamente che per raggiungerlo c'era soltanto una ripida scalinata intagliata nella roccia, sicuramente con la magia. Un altro sfoggio di magia... Gli orchi dovevano essere veramente sicuri di loro stessi per esporre così la nuova ed insolita magia ai pericolosi drow. La scalinata era protetta da due guardie armate fino ai denti e lui non aveva per niente voglia di affrontarle. Usare la levitazione per risalire le pareti non era per niente sicuro in quanto sarebbe stato completamente esposto ed inoltre non era un incantesimo che padroneggiasse con estrema chiarezza. No, doveva arrampicarsi su quelle ripide pareti di roccia. Gli orchi più vicini erano ormai ubriachi di alcol ed ebbri di gioia per l'insolita vittoria. Tanto che non badarono a quell'ombra più scura delle altre che si muoveva alla base del colle roccioso. Peller trovò un canale nella roccia, un insenatura che risaliva per una decina di metri, arrivando sulla sommità del colle. L'elfo ripiegò il mantello che lo rendeva parzialmente invisibile nell'oscurità e se se lo avvolse attorno al capo e al busto, lasciando trasparire dalla seta nera solo quelle due perle viola che erano gli occhi. Poi aprì un sacchetto di pelle legato alla vita e vi inserì le mani strofinandole per bene con la strana polvere contenuta al suo interno. Quando l'elfo scuro estrasse le mani esse erano completamente ricoperte da piccole scaglie violacee e cangianti alla luce delle torce che rendevano incredibilmente ruvide le mani permettendo a Peller di arrampicarsi agevolemente anche sulla roccia più liscia. Appoggiò le mani a palmo aperto sulla roccia e contrasse i muscoli delle braccia, portanto contemporaneamente in su i piedi, infilandoli nelle numerose insenature naturali di quella scalinata improvvisata. Salì rapido come il vento quell'insenatura rocciosa a tal punto che arrivato in cima i muscoli delle braccia che gli dolevano per lo sforzo sostenuto.
La tenda orchesca era costituita da numerosi pali di legno impiantati a forza nella dura roccia grazie a delle punte di acciaio, alla struttura di pali erano appese numerose pelli di svariate creature che Peller non conobbe, probabilmente tutte creature della superficie. Sapeva però che maggiori erano i tipi di pelle che ricoprivano una tenda e maggiore era l'importanza della tenda stessa. Su di essa Peller non riusciva a vedere due pelli dello stesso tipo... Si avvicinò furtivo, restando rannicchiato sulle ginocchia per non farsi vedere da sguardi indiscreti, estrasse il piccolo ed affilato Kriss ed eseguì un piccolo taglio nella tenda, tanto da permettere al suo occhio di vedere l'interno, le sue orecchie sensibili si misero in allarme per captare qualsiasi suono che presagiva pericolo.
L'interno della tenda era calda e spaziosa, luminose torcie giallastre illuminavano la scena di una tiepida luce e di un piacevole calore, la tenda sarebbe stata considerata piuttosto spartana per un elfo chiaro ma era sontuosamente arredata per gli standard degli orchi. Un elaborata composizione di tappeti faceva da pavimento, dalla parte opposta dell'entrata si poteva intravedere uno scranno piuttosto sontuoso estratto da un gigantesco teschio di qualche animale, sui braccioli spuntavano dei denti conici ed appuntiti, non doveva essere una sedia particolarmente comoda per il grosso orco dalla pelle grigia che vi sedeva sopra. Ma l'attenzione di Peller venne catapultata al centro della tenda dove c'erano tre figure con lunghi mantelli, due di essi erano elfi chiarie un terzo era un orco, probabilmente un chierico. La consapevolezza di una possibile alleanza tra elfi chiari e orchi fece rabbrividire l'impavido drow. Sul tavolo giaceva supino un corpo in fin di vita e Peller vi riconobbe Barkman, l'orco che aveva combattuto contro Zakk, ik suo micidiale martello da guerra giaceva appoggiato al tavolo.
"Non va per niente bene, il veleno è entrato troppo in profondità" disse il chierico
"Incapace! Inetto! Non è accettabile che dopo la vittoria Barkman muoia per il veleno di quel cane!" L'orco seduto sullo scranno inveì contro il chierico, osservando digrignando i denti il corpo ormai in fin di vita di Barkman. Il capotribù non aveva preso molto bene la storia dell'avvelenamento e capiva benissimo le complicazioni di un eventuale morte del guerriero, i drow potevano richiedere un secondo duello e la prospettiva non gli piaceva affatto. Fissò gli elfi: uno di essi aveva lunghi capelli bianchi raccolti in un nodo sulla nuca e aveva un aria solenne ed importante; il suo compagno invece, sicuramente più giovane, osservava guardingo gli orchi attorno a se, poco fiducioso da quei momentanei alleati.
"E voi non dite niente?" chiese Kruss, a cui l'elfo anziano rispose:
"Onorevole capotribù Kruss, il veleno drow è infido proprio come loro ed attacca tutti i tessuti espandendosi lungo i fluidi del corpo, ormai non c'è più nulla da fare..."
"Facili parole, tanto voi avete il culo coperto..." intervenì il chierico orco con tono sprezzante. Il giovane elfo si fece avanti avvicinandosi di un passo al chierico e fissandolo negli occhi dal basso verso l'alto.
"Vuoi forse negare che il nostro intervento sia stato fondamentale? Chi ha incantato il martello? Chi ha impedito che il vostro campione non venisse decapitato dal drow al primo colpo?"
L'elfo più giovane parlò con impulsività, giudato dalla diffidenza per gli orchi e per la naturale arroganza della sua razza, ma una mano del compagno più anziano placò subito il suo sangue bollente e riportò la calma nella tenda. Il chierico non sapeva cosa ribattere e dalla sua espressione accigliata pareva quasi voler saltare addosso al giovane elfo.
"Onorevole Krull ed onorevole chierico, perdonate i modi impulsivi di mio figlio Gaeron, purtroppo l'ho viziato un po' troppo e non sa bene quando è il momento di stare in silenzio"
Si allontanò lentamente dal tavolo intanto che Gaeron arrossiva come un bambino scoperto con le mani del sacco, ed il chierico si tranquillizzava. I due elfi si mossero lentamente verso l'uscita della tenda quando furono sul ciglio l'anziano mise una mano sul bordo del cappuccio ed osservò il capotribù con determinati occhi di zaffiro.
"Comunuqe sia noi non possiamo fare altro per Barkman, è un veleno potente e di origine magica, infatti non c'è più nel sangue ma è stato totalmente assorbito dai muscoli del corpo... Non so in quanto tempo lo finirà ma so che lo porterà alla morte, i veleni drow non danno scampo... Mi dispiace Kruss, mi farò sentire al più presto"
Il capotribù, rosso di rabbia e dolore era come una bomba pronta ad esplodere, si alzò di scatto dal trono scaricando la sua rabbia in una potente manata che spezzò in due uno dei grossi denti situati vicino ai braccioli del trono, la sua mano si ferì e il sangue prese a scorrere copioso lungo il polso per poi gocciolare a terra, denso e purpureo. Strinse la mano a pugno e leccò il sangue che colava in uno strano rito. Poi strinse il pugno con forza fino a che le nocche impallidirono e i muscoli del braccio si gonfiarono.
"Me la pagheranno..." sibilò "Lo giuro sul mio sangue"
Gli elfi fecero un piccolo inchino, sollevarono i cappucci sulla testa ed uscirono dalla tenda con un fruscio di vesti. Intanto il sangue si accumulava lentamente alla base del trono...
Peller sorrise e si ritrasse lontano dall'uscita accerchiando la tenda, lui conosceva Zakk come suo maestro di accademia e conosceva il terribile veleno che utilizzava, estratto direttamente dalle fauci di un Drider, il veleno si chiamava Seconda Vita. Il suo scopo era che oltre ad uccidere il malcapitato, impediva il decadimento naturale del corpo, e rendeva i tessuti infetti più resistenti. Il Seconda Vita donava in effetti una seconda e terribile vita trasformando i soggetti in dei Golem, ovvero degli inarrestabili cadaveri ambulanti che seguivano qualunque mossa di chi li aveva creat. Erano in assoluto i guerrieri più fedeli che un mago possa trovare e probabilmente i più potenti che avesse potuto creare. Ma l'effetto del Seconda Vita è estremamente complicato da ottenere e necessita di una potente energia magica che solo una potente sacerdotessa può avere. Nonostante le difficoltà dell'incantesimo, la consapevolezza che gli orchi avevano un nemico terribile nel cuore del loro accampamento rincuorava l'ambizioso drow. Poi un altro piano, molto più infido e degno della sua mente brillante e malvagia... Ma adesso non c'era tempo da perdere, si acquattò dietro la tenda cercando di percepire i rumori dei due elfi che scendevano dalla scalinata scavata nella pietra, il drow era pienamente soddisfatto delle informazioni ricevute: Barkman si sarebbe trasformato in un potentissimo Golem, il controllo del golem era la chiave per aprire la porta della vittoria. Bisognava assolutamente impossessarsene e aveva già un idea, ma gli serviva l'aiuto dell'onorevole sorella Mika.
Il drow fece a ritroso la strada che aveva percorso, scendendo agilmente dalla rupe di roccia e scomparendo nella notte come un ombra tra le altre in quell'oscura grotta, riutornando all'accampamento.

*

Peller osservava la triste scena che si profilava sotto di lui, indeciso sul farsi. Artuik era un ragazzino simpatico e aveva tutte le caratteristiche necessarie per rendersi utile a lui e al suo piano, gli orchi stringevano lentamente il cerchio attorno al piccolo elfo chiaro, Peller decise di intervenire. Frugò rapido nel suo mantello ed estrasse una piccola cerbottana con una minuscola freccia incantata detta Pywa. La freccia riusciva a far transitare una creatura vivente in se, imprigionandola  per poi liberarla all'ultimo momento. Certo, toccava un piccolo sacrificio... Peller si sfilò rapidamente il guanto e si punse il dito facendo sgorgare una goccia di sangue e vi intinse la Pywa. Adesso la freccia era pronta, quando sarebbe arrivata al bersaglio il drow sarebbe apparso come un fantasma, l'effetto sorpresa era assicurato. Il guerriero si portò la cerbottana alla bocca e soffiò. La Pywa trapassò l'aria con la velocità di un proiettile e quando arrivò a contatto con il terreno roccioso tra Artuik e gli orchi esplose in una nuvoletta di fumo. I nemici furono spiazzati da quell'insolito trucchetto ma pensando che fosse soltanto un trucco per permettere al giovane Artuik di fuggire si buttarono in avanti con foga. E morirono. Peller apparve dalla nuvoletta, armato fino ai denti e con le scimitarre spianate il primo orco che vide la sua pelle scura si ritrasse terrorizzato ben conscio della terribile fama dei drow, le scimitarre volteggiavano in aria, Peller colì il primo avversario ad un ginocchio, lacerandone i tendini e facendolo crollare a terra poi la scimitarra gemella finì il lavoro trapassandogli la gola. L'orco morì gorgogliando maledizioni contro di lui, Peller non vi fece caso e sfruttando la confusione creata si lanciò nella mischia. Gli orchi erano nemici formidabili sulla lunga distanza in modo che possano usare le loro grosse armi a due mani e tutta la loro forza fisica. Ma Peller era ben conscio di questo ed era per questo che utilizzava due armi corte come le scimitarre. Il secondo avversario tentò di colpirlo con la possente ascia bipenne ma Peller si scansò con una capirola a terra e l'ascia si piantò nella parete legnosa della capanna, Peller ne approfittò ed in un turbinio di scimitarre colpì prima le braccia dell'orco amputandole, poi troncò le urla dell'orco urlante con un colpo a forbicie che decapitò di netto la testa del malcapitato, che crollò a terra in una chiazza purpurea.
Peller era un'impressionante macchina da guerra, si muoveva rapido e silenzioso troncando arti e teste con una certa soddisfazione, pareva un demone evocato dai più oscuri abissi dell'inferno, gli orchi che riuscirono a sfuggire a quel demone incarnato non esitarono a ritirarsi nel bosco ringhiando maledizioni contro il drow. Il pericolo per Peller non era finito, gli elfi si erano accorti della sua fuga ed accorrevano con le Naginata spianate verso Peller...
"Ingrati..."
Non poteva aspettarsi di meglio da degli elfi chiari, gli elfi "buoni". Peccato che erano buoni solo con chi era d'accordo con loro, gli altri li trattavano con disprezzo o li ammazzavano. Peller era già pronto, la sua mano si infilò nel mantello ed estrasse la seconda Pywa, gliene rimanevano solo 3, intinse la freccia nel sangue del dito poi si volse rapidamente verso Artuik che era crollato terrorizzato dallo scontro e dal sangue, appoggiandosi pesantemente alla parete della capanna. Peller lo sollevò di peso e gli puntò la scimitarra alla gola, guardando ghignando i falsi buoni in arrivo per fargli la pelle. La carica degli elfi subì un brusco rallentamento in vista del giovane Artuik minacciato dalla crudele lama di Peller ma subì un blocco deciso quando una voce femminile sovrastò tutto il loro fragore.
"Fermiii!!!"
La carica elfica si fermò e da dietro apparve la sacerdotessa di prima, carica di apprensione per il figlio.
"M-mamma" piagnucolò il piccolo elfo
"Silenzio Artuik, e ringrazia tua madre, è solo merito suo se sei ancora vivo... Ah già poi è anche merito mio..." Peller parlò ad alta voce in modo che gli elfi potessero sentire
"Cane bastardo, vigliacco!" ringhiò un minaccioso elfo con una fascia nera in testa e una grossa alabarda sporca di sangue.
"Vigliacco... Bastardo... E' questo il ringraziamento che voi culi bianchi riservate per chi affronta da solo una decina di orchie salva la vita ad un vostro consanguineo? Siete fottutamente ingrati!"
Il numero citato da Peller era vero, bastava vedere l'impressionanante quantità di braccia mozzate e cadaveri decapitati li attorno. Intanto che Peller parlava la mano libera dalla scimitarra che impugnava una Pywa già bagnata del suo sangue punse il fianco del ragazzo strappandogli un gemito di dolore.
"Tu parli troppo, elfo scuro adesso perirai, come è stato deciso dal consiglio che ti piaccia o no" L'elfo con l'alabarda insanguinata era l'unico che parlava, probabilmente era una personalità importante. "Altynel, folgoralo!" disse rivolto alla sacerdotessa che annuì tristemente ed iniziò a muovere le mani per invocare un incantesimo che avrebbe creato un fulmine.
Intanto la mano di Peller aveva estratto la cerbottana e l'aveva armata con la Pywa carica di doppio sangue.
"Mi dispiace Peller, ma non ti sei comportato a modo..." Altynel parlò con voce triste, guardando il drow dritto negli occhi. In quel momento Peller estrasse la cerbottana con la mano libera esparò la Pywa nel mezzo del bosco, il primo albero che avrebbe incontrato sarebbe stata la sua salvezza dal terribile incantesimo.
1...
2...
3...
Il bersaglio della Pywa doveva essere piuttosto lontano e se avesse aspettato ancora Altynel lo avrebbe folgorato.
4...
5...
"Altynel! Fulminaloo!!" disse l'elfo dalla scimitarra insanguinata, esasperato dalla snervante attesa.
6...
7...
In quel momento Peller sogghignò, non capendo perché la sacerdotessa esitasse così a lungo, poi un istante dopo disse:
"Grazie sacerdotessa... Hahaha"
E sparì in una nuvoletta di fumo grigio.

"Maledizione Altynel che ti è presoooo!?" L'elfo era furioso per la fuga del drow e del rapimento di Artuik
"MI dispiace, ma il drow aveva una corazza magica che dovevo eludere..." Anche il più stolto delle guardie avrebbe percepito la bugia della sacerdotessa ma solo una guardia veramente stolta si sarebbe permessa di contraddirla. Infatti nessuno lo fece, e nessuno seppe che non fu un armatura magica a bloccare il fulmine, o il micidiale sguardo lavanda del drow. Erano gli occhi azzurri del piccolo elfo, lucidi di lacrime in una tacita preghiera...
  
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