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Autore: orkaluka    22/08/2010    1 recensioni
La solitudine di un'anima alla deriva, in un corpo suo che appertiene a qualcun'altro. Attenzione: durante il racconto si alterneranno tre narratori, tutti in prima persona
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La solitudine, non la puoi concepire finché non l’hai provata tu stesso. La solitudine di un’anima alla deriva, in un corpo suo che appartiene a qualcun altro. Inevitabile è la fine che spetterà a una di noi quando il destino deciderà che ciò deve accadere. Qualcuno mi ha detto che le vite di ognuno di noi sono come dei cerchi, perfetti nella loro rotondezza, che prima o poi si chiuderanno, iniziando un nuovo ciclo. Nonostante io ci creda non posso non pensare che la mia vita ora sembri una retta, una retta senza fine, con mille ripetizioni, come posso pensare che prima o poi il mio cerchio si chiuda? Scusa ;è vero,mi correggo, come posso pensare che il nostro cerchio si chiuderà?

Ciao Monica,pensai con cautela, come ti senti stamattina?

Come al solito, tu?

Oggi dobbiamo abbiamo in programma due compiti in classe, vuoi fare tu quello di storia? Cercai di tirarle su il morale.

Sarebbe veramente fantastico, grazie. Oggi chimica, non ho neanche bisogno di chiederti se sei pronta, tu per la chimica sei nata pronta.

Monica poteva prendere possesso del suo corpo solo per un lasso di tempo relativamente breve, il rischio che correvamo ogni volta era alto, se per errore avesse preso troppo controllo sul corpo io sarei stata spazzata via, se io non le avessi lasciato il giusto spazio lei sarebbe morta. Questa era stata una di quelle linee sottilissime, difficilmente percepibili, inizialmente, quando lei si era risvegliata in me dopo due anni che abitavamo lo stesso corpo inconsciamente, era stato complicato, ora la concentrazione per non perderla mi sembrava nulla. Sapevo che per non perderla mi sarei sacrificata, lei era tutto per me, la mia migliore amica e una sorella gemella, avevamo un rispetto una dell’altra che sfiorava l’adorazione. Eravamo in perfetta sintonia, equilibrate come solo una bilancia in assenza di pesi può essere, lei adorava le materie umanistiche, ricordava tutte le date più possibili immaginabili, ogni tanto qualcuno per scherzo ci diceva una data a caso e lei riusciva sempre a trovare un evento accaduto in quel anno, mese o giorno, invece io preferivo di gran lunga le materie scientifiche, mi piaceva calcolare, trovare soluzione utilizzando solo la logica. Sapevo di farla felice permettendole di fare l’esperimento di storia, la convivenza forzata ci aveva regalato una conoscenza profondissima l’una dell’altra.

  
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