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Autore: Lady Furianera    23/08/2010    7 recensioni
Edward passa tutti i giorni nel cimitero sulla collinetta non lontano dalla sua città. Passa sempre là perchè c'è suo fratello. E tante altre persone dimenticate da Dio, da chi le amava e da tutti quelli che almeno una volta sono entrati in quel cimitero.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Pieces.

Si dice che chi passa molto tempo nei cimiteri abbia la coscienza sporca. Si dice che chi passa molto tempo nei cimiteri non abbia compiuto il proprio dovere quando ne aveva la possibilità. Ma al contrario delle malelingue della gente, la maggior parte delle persone ha solo troppi rimpianti. Come Edward.

Edward è una persona abitudinaria. Non pigra, abitudinaria. Sono due cose ben diverse.

Edward si alza molto presto, la mattina. Verso le quattro e mezza del mattino, così po' vedere il sole svegliarsi con lui. Non gli serve la sveglia: ha un piccolo orologio dentro il cuore che gli sussurra “svegliati, Edward. E' ora di andare”. Allora lui ubbidisce. Grazie a quel piccolo orologio non è mai in ritardo. Anche se in molti si chiedono per cosa, non è mai in ritardo.

La casa di Edward è un vuoto appartamento di periferia. Quel genere di periferia dove le ragazze hanno paura di passare. Quel genere di periferia che le vecchiette raccomandano ai nipoti di non frequentare mai. Quel genere di periferia che a Edward piace perchè pensa che lo rappresenti. Quando qualcuno lo vede uscire da casa, quando qualcuno lo vede arrivare da quel postaccio – come lo chiamano – non possono far altro che girarsi dall'altro lato. Ne parlano male. Lo trattano come un pazzo con la peste. Nessuno risponde mai al suo “buongiorno”. Nessuno tranne chi capisce cosa significhi venire trattati come lui. Nessuno tranne chi viene trattato come lui.

Edward fa colazione in una piccola caffetteria del centro. A casa si sente solo e quel piccolo locale è l'unico che apre tanto presto. Si siede su uno sgabello al bancone e con il solito tono gentile esclama: “Il solito, grazie!” Sa che arriverà una ragazza dai capelli scuri che gli servirà un caffè lungo chiedendogli se preferisce zucchero normale oppure di canna. Conosce già la risposta, ma domanda per principio. E per principio, Edward risponde normale. “Ci vai anche questa mattina?” Versa lo zucchero e ad un cenno di fermarsi di lui, lo ripone accanto alla tazza di tè di un qualche altro cliente mattiniero. “Certo che sì! E tu cosa farai quest'oggi, Noha?” “Lavorerò come sempre, Edward”. Finisce di corsa il suo caffè, saluta Noha e se ne va per la sua strada. Una strada che nessuno conosce. Una strada che percorre sempre alla stessa ora. In molti si chiedono dove porti, quella strada.

Edward adora quando ha ancora la lingua scottata dal caffè e il profumo che viene dal negozio di fiori lo investe. Gli piace moltissimo quell'aroma di terra umida e il rumore degli spifferi di vento tra i petali dei fiori colorati, quando si apre la porta. La signora che gestisce il negozio, a quell'ora sistema ancora i vasi in vetrina e Edward si ferma un momento a guardarla prima di chiedere “un mazzo di gigli e iris, per favore! E che sia grande!” Con un sorriso un po' stanco, la donna glieli porge. “Sempre per quello?” E a Edward non rimane che annuire. Prende quel mazzo un po' più grande del previsto e va. Sempre nello stesso posto, sempre per lo stesso motivo. Sempre per la stessa strada.

Edward ha percorso tutta la strada anche oggi. Si stringe nel cappotto: su quella collinetta tira sempre il vento. Quando apre il cancello di ferro e sorride compiaciuto. Passa in rassegna un po' tutte le lapidi. Cambia l'acqua ai fiori. Se alcuni sono appassiti, li toglie e aggiunge qualche iris. Poi si avvia verso il fondo. E sorride di nuovo.

Il posto è il cimitero. Il motivo è suo fratello. "Buongiorno, Al! Come stai, quest'oggi? Spero tu non abbia freddo. Sai, oggi Noha era più felice del solito... il suo sorriso era lievemente più sincero... Ah, l'olio che ho messo ieri ha funzionato! Il cancello non cigola più e..."Quando il sole s'addormenta, Edward sente di nuovo quel piccolo orologio. “Va via Edward, tornerai domattina” gli dice. Allora lui ubbidisce. E torna nel suo vuoto appartamento di periferia. Quel genere di periferia trascurata e un po' triste, ma che ha sempre il suo fascino. Quel genere di periferia che a Edward piace perchè pensa che lo rappresenti.

Edward passa tutti i giorni nel cimitero sulla collinetta non lontano dalla sua città. Passa sempre là perchè c'è suo fratello. E tante altre persone dimenticate da Dio, da chi le amava e da tutti quelli che almeno una volta sono entrati in quel cimitero. Passa sempre là perchè ha un rimpianto: non essere morto prima di suo fratello. Edward non ha paura di guardare in faccia al suo rimpianto. Edward lo affronta ogni giorno. E ogni giorno racconta a suo fratello di come lo sconfigge. E ogni giorno ha un pezzo di vita da raccontare. Pezzi di vita che salgono in cielo e lo precedono da lui.

 

 

   
 
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