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Autore: Lilyan    17/10/2005    4 recensioni
Se vi capitasse di dover essere costretti a passare del tempo con chi proprio non sopportate...come reagireste? E se poi scopriste che.... Non vi anticipo niente... leggete!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Legami Invisibili

Legami Invisibili

di Lilyan

 

19. A volte… le cose cambiano

 

A colazione, quella mattina, Hermione non smetteva di raccontare di quanto fosse fantastico dormire di nuovo nel proprio letto e, soprattutto, nella propria camera. Aveva passato tutto il pomeriggio e la sera a chiacchierare con le compagne di stanza, cosa che non faceva da molto. E da come sorrideva e dall’allegria che sprizzava da tutti i pori, si capiva benissimo che fosse davvero contenta. Il pensiero di Harry e Draco rinchiusi chissà dove, l’aveva sì accompagnata tutto il tempo, ma la gioia per la ritrovata libertà era di gran lunga maggiore.

La voce si era già sparsa a macchia d’olio. Tutti ormai sapevano che Hermione e Draco non erano più legati tra loro, ma mentre molti gioivano di questa cosa, alcuni, tra cui i professori, non sapevano ancora se fosse stato davvero un bene allontanare i due ragazzi. Troppe persone erano ormai coinvolte, e forse il fatto di poter avvicinare finalmente Grifondoro e Serpeverde doveva essere maggiormente considerato prima di agire.

Silente, invece, sorrideva di tutto ciò.

Dai suoi occhialetti osservava tutti:

I colleghi insegnanti, che seppur non a viso aperto, non approvavano completamente la sua scelta di separarli, ritenuta troppo prematura.

Molti studenti di Grifondoro e Serpeverde, che non avendo colto l’importanza che quella situazione poteva avere, gioivano anch’essi della riacquistata libertà.

Alcuni ragazzi che, in fondo, capivano che da quel giorno le cose sarebbero, purtroppo, tornate come prima.

E soprattutto, aveva notato che due studenti mancavano all’appello. Draco Malfoy e Harry Potter.

 

- Tu adesso me lo devi dire! – Urlò Harry.

- Che diavolo?… mollami Potter! – Draco strattonò Harry, che gli aveva arpionato letteralmente un braccio trascinandolo in uno stanzino in disuso sotto le scale.

- Non te ne vai fino a che non mi spieghi che cosa volevi dire ieri sera! – Harry era davvero fuori di sé.

- Di che cosa parli sfregiato? – Il Serpeverde non capiva davvero l’alterazione di Potter.

- Non fare il furbo, Malfoy! Di che diavolo parlavi ieri sera quando stavi scendendo le scale? – Harry fissava intensamente Draco. Voleva avere una risposta una volta per tutte.

Draco esitò un attimo. – Quello che hai sentito! – Rispose serafico.

- Non giocare con me Malfoy! E per una volta cerca di essere sincero! -.

- Ma io non sto giocando. Hai capito benissimo quello che ho detto, ma se vuoi te lo ripeto: non voglio diventare come loro! – Era davvero determinato nel parlare.

- Tu non sai quello che dici! Ti rendi conto di quello che significa?- Harry era a dir poco sconvolto. Quelle poche parole mettevano a soqquadro tutte le certezze che credeva di avere riguardo a Malfoy… ora, tutto crollava davanti ai suoi occhi e non sapeva né se crederci, né se sarebbe stato in grado di farsene una ragiona.

- Io so benissimo quello che dico, piuttosto mi sembra che la cosa sia un problema per te! -.

- E non dovrebbe esserlo? Io credevo… tu… insomma… non puoi uscirtene con una cosa del genere e pensare che tutto sia a posto!-.

- Appunto! Te l’ho già detto, tu non sai nulla di me! Per te ero già condannato senza la possibilità di dire come la pensavo, vero? Credi di essere il solo a volere che le cose cambino e che il male venga sconfitto per sempre? Beh, benvenuto nella realtà Potter, dovrai fartene una ragione! – Draco aveva spinto Harry per farsi strada verso la porta finché, prima di uscire aggiunse – Non ti darò più alcun fastidio d’ora in poi, non temere. Ti chiedo solo una cosa… l’unico favore che ti abbia mai domandato e anche l’ultimo che sentirai dalla mia voce… -.

Harry ancora sotto shock annuì in attesa di sentire di cosa si trattasse.

- L’unica cosa… è che ti chiedo di non raccontarlo a nessuno. Non posso permettermi che qualcuno lo sappia, è ancora troppo presto -.

- Presto per cosa? – Chiese il Grifondoro, quasi senza pensare.

- Potter, tu sei l’unica persona, dopo Piton, al quale l’abbia mai detto. E se questa cosa arrivasse alle orecchie di mio padre… -. Draco rabbrividì al solo pensiero di che cosa sarebbe potuto accadergli. E anche Harry fu scosso dall’inquietudine. Non sapeva perché, ma non gli sembrava poi tanto strano che Lucius se la sarebbe presa col figlio, se fosse venuto a sapere di una simile chiacchiera.

- Va bene, te lo prometto… -.

- Grazie… – sussurrò appena il Serpeverde. – Io allora me ne vado -.

- … ma anche tu farai una cosa per me! – Il moretto si era ripreso e ora, con sguardo poco rassicurante fissava il nemico sorridendo.

- Lo sapevo che non me la sarei cavata con così poco… vero? Mai pensato che saresti stato un perfetto Serpeverde, Potter? Calcolatore, incline alla disobbedienza e alla ribellione, e ora anche ricattatore… mi sorprendi ogni giorno di più! – Draco stava anche lui sorridendo. – Allora che vuoi? Spara! -.

- Dimostramelo! -.

- Cosa? Cosa dovrei dimostrare? – In un secondo il Serpeverde aveva perso il suo sorriso.

- Dimostra che non vuoi diventare un mangiamorte come loro! -.

- Non è così facile Potter! Tu non sai quello che dici! Che io non lo voglia diventare… non significa che non lo sarò mai… non puoi capire! -.

- Io capisco che se non vuoi una cosa, devi lottare affinché quello che desideri si realizzi! Non sei da solo… e se vorrai aiuto, anch’io sono disposto a dartelo! – Harry era davvero convinto di quello che stava dicendo.

- Il grande Harry Potter salvatore del mondo all’opera! Sempre ad impicciarti dei fatti degli altri e nelle cose più grandi di te! Non sai nemmeno di cosa parli e la fai così semplice… se fosse stato facile, e soprattutto indolore… credi che non ci avrei già provato, credi che non lo avrei detto a mio padre… ? – Draco non urlava, ma il tono della voce era secco e risentito, segno che l’argomento lo toccava nel profondo.

- Ma se lo vuoi … -

- Non ci arrivi proprio, eh? Non importa quello che voglio io! Non è mai importato! Mio padre farà di me un mangiamorte anche contro la mia volontà! Se il Signore Oscuro chiama, nessuno può dirgli di no senza incontrare la morte… e stai sicuro che quello che vuole, lui lo ottiene! –

Draco senza lasciare ad Harry la possibilità di ribattere uscì in fretta dallo stanzino e si diresse verso il suo dormitorio senza nemmeno mangiare.

 

Erano ormai passate tre settimane dal loro ultimo incontro e Harry e Draco non si erano più rivolti la parola.

Sembrava tutto tornato alla solita normalità, se non per il fatto che, ora… si ignoravano.

Non si punzecchiavano più, non si insultavano, non si lanciavano incantesimi. Niente di niente. Sembravano due perfetti sconosciuti, nonostante i trascorsi burrascosi degli anni passati, dopo tutto il tempo che avevano dovuto passare assieme ed il legame che, nonostante le innumerevoli incomprensioni, ancora li univa.

Persino tra Grifondoro e Serpeverde era calato l’antico gelo. Solo ogni tanto, era capitato di scorgere Hermione e Draco insieme in biblioteca a fare i compiti. Non che i due parlassero molto. Sedevano in silenzio allo stesso tavolo, ognuno concentrato sui propri libri… ma l’idea iniziale di studiare insieme non era stata poi tanto male; entrambi erano molto intelligenti e si applicavano nello studio, che era piacevole condividere idee e dubbi sulle lezioni della giornata.

Più passavano i giorni però, più quella sorta di tregua appariva a tutti strana e atipica. Vedere Harry e Draco che quasi nemmeno si guardavano in faccia non era cosa da sottovalutare; il pensiero comune era che prima o poi se fossero scoppiati, avrebbero incenerito l’intera scuola.

Persino Harry era rimasto stupito dal comportamento del biondino… aveva davvero mantenuto la promessa e non lo aveva più scocciato, ma ad Harry la cosa pesava più di quanto non pensasse.

 

- Hei Potter, perché quella faccia? –

- Mhh? –

Quella mattina Blaise Zabini si era avvicinato a Harry nel cortile della scuola e ora sedeva al suo fianco.

- Ho chiesto perché hai quella faccia! Non era quello che hai sempre voluto? – Lo stuzzicò il Serpeverde.

- Che cosa avrei sempre voluto, secondo te? -.

- Liberarti di Malfoy, no? Meglio di così, si è tolto dai piedi da solo! -.

- Come… Che cosa ti ha detto? – Harry sapeva che dietro le parole di Zabini c’era di certo qualcosa che lui avrebbe dovuto sapere.

- Mi ha raccontato della vostra chiacchierata nel sottoscala… interessante, non credi? Ci ha messo un po’ di giorni a dirmi proprio TUTTO, ma alla fine non ce la faceva più a tenersi dentro un tale peso -.

- Tu lo trovi interessante? – Chiese incredulo il Grifondoro.

- Beh, credo proprio di sì, visto che ha parlato di certe cose prima con te, che con me che sono il suo migliore amico. E ti assicuro che io ne sono rimasto parecchio sconvolto! – Blaise sembrava davvero sincero mentre parlava.

- A chi lo dici! – Harry aveva forse trovato qualcuno a cui poter dire come si sentiva e che magari lo avrebbe anche capito. – Ma tu, sì insomma… tu come hai reagito? – Harry sapeva che stava pur sempre parlando con il figlio di un altro conosciuto mangiamorte.

- Sapevo che me lo avresti chiesto! Devi sapere che io, a differenza di Draco, ho da tempo sfidato mio padre sull’argomento… non è stato facile, e non lo è tutt’ora, ti risparmio i dettagli… ma non appena finirò la scuola me ne andrò di casa, e lui non mi prenderà più! -.

- Come fai ad esserne certo? Che non ti troverà, intendo. Come farai a sfuggirgli? -. Se possibile, le parole di Blaise sembravano ad Harry ancor più surreali della confessione di Draco. Che il mondo stesse tutto d’un tratto andando al contrario?

- Mio padre è quello che è, non ho scusanti per lui e per tutto quello che ha fatto… ma credo che alla fine abbia capito che ciò che lui vuole per me, non è quello che io desidero… e che piuttosto che cedere all’Oscuro, io morirei! Se non interferirò con la sua vita e se mi toglierò definitivamente dai piedi, credo proprio che non verrà mai a cercarmi – Blaise gli stava raccontando i suoi pensieri più nascosti come se nulla fosse e soprattutto come se si conoscessero da anni. Harry, stupito, non capiva come quel ragazzo possedesse tanta sicurezza e forza e per quale motivo stava rivelando quelle cose proprio a lui.

- Posso capire… - tentò di dire il Grifondoro - … ma se tu sei stato capace di ribellarti, se hai affrontato tuo padre, allora perché anche Draco non… - Blaise non gli lasciò nemmeno finire la frase.

- Vedi Harry, Draco sapeva da tempo come la pensavo su queste cose, ma prima di ieri non aveva mai fatto il minimo accenno al fatto che anche lui fosse d’accordo. Non posso parlare per lui, nonostante lo conosca molto bene, ma ti assicuro che essere il figlio di Lucius Malfoy, non è affatto semplice. Lucius non accetterebbe mai che il figlio infangasse il nome dei Malfoy rifiutandosi di diventare … beh lo sai… lo ucciderebbe con le proprie mani pur di non deludere il Signore Oscuro -.

- Un padre ucciderebbe il proprio figlio? – Harry era disgustato al solo pensiero e non credeva umanamente possibile una cosa del genere.

- Lucius è ormai preda di un delirio di onnipotenza. Da quando il Lord Oscuro è tornato, non vive che per il suo ritorno al potere e per sanare finalmente il mondo magico da quella che lui definisce feccia mezzosangue. Credimi, Harry, quell’uomo è pazzo e io lo capisco Draco se ha paura… io ne avrei, e molta… -.

Harry si stava facendo un’idea del perché Draco sembrasse intimorito nel confidargli quelle cose… doveva davvero essere spaventato… E lui che cosa aveva fatto? Invece di aiutarlo, lo aveva solo rimbeccato sul fatto che doveva ribellarsi al padre dando una dimostrazione del fatto che realmente non volesse divenire un mangiamorte… ma chi era lui per chiedergli una cosa del genere?

- Harry, Draco non sa assolutamente che io oggi sono qui a dirti tutto questo. E non l’ho fatto perché tu lo compatissi e nemmeno perché tu parta alla carica, cercando di convincerlo a fare di tutto per ribellarsi. Io gli voglio bene come a un fratello e ora so che anche tu sei legato a lui indissolubilmente. Non pretendo che tu capisca, ma ti chiedo di stargli vicino… ora ha più bisogno di te che di me, anche se ad entrambi la cosa sembrerà un po’ strana. Avete una grande opportunità tra le mani… non lasciatevela scappare… siete anime affini e potrete fare grandi cose se solo lo vorrete! -.

Harry era rimasto senza parole.

Non aveva mai pensato a Blaise come ad un ragazzo così profondo e pieno di buone qualità. Era un amico sincero e si stava veramente preoccupando per Draco…

Harry in quel momento si decise… avrebbe fatto in modo che le cose cambiassero.

 

- Credo tu abbia messo troppe radici di asfodelo in quella pozione! – Draco fece qualche passo indietro prima che il calderone di Hermione iniziasse a sputacchiare qua e là scintille di un verde acceso che non sembravano aver a che fare con il siero del sonno che stavano cercando di preparare.

- Tu credi? – Hermione si era a sua volta scostata e aveva iniziato a ridere di gusto nell’ammirare quella sorta di fuochi artificiali che uscivano dal pentolone. – A me non sembra poi così male! – La ragazza non riusciva a smettere di ridacchiare.

- Certo… se paragonato ai casini di Paciock, questo è un vero capolavoro… dovresti insegnarglielo! – Anche Draco era stato contagiato e ora sorrideva anche lui all’idea di Paciock che combinava un simile disastro durante una lezione di Piton.

- Oddio… n-non ce la faccio più, mi f-fa male la p-pancia dal ridere… - Senza nemmeno pensarci la Grifondoro si era appoggiata ad un braccio del Serpeverde per reggersi mentre ancora rideva. Draco a quel gesto rimase di sasso. Non capiva perché, ma non gli diede affatto fastidio. Anzi. Non avrebbe mai pensato che una simile azione da parte proprio della mezzosangue che aveva sempre insultato, potesse in un certo senso scaldargli il cuore. Non riusciva a descrivere la sensazione provata, ma era molto simile a come si sentiva quando parlava con Blaise. In effetti, da quando aveva passato tutto quel tempo con lei, aveva rivalutato parecchio Hermione, nonostante non lo avesse mai apertamente espresso. Era una ragazza molto intelligente e caparbia, e in fondo era anche carina… “ma perché diavolo Potter è così deficiente?” si chiese all’improvviso, pensando ai sentimenti di Harry nei confronti della compagna di casa. Draco non riusciva proprio a capire perché quel ragazzo facesse tutte quelle storie per confessare quello che provava alla Grifondoro.

- Ora è meglio fare qualcosa prima che l’aula si bruci! – Draco aveva preso la bacchetta e con un paio di incantesimi aveva spento il fuoco e svuotato il calderone. – Sarà meglio riprovare la prossima volta! – Malfoy sorrise.

Hermione rimase incantata per un attimo a guardarlo. Non lo aveva mai visto così rilassato e sereno… e a dirla tutta non era proprio niente male…

- Che c’è Granger, qualcosa non va? – Draco si era accorto che lo stava fissando.

Arrossendo lievemente in volto la ragazza distolse in fretta lo sguardo. – No, niente, è che è così strano vederti sorridere, sai… - riprese poi più sicura – assumi la stessa espressione di Harry quando è contento… - ma lasciò subito cadere il discorso. Le faceva male parlare di Harry da quando sembrava che il ragazzo facesse di tutto per tenerla lontana.

- Stai scherzando? Io somigliare allo sfregiato? E’ meglio che andiamo a pranzo, prima che ti venga in mente di dire un’altra sciocchezza! – Sbraitò Draco facendole strada e nascondendo un sorriso che gli aveva increspato le labbra.

 

- Signor Preside, siete sicuro di quello che state facendo? Non per mettere in dubbio le vostre scelte, ma credo che quei due non andranno d’accordo così in fretta e, se mi posso permettere, trovo sia stato un tantino avventato separare Draco dalla Granger così presto -. Piton stava in piedi di fronte a Silente che, seduto alla sua scrivania, lo guardava con un ghigno sulle labbra.

- Abbi pazienza Severus, non sottovalutarli, sono tutti ragazzi intelligenti e credo che presto otterremo i primi risultati -.

- Ma signore, Malfoy e Potter non ci sono riusciti in sette anni, cosa le dà la certezza che ora sia tutto diverso? – Piton aveva da tempo dei dubbi sull’integrità mentale del vecchio preside e ora stava, a suo dire, avendo le prime conferme.

- Ora anche Harry sa di avere un’anima affine e sa che questi è Draco. E non dubito che entrambi si siano confidati con qualcuno su questa situazione… vedrai Severus, questa partita avrà più protagonisti e io sono fiducioso sul fatto che si risolverà tutto per il meglio! – Silente sorrise soddisfatto vedendo il più giovane insegnante fissarlo incredulo.

- Draco non lo ha mai detto a nessuno, nemmeno a me, perché ora dovrebbe… -.

- Perché ora sa di avere un’occasione per ottenere quello che ha sempre voluto in questi ultimi sette anni - Lo zittì il Preside con il suo solito ghigno sulla faccia.

- E si può sapere cosa desidererebbe tanto Draco? – Chiese Piton incuriosito e alquanto stizzito.

- L’amicizia di Harry! –

- Draco volere l’amicizia di… Potter?! – l’espressione di Piton era un misto tra la sorpresa e il disgusto.

- Non fingere di non averlo ancora capito Severus… perché credi che Draco abbia tormentato Harry tutti questi anni, se non per attirarne l’attenzione su di sé? Lo conosci bene anche tu, in fondo non è un ragazzo malvagio come vuol far credere… - Silente si alzò dalla poltrona andando ad affacciarsi alla finestra del suo studio. Fuori ormai l’inverno stava prendendo il sopravvento e le ultime tracce dell’autunno stavano svanendo. – La guerra è vicina, Severus! Questi ragazzi tra poco saranno chiamati a schierarsi dall’una o dall’altra parte, con o senza il loro assenso. Molti di loro moriranno, e noi non potremo impedirlo. Anime innocenti sacrificate per cosa? Finché resteranno qui ad Hogwarts, dobbiamo cercare di fare tutto quello che è in nostro potere per proteggerli. Scopriranno troppo presto cosa significa soffrire… - Il vecchio professore si voltò un’ultima volta, guardando tristemente quello più giovane per poi smaterializzarsi con uno schiocco delle dita. E Piton rimase lì in quello studio ancora parecchi minuti prima di tornare alla propria stanza.

 

Stava camminando lungo un corridoio semideserto del secondo piano diretto alla biblioteca. Lo avrebbe trovato di certo lì e sapeva anche che lo doveva cercare nella sezione proibita. Nella sua testa si stava intanto ripetendo, per la centesima volta, quello che avrebbe dovuto dire e come lo avrebbe dovuto dire, per non scatenare le ire dell’inferno. Non era facile! No, proprio per niente! Ma ormai doveva agire. Non ne poteva più di notti insonni passate a rimuginare sulla cazzata che aveva fatto. Ma perché poi aveva detto quelle cose? Dannata boccaccia che non se ne sta mai zitta quando dovrebbe!!

Arrivò davanti all’entrata. La prima cosa a cui pensò è che anche questa era una grande idiozia e che forse era meglio tornare da dove era venuto. Ma ripensò anche al perché lo faceva e, fatto un profondo respiro, aprì la porta ed entrò. Dovette sfoderare tutte le sue buone maniere per convincere Madama Pince che non avrebbe tentato di portare via i libri della sezione proibita come l’ultima volta. Solo dopo alcuni minuti, quindi, riuscì a farsi strada tra gli oscuri scaffali della sua destinazione. Vagò con circospezione, come se non volesse farsi notare da quegli studenti che erano intenti a sfogliare avidamente quei libri antichi, e solo quando intravide il proprio obiettivo si fermò un istante per raccogliere tutte le idee e tutto il coraggio.

- Ciao! – La parola gli uscì come un flebile sussurro nonostante fosse determinato a portare a termine la sua “missione”.

L’altro alzò lo sguardo su di lui, fissandolo, ma dalla sua espressione non si capiva se fosse sorpreso o meno di vederlo.

- Posso parlarti? – Una semplice domanda. Niente più. Ma quanto gli era costato dirla!

Gli venne indicata una poltroncina vicino a quella ove era seduto il suo interlocutore. Si sedette accavallando le gambe e rimase qualche istante in silenzio per organizzare le idee prima di cominciare.

- Ti chiedo scusa! – All’improvviso, come una doccia gelata, l’altro lo aveva anticipato parlando per primo, lasciandolo oltremodo basito con quelle poche parole.

- C-cosa? – Non doveva andare così, si era preparato tutto il discorso, doveva dirgli cosa pensava… invece l’altro aveva aperto bocca facendolo rimanere di sasso.

- So che non è molto, e forse non ti importerà nemmeno, ma volevo scusarmi con te per le cose che ti ho detto l’altro giorno – Disse Harry continuando a fissare Draco da quando si era accomodato.

- I-io… si, insomma… oh cavolo sempre a rovinare tutto, vero Potter? -.

- Che cosa ho fatto adesso? Ti chiedo scusa e tu ti arrabbi? – Harry non capiva l’irrequietezza di Malfoy..

- Certo che mi arrabbio, ero venuto io per parlarti… tu non dovevi dire nulla, solo ascoltare… ora non so più… -.

- Allora parla! -.

- Io… io… volevo… - Quanto era difficile dire quello che gli passava per la testa in quel momento – Sì, io… anch’io… volevo… scusami! – Draco aveva abbassato lo sguardo e aveva paura a guardare nuovamente il Grifondoro. Paura di vedere derisione e scherno sul suo volto dopo che si era umiliato a quel modo di fronte a lui. Ma quando alla fine si fece coraggio, sul viso di Harry vide solo un sorriso luminoso e tanta comprensione.

- A quanto pare abbiamo avuto entrambi la stessa idea! – Continuò il Grifondoro chiudendo il libro che aveva tra le mani ed appoggiandolo a lato – Credi che sia il caso di iniziare preoccuparci? – Entrambi lasciarono che le risate li contagiassero.

La tensione provata da Draco si era allentata e ora si trovava a suo agio di fronte a Harry. Sorrise. Non credeva possibile una cosa del genere, ma in fondo si rese conto che aveva desiderato per anni poter stare così, tranquillamente, a chiacchierare con Harry Potter come fossero… AMICI… Che suono dolce aveva quella parola in quel momento. Forse era sperare troppo, ma in fondo ora come ora tutto poteva accadere…

E in effetti accadde!

Harry prese l’iniziativa. Si alzò in piedi e fece segno a Draco di fare lo stesso. Ora erano in piedi l’uno di fronte all’altro. In silenzio. I suoi amici forse non avrebbero approvato. Hermione probabilmente avrebbe capito, Ron certamente ne avrebbe fatto una tragedia… così come gran parte dei Grifondoro… per non parlare del resto della scuola… ma ormai era determinato ad andare avanti… forse, doveva essere così fin dall’inizio…

Harry prese un profondo respiro mentre un confuso Draco lo osservava senza capire.

Sorridente come non accadeva da molto tempo Harry porse la propria mano a Draco e disse – Io sono Harry, Harry Potter, molto piacere! -.

Draco spalancò gli occhi incredulo e quasi spaventato. Era davvero successo, oppure si trattava dell’ennesimo sogno? Gli tornarono in un baleno alla mente scene che ormai appartenevano ad un lontano passato. Lui che porgeva la propria mano a Harry… la speranza di diventare amico di quel ragazzo, la consapevolezza di avere un’anima affine…

- I-Io… non capisco… - Furono le uniche parole che il Serpeverde riuscì a mettere insieme.

- Non c’è nulla da capire, vorrei solo poter ricominciare da capo… se ovviamente anche per te va bene…- Harry aveva riflettuto a lungo su tutto ciò, ed ora era convinto che in quel modo avrebbe potuto aiutare Draco e, perché no, anche se stesso.

Draco fissò ancora un po’ la mano, che l’altro ragazzo ancora gli porgeva. Solo nei suoi sogni aveva sperato che un giorno questo succedesse… e poi lasciandosi alle spalle ogni timore per le conseguenze di quel gesto, tese a sua volta la mano a Harry – Piacere, Malfoy, Draco Malfoy! -.

Da quel momento, molte cose sarebbero cambiate.

 

 

*

*

*

Continua

 

* * * * * *

Sorry, Sorry, Sorry per il ritardo… non c’è altro da dire se non scusarmi!

 

Come sempre un abbraccio a tutti!

 

© Lilyan ©

  
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