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Autore: Antogeta    18/10/2005    3 recensioni
Un gruppo insolito, unito da gioie e dolori....e quel volto, che neanche la ridente Londra ha saputo far dimenticare...Storie e vicissitudini di una giovane trasformazione. E' ambientata dopo la fine di GT e ne prende in considerazione i teens, ovvero Trunk, Goten, Bra, Marron, Pan e Uub. Buona Lettura
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Marron, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 1: Ritorno...

Prima di tutto vi ringrazio perché state per leggere la mia storia e volevo solo rendere chiare due cose. Primo, come vi renderete perfettamente conto anche voi, questa storia si svolge alla fine di Gt; secondo, le frasi messe tra "…" sono quelle parlate mentre tra *…* sono i pensieri. Grazie e buona lettura!

                                                                                                                    Antogeta

 

                                                    You are my dream

 

 

 

Chapter 1: Ritorno…

 

 

Trunks era particolarmente felice quella mattina. Non aveva riposato granché visto tutto il 'movimento' di quella notte, ma notando la testa bruna spuntare da sotto il suo lenzuolo non poté fare a meno di sorridere. Con i capelli spettinati e gli occhi da cerbiatto la ragazza lo guardò con amore. Cristine…amava quella ragazza tutto pepe! A pensarci bene erano già 2 anni che stavano insieme e Trunks ne era particolarmente e sorprendentemente orgoglioso: le altre ragazze che aveva avuto non avevano mai superato i due mesi. Ma lei era diversa, era la sua vita. Non avrebbe potuto pensare ad una vita senza il suo sorriso sempre acceso e quando lo faceva rivolgeva subito il suo pensiero altrove. Ricordava bene il loro primo incontro: un giorno davanti alle sue vecchie scuole superiori gliel'aveva presentata la sua migliore amica. Già Marron…Era quasi un anno che non la vedeva e gli mancava sensibilmente. Quella stupida era andata a fare l'anno all'estero lasciandoli tutti con un palmo di naso! E anche se non lo faceva notare a nessuno, quello che ci era rimasto più male per questa decisione era lui…

Sorrise a se stesso. *Buffo pensare ad una donna mentre sei a letto con un'altra!* Questo pensiero gli si formò subito nella testa ma lo scacciò via il più veloce possibile. In quel momento era troppo felice per pensare ad altro.

 

Le luci della città erano favolose di sera. Da quella collina poi, si poteva vedere tutta Londra di notte. Era accoccolata sul suo braccio e osservava estasiata lo sguardo perplesso del ragazzo seduto accanto a lei. Quando guardava la città, Mirko era impassibile, perso nel vuoto con un'espressione assorta da filosofo che la faceva impazzire. *A chissà cosa starà pensando?* quella era la domanda ricorrente in questi momenti. In realtà spesso e volentieri il ragazzo aveva sonno o era annoiato quando si atteggiava in questo modo, ma non l'aveva mai detto a lei perché gli piaceva quando Marron lo guardava rapita. Si era subito innamorato di lei, peccato che sia diventato il suo migliore amico e confidente poco dopo che l'aveva conosciuta. Lei pensava a lui come una roccia cui aggrapparsi in quel mare di solitudine che era quella nuova e affascinante città. Per motivi alquanto ovvi divideva la stanza con tre ragazze anch'esse studentesse del suo college, altrimenti sarebbe andata tranquillamente a dividere la stanza con lui.

Erano 10 mesi che cercava di reprimere quel suo sentimento così inopportuno e per 10 mesi aveva perso. Anzi ci fantasticava sopra come un bambino.  Lei gli aveva raccontato sé stessa come un libro aperto e adesso lui non poteva sgualcirlo se non romperlo proprio. Vedendola accoccolata a lui in quel modo così infantile e indifeso sembrava fragile come una foglia, ma bastava guardarle gli occhi per capire che non lo era affatto. Adorava quel lato guerriero che gli aveva sempre tenuto nascosto.

Alzando lo sguardo da lei, Mirko sospirò forte, come per scacciare via per l'ennesima volta quei pensieri…

Stranamente lei lo sentì e preoccupandosi per quell'aria grave lo guardò dritto negli occhi facendogli sciogliere le ginocchia in gelatina.

" Due mesi, Mirko, solo due mesi e tutto questo sarà finito…non riesco ancora a crederci che sono passati già 10 mesi…" Marron non riusciva a crederci davvero : era andata lì principalmente per dimenticare, per eliminare il suo volto dalla mente, e oltre a esserci ancora ,fermo come un chiodo fisso, era passato quasi tutto il suo tempo a disposizione e tra soli 2 mesi l'avrebbe rivisto in carne ed ossa. Rabbrividì al solo pensiero: come si sarebbe comportata? Come al solito o, adesso che era cambiata, sperava di fare qualcosa in più?

Neanche ci fosse stato un vero legame lui la sentì rabbrividire e abbracciandola stretta capì il flusso dei suoi pensieri. Non riusciva proprio a dimenticarlo quel ragazzo…il suo migliore amico, che conosceva da quando era nata…Erano nella stessa situazione Mirko e lei, peccato che la situazione di lei fosse più critica.

Quasi in sussurro le disse di non preoccuparsi, che andrà tutto bene…

Poi lui le si avvicinò impercettibilmente, era il suo momento, se non l'avesse fatto adesso l'avrebbe persa per sempre e se non l'avesse fatto l'avrebbe persa comunque……

"Ti amo Marron" le prese gentilmente le mani. "So quello che provi ma non sono riuscito a dimenticarti…" e dopo un momento che pareva interminabile, si scusò.

Allora lei si risvegliò dalla trance in cui era rimasta fino ad allora e fattasi coraggio stava per liquidare la proposta del suo amico, quando le balenò per la testa un altro pensiero. *forse così riuscirò a dimenticarlo…Mirko mi ama, non mi farà soffrire….spero solo di non far soffrire lui così…*

Lo guardò nuovamente negli occhi, con uno sguardo più cupo ma allo stesso tempo deciso sul viso. Avrebbe preso in mano le redini della sua vita oramai. Si accostò a lui e quasi non credendoci lo baciò con più passione che aveva e, cavoli, ne aveva un bel po'!

Però il ragazzo era più stupito di lei, credendola già persa.

Alla fine lo abbracciò forte. Ora ne era sicura, quello che provava per lui era qualcosa di più dell'amicizia, forse a lei Mirko piaceva da sempre ma presa com'era da Trunks non ci aveva mai fatto caso. Guardò fiera la città addormentata sotto di lei come al suo futuro. Quella storia sarebbe durata e ora ne aveva una certezza.

 

 

Due mesi dopo……

 

Cavoli se era tardi! Come un pollo si era riaddormentato e ovviamente Cristine non c'era più. Possibile che quella ragazza fosse così mattiniera?!? Ma ormai non ci faceva neanche più caso, abituato com'era a quel ritmo…

Si alzò come al solito verso l'una, poi diretto verso la sala da pranzo sentì il telefono squillare. Come non aveva voglia di rispondere appena svegliato a quel dannato telefono che suonava in continuazione! Così con una voce che pareva più dall'oltretomba che dal mondo di Orfeo, si decise ad alzare la cornetta. Sapeva già che era un'amica di Bra o di sua madre e non aveva proprio voglia di rispondere ma, al suono della voce, non riusciva a capacitarsene…che voleva Cristine a quell'ora stranamente insolita per lei?

Attese. Aveva una voce diversa dal solito, come se fosse malinconica e triste. Parlò lei per prima e come per preparare un discorso difficile, prese fiato:

" Ciao Trunks…spero vivamente di non averti svegliato…" sembrava persino dispiaciuta, ma perché solo oggi visto che lo faceva sempre??? Stava per caso incominciando a scusarsi per qualcosa che avrebbe detto in seguito? Trunks ora era seriamente preoccupato ma non lo diede a vedere, almeno al telefono.

"Ma no, che dici, a quest'ora sono quasi sempre sveglio!" sospirò. Doveva chiederglielo. "Ma c'è qualcosa che non va?"

A lei partì un mezzo singhiozzo che però riuscì a frenare appena in tempo. Si maledì per quella domanda, in fondo poteva avere problemi seri. Stava quasi per scusarsi quando lei riprese a parlare, con voce più calma.

" Ti devo parlare Trunks, seriamente. Possiamo vederci in un posto tranquillo oggi pomeriggio? Casa tua non mi sembra il posto ideale…"

In effetti casa sua era più un porto di mare che altro. Ma il problema non era quello. Voleva vederlo. E anche in privato, anzi in super privato. Ma cosa doveva dirgli di così importante? Non riusciva a pensarci perché l'unica cosa a cui arrivava la sua mente era la peggiore e quindi l'aveva subito accantonata. Peccato che il suo istinto fosse sicuro di quello anche se la sua mente non ne voleva proprio sapere…

" Alle 4.00 ai giardini alla solita panchina, ti va bene?"

Visto che Trunks era troppo impegnato a lottare con sé stesso per formulare una qualsiasi ipotesi, l'aveva fatto lei. Risvegliandosi dal suo coma interiore, le accennò di sì e, salutandola, attaccò velocemente il telefono.

Stava sudando freddo e questo non era per niente positivo. Inoltre tra tutte le domande che gli si affollavano nella testa, solo una continuava a persistere,la peggiore delle ipotesi. *E se mi volesse lasciare?*

Non poteva e voleva crederci……

Era stato il ragazzo migliore del mondo, l'aveva sempre amata come non aveva mai fatto con nessun'altra , non si era mai comportato in modo spregevole con lei, anzi la coccolava ma soprattutto la rispettava. Poi, cavoli, era un bel ragazzo e persino ricco! Cosa voleva una ragazza di più dal proprio fidanzato??? Dopo un'attenta analisi di coscienza, non c'era apparentemente nessun motivo per essere lasciato e proprio quando stava per convincersene, sbuca sua sorella da dietro lo stipite della porta guardandolo con uno sguardo così compassionevole che l'avrebbe uccisa. Sua sorella, come tutte le volte, spiava le sue telefonate attaccandosi ai 10.000 telefoni sparsi per la Capsule Corporation, ovviamente tutti collegati tra loro così da poter sentire la conversazione di qualcun'altro semplicemente alzando una cornetta di un telefono magari a 300 metri di distanza. Normalmente l'avrebbe rincorsa per tutta casa fino a farla morire di fiato, ma ora proprio non se la sentiva. E questo lei lo sapeva essendogli così stranamente vicina …… Gli si avvicinò sussurrandogli un "Mi dispiace" appena percettibile e se lo abbracciò stretto stretto. Non sopportava l'idea di veder soffrire Trunks, anche se a prima vista si odiavano era comunque il suo fratellone adorato ed era estremamente legata a lui.

Ormai ne era certo, la peggiore delle ipotesi si stava per avverare e persino sua sorella se n'era resa conto. Non riuscendo a trattenersi pianse per un tempo indefinito, sostenendosi a Bra che nel frattempo gli accarezzava i capelli dolcemente come per consolare un bimbo appena caduto. Sinceramente a lei Cristine non era mai piaciuta, forse per la sua frivolezza o superficialità, ma in realtà non sopportava l'idea di essere messa in secondo piano dal suo adorato fratello. Da quando stava con lei non faceva che parlarne, non ne poteva più, ma sapeva che Trunks l'amava più di qualsiasi altra cosa e ora, vedendolo in quello stato, ne era veramente dispiaciuta e si rammaricò per quello che aveva sempre pensato e detto su quella ragazza. Era proprio un brutto colpo per lui, non sarebbe stato facile dimenticarlo…… 

"Vatti a riposare ora" disse col tono più pacato che poté "Devi prepararti psicologicamente e perciò hai bisogno di riposo prima di andare lì"

Lo abbracciò forte e staccandosi da lui lo guardò dritto negli occhi

" Spero che vada tutto bene ma se succede quello che purtroppo penso sappi che io ti sono vicina…"

Ma questo Trunks lo sapeva. Perciò le diede una stretta un po' più forte e la lasciò andare. Senza dire niente si diresse in camera sua e chiuse la porta. Effettivamente l'unica cosa di cui aveva bisogno ora era dormire per almeno due ore, senza pensieri. Quindi si rilassò sul suo letto a due piazze e guardando l'enorme orso di peluche che gli aveva regalato sua sorella un po' d'anni prima, si chiese come poteva esser stata così seria in quell'occasione……

Inoltre l'unica cosa positiva in quella circostanza era che sua madre non aveva sentito la sua conversazione come sua sorella, se no sarebbe corsa a consolare il suo povero bambino! "Meno male che era occupata con papà…"

Detto questo si addormentò in un sonno senza sogni.

 

Un giorno alla partenza! Dio se era triste! Le sarebbe mancato quell'anno all'estero dove aveva fatto tante amicizie e conosciuto tante cose nuove! Insomma si era davvero divertita e forse aveva anche raggiunto lo scopo per cui era andata lì. Ovviamente tutto questo solo grazie a Mirko.

Lo guardò di sottecchi…Meno male che abitava vicino alla sua città così si sarebbero visti ancora di più tornati a casa, tanto lei ci metteva pochissimo volando! Le venne in mente che forse doveva parlargli della sua famiglia e strana banda di amici "saiyan" ma per il momento non ne aveva nessunissima voglia. In realtà non aveva voglia neanche di fare le valigie ma per lei c'era sempre tempo. Pensò a cosa poteva star facendo Trunks.

Le venne una smorfia. *Sicuramente sta amoreggiando con Cristine!*

Non le sarebbe mai passato per l'anticamera del cervello che in realtà Trunks stava per lasciare la sua ex-amica.

 

Non poteva aspettare oltre. Si guardò per la centesima volta allo specchio e, preso il volo, si catapultò fuori dalla finestra. Si girò solamente per salutare sua sorella con un cenno della mano e riprese il volo.

Stranamente per lei che era sempre in ritardo, la trovò già lì. Seduta in uno splendido tubino verde chiaro e un cappellino con un nastro viola. Teneva in mano una rivista che non stava leggendo ma usando come antistress arrotolando e stropicciando le pagine. Era un fascio di nervi e appena Trunks arrivò fece un salto sulla panchina per lo spavento.

*Sì* pensò Trunks *E' decisamente agitata. Brutto segno…*         

La salutò con gentilezza e si sedette nel posto vuoto vicino a lei.

Nessuno parlava e lei prese a contemplare il grosso albero che aveva davanti. C'erano molte persone nel parco ma quello era decisamente il posto più appartato dove non passava mai nessuno ma da dove si poteva

osservare tutto. L'avevano scoperto loro quel posto. Come se seguisse il suo filo di pensieri Cristine prese a ricordare il giorno in cui ci erano andati per la prima volta. Poi silenzio improvviso per alcuni interminabili minuti. Alla fine lei parlò sospirando: "Sei troppo perfetto per me Trunks, non ce la faccio più…" e si accasciò su se stessa. Non poteva crederci…

Lui troppo perfetto?!? Allora era questo il problema…! Con voce calma e paziente, come a spiegare ad un bambino cocciuto che la sua idea era profondamente sbagliata, le prese una mano e cominciò il suo discorso, ma appena aperta bocca lo fermò dicendo: "Aspetta , c'è dell'altro" E si bloccò nuovamente. Era proprio difficile parlare dritto negli occhi del ragazzo che aveva amato per così tanto tempo, quei splendidi occhi azzurri che l'avevano fatta impazzire dal primo momento che li aveva visti e fatto perdere una profonda amicizia che probabilmente non avrebbe più recuperato… Sospirò al pensiero della sua amica Marron, non riusciva a pensare ad averla persa, poi incredibilmente si fece coraggio e tutto di un fiato esortò "Mi sono innamorata del mio amico John, ed è un po' che va avanti questa storia. Pensavo fosse solo una cottarella ma ora so che è diverso… Non ti preoccupare non ti ho mai tradito, e quindi prima di farlo è meglio lasciarci. Credimi è meglio così."

Non fece tempo ad obbiettare che lei si stava già alzando quando riuscì a pronunciare quelle fatidiche parole "E' finita vero? Non c'è più niente che posso fare per riaverti?" Trunks quasi pianse. Non era arrabbiato anche se un suo caro amico gli aveva 'fregato' la ragazza, solo estremamente sconfortato. Ci aveva creduto davvero tanto in quella storia che ora gli stava letteralmente scivolando dalle dita…

La risposta arrivò improvvisa ma ovvia " No. Hai fatto tutto quello che hai potuto Trunks e ti ringrazio. Ti ho amato tantissimo, non dimenticarlo mai, ma ora è finito. Come tutto del resto…" Cristine guardò il cielo sopra di lei. Si era finalmente liberata di quel peso ed ora era libera. Si voltò nuovamente verso Trunks e gli diede un leggerissimo bacio sulle labbra. Fatto questo si alzò e senza dire una parola scomparve tra gli alberi.

Lui, ormai solo sulla panchina, lottò con forza per risvegliarsi da quel dolore in cui era caduto e poggiando la mano per alzarsi urtò qualcosa di morbido. Si girò e lo guardò. Un gatto. Un gattino di peluche. Lo prese in mano. Cristine ne aveva uno identico. All'improvviso comprese: l'aveva visto un giorno in camera di Cristine e gli era piaciuto tanto. Così le aveva chiesto di comprargliene uno uguale. Lei non lo aveva mai fatto perché si era sempre dimenticata. Alla fine si era dimenticato anche lui. 

Non riuscì più a trattenersi e pianse a lungo seduto su quella panchina. Quando decise di tornare a casa il sole era calato e si stavano accendendo le prime luci della città. La sua vita aveva preso una svolta imprevista e lui doveva ancora capacitarsene. Per farlo aveva bisogno di molto tempo…

Ma ora aveva la certezza che la sua vita era profondamente cambiata, nel bene o nel male. Peccato che l'unica cosa a cui riusciva a pensare era un grosso pozzo nero dove buttarsi…

Avrebbe chiamato Goten, forse la sua voce allegra l'avrebbe riportato alla realtà.

 

" Uffa, è un'ora che sono là dentro e ormai manca poco alla partenza!" Rosalie stava decisamente impazzendo.

"Dai calmati, adesso usciranno…guarda che non sei solo tu che devi fare le valigie qua dentro!!!" Vanessa guardò in direzione di Marta. Erano tutte e tre nella stessa situazione e Marron non si decideva a uscire!

Visto che in camera loro c'erano sia Marron che Mirko le 3 ragazze non volevano disturbarli entrando nella LORO camera, però mancavano solo 2 ore alla partenza e dovevano ancora preparare più o meno TUTTO!

Rosalie e Vanessa erano incazzate nere, mentre Marta cercava di tranquillizzarle. Ovviamente inutilmente.

All'interno, ignara di tutto Marron si stava facendo aiutare da Mirko a preparare la valigia.

" Hai visto il mio spazzolino per caso?" stava buttando tutto per aria per cercarlo.

" No. Però non è strano che le tue amiche non stiano ancora facendo le valigie?" Mirko guardò in direzione della porta. Era davvero strano, quella stanza era un casino unico e quelle 3 non si erano ancora fatte vive.

" Bho! Non ci ho fatto caso. Magari sono andate a farsi un giro…"era troppo impegnata a prepararsi per preoccuparsi degli altri, quando le balenò un'idea. *Vuoi vedere che quelle sceme stanno aspettando fuori dalla stanza perché pensano che io e Mirko stiamo facendo chissà che???*

Con aria scocciata si rivolse al ragazzo e lo pregò di aprire la porta. Ed eccole là con Vanessa e Rosalie che si stavano picchiando come due tori da carica e Marta in un angolo esasperata perché non era riuscita a calmarle. Una mega gocciolona spuntò vicino alla testa dei due fidanzati al vedere quella scena. Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere. Proprio mentre Marta alzando la testa li vide. Con le lacrime agli occhi per la felicità (N.d.A. vi ricordate Bunny in Sailor Moon quando guardava i dolci con quegli occhioni lucidi?? Ecco, stessa scena!) si buttò tra le braccia di Marron e ringraziò il cielo. Ancora due minuti e sarebbe scoppiato l'inferno. In una risata generale entrarono le 4 ragazze in camera mentre Mirko andava a raccattare la sua roba nella sua. Marron guardò la finestra. In meno di un giorno sarebbe tornata a casa. E l'avrebbe rivisto, dopo un anno. Chissà se era cambiato? Sospirò forte. Non riuscì a pronunciare la domanda fatidica neanche a se stessa. Gli era mancata, almeno un pochino? A lei lui tantissimo, fin troppo. Anche se voleva dimenticarlo allo stesso tempo aveva una gran voglia di vederlo.

Delicatamente una mano le sfiorò la spalla destra. "C'è qualcosa che non va?" Marta l'aveva vista così depressa e le si era avvicinata. Peccato che Marron non l'avesse proprio sentita arrivare. Con una scusa le disse solo "Mi mancherà tutto questo" e controllò per l'ultima volta i suoi bagagli. Ad un segno di Vanessa si prepararono tutte ad uscire, per ultima Marron. Spettava a lei l'onore di chiudere a chiave per l'ultima volta la porta di quella stanza che avevano usato per mesi.

 

 

 

Continua …

  
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