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Autore: slice    28/08/2010    4 recensioni
“Che si dice?” borbotta, facendosi infilare una patatina in bocca da Chouji per non muoversi.
“Niente.” dice Ino, torva.
Shikamaru aggrotta la fronte, per un momento indeciso se chiedere spiegazioni, poi si volta verso il compagno di team mostrandogli un'espressione che lo induca a illustrargli l'accaduto.
Chouji sorride, quieto, ingoiando il bolo.
“Ha litigato con sua madre, stamattina,” spiega, riempiendosi nuovamente le fauci, subito dopo.
Per la sfida "Lo sapevi che...?" indetta da Elos sul forum 'La Tana', di suni.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fa pena. Probabilmente c'è tanto di quell'ooc da far girare testa e zebedei, inoltre è stupida e zeppa di luoghi comuni. Detto questo, a voi.







Sorpresa, genio!
di slice





Chouji stringe il pacchetto delle patatine con una mano e saluta l'amico con l'altra.
“Ti aspettavamo!” dice, infilando quella libera nel sacchetto.
Ino alza la testa dal lavoro di massima importanza che sta facendo, lo saluta con un mugugno e torna a concentrarsi sullo smalto e sulle unghie dei piedi.
Shikamaru stira un minimo le labbra, giusto perché sembri un sorriso, e fa un cenno con il capo ad entrambi; si siede in mezzo a loro, tra le gambe di un enorme albero, e intreccia le dita dietro la testa con uno sbuffo liberatorio.
“Che si dice?” borbotta, facendosi infilare una patatina in bocca da Chouji per non muoversi.
“Niente.” dice Ino, torva.
Shikamaru aggrotta la fronte, per un momento indeciso se chiedere spiegazioni, poi si volta verso il compagno di team mostrandogli un'espressione che lo induca a illustrargli l'accaduto.
Chouji sorride, quieto, ingoiando il bolo.
“Ha litigato con sua madre, stamattina,” spiega, riempiendosi nuovamente le fauci, subito dopo.
Il Nara sbuffa, voltando la testa verso l'alto per scorgere qualche indolente spruzzo bianco e borbotta fra sé.
“C'era da aspettarselo: anche sua madre è una donna e le donne sono immense noie.” butta lì, già con gli occhi chiusi.
“Ma non doveva esserci Temari in questi giorni?” chiede l'Akimichi, spiando il fondo dell'involucro salato.
“Mh, c'è. Ma se non mi trova è meglio, le donne sono fastidiosamente complicate...” ribatte per la trecentesima volta nella sua breve vita.
Ino è talmente concentrata nell'atto d'ignorarlo che sbaglia e colora anche una pellicina. Chiude gli occhi e sospira, prima di riprendere ad operare.
Chouji ridacchia sotto i baffi, senza guardarli, ché Shikamaru è un genio ma è anche un sedicenne e a volte certi ragionamenti ovvi gli sfuggono.



Il sole inizia a picchiare forte e decidono, nell'arco di una ragionevole ora, di pranzare da Teuchi. Ci sarà anche Naruto, poi.
Ino che ha finito di limarsi le unghie delle mani e che ci tiene a smaltarle prima di mezzogiorno, li blocca prima che sia troppo tardi.
“Decidete per altri cinque minuti, così io finisco e ci andiamo insieme,” dice, portando il pennellino sull'unghia dell'indice.
Shikamaru sbuffa lasciandosi cadere accasciato mentre si lamenta sommessamente di enormi sforzi resi inutili e Chouji riapre le patatine che aveva riposto in tasca.
Temari sceglie quel preciso istante per fare la sua comparsa, con maestosa entrata a sorpresa; il suo enorme e pesante ventaglio finisce infatti sulla testa del Nara, un secondo dopo che è atterrata davanti al team dieci.
“Che cazzo, Temari!”
La seconda ventagliata non è inflitta con più forza ma picchia sulla medesima parte lesa, e fa un male bestia!
“Ehy! Smettila, santo cielo!”
“E tu non dire parolacce, bisogna sempre insegnarti tutto. Comunque. Sono ore che ti cerco, bruco morto! Forza, vieni con me 'incaricato di intrattenere l'ambasciatore di Suna'.”
La kunoichi, si tocca distrattamente un codino, fa un cenno agli altri e si incammina, con quel suo naso all'aria.
“Che incarico indecoroso, le donne sono come le ustioni: sono inutili, fanno male e lasciano il segno,” si lagna il bruco morto, massaggiandosi la nuca.
Ino sbuffa, accigliandosi, senza però, questa volta, privare il dito mignolo di tutta la sua attenzione. Chouji mangia. Non che non abbia niente da dire ma ha fame e se non rispetta la tabella di marcia il pacchetto di patatine dell'una, dovrà slittare per quello di mezzogiorno e tre quarti; e non è il caso.
“Ora Crybaby, ora, non quando pare a te.” urla Sabaku, senza voltarsi, muovendo una mano come per scacciare una mosca o mandarli tutti a fanculo. Nessuno lo saprà mai.



È sera; Chouji e Ino attendono venti metri più in là, all'ombra di una delle ultime case ai margini del Villaggio. Il sole basso è ancora troppo forte, ma quando vedono il compagno e l'ambasciatrice farsi un cenno di saluto si avvicinano.
“Andiamo a casa, fai la strada con noi?” gli chiede Chouji, alzando una mano per salutare Temari, che è già poco visibile, nella pausa tra una patatina e l'altra.
Shikamaru annuisce, sospirando, sollevato per essersi liberato di quella di Suna, come la chiama Ino.
Kiba, che passa di là per caso, ha visto la scena da lontano, si avvicina facendo un saluto vago, a cui nessuno risponde, e sorride allusivo. Quando ci si mette è il Re delle allusioni e spacca le palle a tutti con chili di inopportuna malizia.
“Come sei sopravvissuto?” celia Kiba, con il suo sorrisetto sempre a portata di presa di culo.
“Respirando e annuendo. Le donne sono complicate, ma almeno sanno blaterare di qualcosa a cui basta annuire di tanto in tanto,” dice Shikamaru, sbadigliando sull'ultima sillaba.
Ino si morde il labbro, guardandosi le unghie perfette e odiando profondamente quella pellicina che fa pendant. Chouji le sorride, incoraggiante e raggiante, le offre una patatina, facendo sporgere il pacchetto verso di lei mentre saluta Kiba con l'altra mano.
Quando decidono di incamminarsi il sole tramonta a Ovest e le loro figure si allungano sulla strada come fantasmi deformati.
A Shikamaru piacciono le ombre. Quasi quanto le nuvole e il dolce far niente, quasi quanto lamentarsi. È per questo che si rilassa e la sua mente vaga; pensa alla giornata appena trascorsa e che ne valeva la pena solo per arrivare a vedere quell'ombra lunga che arriverà a casa prima di lui. Beata bastarda.
Quando si rilassa così, però, a volte, non si accorge di parlare ad alta voce.
“... E poi ha voluto che la accompagnassi in quello stupido negozio, che noia. Le donne sono davvero qualcosa di insostenibile, io non capisco come si possa essere...”
Non riesce a concludere la sua strascicata frase che viene spintonato e l'altra spalla cozza immediatamente e dolorosamente contro il muro di cinta che stanno costeggiando. Chouji lo prende per il colletto e lo alza da terra, il pacchetto di patatine viene lasciato incustodito a poche decine di centimetri da loro.
“Ino è una donna!” urla l'Akimichi, facendo spalancare la bocca e gli occhi a entrambi i compagni, e anche alle patatine.
Prima che la polvere si posi nuovamente a terra però Shikamaru è libero dalla morsa, e anche di borbottare incoerenze Hinatiane.
“Cho...?” mormora stranito.
“Lo so che lo dici in sua presenza perché la escludi, ma non è carino lo stesso, ti pare?” dice l'amico paffuto sorridendo come se non fosse successo nulla; raccatta i carboidrati da terra e porge il braccio a Ino.
Lei, che è rimasta inebetita quanto l'altro, accetta comunque prontamente l'invito e dopo poco si rilassa, sorridendo a sua volta. Riprendono anche a camminare, fermandosi solo dopo una decina di passi ad aspettare Shikamaru, che ha solo avuto conferma: le donne sono una grana.
Ino, invece, pensa che quella pellicina ci stia davvero bene così, adesso le sembra il simbolo di qualcosa che potrà usare come arma contro l'intelletto misogino del bruco morto.





Owari







Che schifo! Che roba è?
Si doveva creare una notizia che, bella o brutta che fosse, avrebbe dovuto far rimanere tutti a bocca aperta - la sfida è naufragata, ma la shot ormai l'avevo scritta... Dopo aver trascorso qualche giorno fissando un foglio bianco di Openoffice per qualche decina di minuti, mi sono detta che se non potevo creare una notizia sconvolgente che fosse originale, allora ne avrei partorita una super iper banale. Tanto per giustificarmi.



I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.



  
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