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Autore: Elos    29/08/2010    6 recensioni
- Yuuuuu? Mi hai sentito? Ho trovato Allen. A-ll-en. - Scandisce, divertito. - Allen. -
- Ti ho sentito. Sta' zitto. -
Abbassa la voce, gli vorrebbe dire, c'è il golem fuori dalla porta. Non so cosa gli abbiano fatto, quanto ci abbiano messo le mani sopra, e non voglio rischiare di scoprirlo nel peggiore dei modi.
Quasi gli abbia letto nel pensiero - o più probabilmente per il puro e semplice piacere di infastidirlo - Lavi si china per bisbigliargli dritto nell'orecchio:
- Vuoi vederlo? -
- Non me ne frega niente. -
La risata di Lavi, da quella inesistente distanza, è una scarica di fiato caldo che gli scorre sul lobo e gli tamburella sulla gola:
- Sai, Yu? Credo che questa sia la frase che ti ho sentito dire più spesso. Ti potrebbe fare da epitaffio,
non me ne frega niente, e sotto io ci potrei scrivere a grosse lettere bugiardo. - [...]
Dopo il Ragnarok, quel che rimane ai sopravvissuti.
Prima classificata al concorso Distopie - Futuro Alternativo - Versione Multifandom indetto da Rota.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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epilogo. Requiem 1921 - Michiru Oshima
You say this world isn't yours: but it is mine, and I want to leave proof that I lived in it. - Tu dici che questo mondo non è il tuo: ma è il mio, ed io voglio lasciare una prova d'essere vissuto qui.
(Conqueror of Shamballa, Fullmetal Alchemist)



In quella che è stata la mia vita sino ad ora avrò scritto forse dieci parole in tutto.
Scrivere è, come molte altre cose, come mangiare, come dormire, come leggere e come parlare, una perdita di tempo. Scrivere non affila la tua spada, scrivere non rafforza il tuo corpo. Scrivere non ti rende più che umano né impedisce agli Akuma di staccarti la testa di netto in battaglia.
E' strano perciò, adesso, scrivere e scrivere in una lingua che non è la mia.

Scrivere non affila la mia spada, ma scrivere segna la verità. La verità è una lama potente: e voglio tenerla per l'elsa, io, per affondarla quando sarà il momento nel corpo dei miei nemici.
Scrivo perché non voglio che questa battaglia finisca. Io sono un guerriero; la mia strada è la mia spada. La verità è la mia spada, è la mia strada.
Scrivo perché voglio che questa battaglia finisca. Deve finire come dico io, però, e così sarà. Non ho ancora abbassato la testa di fronte a nessuno, né mai lo farò.
Scrivo perché quando sarò morto, e morirò combattendo, qualcun altro prenderà la mia battaglia come sua.



Kanda non avrebbe mai detto a nessuno - e meno che mai a Lavi - che la notte in cui Road e Tyki avevano raccontato loro la verità del Ragnarok lui aveva visto Allen e Link andarsene.
Allen l'aveva guardato fissamente, mentre Link cercava di tirarlo via con sé in perfetto silenzio. Link era un Corvo: disumano nella sua abilità, fedele alla sua consegna fino alla fine, doveva aver giurato ad un qualche uomo o ad un qualche Dio che Allen sarebbe vissuto. Davanti a una consegna così tutto il resto diveniva collaterale, ma Allen non poteva abbandonarli lì, i suoi compagni, e così s'era fermato e aveva cercato di chiamarli.
Kanda era rimasto dov'era. Troppo dolore nella schiena rotta, troppi pezzi nelle gambe. Fuggire in quelle condizioni era impensabile; fuggire senza combattere intollerabile.
Non avrebbe mai detto a nessuno che aveva visto Allen e Link andarsene prima che fosse l'alba, respingendo l'offerta dei Noah per l'altra scelta, la scelta degli ingenui. Non l'avrebbe mai detto a Lavi. Sapeva che Lavi sapeva. Sapeva che Lavi era rimasto lo stesso con lui, malgrado fosse inutile, e pericoloso, e proprio per questo Kanda non ne avrebbe parlato mai.

La verità gli si era sedimentata nello stomaco, e la mutazione nella sua testa aveva avuto inizio; ma questo non significava che avere un debito, un qualunque piccolo, insignificante, idiota debito verso Lavi gli facesse piacere. Per nulla. Affatto.


L'hanno chiamata Hope. Miranda ha detto che è per via di Allen - è la sua lingua, quella, no? - e per via di Linalee.
Non era la lingua di Linalee, ma Linalee lo era stata per tutti, per un po', finché era stata viva,
Speranza. Il giorno in cui era scesa sull'Akuma con le caviglie inanellate di rosso, dopo aver bevuto la morte e l'Innocence. Il giorno in cui aveva detto che saremmo tornati tutti a casa, prima o poi, ma intanto c'era l'Home ad aspettarci, e poi tutti i giorni nei quali aveva sorriso.
Linalee deve dormire, ora. Deve riposare. La speranza ai vivi. La pace ai morti.



- Cerchiamo Cloud Nyne. - Dice Lavi.
Sul viso chiaro di Allen passa una smorfia.
- Non dirmi bugie. - Ribatte poi. Indica qualcosa sulla mappa, ed è un posto in Cina, vicino ad un porto e vicino al mare. Il nome della città fa sgranare gli occhi a Lavi.
- Marian Cross. - Dice Allen Walker. Sorride - un sorriso da imbroglione che farebbe contento Tyki Mikk, se potesse vederlo. - Tu stai cercando Marian Cross. -


In tutta la mia vita avrò scritto forse dieci parole. Ne avrò dette forse cento. Di queste cento ad avere davvero valore saranno forse tre o quattro, io non credo che siano di più. Le parole che mi hanno conservato, quelle delle quali sono più orgoglioso, le parole che sono il mio onore, sono quelle che non ho detto.
Non ho detto ai Noah che sì, avrei venduto la mia umanità per poter avere la pace.

Come Allen Walker, ho scelto una strada diversa. E' una strada egoista, io lo so. E' quella che voglio percorrere. La mia spada, la mia strada.



- Dovremmo proprio andare, adesso. - Dice Allen a Miranda. Si china, appoggia un bacio lievissimo su una testolina ancora implume: è tutta occhietti serrati, pugnetti serrati, dita minuscole e piedini contorti, la bambina di Marie e Miranda. Ha gli occhi azzurrissimi, come trasparenti, ma sono vispi e accesi e si fermano su tutte le cose con un'intensa curiosità.
Miranda sorride.
- Fate buon viaggio. -
Si affaccia dalla finestra per salutarli con Hope tra le braccia mentre escono dalla casa e si incamminano verso nord. C'è un vento freddo e forte, la bora di Trieste, e la città è tutta nuvole azzurre e grigio salmastro. Marie si gira a guardare la moglie, prima che svoltino un angolo, e la saluta con la mano.
Sa che è lì. Anche se non può vederla, sa che è lì.


Scrivo per Tiedoll. Scrivo per Komui e per Linalee. Scrivo per ciascuno di quelli che sono caduti nel silenzio e per tutti quelli che cadranno: ma, da qui in avanti, cadremo tutti con rumore.
Scrivo perché non so perché i Noah ci abbiano lasciato andare. Tyki Mikk mi ha fatto cadere Mugen davanti ai piedi - quando pensavo che me l'avrebbe piantata nella testa, Innocence e tutto - e mi ha detto di salutare il suo baro.
Si ritroveranno in battaglia, prima o poi: perché ci sarà battaglia, e farà finire tutto.
Scrivo perché saremo noi a concludere il Ragnarok.
Scrivo perché se quello dei Noah è un trucco, uno scherzo, voglio che qualcun altro sappia quel che so io. Abbiamo avuto bugie e menzogne e spie in abbondanza, ragnatele di inganni che hanno schiacciato tutto quello che era la nostra guerra. Adesso basta. Basta così.

Il Bookman. Un cieco. La mammoletta e il Corvo. Io. Alla caccia d'un ubriacone e d'una disertrice, senza nessuna idea di dove possano essere, con solo quello stupido coso giallo di Allen Walker a guidarci.
Scrivo perché so già che è una follia. E' la strada egoista, questa, che è sempre la più difficile.



- Se vuoi posso ricostruirtelo. -
L'odore di caffè è pessimo e forte. In Irlanda fanno un eccellente stufato, un ottimo rognone, dolci al burro favolosi e tredici diversi tipi di zuppa di patate, tutti molto più che commestibili: ma il caffè è semplicemente al di sopra delle capacità degli autoctoni.
Lavi, comunque, non pare preoccuparsene: gira il cucchiaino e guarda il fondo della tazza come fosse tè e sperasse di poterne leggere il fondo.
Kanda si irrita sempre piuttosto facilmente, ancor più quando al Bookman salta il ghiribizzo di uscirsene fuori per enigmi, e così sbotta:
- Di cosa stai parlando? -
- Del tuo golem. Se vuoi posso ricostruirtelo. Ne sono capace, sai? -
E' il Bookman. Deve aver letto un manuale - più probabilmente diverse migliaia di manuali - sulla costruzione di piccoli golem neri con le alette e gli occhi bianchi.
- E cosa ci faccio? -
- Tu non lo so. Io posso usarlo per spiarti mentre ti fai il bagno. - E poi, con un sorriso: - Sarebbe divertente. -
Kanda afferra Mugen, bellamente indifferente alla presenza degli altri avventori del locale, che cominciano a far strisciare le sedie per allontanarle il più possibile da loro due. Lavi alza le mani in un gesto di difesa che gli è familiare, ridendo e scusandosi, appoggiando il mento al tavolino in una specie di buffa prostrazione. Ride molto più spesso, ora. Forse è la verità che gli fa bene, la verità che è come una lama tagliente, ma che può essere uno scudo, anche. Forse la verità il Bookman la conosceva già, in un qualche modo, in una qualche forma; ma Kanda questo non lo crede.
Lavi caccia una mano in una tasca, dopo un po', e tira fuori qualcosa che fa rotolare sul tavolino davanti alla faccia dell'altro.
Sembra una moneta, ma è cava all'interno, è rotonda e spessa, è un anello. Ha due mani incrociate, un cuore e una corona a chiuderlo. Kanda gli rivolge un'occhiata poco meno che disgustata e Lavi reprime un ghigno. Appoggia il mento sul palmo della mano e sorride, serafico:
- E' per te. - Afferma mite. - Da Claddagh. -


Scrivo perché non sono più così sicuro di voler morire combattendo.





Note del capitolo: E siamo arrivati alla conclusione: con questo capitolo, Opening Ragnarok chiude i battenti. Ci sarà un seguito...? Forse. Al momento sto lavorando attorno ad un'altra storia su D.Gray-Man, sempre ispirata da un concorso, che mi assorbe completamente: ma il corpo di Linalee non è mai stato trovato, Cloud Nyne è ancora in giro - e forse sa dove si trova Marian Cross - e il Ragnarok non è finito. Ho idee su come proseguire questa storia e su alcune scene da affiancarle. Potrebbe diventare una trilogia, tipo tredici modi e oltre per sopravvivere al Ragnarok. xD

Prima di passare ai ringraziamenti, per l'ultima volta segnalo che qui potete ascoltare lo strepitoso Requiem scritto da Mishiru Oshima per chiudere la colonna sonora di Il conquistatore di Shamballa, che è quel capolavoro strizzacuore che termina la prima serie di Fullmetal Alchemist. Il 1921 è l'anno in cui, sulla Terra, si ambienta la conclusione.


E adesso i ringraziamenti.

Grazie a wari, a oceanredwhite, a Kicchina, a s_theinsanequeen, a BloodberryJam e a BloodyKamelot, che hanno seguito questa storia e che si sono fermati a commentare. Grazie davvero: se ci sarà un seguito, prima o poi, sarà per voi.
Grazie a Rota, organizzatrice e giudice del concorso, che ha fatto nascere Opening Ragnarok.
Grazie a tutti coloro, poi, che hanno inserito questa storia tra i preferiti, le seguite e le ricordate. Siete veramente tanti... e sperare in un micro-parere, ora che è finita, sarebbe chiedere troppo? xD


Ora: ho appena scoperto l'esistenza di una cosa meravigliosa che si chiama misura standard per i banners, e mi sto divertendo come una pazza a fare strisce e microbanners... praticamente su tutto.
E quindi, dato che questa storia mi sembrava tristemente in bianco e nero, senza neanche un'immagine a colori...








Mi fa sempre un sacco tristezza chiudere una storia.


BloodyKamelot: Infatti meriti un premio fedeltà solo per aver tentato! *_* Acciderbolina, ti ringrazio davvero per il complimento... Spero che la spiegazione del perché Link e Allen hanno banalmente tagliato la corda, in questo capitolo, ti abbia soddisfatta. No, Tyki e Road non hanno passato la notte da un'altra parte... ma a questo Corvo, povero figliolo, vogliamo far riuscire qualcosa? xD Nel manga sono una squadra scelta, uno di loro distrugge un Akuma nel giro di cinque secondi e mezzo (se avete informazioni diverse, vi prego, non spoileratemi!). Capisco, effettivamente, l'antipatia verso Miranda: è solo che mi fa troppa tenerezza, davvero, e con gli ultimi sviluppi mi piace ancora di più. Che posso dire, adesso? Che ti saluto, che ti ringrazio, che spero che la conclusione non ti abbia fatto scadere la storia. Grazie davvero, per tutto.

oceanredwhite: Sì, dev'essere diventata una specie di abitudine. Certo che Link e Allen ci hanno preso gusto a filarsela alla chetichella in piena notte, eh? Intanto che quegli altri due pomiciavano questi qui niente, fai armi e bagagli e via... Oddio... xD Ahahahahah, oddio, sì, è proprio così che è andata! Spero davvero che l'ultimo capitolo non ti abbia delusa, uh! Grazie di cuore per gli infiniti e meravigliosi commenti, e alla prossima!

BloodberryJam: Salve salvino a te! Sì, era (dolorosamente) il penultimo capitolo. Non so perché, ma associare il termine dolcemente a Kanda mi ha appena fatto scorrere un brivido gelato giù per la schiena... Sono felice che Allen ti sia piaciuto. In linea di massima gli eroi drammatici a tutti i costi infastidiscono anche me, ma Allen è talmente candido e adorabile che... che... O_O Come si fa a non volergli bene? Mi auguro che la fine non ti sia dispiaciuta: devo dire che, a rileggerla, mi mette una certa agitazione addosso. Un abbraccio e... magari ad una prossima volta! Grazie!
  
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