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Autore: kaze_to_rai    30/08/2010    3 recensioni
Ian e Daniel, trasferitisi in Francia, vengono spediti nel prestigioso
Collège Saint Michel, dove si confronteranno con scorbutici
compagni di stanza, silenziosi vicini di banco, presunti complotti e
fidanzamenti burrascosi.
Riusciranno a sopravvivere?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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collège saint michel
Collège Saint Michel


Capitolo 1 - Compagni di stanza


- Ian, che cavolo, sta' attento! Stavo inciampando nel tuo trolley!
- Oh! - fece il ragazzo, fermandosi - Scusami, Daniel. Mi ero distratto ammirando la nostra nuova scuola.
- Io non ci volevo venire, in Francia. - bofonchiò l'altro, lanciando all'edificio uno sguardo accusatore.
Avevano percorso il lungo viale che dai cancelli portava alla scuola, e finalmente potevano vederla chiaramente, non più coperta dagli alberi.
Era un largo edificio di tre piani, di colore chiaro, dall'aria austera. Persino nello sventolare delle bandiere sopra il portone c'era un che di rigido.
- Sarà una nuova esperienza, Daniel.
Il ragazzo scosse la testa guardando l'amico. Era da un anno che Ian viveva con loro, da quando erano morti i suoi genitori, e Daniel capiva quanto avesse bisogno di essere assorbito da una qualche nuova avventura. In effetti, era questo il motivo per cui aveva acconsentito a seguire i suoi genitori in Francia senza troppe storie.
- Mah, speriamo bene. - sospirò - Ma sarai tu a farmi da interprete per i prossimi giorni.
Ian scrollò la testa. - Guarda che ho fatto solo un piccolo corso pomeridiano, tanto tempo fa.
- Allora speriamo che in questo accidenti di collegio ci sia almeno un'accoglienza bilingue, visto che si vantano di avere tanti studenti stranieri.

Quando due ore dopo i due ragazzi si ritrovarono nell'atrio per andare alla sala mensa, avevano entrambi molte cose da raccontare.
- Hai visto che belle le stanze, Daniel? Io affaccio sul giardino. - disse Ian, mentre si infilava allegro nella folla degli altri studenti.
- Mi fa piacere. - rispose lugubre Daniel, seguendolo - Il mio compagno di stanza è spaventoso. L'unica cosa positiva di lui è che parla inglese, ma ho sempre l'impressione che stia per minacciarmi.
Ian ridacchiò. - Io ne ho due, di compagni, mi sa che è perchè siamo dispari in classe. Sono entrambi francesi, e mi sembrano simpatici. Anche il tuo lo sarà, conoscendolo meglio: magari ora è scorbutico perchè non voleva venire in Francia, come te. Ma è americano?
- No, mi ha ringhiato che era inglese. Credo si chiamo Geoffrey, ma potrebbe essere un nome falso, quello vero dovrebbe essere Mefisto.
- Dai, non può essere così terribile!
Daniel sbuffò. Faceva presto, a parlare, Ian: aveva più amici della Signora in Giallo.
- E perlomeno parla inglese. - rincarò l'amico - Poteva andarti peggio, se qui è così internazionale come dicono.
In realtà, nella mensa non si sentivano tutte le lingue diverse che lasciava supporre l'enfatico sito della scuola: principalmente, si trattava di francese e inglese. Non c'erano neanche le vaste e multietniche legioni di studenti che sembravano affollare le foto del sito: la mensa infatti ospitava solo sei tavolate lungo le pareti della sala, e una al centro, con il buffet. Sopra ogni tavolata c'era l'indicazione della classe, e alla sesta sedeva il personale.
Ian augurò buon appetito a Daniel, e si diresse verso il tavolo del quarto anno, cercando con lo sguardo i suoi compagni di stanza. Anche Daniel, dopo aver risposto all'augurio, si diresse al suo tavolo e cercò con lo sguardo il suo compagno di stanza; Geoffrey sedeva proprio sotto la scritta del terzo anno, al centro del tavolo. Daniel tirò dritto verso un estremo, accanto a una ragazza coi capelli rossi, che aveva attirato l'attenzione di buona parte dei ragazzi della sala. Non del malefico Geoffrey, sia chiaro, e nemmeno del buon vecchio Ian.
Il cibo era buono, e più volte Daniel fece il bis al tavolo centrale, immaginando anche che quell'abbondanza non sarebbe durata per tutto l'anno. Anche uno dei suoi vicini era di quell'opinione, e dato che era l'unico inglese dei paraggi - a parte forse la ragazza che ciarlava in entrambe le lingue - passò la cena a chiacchierare con lui.
Si chiamava Carl, aveva i capelli castani ed era un po' robusto; era americano, come lui, ed era venuto a studiare in Francia perchè i suoi genitori desideravano che imparasse il francese per una futura carriera internazionale, e avevano approfittato del trasferimento in Francia di un'amica di famiglia con la figlia.
- La ragazza con i capelli rossi. - specificò Carl - Si chiama Donna, e da quando la conosco è sempre stata la ragazza più popolare della scuola. Siamo stati soltanto un'altra volta in classe insieme, alle medie, ed essere suo amico d'infanzia mi  ha reso celebre, per un po'.
- Posso immaginare. - rispose Daniel divertito - Io invece sono venuto perchè mio padre, che è un ufficiale, ha ottenuto un'incarico all'ambasciata. Quel ragazzo alto coi capelli lunghi del quarto anno è mio fratello adottivo. Ho anche un fratello più piccolo, va alle elementari. Lui non sta in un collegio, e mi chiedo perchè io e Ian non ci siamo iscritti a un bel liceo normale per poi tornare a dormire a casa.
Carl rise. - Forse perchè questo è il liceo più prestigioso della zona. Donna mi ha rintronato, a furia di dirmelo. A proposito, com'è il tuo compagno di stanza? Simpatico? Parla inglese?
- Parla inglese e non è simpatico.
- Mi dispiace. - fece Carl - Il mio è simpatico, allegro e sorridente, però mi pare di aver capito che sia della Svizzera tedesca, e si ostina a parlare francese pensando di farmi un favore. E'quello laggiù vicino al cartello, accanto a quello dall'aria truce.
Daniel rabbrividì. - Quello dall'aria truce è il mio compagno di stanza.
- Oh.
Alla fne del pasto, uno degli insegnanti si alzò in piedi, presentandosi come il preside, e annunciando gli orari di sveglia e lezioni, e ovviamente quello per cui si aspettava che la comunità civile sparisse nelle camere. Concluse sorridendo e augurando un buon anno al Collège Saint Michel.

- Che cosa facciamo ora? - chiese Daniel, temendo il momento in cui sarebbe stato di nuovo solo in una stanza con quella presenza inquietante, e volendolo ritardare il più possibile.
- Chiediamo a Donna, scometto che gli altri ragazzi del nostro tavolo avranno fatto a gara per spiegarle come funzionano le cose, qui. - Carl alzò un braccio, e lo sventolò sopra i piatti vuoti - Donna!
La ragazza con i capelli rossi si voltò. - Che c'è, Carl?
- Sai che dobbiamo fare, adesso?
La ragazza sbuffò e si alzò in piedi, come molti intorno a lei avevano iniziato a fare. - Puoi uscire in giardino, se non hai freddo, ma io ti consiglierei di tornare in camera a mettere i vestiti a posto. Se ti serve una mano, posso venire dopo che ho finito.
- Non ho cento vestiti come te, posso fare da solo, grazie. - ridacchiò Carl, e si alzò anche lui - Oh, a proposito, lui è Daniel, ed è americano!
Daniel, sentendo che gli sguardi della metà maschile della sala, prima ferocemente puntati su Carl, si erano spostati con sdegno e raccapriccio su di lui, arrossì. - Ciao.
Lei sogghignò. - Sei il compagno di camera di Carl?
- No. - disse Carl - Il mio compagno di camera è quello biondo al centro del tavolo. Parla tedesco e francese.
- Oh! - fece Donna illuminandosi - E' molto simpatico! E' quello che mi ha indicato la strada per la mensa. Dopo passo in camera vostra, così lo ringrazio.
- Parli bene il francese? - domandò Daniel invidioso.
- Si, mia madre è francese. Vivevamo in America, ma ci siamo trasferite perché i miei hanno divorziato. Piacere di averti conosciuto, Daniel, ci vediamo!
La ragazza si allontanò, e Carl guardò Daniel preoccupato. - Salgo in camera a sistemare le cose, vuoi ospitalità per un po'?
Daniel rabbrividì. - Grazie. Se cerca di uccidermi corro subito in camera tua. Preparami una brandina. Che camera sei? Io la trentacinque.
- Trentotto. Vicino alle scale.
- A dopo, allora, vado a salutare il mio amico del quarto.
Carl ricambiò il saluto e Daniel si diresse verso Ian, in piedi accanto al suo tavolo insieme ad altri due ragazzi. Uno aveva i capelli ricci e scuri, e sembrava aver monopolizzato la conversazione; l'altro era biondo slavato, con gli occhi chiari, dalla carnagione pallida, dall'aria impenetrabile. Accanto a Ian sembravano bassi, come tutti, ma Daniel valutò fossero abbastanza alti.
- Ciao. - lo accolse Ian, per poi voltarsi verso i suoi amici e presentarlo in francese. I due ragazzi sorrisero, e gli diedero la mano, mentre Ian spiegava che quello bruno si chiamava Etienne e quello biondo Henri, e che erano i suoi famosi compagni di stanza.
- Piacere.- fece Daniel, invidiandoli. Lui non avrebbe presentato per nessuna ragione al mondo il suo compagno di stanza.
- Stavamo giusto per salire in camera. - aggiunse Ian - Sali anche tu?
- Temo di si. - sospirò il ragazzo, rassegnato - Sai che numero è, si? Vienimi a trovare, se puoi. Non credo di resistere, da solo con quello là.
- Esagerato. - ridacchiò Ian - Ci vediamo. Socializza, mi raccomando.

Daniel aprì con timore la porta della sua stanza. - Geoffrey?
Ma la stanza buia non gli rispose, e per un attimo il ragazzo si chiese se il suo compagno fosse stato inghiottito dalle tenebre, da cui chiaramente proveniva.
- Non entri? - fece una voce vellutata, vicinissima alle sue orecchie, mentre una mano gli si posava sulla spalla.
Daniel fece un balzo degno di gatto Silvestro, e, voltatosi, si trovò davanti due freddi occhi grigi.
- Oh. Ciao. - esalò Daniel, sperando che la sua voce non suonasse troppo acuta, e che il suo compagno limitasse simili esibizioni a quando si trovava sul set di Dracula.
- Stai bene? - s'informò Geoffrey, entrando in camera e accendendo la luce - Se sei stanco e vuoi andare a dormire subito, va bene. Tanto ho già sistemato tutto, non mi serve la luce.
- No, no, tranquillo. - rispose velocemente Daniel - Contavo di andare a trovare un amico più tardi.
Geoffrey, dando prova di una vera eleganza vampiresca, sollevò un sopracciglio. - Ah.
Daniel si affrettò a raggiungere la propria borsa e a rivoltarne il fondo con aria impegnata, con un pesante silenzio che gli ruggiva nelle orecchie.
- Beh... io vado. - azzardò, dopo un ragionevole lasso di tempo.
- Ciao. - rispose laconico Geoffrey, seduto sul suo letto con un computer portatile.

Daniel divise equamente il resto della sua serata tra Ian e i suoi Allegri Compari francofoni, e Carl e il suo amico svizzero, che li intrattenne entrambi con dei giochi di carte, riuscendo incredibilmente a farne comprendere il senso.
Quando alle undici meno cinque Daniel fu di nuovo in corridoio, vide una ragazza uscire dalla sua stanza, e passargli accanto diretta alle scale. Sorrideva, notò il ragazzo con meraviglia, e sembrava poco più piccola di lui.
Daniel entrò in camera in punta di piedi, sbirciando Geoffrey, e lo trovò nella stessa posizione di quando l'aveva lasciato: solo che emanava onde positive, adesso, con l'aria pacifica di una piccola statua del Buddha.
Daniel si fece coraggio. - Era... uhm... la tua fidanzata?
Geoffrey lo guardò. Le onde positive erano svanite. - Mia sorella.
Seguì un lungo silenzio, e Daniel, a disagio, decise di prepararsi per la notte. Poco dopo era nel letto, guardando ansioso l'altro che spegneva il computer.
- Buona notte. - disse.
- Buona notte. - bofonchiò l'altro in risposta.
Daniel si rigirò sul fianco. Era già passata la prima sera, ed era ancora vivo: ma avrebbe superato la prima notte? Con questo pensiero in testa, e l'immagine delle sue pantofole sul pavimento, si addormentò.


Angolo delle Autrici
Salve! Per chi non avesse letto "Via col kunai", o per chi l'ha fatto e non si ricorda, kaze è altrimenti nota come akuby_ge, mentre dietro il nome in codice di rai, si nasconde l'invincibile, inimitabile, ineffabile (che vuol dire?, nd kaze) (boh, nd rai) cioccolatoprego.
Rispetto allo scorso anno, molte cose sono cambiate: questo non è un improbabile cross-over, ma una semplice AU.
E, cosa di ben maggiore importanza, e che voi non potevate aver notato, è che kaze è stata messa a dieta, e quindi non ci sarà il solito ritornello di "kaze vuole un biscotto". Semmai, "kaze vuole una galletta biologica" (ahah, molto spiritosa, nd kaze) (sì, lo so, nd rai). Se a voi questo interessi o meno, non lo sappiamo (che gliene deve importare, scusa? nd rai), ma per kaze era importante.
Abbiamo, ovviamente, dovuto modificare le età, e toglieremo i "de" nobiliari dai cognomi, per adattarli alla nuova situazione; siamo molto contente di vederli al liceo, e kaze è molto contenta di aver fatto Geoffrey con la voce vellutata, anche se per convincere rai, ha dovuto imitare la scena facendo la parte di Geoffrey, e raggelando rai. Specifichiamo che non è nostra intenzione far lottare un sensuale Geoffrey e una diabolica Jodie per il povero, ingenuo Daniel. E' solo che kaze ha letto troppi manga sentimentali, di recente, e quindi voleva almeno un Figo Tenebroso Ma In Realtà Buonissimo.
Comunque, in questa storia non ci sono salti nel tempo, ma sono tutti a scuola. Ci auguriamo venga gradita comunque.
Recensite in tanti!

nota di kaze: questa fan-fiction, ovviamente, è anche un augurio di buon anno scolastico! (ti strozzo, nd rai)
Tra parentesi, rai è al liceo, ma kaze trotterella felice verso il secondo anno di giurisprudenza, con i quaderni di Bella Sara nascosti in una borsa di pelle (è irrecuperabile, nd rai) (roll roll, nd kaze felice).

  
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