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Autore: Cucuzza2    31/08/2010    7 recensioni
Il mondo squallido e crudo dei ragazzi di strada. Il loro capo, solito masticare peperoncini piccanti: El Drago. L'ennesima loro bravata.
Ma sarà diversa dalle altre?
Partecipante al contest "La stazione e... il drago", indetto da Elys.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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El Drago

 

Entro alla stazione.

Il mio capo era già arrivato ed era lì, seduto alla stazione, con un peperoncino piccante in bocca e la testa china, l’mp3 nelle orecchie, l’acconciatura punk e i jeans troppo larghi.

El Drago.

“Chi aspetti?” chiedo io, per niente rispettoso verso il capo della banda.

Lui apre la bocca e alita. Mi arriva una vampata di aria calda in volto. Peperoncini piccanti.

“Chi arriva.”

Alita ancora.

E’ il suo modo di mettere in soggezione gli altri, ma io non cado più nel tranello.

“Perché?” gli chiedo.

“Perché fa fico” mi risponde.

Alita ancora, per farmi distogliere lo sguardo. Ma io capisco che sta mentendo.

“Non fa fico” lo provoco, con aria di sfida. Non è la prima volta che gli manco di rispetto, perché non ho scrupoli, quando mi fa comodo qualcosa.

“Lo sai che le mode le lancio io” risponde, con aria di superiorità e allo stesso tempo contrita.

L’atteggiamento contrito per noi è tipico: il nostro stile fa tendenza.

Mi giro e vedo un gruppo di ragazzi che si avvicina, camminando sul marciapiede.

Erano gli altri del gruppo. E con loro Andrea, il mio migliore amico.

Lo chiamano la Serpe, perché a volte sembra ingannevole. Ma in realtà non è così aggressivo, è solo noncurante.

“Ciao, Roger” mi saluta.

Poi, con la sua solita noncuranza, prende una pietra da terra e la scaglia verso il marciapiedi di fronte.

Perché le bravate sono il nostro pane.

 

Passano alcuni minuti e finalmente arriva il treno. I passeggeri scendono e fra loro una ragazza, che trascina il suo bagaglio, ma è svelta, allegra, perché sta correndo verso il suo ragazzo. Lo abbraccia.

Ed El Drago vede la scena. E impazzisce.

Sputa per terra. Sputa fuoco.

E’ lui. El Drago.

Nel frattempo Andrea lancia altre pietre, con noncuranza, e gli altri fanno presto a imitarlo.

Ma El Drago non si accontentava di sputare. Anche lui vuole lanciare sassi, ma non per divertimento, ma per furia omicida.

La sua ragazza è morta in un deragliamento. Ecco, chi aspettava ogni giorno in stazione! Ma anche se lui si ostinava, lei non sarebbe più tornata.

Uno dei sassi di Andrea colpisce un’auto, frantumando il finestrino. Un uomo viene colpito alla testa. Il sangue scorre a fiotti, e Andrea non riesce a distogliere lo sguardo, atterrito da se stesso.

Tutti i ragazzi gettano a terra le pietre di scatto, spaventati.

Ma El Drago no. E’ rimasto bloccato, lo sguardo omicida ancora in volto, il sasso ancora in mano, paralizzato dal terrore.

Dopo l’ambulanza arrivano i carabinieri, che fermano El Drago.

“Perché hai lanciato quel sasso?” gli chiedono, con aria inquisitoria.

Lui non risponde e resta a guardarli con sguardo vacuo, sofferente, e li segue in caserma quasi senza rendersene conto.

Noi, preoccupati, li seguiamo e ci appostiamo fuori, cercando di cogliere qualcosa.

L’interrogatorio è pressante, ma noi aspettiamo speranzosi l’uscita del nostro capo.

Ma lui non esce più. Ormai El Drago ha le manette alle mani.

 

“Come un drago, soffre e comanda, finché, afflitto, non dimentica di se stesso.”

 

La Serpe si dispera. Non riesce a capacitarsi di ciò che ha fatto.

Ma io non posso far nulla per aiutarlo: ormai ha ucciso un uomo. Non potrà mai uscire dall’incubo.

“I ragazzi del limite” ci chiamavano. Del limite fra ragazzacci e delinquenza. Ma ormai La Serpe ha varcato quel limite. Non potrà mai più tornare indietro.

E a fare le spese di questo è il nostro capo. El Drago.

Lei non sarebbe più tornata. Ma nulla, nulla sarebbe più stato come prima.

 

 

Non ci riunimmo più per scegliere il nuovo capo. Sciogliemmo il gruppo senza accordarci: silenziosamente decidemmo di non riunirci più.

Andammo al funerale dell’uomo morto, e La Serpe lasciò lì la sua anima, come El Drago un tempo aveva lasciato il suo cuore in stazione.

Dimenticammo le bravate. Ognuno di noi passeggiò solitario, in qualche parco dimenticato.

Ognuno di noi rifletté, maturò, crebbe.

Questa è la fine della storia. Ma per qualcuno è l’inizio dell’incubo, e per qualcun altro la fine di tutto.

 

 

***

Alcune frasi dette da El Drago e dagli altri personaggi sono volutamente tipiche del linguaggio parlato, come “Perché fa fico” e “Lo sai che le mode le lancio io”, ma è una scelta voluta: difficilmente un ragazzo di strada parlerà in modo colto, no?

La citazione del drago è mia, l’ho messa tra virgolette perché rendeva meglio l’idea…

STORIA PARTECIPANTE AL CONTEST "LA STAZIONE E... IL DRAGO"
Diciannovesima

Grammatica, sintassi, ortografia e lessico: 4 / 10

C’è una grossa difficoltà nell’uso dei tempi verbali: la prima frase è al passato ma subito dopo la narrazione passa al presente senza motivo, e a tratti riprende tempi passati stonando nuovamente. L’ultimo pezzo, infine, tutto al passato remoto, risulta appesantito dai verbi che in questo tempo diventano molto ridondanti. Ultima nota, ci sono delle ripetizioni piuttosto fastidiose

Sviluppo della trama: 10 / 10
La trama è semplice ma esplicativa e chiara, ha ricevuto la giusta attenzione

Caratterizzazione dei personaggi: 7 / 10
C’è un buono sforzo di caratterizzazione sul capobanda, il narratore viene invece un po’ dimenticato: racconta come se fosse un occhio esterno quando in realtà è coinvolto, e per questo non viene particolarmente descritto se non per alcuni dettagli all’inizio. Anche gli altri ragazzi non sono caratterizzati in modo particolare, ma risultano comunque meno importanti nella storia

Espressività: 9 / 10
Trovo che questa storia ben esprima l’aria che si respira in ambienti simili, in queste "bande" di ragazzi da bravate…

Originalità: 5 / 10
La storia non è particolarmente originale, anche se ha comunque la sua particolarità

Attinenza al tema e ai parametri posti: 9 / 10
Avrei dato una maggiore impronta "draghesca" al capobanda. A parte questo, temi e parametri sono stati rispettati

Valutazione finale: 44 / 60
Si tratta di un buon lavoro, ora dovresti rivedere un po’ la forma linguistica e magari arricchirlo un attimo

   
 
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