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Autore: Queen of Superficial    01/09/2010    10 recensioni
Due pseudogroupies incasinate con le stanze da letto che comunicano tramite un palo dei pompieri. Un non più giovane frontman di una band nel pericoloso olimpo degli dei del rock. Una ragazza innamorata di un'idea, di un artigiano di sogni inconfessabili che poco ha a che fare con l'uomo reale. Una serie di assurdità in fila per due, con la partecipazione straordinaria di ricordi rock, di band nevrasteniche, di chitarre ipnotiche, di fatti di vita non vissuta ma senz'altro vivibile. Così, senza ipocrisia, in una spirale di violente emozioni sulle note di una Manson che creano un'improbabile, tenera, storia d'amore. La storia, tirata a lucido, di qualunque di voi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quindici minuti.
Le stavo tenendo la testa da esattamente quindici minuti, il viso rivolto alla finestra per non guardare.
Bliss aveva abbracciato una nuova religione: la tazza del cesso.
Precisamente, la tazza del cesso di un autogrill sito più o meno nel bel mezzo del niente, Sud Inghilterra.
Il tourbus era fuori, parcheggiato in bella vista vicino al distributore della benzina: la nostra auto, un defender nero, invece era convenientemente all'ombra.
Un altro atroce conato di vomito: mi aggrappai al lavandino per reprimere la tentazione di cambiarle colore ai capelli.

Ria...”, sussurrò debolmente, prima di infilare di nuovo la testa nella tazza.
Perfetto. Era perfetto.

Potevi evitare i tuoi consueti sei o sette litri di birra, ieri sera, visto che sapevi che oggi ti sarebbe venuto il ciclo.”, commentai caustica.
Non disse niente, e io incrociai il mio riflesso nello specchio. Una cascata di capelli neri, spettinati, il viso struccato, una maglietta troppo grande dei Kasabian. Un quadro.
Bliss alzò la testa. “L'altr...”, cercò di articolare.

Eh?”
L'altroieri.”, sussurrò.
L'altroieri cosa?”
Il ciclo.”
Spalancai gli occhi, le tolsi la mano dalla fronte e Bliss battè una sonora craniata contro la ceramica del water.

Ti è saltato il ciclo?”
Si alzò massaggiandosi la fronte ed emettendo gemiti di sofferenza, quando fu scossa da altro conato.
Mi abbassai alla sua altezza, incurante dello stato pietoso in cui era la mia storica migliore amica.

Ho detto: ti è saltato il ciclo?”
Annuì mestamente, e riabbassò la testa.
Feci un paio di calcoli veloci, mentre infilavo la porta di corsa, diretta al banco farmacia.
Corridoio del cesso giallo manicomio, piastrelle schioppate azzurro tenue: il classico esempio di un decoratore ubriaco.
Incrociai Dominic, batterista, faccia nota, pochi metri più in là.

Ria, ciao, come...”
Sì, ciao, Dom, dopo, ora no, non lo so, fammi andare.”
Stavo ancora parlando, quando mi sbattei la porta dei cessi alle spalle.Allora, dicevamo. Banco farmacia.Mi sporsi per avere la commessa bionda a un palmo dal naso, e dissi, col tono più grave che riuscii a trovare nel mio repertorio di toni gravi: “Un test di gravidanza. Cazzo.”

Quando rientrai nel bagno delle donne, Bliss era seduta sulla finestra e stava fumando: aveva assunto una gradevole sfumatura verdognola, era sudata fradicia e aveva la maglia che le calava su una spalla, a scoprire la rosa rossa tatuata.
Le sventolai sotto il naso il tubetto oblungo.

Fai pipì su questo.”
Mi guardò spaesata: “Prego?”
Sbuffai. “Eppure mi sembrava di aver parlato italiano.”, dissi, rivolgendomi a un piccione in transito fuori dalla finestra.

Ho detto: fai pipì su questo coso.”
Mi guardò di nuovo.

E perchè?”
Dio, come parlare con un calzino.

Perchè pisciare sui tubetti è la nuova moda inglese.”
Silenzio.

Perchè trovo improvvisamente divertente che tu faccia pipì sugli oggetti più strani. Oggi questo, domani un portafiori.”
Silenzio.

E' un test di gravidanza. Idiota.”
Me lo prese dalle mani come se stesse maneggiando una granata.
E poi dalla sua bocca uscì un vocabolo che risultò il più idiota mai sentito sulla faccia della terra.

Perchè?”

Due minuti dopo, era sul water.
Non ci riesco.”, disse, e la sua voce rimbombò al di fuori dello stretto cubicolo: al di fuori dello stretto cubicolo c'ero io, fumante di preoccupazione e di Lucky Strike, seduta sul piano del lavabo.
Con chi sei stata?”
In che senso?”
Non rincoglionirti: ascolta le parole e dai risposte pertinenti. Con chi sei stata?”
A letto?”
No. Al bagno.”
Non trattarmi male.”
Non ti tratto male.”
Invece sì.”
Con chi sei stata, allora?”
Rumore di acqua che scende.
Niente risposta.
Uscì dal bagno con il test in mano, e me lo porse.

Adesso?”
Aspettiamo.”
Ci guardammo senza parlare.

Allora? Si può sapere chi è il presunto padre del presunto bambino?”

BOOM, BOOM, BOOM.
Niente.
BOOM, BOOM, BOOM.
Niente.
BOOM, BOOM, BOO...

Cristo, sono le sei e un quarto del mattino!”
Ciao, Matt.”
Mi guardò.
Lo guardai.

Dov'è?”
Sospirò. Aveva i capelli in un unica soluzione di punte di istrice, sparati tutti a sinistra, gli occhi rossi di sonno ed era, con un po' di fantasia, in pigiama.

Chi? Il Papa, la Regina Madre, il presidente degli stati uniti?”
Dominic. Dov'è.”
Non capiva l'inglese. Tentare con l'italiano sarebbe stato inutile.
Guardai il caffè che avevo in mano, e glielo porsi.

Bevi.”
Cosa?”
Siete tutti lenti di comprendonio stamattina, o è un problema mio? Bevi, è caffè. Bevi. Cioè, se si può chiamare caffè acqua calda con i fondi girati dentro. Ma siete inglesi. Non è colpa vostra.”
Fece un lungo sorso, chiuse e riaprì gli occhi, e si passò una mano tra i capelli.
Gli schioccai le dita davanti alla faccia.

Adesso cagami. Dov'è Dominic?”
Mi guardò.

Qua non c'è.”
Bene. E ci sono voluti sette minuti per fartelo dire. Finisciti il caffè.”
Ok.”
E torna a dormire.”
Ok.”
Ciao.”
Ciao.”

Corridoio al contrario. Il muro sempre giallo, le piastrelle sempre schioppate. Un bue di due metri mi passò affianco: lo afferrai per la maglia.
Chris.”
Mi guardò, senza capire.
Cosa gli avevano fatto a tutti quanti durante la notte, una lobotomia di gruppo?

Ria.”, disse.
E fin qui ci siamo. Dov'è Dominic?”
Nel bagno.”
Grazie.”
Guardai il caffè che avevo ripreso al bar, dopo aver dato il mio a Matt.

Toh, bevi.”
Eh?”
BEVI. E' caffè.”
Lo prese, sussurrando un ringraziamento.
Alzai gli occhi al cielo. Ma minchia.

Due minuti dopo, buttai giù la porta del bagno degli uomini mettendo in fuga due camionisti.
DOMINIC.”, strillai.
Dominic mi rispose da dentro un cubicolo. “Sì?”

Disturbo?”
Abbastanza.”
Sei seduto?”
Direi.”
Bene. Diventerai padre.”
Nessuna risposta. Non sarà un bel vedere, quando la polizia rimuoverà il cadavere.

Dominic, dammi un segno di vita. Non possiamo perdere il batterista il giorno di un concerto.”
Eahf.”
Mi senti? Bliss è incinta.”
Ho sentito.”
Bene.”
Cosa facciamo?”
Mi fermai col dito a mezz'aria, e dimenticai cosa volevo dire.

Cosa facciamo chi?”
Noi. Chi.”, sussurrò, visibilmente sconvolto.
Noi chi?”
Noi!”
CHI?”
Rumore di sciacquone. Esattamente quello che vorresti a fare da colonna sonora a uno dei giorni più importanti della tua vita.
Uscì, bianco come un cencio.

Ma com'è successo?”, esclamò, appoggiando le mani alle dieci e dieci sul piano del lavandino.
Dal punto di vista tecnico, penso che sia abbastanza facile. Dal punto di vista teorico, dovresti saperlo tu. Siamo adulti, vaccinati e occidentali: esistono i contraccettivi.”
Guardammo a terra.

Bliss vuole abortire.”, comunicai.
Restava solo da decidere l'ospedale, il giorno, il più presto possibile.
Quand'era il più presto possibile? Bisognava aspettare la pausa del tour.

No.”
Un monosillabo complicato da gestire, di quando in quando.

Cosa?”, chiesi, entrando a far parte anche io del club della lobotomia di gruppo.
No. Nel senso di no, non credo di volere che lei abortisca.”
Chiamai a raccolta tutto il buonsenso che avevo in circolo, e tirai un respiro profondo.

Dominic. Sei impazzito?”
Mi guardò, biondo e scarmigliato come al solito.

No. Sì. Boh.”
Sospirai, e girai sui tacchi.

Dove vai?”. Più che una domanda sembrava un'invocazione.
Non lo so. Da Matt.”
Intercettò il mio sguardo da dentro lo specchio: era un buon amico, ormai. Avrei voluto che fosse un amico un po' meno diretto e intuitivo, però.

Starà dormendo.”, disse.
Il bagliore. Un bagliore di consapevolezza che gli balenava negli occhi tutte le volte che sapeva esattamente dove si andasse a parare.

Si sveglia.”, replicai, infilando la porta diretta nell'unico posto in cui sarei riuscita a trovare un senso a quel casino.



Le persone realmente esistono, ma non mi appartengono. I fatti sono inventati, ma sarebbe divertente se si potesse dire che sono realmente accaduti. E' vita creata artificialmente, trattatela come volete, non si piega e non si spezza, plasmateci sopra il vostro sogno personale.
Questa storia è dedicata a chi, l'otto giugno 2010 nel prato di San Siro, si è voltata brandendo sorridente una bottiglietta piena a tre quarti, e alla richiesta “Mi fai dare un sorso d'acqua?” mi ha risposto: “Non è acqua, è Xanax.”
La mia migliore amica.
A quelli che sono ancora in grado di sognare.
A Bright Lights dei Placebo.
E, ovviamente, al tizio che una volta mi ha fatto giurare che avrei scritto, prima o poi, una maledetta fanfiction con dentro Matthew Bellamy.

   
 
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