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Autore: Slayer87    01/09/2010    2 recensioni
La guerra era finita da un pezzo, eppure Harry Potter ancora non riusciva a chiudere i conti con il passato. Sentiva che mancava un dettaglio, come se si fosse dimenticato qualcosa di importante, ma non riusciva, per quanto si sforzasse, a comprendere cosa dovesse fare per poter avere a disposizione tutti i pezzi del puzzle e cominciare a costruirlo.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Happy Birthday Serie'
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Titolo: Come pezzi di un puzzle
Autore: Slayer87
Beta: Acardia17
Fandom: Harry Potter
Pairing: Harry/Severus
Rating: PG
Note: non so se questa cosa abbia senso o meno. Chi l'ha letta in anteprima dice di si, io non se sarei così sicura... doveva essere qualcosa sull'imbarazzo, e invece è uscito questa cosa: il che la dice lunga su come pensi il mio cervello XD
Ah, il settimo libro, in questa fic, non è mai esistito.
Word-Count: 681 (fdp)
Ringraziamenti: grazie ad Acardia per la betatura stile flash, e grazie a Zephan e a Andromeda Black per i loro pareri. Grazie anche a Shinu per avermi dato l'idea, anche se involontariamente. Che una montagna di cuoricini possa sommergevi. ♥
Dedica: A Ernil per il suo compleanno. Auguri stella! Visto come sono stata brava? Ti ho scritto una Snarry, e poi nel finale della storia c'è un'altra sorpresa. Spero che ti piaccia anche quella. Auguri tesoro. Passa una bella giornata.

Come pezzi di un puzzle.

La guerra era finita da un pezzo, eppure Harry Potter ancora non riusciva a chiudere i conti con il passato.
Sentiva che mancava un dettaglio, come se si fosse dimenticato qualcosa di importante, ma non riusciva, per quanto si sforzasse, a comprendere cosa dovesse fare per poter avere a disposizione tutti i pezzi del puzzle e cominciare a costruirlo.
Si aggirava per Grimmauld Place n. 12 inquieto, ed era talmente nervoso con se stesso da rispondere male a chiunque si facesse vivo per salutarlo.
Erano giorni che dormiva male, ed era cosciente che non poteva andare avanti così. Aveva bisogno di riprendere in mano le redini della sua vita, e il sapere che mancava pochissimo per quella tappa e non poterla raggiungere non faceva che gettare benzina sul fuoco.
Per tutta la guerra si era rifiutato categoricamente di rimanere al sicuro, sostenendo che chiedere ad altri di fare qualcosa significava essere in grado di farla a sua volta, e adesso che il conflitto era terminato e lui non faceva altro che dire a tutti di rifarsi una vita e andare avanti, proprio adesso, lui non era capace di seguire il suo stesso consiglio.
Fu Ron a dargli l'imbeccata giusta. Gli consigliò di visitare la tomba di Silente. Quello era ancora un argomento delicato per lui, e inizialmente era restio a seguire il consiglio dell'amico, ma dopo una settimana passata in casa a guardare il soffitto, si decise. Non sarebbe servito a niente, ma almeno avrebbe fatto qualcosa.
Quello che non si aspettava era di trovare Snape su quella tomba: in piedi, con il capo chino, non sembrava che avesse intenzione di muoversi tanto presto, e improvvisamente Harry si sentì in imbarazzo, perché riteneva che il dolore di una persona, perfino di una come Snape, era un affare privato, e pensò di andarsene: sarebbe tornato un altro giorno - almeno avrebbe avuto la scusa per uscire un altro pomeriggio - ma Snape, come suo solito, lo colse in fallo prima che potesse attuare il suo piano: con un'occhiata che avrebbe fatto rabbrividire il Signore Oscuro in persona, Snape diede segno di essersi accorto della sua presenza.
Harry arrossì, come se fosse stato scoperto a fare qualcosa di infantile e sciocco, e come sempre si sentì in soggezione nei confronti di quell'uomo che aveva perso tanto nella guerra e che più di altri aveva rischiato per porre fine al regno di Voldemort.
A quel punto, facendo affidamento sul proprio decantato coraggio Grifondoro, si fece avanti, e lo affiancò. Erano entrambi di fronte alla tomba bianca di Silente, e nessuno dei due sembrava intenzionato a parlare. C'erano troppe cose non dette per poter parlare così, come se niente fosse.
C'erano anni di dialoghi fra le righe da decifrare, e pochi mesi in cui avevano combattuto fianco a fianco da far combaciare. Chi era Snape? Il professore che non aveva mai perso occasione per criticarlo? O l'uomo che aveva combattuto con lui per uno scopo comune?
I sottintesi non erano mai stati il suo forte: preferiva agire piuttosto che macchinare.
Quello, in effetti, era sempre stato il compito il campo di Severus.
Solo adesso cominciava a capire che il famoso “tassello mancante” riguardava il suo ex-professore di Pozioni. La rivelazione sembrò sfondare l'argine del fiume in cui teneva intrappolati i propri pensieri. D'improvviso non ebbe difficoltà a far combinare i pezzi, tant'è che questi andarono a posto da soli, automaticamente, come se per tutta la vita non avesse fatto altro che fare puzzle. Si voltò verso Severus, coscio come non mai di cosa dovesse fare. L'uomo lo guardò, e Harry per la prima volta ricambiò lo sguardo, vedendolo veramente. “Finalmente hai capito. Era anche ora, moccioso.”
Harry aveva capito. Aveva compreso.
“Il vecchio sarebbe stato felice, penso. Chissà, magari ha fatto tutto solo per farci arrivare a questo punto.”
Harry annuì, facendosi coraggio mentre prendeva la magra, secca, meravigliosa mano di Severus nella sua e si concedeva il primo respiro della sua nuova vita. Si ricordò di parole che aveva letto poco prima, in una graphic novel di Alan Moore: “La vita è dettata dal caso. Non segue schemi, tranne quelli che ci troviamo noi dopo averla fissata troppo a lungo. Nessun senso tranne quello che decidiamo di imporle.*
Alla fine, Harry aveva trovato il senso da imporre alla propria vita.

The End

 

*Ernil, c'è bisogno che ti dica da dove l'ho presa? Per le altre, cliccate pure qui .

   
 
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