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Autore: Rodelinda    01/09/2010    3 recensioni
" Forse qualcuno potrà sostenere che io non ho diritti.
L’amicizia non è amore, l’amica non è amante, sorella, fidanzata o moglie. L’Amica è una figura labile, il cui affetto ha peso solo fino al punto in cui lo si ricambia. "
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera aperta a un amico
Lettera aperta a un amico
 
Forse qualcuno potrà sostenere che io non ho diritti.
 
L’amicizia non è amore, l’amica non è amante, sorella, fidanzata o moglie. L’Amica è una figura labile, il cui affetto ha peso solo fino al punto in cui lo si ricambia.
 
Ma quante amanti, sorelle, fidanzate o mogli hanno avuto il privilegio di conoscere ciò che di te ho conosciuto io?
Il turbamento alcolico sotto la pioggia, in una macchina, ascoltando “Stairway to Heaven”. L’entusiasmo vuoto nel sentirti parlare di sport, dentro un bar affollato. L’aiutarti a comporre testi le cui parole, cariche di speranza per una buona riuscita, sarebbero state giudicate da sconosciuti (giudici, probabilmente, assai più inflessibili di me). La fibrillazione nel sentirsi finalmente fuori, liberi, dopo l’Esame di Maturità. E i pomeriggi al parco, tra un’ora di ripetizione e un’altra, a leggere Rimbaud e Alda Merini.
 
Il turbamento inespresso del silenzio – tu, ignorando ciò che io vi nascondevo dietro, sembravi credere che io non ne comprendessi il senso. Ne avevo, invece, paura.
 
La paura di colei che non può vantare diritti, la paura inespressa dell’amica che teme, dietro il silenzio, un muro di ostilità. La paura di chi, affidando nel contempo il proprio affetto e le proprie confidenze, teme un giorno di perdere importanza agli occhi dell’altro al punto da vederlo allontanarsi.
 
Poche specie di affetto sono disinteressate, salde, continue come l’amicizia: con l’amico non si condivide il corpo, o il sesso, ma piccoli brandelli e attimi di vita quotidiana.
E poche specie di affetto sono labili, come l’amicizia. Una delle parti, prima o poi, se ne va: il legame, un tempo calzante come un tappo di sughero nel collo di una bottiglia da vino, diventa all’improvviso un peso,  qualcosa che non è più perfetto come prima. Un’armonia che si è rotta, un sasso caduto nella superficie tersa di uno stagno.
L’amicizia che si è logorata, nel tempo e nel dilatarsi dello spazio, non è una relazione che possa essere ricucita facilmente: è un legame non riconosciuto, un consorzio stipulato liberamente dalle parti che – senza penale di recesso – possono decidere di romperlo in qualsiasi momento.
Senza dovere spiegazioni, all’Altro: perché l’amico non è niente più che questo. L’Altro per eccellenza, colui che è senza diritti o doveri.
Per quanto abbia amato, sperato, pianto con te, osservato da lontano ciò che facevi senza intromettersi (o cercando di impedirti qualche sciocchezza), l’amico resta comunque un essere senza posizione precisa, un nulla cosmico. Un ricettacolo di sentimenti e di affetto, senza pretese e pieno di rimpianti.
A chiedersi cosa si abbia fatto di male. Perché, all’improvviso, ricusi la mia preoccupazione e il mio affetto, cercando una vuota solitudine piena di dubbi. Lasciando me a macerarmi nel dolore e nella confusione: senza diritti da far valere, perché l’Amica non ha diritti.
Forse qualcuno potrà sostenere questo.
 
Ma, mi chiedo, quanti di loro ti abbiano voluto bene quanto te ne ho voluto io.
 
***
Rodelinda alla tastiera senza coerenza
 
Nulla da dire, stavolta. Davvero, nulla da dire.
 
Per visualizzare al meglio questo breve testo, scaricare gratuitamente qui il carattere “Riesling”.

 
 

 

   
 
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