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Autore: Alexander_Draganovic    01/09/2010    3 recensioni
Poesia creata durante una camminata verso scuola per un concorso della medesima scuola... Era il lontano 1999
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kaos, nascita di ogni cosa;
i corpi si formano , crescono, mutano.
Lentamente la melma primordiale
si trasforma ed evolve

Piove sui corpi stanchi.
Trasciniamo le membra per le strade
fumose e sporche del mondo. Pochi si domandano
dove vanno e perchè. Come morti vaghiamo
per l'universo, mentre la pioggia cade e cancella
la polvere che ci forma
La vita ci sfugge dalle mani, e va
a perdersi nei ricordi.

Angoscia, si sveglia, mi cerca.
Si muove, mi assale. Si avventa, mi artiglia.
Vince, mi sfregia. Un altro giorno
ed è gia finito.

La pioggia aumenta e si accanisce sui corpi.
Le membra corrono per le strade del mondo,
ormai paludose e malate. Nessuno si domanda
perché e cosa è accaduto. I morti tornano
nelle loro tombe, mentre l’universo ci affoga
e cancella la nostra forma.
La vita ci sfugge fra le dita e
si nasconde nella memoria.

Depressione, banchetta, divora,
mi sbrana. Rende ogni cosa grigia.
Annulla la voglia, distrugge la memoria e
Il giorno non è mai esistito.

La pioggia smette e i corpi sono liberi.
Le membra escono e si trascinano nuovamente
per il mondo fatto di strade. Ciascuno si chiede
chi fosse, perché. I morti piangono
e tornano in vita. L’universo rimane impassibile
e si riprende la sua polvere mentre la pioggia torna debolmente.
La vita si è spenta e
Rimane nei ricordi della memoria.

Morte, fine di ogni cosa,
i corpi si disfano, appassiscono, mutano.
Ha vinto, nulla è più e
Non ci sono più giorni.
  
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