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Autore: Parsifal    02/09/2010    1 recensioni
Questa fanfic è davvero piccola...ma dentro c'è tutto quello che Hyoga prova per Shun.Nato nella corsa alle dodici case, in quell'attimo sublime, nella casa di Libra. E qui c'è un piccolo esempio: \\Non lo avrebbe permesso. Non poteva accadere. Non per salvare lui. Come poteva Shun aver fatto una cosa del genere? Come poteva aver dato alla sua vita la precedenza? Gli voleva bene fino a questo punto?\\ Buona lettura a tutti ^_^
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il colore del vento, il profumo dell'acqua, il sapore del cielo .

Hyoga resta a guardare il cielo anche dopo che il sole è tramontato.
Si lascia sommergere da quei colori vivi, accesi, fino a che l'oscurità lo avvolge.
Non pensava di poter vivere ancora un momento come questo.
Non credeva fosse possibile sentirsi, ancora una volta, così in pace.
Così sereno.
Quasi felice.
In fondo ha sempre sostenuto che la felicità non esiste.
Folle illusione di chi non vuole arrendersi all'evidenza dei fatti.
Di chi, testardamente, spera e la cerca con una forza che supera la ragione comune.
Il volto di Shun si affaccia alla sua mente, improvviso.
Lo ritrova li, nel cielo, in quei colori così vivi, cosi disperatamente accesi.
In quel sole che non vuole arrendersi ancora, che anche quando se ne deve andare lascia, dietro di sè, la sua parte migliore.
Quella che ti fa salire il nodo in gola se soltanto tu ti fermi a guardarla.
Come sta facendo lui adesso.
E' stato proprio Shun a insegnarglielo.
Ad insegnargli come si fa a trovare il tempo per fermarsi e osservare.
Osservare con il cuore e con l'anima, con tutto se stesso insomma.
Sa che quello che sta vivendo è solo una pausa.
E' appena terminata una guerra, la corsa alle dodici case si è conculsa e loro sono li, cercando di conservare, nella parte più profonda di se stessi, quelle immagini che, sanno, non se ne andranno mai dalla loro mente.
E dal loro cuore.
Quelle immagini che lo hanno costretto a guardarsi dentro e a prendere una decisione che mai pensava di poter prendere.
Il suo risveglio nella casa di Libra, dove lo aveva rinchiuso per la prima volta il suo maestro.
Il suo risveglio tra le braccia di colui che gli aveva dato la vita di nuovo e che stava morendo per questo.
Non dimenticherà mai quell'istante.
La consapevolezza che per far vivere lui Shun stava morendo.
Il dolore che si trasformava in furore prima e poi in impotenza.
In disperazione assoluta.
E la certezza che mai , mai avrebbe potuto eguagliare un simile dono.
Non doveva morire.
Questo era il suo unico pensiero.
Questo animava le sue membra, il suo cuore, la sua ragione.
Per questo aveva raggiunto i suoi compagni nella casa di Milo, il Saint d'oro dello Scorpione.
Per questo aveva gridato quelle parole con la speranza che potessero avere ragione della realtà, di quel cuore che batteva sempre più debolmente.
Di quella pelle sempre più fredda.
Non lo avrebbe permesso.
Non poteva accadere.
Non per salvare lui.
Come poteva Shun aver fatto una cosa del genere?
Come poteva aver dato alla sua vita la precedenza?
Gli voleva bene fino a questo punto?
Voleva che potesse vivere ancora per poterlo chiedere a lui, guardandolo negli occhi.
Senza paura e senza tentennamenti.
Con il cuore negli occhi.
Senza più finzioni ne maschere.
Fu così che affrontò Milo, sapendo che, come Saint d'oro, gli era superiore.
E nello stesso identico stato d'animo andò davanti a Camus, il suo maestro.
La consueta fitta al cuore gli blocca il respiro ancora una volta.
Camus, il suo maetsro.
Non voleva essergli superiore.
Non aveva avuto MAI questa presunzione .
 Un rumore dietro di se lo fa voltare e lo fa già con il sorriso sulle labbra.
Lo ha riconosciuto.
Del resto lo riconoscerebbe ovunque.
Il suo meraviglioso compagno.
Colui che ha dato la sua vita per lui.
Shun si avvicina lentamente, con calma.
Sembra non toccare nemmeno il terreno tanta è la grazia che ha nel camminare.
E' leggero come una piuma e rispetta totalmente tutto ciò che lo circonda.
Si ferma accanto a lui e se ne sta in silenzio, guardando le ultime traccie di questo giorno che ormai se n'è andato, lasciando dietro di se i ricordi e le speranze degli esseri umani.
Hyoga fa due passi indietro e si sposto, quello che serve per andare alle sue spalle e fargli appoggiare il  corpo contro il suo.
Shun si ammorbidisce immediatamente, modellandosi con una familiarità che gli prende l'anima.

Bacia i suoi capelli...profumano di miele e di fiori.
Lo abbraccia, circondandogli la vita, e sente che si appoggia contro di lui, fiducioso.
E' difficile per lui spiegare, perfino a se stesso, quello che sta provando.
E'come...come se fosse finalmente al posto giusto.
Nel momento giusto.
Per la prima volta nella sua vita.
Ogni cosa, attorno a loro, parla e sembra narrare le loro gesta.
E' come se conservasse la memoria dei tempi antichi, quando il vento aveva il colore dei sogni di tutti quelli che ci credevano ancora.
Di tutti quelli che mettevano in gioco la loro vita per non far morire la verità.
Quando anche l'aqua profumava di cielo e il cielo aveva il sapore dell'acqua.
Quando ogni cosa, attorno a loro, cantava la gioia nel sentirsi vivi.
Amati.
Proprio come adesso.
Adesso che sono l'uno tra le braccia dell'altro.
Shun alza la testa quel tanto che basta per incontrare la sua bocca mentre la notte li accarezza, proteggendoli.
Proteggendo il loro amore, amore che incontrerà nuove battaglie, nuovi scontri.
Ma che risulterà sempre vincitore.
Perchè eterno, come la materia che l'ha creato.
Vivo per sempre.

   
 
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