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Autore: Cruel Angel    04/09/2010    2 recensioni
“Minerva!” esclamò preoccupato vedendo la donna barcollante
“Che cosa ti prende?”
“Sto per sentirmi male” sussurrò la collega premendosi una mano sulle labbra. L’uomo la prese per le spalle e l’accompagnò in bagno.
Quando la donna uscì stava barcollando visibilmente e aveva un colore cinereo.
Le si avvicinò velocemente e la sostenne. La fece sedere di nuovo sul divano e le diede una tazza fumante.
“Devi berlo.” le disse l’uomo visibilmente preoccupato.
Lei annuì e avvicinò la tazza alle labbra.
“Sa’ di mirtillo…” affermò la donna.
“Lo so’” rispose l’uomo compiaciuto. “Ho modificato personalmente la pozione per darle un gusto migliore…Ti piace?”.
La donna lo guardò un attimo. “A me non piace il mirtillo…”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horace Lumacorno, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa è una coppia particolare, che a me piace molto. Ovviamente vorrei mettermi a spiattellare tutta la storia, perché non sto più nella pelle… ma rovinerei tutto -.-“…. Quindi lascio a voi l’arduo lavoro di recensire e dire! Spero tanto vi piaccia e di darvi nuove idee sulle vostre fan fiction…le voglio leggere! Grazie comunque….

 

BELLADONNA

Si sedette per l’ennesima volta al suo posto. Al SUO posto, non il suo sicuramente. Apparteneva ad Albus, lo sapeva, ma lei era la nuova Preside e doveva mantenere l’immagine di quella carica. Si sedette cercando di ignorare gli sguardi carichi di nostalgia che la fissavano ogni volta che si sedeva.

Lo so! Voleva urlare  Lo so che qui ci dovrebbe stare il più grande mago del mondo, che ha rinunciato a diventare Ministro della Magia solo per starvi vicino e accompagnarvi per tutti questi anni, ma è stato ucciso da un semplice professore di pozioni!

Non lo urlò e come al suo solito fece un cenno agli studenti di continuare, che abbassarono mesti la testa sui loro piatti. Lei invece continuò a guardarli e un lieve sorriso le increspò le labbra.

Sanno che io non sono che una semplice vittima, una conseguenza della sua morte…grazie Albus.

Sospirò e allungò una mano per prendere il bicchiere, ma si fermò a metà strada. Sentì l’aria farsi più tesa e una scossa attraversò la grande sala. No, deve essere solo una mia impressione. Prese il bicchiere, se lo portò alle labbra e ne bevve un sorso. Spalancò gli occhi per la sorpresa. Il liquido le scivolò caldo e dolce per la gola, donandole una piacevole sensazione di benessere. Faceva questo effetto il vino? Scostò il bicchiere dalle labbra e notò con sua grande sorpresa che la sala intorno a lei era sfocata. Inarcò le sopracciglia confusa, ma non indugiò oltre. Poco importa. Le sfuggì un lieve risolino, che per sua fortuna non sentì nessuno. Guardò il bicchiere e lo avvicinò di nuovo alle labbra, ma, con suo grande dispiacere, non riuscì a berlo. Vide la stanza girarle intorno e dovette aggrapparsi al tavolo per non cadere.

“Minerva” le sussurrò preoccupato qualcuno alla sua destra “Ti senti bene?”. Lei scosse la testa, cosa che le procurò un altro forte giramento di testa.

“Oh, mio Dio. Minerva sei pallidissima. Vieni, dobbiamo andare in infermeria.” . Sentì un braccio scivolarle intorno alla vita e si lasciò guidare docilmente. Vide lo spazio intorno a sé rabbuiarsi e dedusse che erano usciti dalla Sala Grande. Camminò per quella che le sembrò un’eternità fino a che non sentì aprirsi una porta.

“Madama Chips, abbiamo bisogno di lei.” Annunciò una voce vicina.

“E’ urgente? Ieri si è svolta la partita decisiva per la coppa di Quidditch e sembrava più uno scontro tra orchi”

“Bé, non saprei…” iniziò titubante. La donna colse al volo l’occasione.

“Allora non deve essere nulla di urgente. Scusami, ma non hai nulla nel tuo studio che possa aiutarti? Insomma tra tutte quelle pozioni…” lo interruppe. L’uomo indugiò sulla soglia.

“Sì, dovrei…Ma non sarebbe meglio che le dai un’occhiata?”. La collega si avvicinò e guardò la professoressa un attimo.

“Deve aver mangiato qualcosa che non tollera. Basterà darle un infuso leggero e metterla a riposo”. L’uomo annuì preoccupato.

“Non sarebbe meglio se stesse qui?”

“Santo cielo!” esclamò l’infermiera “Non ha nulla di grave, l’infermeria è piena e tu sei un abile pozionista. Non le succederà nulla!”. Detto questo si girò e chiuse la porta.

“Ma che modi…” sussurrò l’uomo irritato. Sentì il peso della donna sulla sua spalla e strinse la presa sulla sua vita.

Va bene, vediamo se mi è rimasto qualcosa nel mio armadietto.

Entrò nello studio pochi minuti dopo e con un colpo di bacchetta illuminò la stanza e accese il fuoco.

“Minerva, come ti senti?” le domandò mentre la faceva sedere sul comodo divano. La donna mugugnò qualcosa e si prese la testa tra le mani.

“Non ti preoccupare. Tra poco passerà” la rassicurò mentre cercava una bottiglietta di infuso nell’armadietto.  Sentì una mano sulla spalla e si girò di scatto.

“Minerva!” esclamò preoccupato vedendo la donna barcollante “Che cosa ti prende?”

“Sto per sentirmi male” sussurrò la collega premendosi una mano sulle labbra. L’uomo la prese per le spalle e l’accompagnò in bagno. Quando la donna uscì stava barcollando visibilmente e aveva un colore cinereo. Le si avvicinò velocemente e la sostenne. La fece sedere di nuovo sul divano e le diede una tazza fumante.

“Devi berlo.” le disse l’uomo visibilmente preoccupato. Lei annuì e avvicinò la tazza alle labbra.

“Sa’ di mirtillo…” affermò la donna.

“Lo so’” rispose l’uomo compiaciuto “Ho modificato personalmente la pozione per darle un gusto migliore…Ti piace?”. La donna lo guardò un attimo.

“A me non piace il mirtillo…” . Il professore restò in silenzio per alcuni minuti.

“Oh, mi dispiace” disse semplicemente alla fine. Ebbe come l’impressione che la donna sorridesse divertita da dietro la tazza.

“Ti senti, meglio?” le chiese quando finì l’infuso, con una nota di fastidio.

“Sì, un poco…”               

Come un poco? Se non le ha fatto effetto deve avere qualcosa di più di una semplice reazione allergica! Pensò l’uomo. Le prese la tazza e l’appoggiò sul tavolo.

“Minerva, che cosa hai mangiato?” le chiese prudentemente.

“Niente”

“Niente?!” esclamò l’uomo.

“No, niente. Ho solo bevuto un sorso di vino” rispose la donna confusa, poi si premete di nuovo la mano sulle labbra.

“Scusami” sussurrò prima di alzarsi. Quando vide la porta chiudersi, l’uomo schioccò le dita e chiamò l’elfo domestico.

“Sì, professore? Come posso servirla?” chiese l’elfo facendo un profondo inchino.

“Devi portarmi il bicchiere che ha usato la professoressa McGranitt durante la cena. Fai presto.”

“Certo. Eseguirò il suo ordine con piacere” esclamò l’elfo eccitato, per poi sparire. Il professore si girò verso la porta del bagno e la fissò intensamente, sperando che la persona dietro di essa possa stare meglio. Sentì un rumore secco che lo riportò alla realtà. Si sorprese per la velocità della piccola creatura.

“Ecco, signore. Spero di non averla fatta aspettare troppo, non potrei perdonarmelo” disse l’elfo in tono timoroso, allungandogli il bicchiere.

“No, certo. Puoi andare” lo congedò il professore prendendo in fretta il bicchiere.

“Grazie, signore” rispose la piccola creatura facendo un altro profondo inchino e sparendo con uno schiocco di dita. L’uomo fissò un attimo il punto in cui era sparito l’elfo, poi scosse la testa e si sedette sul divano. Avvicinò il bicchiere al naso, ma non sentì nessun odore particolare. Passò un dito all’interno del bicchiere e lo mise in controluce. Un sottile strato di polvere verde si illuminò al contatto con un fascio di luce di luna.

Oh, mio Dio! Questa è…è… ma si fermò di colpo sentendo la porta aprirsi

   
 
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