Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
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Autore: alessiasc    05/09/2010    8 recensioni
questa è per la persona che più mi ha insegnato a vivere, la persona per cui ancora respiro. questa è per lui che non ha smesso di lottare. questa è per te, Nicholas Jerry Jonas.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«two, three!» la sua voce, spezzo il silenzio che si era calato per qualche secondo. Le fan urlanti, erano ora in completo silenzio e lui amava il rispetto che loro le davano, ogni giorno, ogni sera, ad ogni canzone, ma sopratutto in quella, quella che rispecchiava la sua vita più di tutte, più di tutti. Si alzò dal piano e prese la chitarra elettrica, se la mise al collo e toccò le corde, per poi metterci più sicurezza e far risuonare gli accordi nell'aria. Le urla tornarono vive, lo perforavano, lo facevano sentire vivo, erano l'unica a cosa al mondo che gli permetteva di sentirsi se stesso, e stava bene. Si attaccò al microfono e urlò quelle parole con tutto il fiato che aveva in gola. E poi, quando era arrivato al massimo, quando la voce gli si spezzò in gola, quando le lacrime gli rigarono il volto, quando fu al massimo e si sentì più vivo che mai, si lasciò cadere a terra, sulle ginocchia, sentendo un dolore lacerante percorrergli entrambe le gambe, il microfono cadde davanti a lui. Il pubblico era immobile, che cercava di capire. «I'll be fine.» disse, per poi accasciarsi al suolo, le mani ancora sulle corde, il microfono davanti a se. Aveva l'aria da vincitore anche in quel momento, sembrava perfetto, ma quando le sirene dell'ambulanza ruppero il silenzio, e i singhiozzi della gente che aspettava, come se fosse un loro famigliare, un loro amico, o la parte più importante della loro vita. Della vita di ognuno di quei ragazzi, che si stavano mangiando le unghie, che erano abbracciati l'uno all'altro, che aspettavano che qualcuno dicesse qualcosa, che qualcuno dicesse loro un «Nicholas sta bene.» si aspettavano che tornasse seduto al pianoforte e facesse il suo discorso. Loro non avrebbero mai mollato solamente perchè quel ragazzo riccio, vivace, e con una bellezza che poteva togliere il fiato, l'aveva chiesto. Ognuno di loro era riuscito ad affrontare ogni dolore solo grazie a lui, ed ora erano pronti ad affrontare ogni dolore con lui. Ma nel momento in cui un ragazzo, sicuramente più basso di Nicholas, salì sul palco e si mise al pianoforte, si sentì il rumore delle lacrime uscire dagli occhi dell'intero stadio. Le mani del ragazzino toccarono i tasti e la melodia che poco prima ricopriva l'ambiente come una cupola di vetro, tornò a eccheggiare nell'aria. «You know sometimes life brings out its complications and some harships but you know, it's how we deal with them that counts. And i know that each and every one of you in this audience tonight have been through a hard time in your life before, right? I know that at each and every one of you have felt, at one point, like you couldn't go on. But then you found hope. There's always some way to find hope. Remember that. This song is for every broken heart, every lost dream, for all the highs and all the lows. This song is for you, for all the the lost dreamers. For every person who's ever been let down sing this song at the top of your lungs. I wanna hear you all» a quel punto, ci fu un secondo di silenzio, spezzato solo dal pianoforte. E poi, una voce incerta proveniente dal pubblico si unì a questa melodia. «but you don't know what you've got 'till this gone, and you...» e così, tutto lo stadio si alzò in piedi, chi era a terra per lo sconforto, chi per la stanchezza, chi era seduto sugli spalti, chi invece sui seggiolini, tutti erano in piedi, e battevano le mani a tempo, e da ogniuno di loro usciva della voce, e tutti dicevano la stessa cosa: «and everytime you smile or laugh you glow, you don't even know, know, know...» e, come se si fossero messi d'accordo, tutti, insieme, come se fossero un'unica voce, dissero, più alto di ogni suono, «A LITTLE BIT LONGER AND I'LL BE FINE» e dopo ciò, si applaudirono. Tutto uno stadio intero, ad applaudire le parole di un diciassettenne, che era tra la vita e la morte.
Questo era essere fan, no, questo era amore. Amore. Ed era amore anche quando si alzarono le urla nel momento in cui Nick salì nuovamente sul palco ed abbracciò il ragazzino coraggioso. Questa non è un'ossessione. Questo è amore, anche mentre tutto va storto, mentre vedi la morte davanti ai tuoi occhi, questo, questo è tutto.

   
 
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