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Autore: DazedAndConfused    05/09/2010    8 recensioni
"Londra sembrava assopita in quella mattinata d’inizio settembre, avvolta da una nebbiolina leggera ma decisamente depressiva. Solo quell’inferriata non era anonima come tutte le altre, così variopinta, così fiorita, così viva."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Happy Birthday, mr. Bad Guy

 

« I nostri album tenderebbero ad essere una collezione di canzoni, perché le scriviamo tutte nel gruppo, tutti insieme

 

John Richard Deacon

 

 

Poggiò la piantina vicino al portoncino verniciato di verde, ormai scrostato e ricoperto di inchiostro indelebile e post-it di mille colori, per poi rialzarsi e stringersi nel cappotto scuro.

Londra sembrava assopita in quella mattinata d’inizio settembre, avvolta da una nebbiolina leggera ma decisamente depressiva.

Solo quell’inferriata non era anonima come tutte le altre, così variopinta, così fiorita, così viva.

No, ok, forse viva non era proprio l’aggettivo più indicato; vabbé, meglio lasciar perdere.

E comunque non sarebbe mai potuta essere una casa come tutte le altre, il numero 1 di Logan Place non poteva, non poteva essere una casa anonima, non poteva.

 

Sorrise. Non c’era più ma era come se fosse ancora presente, negli occhi scintillanti di quelle persone che posavano rose a tutto spiano, negli altoparlanti dei telefonini d’ultima generazione che sparavano senza sosta le note di No One But You o di In My Defence o ancora di These Are The Days Of Our Lives, negli indelebili che scorrevano veloci alla ricerca dei pochi spazietti rimasti ancora inviolati.

Si voltò e fece per andarsene, quando si scontrò con qualcuno.

-Mi scusi, mi scusi! Non l’ho fatto apposta, lo giuro!-

La vocina tenera gli fece abbassare il capo e incontrare lo sguardo limpido di una bimba dall’età indefinita, che forse si aggirava intorno ai dieci anni.

-Non fa nulla, nessun problema.- le sorrise -Come ti chiami?-

-Emma, e Lei?-

-Oh, questo non ha molta importanza, Emma ma, vedi?, questo,- si fermò ad indicare il brulichio di persone che li circondava –questo ne ha molta di più.-

La bimba seguì rapita quelle parole, con la bocca spalancata.

-E per te, Emma? Che importanza ha, tutto questo? E Lui, che importanza ha?-

Emma sembrò quasi pensarci su un po’, prima di aprir bocca, ma poi scosse le spalle e decise di dirgli quel che sentiva veramente, di non badare al fatto se la risposta potesse essere sensata o meno.

-Credo sia importante, ma credo anche che l’importanza che diamo a un qualcosa o ad un qualcuno cambi da persona a persona.-

La figura si tirò ancor più su la sciarpa, quasi in cerca di protezione.

-Saggia risposta. E, dimmi, qual è la tua canzone preferita?-

-Non ce n’è una in particolare. Mi piacciono tutti gli album, li vedo come un qualcosa che non si può separare, non so se mi spiego.-

Seguì un momento di silenzio, interrotto nuovamente dalla bimba.

-Sono tutte delle splendide canzoni, erano una splendida famiglia.-

Gli sorrise.

La figura incappucciata si chinò per abbracciarla, salvo staccarsi quando sentì una voce matura, da donna, chiamarla.

-Il vasetto in terracotta… Guarda il vasetto in terracotta.- le bisbigliò nell’orecchio, per poi andarsene di soppiatto, com’era arrivato.

 

 

-Emma! Si può sapere dove diavolo t’eri cacciata? Quante volte ti ho detto che mi devi stare... uh?-

La donna venne interrotta dal biglietto che la figlia, accovacciata davanti a una fresia, le aveva praticamente appiccicato davanti agli occhi.

Una calligrafia piuttosto frettolosa ma tutto sommato ben curata recitava così:

 

 

 

19 anni. Ebbene sì, sono già passati 19 anni dall’ultima torta che hai tagliato, dalle ultime candeline che hai spento, dagli ultimi regali che hai scartato.

E sembra ieri.

E 19 anni sono passati da quando ho iniziato a girare di nascosto per non farmi riconoscere.

E anche questo sembra ieri.

Sembra di ieri la mia decisione, sembra di ieri lo stadio di Wembley straripante di gente che inneggiano all’immortalità della Regina, sembra di ieri il nostro primo incontro.

E ogni giorno ti sento al mio fianco, ti sento alla radio, ti sento in ogni quadro che vedo appeso, ti sento in ogni pesce del parco che, puntualmente, scambio per una carpa giapponese, ti sento in ogni dove.

Manchi, amico mio.

Manchi a tutti e, soprattutto, manchi a me.

E ,ogni giorno che passa, mi ripeto: -la mia guida non c’è più da vent’anni, ma è come se fosse ieri.-

 

There's an empty feeling that you can't forget;
reaching out, reaching out for a
helping hand:

where is that helping hand?

 

Buon compleanno, Freddie.

Per me resterai sempre l’adorabile ragazzaccio cattivo.

 

John

 

 

 

La donna alzò lo sguardo incredula ma, prima che potesse fare una misera domanda, la figlia l’anticipò:

-Me l’ha detto quel signore di leggerlo. Era qui, era qui con me.-

La donna l’abbracciò, accarezzandole i capelli.

-E non era solo.- la piccola Emma sorrise tra le braccia della madre, facendo un occhiolino carico di intesa all’uomo con i baffi che le stava rivolgendo lo stesso gesto, tutto ammiccante nella sua giacchetta gialla.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice:

Ok, non so cos’abbia partorito il mio cervello o.o

Ma, d’altronde, quando si scrive qualcosa in poco più di dieci minuti, i risultati possono essere non proprio soddisfacenti u___ù

Volevo scrivere qualcosa per il compleanno del mio adorato Freddie <3 ed è uscita questa cosa, un po’ così : )

Tra l’altro oggi è esattamente un anno che sono iscritta ad EFP e questo è un piccolo regalo anche a me stessa, mettiamola così : )

La scelta del nome Emma non è affatto casuale: vi dice niente la bimbetta che John incrocia a Budapest? : ) Andate qui se non ve la ricordate.

I versi della canzone che John cita nel biglietto d’auguri vengono da Who Needs You, contenuta nell’album News Of The World e scritta per l’appunto dal nostro Deaks: mi è sembrato giusto citare un brano poco usato, ma dai versi comunque significativi.

Bon, mi pare di aver finito C:

 

Buon compleanno, Freddie.

 

I still love you. <3

 

 

Dazed;

   
 
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