Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Frances    06/09/2010    6 recensioni
Spagna continua a sorridere e prenderlo in giro, salvo poi fargli i complimenti quando il rossore dell’austriaco diventa fin troppo evidente perché possa essere comodamente ignorato:
« Devi solo migliorare un po’ la pronuncia, Roderigo
Austria sente i capelli rizzarsi sulla nuca, preme le labbra l’una contro l’altra per resistere alla tentazione terribile di riprenderlo per l'ennesima volta. Già, perché Antonio non ha ancora imparato a pronunciare decentemente neppure il suo nome.
[Spagna x Austria // la casata degli Asburgo e le difficoltà insormontabili degli scambi culturali]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie '{Let's make our paths cross again} '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

His name is too hard to say

 

Esistono un numero notevole di cose prettamente spagnole che non solo irritano Austria in maniera indicibile, ma che gli fanno addirittura corrugare la fronte ed assumere un tono poco decoroso: a volte si ritrova a parlare a voce così alta che in certi istanti si chiede se sia semplicemente arrabbiato o se qualcosa in lui si sia spezzato, incrinando per sempre la sua innata capacità di trattenere la propria irritazione. Spagna ride e commenta che il suo volto è facile da leggere come un libro spalancato e che riesce a riconoscere la sua irritazione nello stesso istante in cui nasce, dal lampo viola che attraversa i suoi occhi. Ma Austria continua a sostenere, balbettando vergognosamente per lo sgomento, che in quei suoi comportamenti che provocano i suoi scoppi d’ira non c’è proprio niente di divertente, proprio nulla.


In primo luogo Austria non comprende perché Spagna senta sempre il bisogno di sfilare l’anello d’oro dall’anulare per giocherellarci con le dita, mentre sono seduti a tavola per la colazione. Vorrebbe dirgli che gli anelli sono fatti per essere indossati, che non sono dei giocattoli dorati con cui si può tenere il tempo sul marmo lucido dei tavoli austriaci, che non dovrebbero rotolare tintinnando fino a sbattere contro qualsiasi ostacolo, come una biglia luccicante sulla pista di una bambino. Ogni tanto vorrebbe mostrargli il proprio anello, fargli notare come stia sempre e comunque fermo al proprio posto, a segnargli e sbiancargli la pelle alla base del dito. Vorrebbe dirgli che quando suona il clavicembalo gli da un po’ di fastidio, che lo ostacolo appena nei movimenti, e che nonostante questo lo indossa senza lamentarsi tutti i giorni, senza toglierlo neppure quando si addormenta. Vorrebbe dirglielo, vorrebbe sgridarlo, ma si limita a lanciargli occhiate di disapprovazione, e rimane in silenzio.

 

Antonio parla sempre tanto, ad alta voce, parla con così tanto fervore che ogni volta le sue parole echeggiano forti e chiare anche a quattro sale di distanza. E’ davvero irritante sentire la sua voce per svariate ore ininterrottamente, e Roderich vorrebbe dirgli che basterebbe davvero pochissimo a rendere piacevoli le loro conversazioni – sarebbe sufficiente che lui abbassasse di qualche ottava la sua voce squillante, che parlasse più lentamente, che ogni tanto si fermasse per dargli tempo di rispondere. Ma Austria rimane in silenzio perché non vuole offenderlo, perché vuole essere cortese, salvo poi sbottare d’impazienza quando la sua sopportazione raggiunge il limite. Ogni tanto gli capita anche di pestargli un piede o di piazzargli forti gomitate allo stomaco, o di desiderare ardentemente di farlo: lo spagnolo dice sempre e comunque ciò che pensa, senza chiedersi se ciò che ha appena pensato sia opportuno o meno alla situazione in cui si trova. Quando le sue parole scivolano via dalle sue labbra nella maniera meno appropriata possibile, Austria vorrebbe solo non essere lì con lui e che i suoi sguardi sgomenti non fossero trascurati con così tanta disinvoltura.

 

Il patetico tedesco di Spagna obbliga Roderich a sforzarsi di parlare spagnolo, perché altrimenti non potrebbero comprendersi in altro modo: qualche volta hanno provato con i gesti e con gli sguardi, ma Antonio è bravissimo a fraintendere sempre tutto nel peggiore dei modi. Non si vergogna di rendere le ruvide parole tedesche degli incomprensibili ammassi di lettere sibilanti, ma il suo sorriso è puntuale ed intenerito quando Austria si lancia coraggiosamente verso le sonorità spagnole, ridacchiando ogni volta che sulle labbra dell’austriaco le parole inciampano e cozzano prive di musicalità. Questo fa arrossire Roderich, ma preferisce di gran lunga quella piccola umiliazione ai fraintendimenti disastrosi che spesso hanno portato a situazioni a dir poco disdicevoli.  Spagna continua a sorridere e prenderlo in giro, salvo poi fargli i complimenti quando il rossore dell’austriaco diventa fin troppo evidente perché possa essere comodamente ignorato:

« Devi solo migliorare un po’ la pronuncia, Roderigo 

Austria sente i capelli rizzarsi sulla nuca, preme le labbra l’una contro l’altra per resistere alla tentazione terribile di riprenderlo per l’ennesima volta. Già, perché Antonio non ha ancora imparato a pronunciare  decentemente neppure il suo nome.

 

Altra nota a suo sfavore, è il fatto che a Spagna non piacciano i dolci austriaci. Non riesce a mangiarli, si lamenta in continuazione della loro eccessiva dolcezza, della loro consistenza corposa e di una presunta pesantezza che Roderich non ha mai trovato fastidiosa. Austria ogni tanto pensa che lo spagnolo potrebbe anche sforzarsi di assaggiarli, che potrebbe almeno tagliare una fetta di strudel e mangiarne la metà, che potrebbe almeno provare a mangiarli invece di limitarsi a studiarli per poi rifiutarli a priori. Perché sacripante, certi piatti spagnoli sono forti e piccanti, hanno un retrogusto speziato che ricorda l’Arabia, sono troppo aggressivi per le abitudini spartane degli austriaci: ma Roderich non si rifiuta mai di mangiarli, ingoia sempre un boccone in più rispetto a quello che il suo stomaco è pronto a tollerare. Spagna si limita a sorridere davanti al suo volto che avvampa per il peperoncino, versandogli l’acqua nel bicchiere.

 

Inoltre Austria vorrebbe fargli notare quanto sia terribilmente sgarbato fissare le persone. Non capisce cos’abbia da guardare, cosa ci sia di così interessante nel modo in cui gira il cucchiaino nella tazza per far sciogliere lo zucchero, o nel modo in cui porta il piattino al volto per non far gocciolare il thè. Lo segue con lo sguardo mentre mette in ordine gli spartiti, mentre legge in silenzio davanti al camino, sorride appena quando lo vede sistemarsi gli occhiali sul naso, studiando il gesto fluido ed accurato con il quale preme la montatura sottile sul naso dritto.

Roderich non comprende, vorrebbe solo che Spagna la smettesse con quel gioco di sguardi che non solo lo mette in imbarazzo, ma che gli sembra del tutto inadatto e scortese.

« Perché mi guardi così?» una volta Austria aveva commesso l’errore fatale di chiederglielo, nel suo spagnolo insicuro e graffiante. Spagna aveva battuto le palpebre e gli aveva mostrato un sorriso smagliante, un lampo bianco e luminoso di denti bianchi e perfetti:

« Cuando hablas español eres muy lindo

E l’imbarazzo di Austria si sarebbe estinto dopo quella risposta assolutamente fuori luogo, se solo Spagna a quel punto non avesse iniziato a fargli proposte indecenti, continuando a sorridere come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

 

Ma ci sono dei rari momenti in cui Roderich Edelstein riesce a chiudere un occhio su tutto ciò che lo irrita di Antonio Fernandez Carriedo.

Come quando Spagna lo interrompe mentre se ne sta seduto in giardino a leggere un libro, imponendogli la propria compagnia, e si stende al suo fianco per poggiare la testa sulle le sue gambe elegantemente unite. Austria lo fissa con disapprovazione mentre fischietta qualcosa e si addormenta sotto il sole tiepido del pomeriggio, ma non può fare a meno di insinuare le dita tra i riccioli castani che gli lambiscono la fronte abbronzata.

Ogni tanto Spagna gli si affianca silenziosamente nella sala della musica e assiste Austria mentre si esercita con il violino, senza dire una parola quando sente le corde stridere appena contro l’archetto.

« Mi piace guardarti suonare.» è la giustificazione che presenta ogni volta che Austria gli chiede garbatamente se per caso abbia bisogno di qualcosa, e in quelle occasioni Roderich non può fare altro che annuire, cercando di non fare caso al calore piacevole che gli invade gradatamente il volto. In quel caso non è così terribile ed insopportabile percepire lo sguardo di Spagna su di sé. Neppure quando Antonio irrompe nella sala con una chitarra tra le mani e decide di voler suonare con lui – in quel caso le esercitazioni di Austria vengono interrotte bruscamente, ma gli accordi strimpellati e gli sforzi divertiti di Antonio gli strappano sorrisi sinceri. I loro duetti sono un continuo rincorrersi senza criterio di note vibranti sui crini di cavallo tesi, un tentativo armonico che porta l’esperienza e compostezza studiata dell’uno a fondersi del tutto con l’improvvisazione passionale dell’altro. Una parte di Roderich geme per l’esercitazione rimandata, ma mentre suona qualsiasi altra cosa perde importanza, lasciandolo solo con Antonio e il fascino mozzafiato di quella loro musica capricciosa e bellissima.

Inoltre Austria non ha mai apprezzato granché l’abitudine sconveniente di Spagna di bruciare le tappe senza ritegno, di non badare ad alcuna regola particolare, di non dare nessun peso agli abbracci e ai baci, di dispensarli generosamente ogniqualvolta la sua mente disinvolta e libertina glielo suggerisca.

Austria non sa mai esattamente come comportarsi con lui, come rispondere alle sue attenzioni, come interpretare parole che gli sembrano dette con troppa facilità per essere sincere ( anche se a dire il vero lo infastidisce molto di più la sua tendenza dissoluta alla poligamia.)

Eppure Antonio ha sempre le mani calde, lo tocca come se fosse prezioso e delicato come la porcellana, ha un modo di abbracciarlo che fa dimenticare ad Austria qualsiasi altra cosa, comprese le convenzioni severe e tutte le cose che gli danno fastidio. Ha la capacità di coglierlo di sorpresa, di trovare il momento esatto in cui Roderich abbassa le proprie difese e diventa vulnerabile – lo attira a sé, abbassa la voce, i suoi gesti diventano misurati e lenti.

In quelle occasioni Austria non sa se sia per via del suo respiro sul proprio collo, delle sue dita che gli sfilano gli occhiali e gli cingono la nuca, dell’odore della sua pelle che gli ricorda il sole e la salsedine del mare – non sa con esattezza se dipenda da uno qualsiasi di questi aspetti, ma si accorge che improvvisamente la bassa aspirazione del tutto inadatta che Antonio imprime nel suo nome è diventata più melodiosa e trasportante di qualsiasi musica abbia mai suonato.

In quelle condizioni di sovvertimento completo della realtà, Roderich Edelstein riesce a tornare in sé solo dopo una buona manciata di ore, accorgendosi distrattamente di essere tra le braccia di Spagna, di essere spettinato e stanco, di essere steso in un ammasso informe di lenzuola di lino impregnate dei loro odori mescolati.

Cerca di divincolarsi con poca convinzione, perché sa che l’abbraccio di Antonio non lo lascerà andare fino a quando non sarà lui stesso a deciderlo – e poi incontra i suoi occhi verdi, legge in quegli smeraldi limpidi una tenerezza ed un affetto così intensi da fargli mancare il respiro. Si chiede in preda all’imbarazzo cosa lui stia leggendo nelle sue iridi viola, si domanda disperatamente e con arrendevolezza se nei suoi occhi Antonio riesca a leggere lo stesso identico sentimento. Quando Spagna sorride e si avvicina a lui per baciarlo, Roderich Edelstein capisce di essere un libro aperto, esattamente come Antonio sostiene.

« Talvolta sai essere intollerabile, Anzonio Fevnandex Cavviedo.» Austria lo mormora con tono critico, la voce roca e bassa addolcita dalla stanchezza e da quel bacio  spagnolo ed impetuoso.

Spagna ride e preme la guancia contro la sua, mormorando piano nel suo orecchio una richiesta morbida:

« Hacer silencio, por favor

Roderich obbedisce controvoglia, ingoiando la leggera irritazione, dicendosi che probabilmente non durerà molto e che tra qualche anno forse si libereranno l’uno dell’altro; eppure mentre Spagna gli sfiora la mascella e lo bacia ancora, accompagnando le sue labbra ritrose verso un contatto che non ha assolutamente nulla di casto, Austria si limita a rispondere, chiudendo gli occhi, sentendo sulla lingua un aroma di spezie che non lo disturba affatto.

Forse in fin dei conti vale la pena sopportare.

----

Nota dell'autrice:
1) Scritta di getto in una sera scarsa per la gioia ed il gaudio mio e di alicyana, a cui la dedico e regalo ornandola con un cuore <3
2) Gli Asburgo. Un'unione austriaco-spagnola che durò più o meno duecento anni. E su cui ho costruito archi di fiori e amore così per il mio piacere disinteressato.

3) Chiedo scusa nel caso ci siano paradossi temporali e/o storici. Inoltre sottolineo che non capisco una mazza di spagnolo, quindi le frasi qui riportate sono tradotte alla meno peggio e con semplice e tantissimo sentimento. Nel caso qualcuno riscontri errori, me li faccia notare e mi farà felice xD
4) Sono ancora drammaticamente convinta di non essere in grado di scrivere cose spensierate e pucci. E nello scrivere questa fanfiction ho spesso chiuso entrambi gli occhi. Ma in un certo senso mi sono divertita, e penso che ripeterò l'esperienza xD

Infine, se chiunque di voi che siete incappati in questa pagina scoprendo un pairing del tutto insolito e assurdo (perchè woah, è l'unica fic che ne parli in tutta efp finora xD) dovesse sentire anche il minimo stimolo a dirmi cosa pensa in merito, i commenti sono sempre molto beneaccetti <3

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Frances