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Autore: Chris_tian    06/09/2010    1 recensioni
Dayana si precipita all'ospedale e lì incontra varie persone, prima di poter veramente parlare con Chris. La situazione è critica, lui è davvero sospeso tra la vita e la morte, mentre Day realizza verità sempre più scomode. Può un errore portare alla perdita di qualcuno di così importante? Può uno "scusa" riportarlo in vita? -"Dobbiamo uscire." mi ripete il dottore, spingendo qualche tasto. Mi sento così inutile. Guardo di nuovo quel bambino troppo cresciuto...in fondo, aveva fatto quello che avrebbe fatto qualunque ragazzo con una ragazza che sa incantare. E io gliene ho dato una colpa troppo grande. "Chris..." sussurro:"...ti perdono...ora tocca a te."-
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Christian e Dayana'
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cas
*questo è il seguito di "Nonostante la rabbia e la delusione", è consigliabile averlo letto prima di proseguire con la storia.*                                   

Ok, dunque...prima di cominciare, un GRAZIE speciale a Emma, supervisore (ok, lo ammetto, co-scrittore) di questi capitoli, dal narratore di sesso femminile. Io ci metto le idee, lei le elabora. Grazie, Em.
Mi avete chiesto un finale, quindi io ho tentato di scriverlo...



It's too late to apologize



"Come ti senti Dayana?"
Devo essere sincera? Be'...non mi sento. Sì, credo che l'unica risposta possibile a questa domanda sia: non mi sento.
Tutto quello che sta succedendo...beh, non sta succedendo a me. E sto cercando di convincermi di questo.
"Dayana, ti senti bene?"
Mia sorella mi prende la mano, guardandomi apprensiva. Io la fisso, senza vederla realmente.
Ma chissenefrega? Chissenefrega di come mi sento io adesso? C'è chi muore di fame in questo stupido mondo, chi viene colpito da una stupida bomba, chi viene coinvolto in stupidi incidenti...
"Day, mi stai spaventando..."
Sorrido e mi siedo accanto a lei:"Tutto a posto."
Ho solo vomitato tutta la mia anima in uno squallido cesso dell'ospedale. Due volte. In venti minuti.
"Sei pallida...bevi qualcosa..."
"Già, hai dell'arsenico?"
Mia sorella mi rivolge un altro di quegli insopportabili sguardi che sembrano voler comunicare tutta la sua compassione per me.
Ma perché cavolo mi guarda così?? Non sono io quella che sta morendo! Almeno, non fisicamente...
Il mio cellulare squilla. Vorrei buttarlo in un water e tirare l'acqua.
"Vuoi che...risponda io?" mi chiede Alessia.
"Sono ancora in grado di farlo, grazie."
Estraggo l'aggeggio e leggo il numero: Raul.
"Ripensandoci, Ale, potresti davvero farlo tu."
Lei sbuffa e si apparta con il telefono. Non voglio ascoltarla. Non voglio sentire cosa dice, ancora una volta. Mi muovo verso una porta chiusa fissando le pareti bianche. Che fantasia, gli ospedali...
Sono arrivata qui da venti minuti e mi sento già in gabbia. Odio gli ospedali.
Lo so, vi starete chiedendo che cosa io abbia fatto dopo aver saputo di Christian. Beh, ricordo solo di essere salita sulla Vespa di mia sorella, Alessia, di aver gridato qualcosa contro una banda di giornalisti esaltati ed essere finita qui...in un corridoio piuttosto...bianco. Nient'altro.
"Odio il tuo ragazzo!" mia sorella compare, stile Jessica Fletcher, alle mie spalle, porgendomi il cellulare.
"Anch'io."
"Perché non mi hai detto che avevate litigato?"
"Beh, forse perché non era la cosa più importante di cui parlare, no?"
Lei abbassa gli occhi:"Hai...hai ragione, mi dispiace."
"Ma la vuoi smettere?" sbotto, irritata.
"Smettere?"
"Sì! E che cavolo, non sono io quella su un letto d'ospedale con un cazzo di respiratore in gola!" le urlo addosso. Ormai non so più connettere il cervello alla lingua.
"Day, io...capisco come ti senti..."
"No che non lo capisci!"
Mi siedo prendendomi la testa tra le mani:"Credi di compatirmi, ma...io non ho bisogno di compassione, Alessia. Non mi importa se lui è in coma, se hanno detto che è grave, perché lui è Christian. Lui ce l'ha sempre fatta e ce la farà anche questa volta."
Alessia prende la sua borsa:"Spero, Day. Credimi, lo spero davvero tanto anch'io."
"Dove vai?"
"Devo studiare per l'esame di domani. Ti farò chiamare da mamma"
"D'accordo."
"Ah, Raul non sapeva niente di Chris."
"Gliel'hai detto?"
"Sì."
"Cos'ha risposto?"
Di nuovo quello sguardo insopportabile:"Niente...ha riattaccato."
Che ragazzo comprensivo. Bene, ora sono davvero sola...
*FLASHBACK*
"Sono da sola, Chris...oggi non posso proprio aiutarti."
"Cosa intendi per 'sola'?"
"Sono a casa da sola...non posso uscire."
"Ma io...io devo fare quei compiti!" il ragazzo era disperato: verifica entro quarantotto ore.
"Te l'ho detto, non posso venire al bar."
"Non puoi venire...perché sei a casa da sola?"
"Esatto. Non ho la patente, non ho il motorino di Alessia."
"Nessun problema!"
"Ti ho appena detto che c'è, il problema!"
"Naah...non sarai più sola."
"Come?"
"Ci vediamo alle quattro, a casa tua."
"Non puoi auto-invitarti!" sorrise la ragazza.
"Appena fatto! A dopo!"
*FINE FLASHBACK*
Un paio di medici escono da una stanza dalle doppie porte.
Mi scrutano, all'inizio diffidenti, poi uno di loro si avvicina:"Sei Dayana?"
Riconosco la voce che mi ha parlato poco fa al telefono.
Non mi spreco nemmeno a rispondere alla domanda:"Come sta Christian?"
La faccia che fa il più vecchio fa accellerare il mio battito...maledetti, perché adorano tenere la gente sulle spine?
"Non sta migliorando." sospira infine.
...che è un altro modo per dire che sta peggiorando. A seconda che tu sia pessimista o no.
"Posso vederlo?" chiedo, con un filo di voce.
Il vecchio scuote la testa:"Per ora è meglio lasciarlo nel massimo della tranquillità."
"A lui non piace la tranquillità."
Il dottor Casini fa la stessa faccia di mia sorella. Fantastico, sembra che io sia una schizoide impietosente.
"Ci servirebbero alcuni dati, signorina..."
"Dati?" non vorranno mica portami dalla polizia, vero? Io devo resare qui, finché...
"Sì...su cose che lei potrebbe sapere di Christian."
"E i suoi genitori?" non li ho ancora visti, ma devono essere qui da molto più di me.
"Hanno già risposto...abbiamo bisogno anche di lei, ora."
"Va bene." acconsento solo perché posso ingannare il tempo.
Casini si siede accanto a me, mettendosi un paio di occhiali decisamente antiquati. Sembra una tartaruga con le lenti.
"Allora...il suo amico beveva alcolici?"
"Io...credo...ehm..." non l'ho mai visto bere, ma conoscendo Daniele e l'influenza che ha su di lui:"Sì, qualche volta."
"E lo faceva prima di guidare?"
"Ma che c'entra! Non ha bevuto niente prima dell'incidente, no?"
Casini scambia un'occhiata col suo collega:"Crede che...assumesse sostanze stupefacenti?"
"Dio, no!" esclamo. Ma questi sono pazzi?
"Mi scusi, ma stiamo cercando di delineare la dinamica dell'incidente."
"Mi scusi." già...sono un po' fuori uso:"Credevo fosse stato investito da una signora in contromano..."
"No...lui era contromano. Era distratto."
Non capisco...loro pensino che si droghi perché andava contromano?? Odio questa gente col camice. Salta sempre alle conclusioni sbagliate.
"Dayana..." oh, ora mi da confidenza, anche! "Per caso lui aveva qualche pensiero per la testa? Qualcosa che le abbia confessato prima dell'incidente? Qualche preoccupazione?"
La mia gola si annoda. Allora...allora è colpa mia. E' tutta colpa mia.
Sento gli occhi pizzicare e li chiudo, lasciando uscire un tremolo sospiro. Perché?
Vi prego, uccidetemi. Voglio morire.
Vedo dentro la mia testa l'mmagine di una Panda che entra in collisione con il suo orribile Ciao, lui che scivola sull'asfalto, il motorino capovolto e il suo corpo inerme sul ciglio della strada...al volante una faccia che conosco fin troppo bene: la mia.
"Dayana?"
"Scusate..." mi alzo in piedi e raggiungo il bagno di corsa. E' una cosa strana, il mio modo di sfogarmi: vomitare. Mi accascio sul water, i capelli mi ricadono davanti agli occhi, fisso le mani sul bordo e mi lascio andare. Niente lacrime. Solo ciò che contiene il mio stomaco. Mi appoggio alla parete respirando velocemente. La gola è in fiamme, ma non mi importa...non sento dolore, se non dentro di me.
Qualcuno bussa, una signora con gli occhi gonfi e una icona in mano, così sono costretta a lasciare l'adorato pavimento gelido.
"Mi dispiace, cara, ma ho bisogno del bagno..."
"Si figuri, scusi lei." mi alzo, tenendomi lo stomaco.
"Ti serve aiuto?" mi domanda. La sua voce è più giovane del suo aspetto...sarà per il dolore che prova.
Se mi serve aiuto? Sì, non è che potrebbe riportare il tempo indietro di quattro ore?
"No...niente che lei possa fare." le sorrido.
"Ti capisco."
Vorrei chiedere cosa è capitato a lei, ma non voglio che soffra di più, perciò faccio per andarmene, quando mi richiama indietro.
"Ho bisogno di una preghiera." dice, quasi stesse confessando un segreto.
"Certo, mi dica solo per chi devo pregare." rispondo, affabile. Sembra così devastata...
"Per mio nipote. Sta molto male."
"Vedrà che suo nipote ce la farà." dico, convinta.
La donna scuote la testa, rassegnata:"No..." ma perché la gente deve buttarsi giù così?
Mi avvicino a lei e, istintivamente, le appoggio la mano sulla spalla e dico:"Sì, invece. E' una promessa."
Lei sorride, per quanto il dolore glielo permetta:"Sei una cara ragazza..."
"Grazie." solo perché non sa che cos'ho fatto.
Quando esco, i due compari in bianco sono spariti, per fortuna, così posso sedermi e godermi l'orribile senzazione post-vomito abbinata all'ansia di poter vedere Chris.

"Day!" mi volto di scatto e vedo qualcosa di meraviglioso correre verso di me. Una chioma rossa e una bionda, che presto mi oscurano la vista con un abbraccio. Tra le loro braccia mi sento forte.
"Abbiamo saputo tutto dal tg!" esclama Alice.
"Come stai?" mi chiede Rosa:"Sei pallidissima."
"Ragazze, vorrei tanto essere meno stupida!" le abbraccio di nuovo, sentendomi un più confortata.
"Ce la farà!" dice Alice.
E' per questo che loro sono mie amiche.
"Deve! Lui è Chris...vedrai, Day, starà presto meglio." mi rassicura Rosa:"Cosa ci faceva a casa tua, comunque?"
Non posso rispondere, non ce la faccio...sto per inventare una scusa, quando le porte doppie si splancano di nuovo.
"Dayana, noi dobbiamo parlare, so che è difficile per lei, ma..." ed eccolo di nuovo alla carica. Aldo Casini è uno che non molla.
"Come sta, Chris?" taglio corto.
Casini guarda le mie amiche, poi me. Inspira:"Sta peggiorando."
Due parole...mi gira la testa...una sensazione che assomiglia molto al panico mi invade...non sta peggiorando...non può...
"La prego..." supplico con un filo di voce:"Posso andare da lui?"
Lui mi guarda, indeciso, fa per parlare, ma il collega lo precede:"Non è possibile, nelle sue condizioni."
Devo aspettare che sia morto?!?
"Ma io ho bisogno di andare da lui! Io...io..." di nuovo mi pizzicano gli occhi:"...devo chiedergli scusa. Vi prego."
"Promette che dopo ci darà le informazioni che chiediamo?" mi chiede Casini.
"Sì!" prometterei qualsiasi cosa.
"Va bene...usi questo." mi da uno spray disinfettante, che spruzzo su tutto il mio corpo, prima di entrare. Casini, lentamente, mi segue.
Apro le porte e un odore di sterilizzato mi riempie le narici.
Eccolo lì. C'è un solo letto, circondato da macchine di cui non capisco la funzione. Sotto la coperta bianca, il suo corpo immobile...non riesco a guardare il viso, non ce la faccio, ma poi, inevitabilmente, il mio sguardo si posa sul cuscino e non riesco a reprimere un singhiozzo. I suoi occhi verdi, così vivi, sono chiusi, le guance molto pallide e quella bocca, sempre sorridente, oscurata da una mascherina. Guardo il tubo di plastica...si appanna a intervalli irregolari e lenti, proprio come il movimento del suo ventre, sotto le coperte. Le braccia sono distese lungo il corpo e bucate entrambe da aghi...sembra stia dormendo profondamente...quanto vorrei che fosse solo così. Mi avvicino e mi lascio cadere sullo sgabello che trovo lì a fianco...c'è già stato qualcuno prima di me.
Resto lì a fissarlo...così debole...così vulnerabile...
Gli prendo la mano: gelida. Se è come nei film, adesso dovrebbe stringerla, vero? Vero? Ditemi che è vero...
Resto ad aspettare, mentre provo a riscaldare quella mano inerme con la mia...
*FLASHBACK*
Erano in gita scolastica...verso la fine di un maggio di due anni fa. Il tramonto andava sfumandosi sul Tamigi...
Dayana aspettava, come gli altri compagni, l'arrivo della corriera che li avrebbe riportati in hotel.
Erano tutti infreddoliti, essendo scesi in maniche corte, dato il caldo pomeriggio, eccetto Christian, che voleva mostrare la sua nuova giacca di pelle...tipico, da parte sua.
"Muoio congelata." annunciò Rosa.
"Se vuoi ci penso io a scaldarti..." intervenne Daniele.
"Ma figurati!"
"Ehi, Chris!" lo chiamò Dayana:"Non è che potresti..."
"Scordatelo, è nuova." Colpita e affondata.
La ragazza si lamentò. Quando giunse la notizia che avrebbero dovuto aspettare al minimo altri venti minuti, si levarono molte proteste e molte ragazze cominciarono a riunirsi in numerosi abbracci per riscaldarsi.
Dayana si staccò per fare qualche foto al paesaggio...almeno poteva sfidare il freddo e non sottomettersi a lui come le sue compagne.
"Ho scordato la macchina!" Chris si avvicinò a lei:"Me le passi quando torniamo, vero?"
Lei starnutì e poi rispose:"Certo."
Rabbrividì involontariamente all'ennesimo colpo di vento. Lui la scrutò per qualche istante, come indeciso, poi si tolse la giacca e gliela posò sulle spalle.
"Grazie!" il sorriso della ragazza s'illuminò.
"Mi servi più da sana, che da malata." fu la sua risposta.
"Grazie, Chris...davvero."
Il freddo era già passato.
*FINE FLASHBACK*
"Chris..." non riesco a dire il nome per intero, perché vengo bloccata da un flusso incessante di lacrime. Le lacrime più amare che siano mai scese sulle mie stesse guance...le lacrime che avevo imposto di controllare. Appoggio la fronte sulla sua mano e mi lascio andare. Non mi importa che Aldo Casini stia guardando, non mi importa che io abbia infranto il patto con me stessa, non mi importa più niente, ormai.
"Chris..." sussurro tra i singiozzi:"Che cosa ti ho fatto?...scusami...non ti odio, Chris...io non ti ho mai odiato..." tutte le sue parole mi affiorano alla mente e sento che devo fargli sapere quanto è importante per me, perché lui non lo sa:"Ti prego, non farmi questo...devi resistere, Chris...devi farlo perché sennò non avrò più nessuno che mi assillerà giorno e notte, che mi chiamerà pure con il telefono di un passante pur di sapere i compiti, che mi farà sclerare e invocare gli dei della ragione...devi farlo perché, anche se non te l'ho mai detto, anch'io ho bisogno di te."
Stringo quella mano gelida più forte. Perché vuole farmi questo?
"Christian, ti prego...devi dirmi che puoi sentirmi...che ascolterai quello che ti sto dicendo e la smetterai di comportarti male. Perché, forse non te ne rendi conto, ma mi stai facendo passare un inferno...se è la punizione che merito per non averti perdonato, ok, ma..."
Da qualche macchinario si sente un bip e io mi immobilizzo.
"Dayana..." è Aldo, alle mie spalle. Ancora un bip.
"Che succede?" chiedo, speranzosa.
"Credo sia meglio uscire..."
"Come?"
"Lui...Dayana, non credo che senta quello che dice..."
"Sì! Lui deve sentirmi!" singhiozzo.
Scuote la testa, come se si stesse rivolgendo a una pazza.
"Non serve piangere, mi creda...non serve prendersela."
"Non serve...?" Fatemi capire, il ragazzo che amo sta morendo per colpa mia e lui mi chiede di non arrabbiarmi?
"Voleva venire a vederlo, non è così?" mi chiede.
"Mi sembra esplicito."
"E cosa si aspettava?"
Ma che razza di domanda è?
"Non la capisco." rispondo.
"Continuava a dire che ce l'avrebbe fatta...lei sperava che vederlo avrebbe cambiato qualcosa?"
"Beh...sì!" cavolo, odio quest'uomo! Il problema è che ha maledettamente ragione.
Io speravo che se gli avessi detto qualcosa, lui...
Speravo di poterlo aiutare.
"Dobbiamo uscire." mi ripete il dottore, spingendo qualche tasto.
Mi sento così inutile.
Guardo di nuovo quel bambino troppo cresciuto...in fondo, aveva fatto quello che avrebbe fatto qualunque ragazzo con una ragazza che sa incantare. E io gliene ho dato una colpa troppo grande.
"Chris..." sussurro:"...ti perdono...ora tocca a te."

Quando anche l'interrogatorio per le dinamiche dell'incidente è finito, torno nella sala d'aspetto. E' mezzanotte e un quarto. Come immaginavo, Rosa e Alice sono tornate a casa, lasciandomi un bigliettino. Lo infilo nella borsa, per leggerlo dopo, dato che c'è qualcuno impalato davanti alla porta.
"Buonasera." saluto, più per cortesia che per altro.
Deve essere un ragazzo, perchè indossa dei jeans dal cavallo basso e una felpa molto larga della Nike. Il suo viso è coperto da una mano.
Alza la testa e lo riconosco subito.
"Dayana!"
"Daniele!"
Inaspettatamente, mi corre incontro e mi abbraccia.
Il cuore mi si stringe in una morsa: lo sento chiaramente, sta piangendo.
Il suo migliore amico...
"L'ho visto..." sussurra, senza muoversi.
"Anch'io." la sua stretta si fa più forte.
"E' orribile. Perché lui? Che cos'ha fatto per meritarselo?" nella sua voce c'è rabbia.
Stringo i denti:"Non se lo merita, Daniele."
Finalmente sciogliamo l'abbraccio e lui mi guarda con quegli occhi scuri che vorrei esprimessero meno tristezza:"Ti hanno già interrogata?"
Annuisco.
"Hai sentito quante stronzate? Pensano che si droghi...cazzo, non ha mai nemmeno preso una birra in più con tutte quelle volte che siamo stati al pub e ora dovrebbe pure drogarsi!?! Che gente del..."
"Daniele, è colpa mia!" non ce la faccio più a trattenermi ed esplodo a raccontargli tutto quello che è successo.
Lui scuote la testa, appoggiandosi al muro. Rimane zitto e non dice nulla. Preferirei che si arrabbiasse, che urlasse e mi desse contro, invece di vederlo così abbattuto.
"Danny, mi dispiace..."
"Ci tiene davvero a te...non voleva baciare quella fighetta...lui me l'ha detto."
"Ma tu hai detto..."
"Beh, ho pompato un po' la faccenda, va bene? Lui voleva solo una mano per il compito, perché non sapeva da che parte cominciare, senza di te!"
Fantastico...ora sì che mi sento meglio.
"Mi odio."
Daniele scuote la testa di nuovo:"Devi aiutarlo, adesso."
"I medici hanno detto che non posso fare niente."
"Sono palle. Credi che sia un caso che quando sono entrato, prima, il suo battito abbia accellerato?"
Sta cercando di darmi coraggio...non avrei mai pensato che Daniele andasse oltre quello stato di perenne adolescenza.
"Io devo andare, adesso..." guarda l'orologio, preoccupato:"Mia sorella mi aspetta a casa da sola...tornerò più tardi."
"D'accordo...ti ringrazio, Danny."
"Devi farlo, Day, per lui. Devi aiutarlo."
Annuisco abbracciandolo di nuovo. Vorrei che rimanesse qui.
Esce dalla sala, lasciandomi sola. Mi siedo e leggo il mio bigliettino...
Day, Chris ce la farà e noi ne siamo sicure. Andrebbe contro natura se il grande Chris non superasse una cosetta del genere e in più ci sei tu accanto a lui, il che aumenta le probabilità di quel che basta per rassicurare il mondo intero. Vedrai che andrà tutto bene,
le tue migliori amiche,
Rosa e Alice
Stringo al petto quel pezzo di carta e mi lascio sfuggire una lacrima. Prima di vederlo, ero anch'io così sicura, ma il suo volto pallido e il suono del suo repiro debole nella mia testa sembrano urlarmi che non è vero.
"Perché, Christian?" sussuro tra me e me:"Perché non posso esserci io al tuo posto? Scambieri volentieri e anche subito, se solo potessi." Vorrei poter fare come in quei film in qui, inspiegabilmente, due persone si scambiano il corpo...non c'è una magia? Non può piombare qui Harry Potter, agitare quella cavolo di bacchetta e sistemare tutto?
"Ti senti bene?" un vocione mi fa sussultare e voltare di scatto. Un uomo enorme, con un fisico da agricoltore e barba nerissima mi tende una mano:"Sei tutta sola, pensavo ti servisse qualcosa..."
"No, grazie. Io sto bene."
Il tipo si siede accanto a me:"Aspetti qualcuno?"
"Sì...aspetto che si riprenda da un incidente."
L'uomo sorride con fare paterno:"Anch'io."
Lo guardo meglio. No, non può essere il padre di Chris, non l'ho mai visto.
Come se mi leggesse il pensiero, l'omone mi tende una mano:"Sono Santo."
"Lo zio di Chris?" ecco il nodo alla gola che sale...
"Proprio io. E tu devi essere...Dayana."
Annuisco. Mi sento così in colpa...come fa a essere così gentile con me, dopo che sono la causa di tutto quello che suo nipote sta passando?
"Mi dispiace tanto." è tutto quello che riesco a dire.
"Non è colpa tua." con gli occhi sembra individuare qualcuno alle mie spalle. Mi giro e vedo avvicinarsi una faccia nota...
Occhi gonfi...un'icona nella mano sinistra...quella è...
"Ho bisogno di una preghiera."
"Certo, mi dica solo per chi devo pregare." 
"Per mio nipote. Sta molto male."
Oh, merda.
"Lei è Santina...mia moglie." mi sorride Santo. Mi gira tanto la testa.
"Oh, ciao, cara!" la signora si illumina.
"Vi conoscete?"
"Sì, prima in bagno...questa cara ragazza è stata davvero di aiuto...sai...appena saputo di Chris..."
Voglio morire. Vi prego.
"Scusatemi." mi alzo di scatto:"E' arrivata mia madre."
Corro verso i bagni e vomito di nuovo. Vomito tutto quello che resta dentro di me, poi mi abbandono di nuovo al pavimento. La testa mi gira come se fossi su un Tagadà, la gola sembra avere fiammiferi accesi al posto delle corde vocali e sto tremando come una foglia.
"Vedrà che suo nipote ce la farà." 
"No..." 
"Sì, invece. E' una promessa."
"Sei una cara ragazza..."
Qualcuno bussa. Che palle...non si può più soffrire in pace.
"E' occupato." mi alzo e pulisco velocemente il cerchio del water.
"Dayana?"
Tuffo al cuore. Questa voce la conosco.
"Raul?"
"Esci subito da lì!" sì, Raul.
"Esci tu, sei nel bagno delle donne!"
"Non me ne frega niente!"
Fantastico!
"Chiamerò tua madre, se non esci..." non demorde.
Lentamente, mi spingo verso la porta e la apro. Me lo ritrovo davanti, in tutta la sua altezza, e non posso fare a meno di domandarmi se potrò mai rivedere Chris, una volta alzati gli occhi, invece che lui per sempre.
"Cosa ci fai qui?" gli chiedo, ignorando il dolore alla gola.
Non fa in tempo a rispondere, perché gli piombo letteralmente addosso, presa da un giramento di testa. Mi sorregge, trasformando poi la stretta in un abbraccio.
Credo di non avere più un briciolo di forza o un contegno, perciò mi lascio andare tra le sue braccia. Affondo la testa nel suo petto e piango come mai in vita mia. Lui non dice niente e lo ringrazio mentalmente per questo, ma quando finalmente mi calmo, si scosta per guardarmi in volto.
"Tu stai male, Day."
"Davvero?" domando, sarcastica. So che lui odia quando lo prendo in giro.
Mi mette una mano sulla fronte, poi mi scruta, serio:"Ti porto a casa."
"Cosa?" Questo è fumato.
"Hai bisogno di riposo, andiamo."
"No!" Ma che diavolo gli passa per il cervello a quell'essere?
"Dayana, non ti lascerò qui a piangere su qualcosa che non puoi migliorare!"
"Be', allora resta, perché io non ho nessuna intenzione di andare via!"
Ormai più di qualcuno si è girato a godersi la scenetta. Curiosi del cavolo.
"Non puoi sempre fare quello che ti passa per la testa, Dayana!" Dio, sembra proprio un gorilla. Come ho fatto anche solo lontanamente a pensare che lui potesse essere adatto a me?
"E tu non puoi darmi ordini, Raul!"
"Oh, invece sì che posso. Perché tu mi ami." sibila, quasi fosse la clausola di un contaratto, e mi prende entrambi i polsi.
Mi sta facendo davvero male il modo in cui stringe, ma nessuno si premura di darmi una mano, perciò ci penso da sola:"Lasciami andare! C'è solo una persona che può dire che io la ami e sta là, su quel letto, attaccato a quello stupidissimo respiratore! Christian sta morendo, per Dio!" ormai sto gridando.
Finalmente mi lascia e mi guarda arrabbiato:"Giusto. Il tuo" amico". Sì, Dayana, resta con l'amore della tua vita, ma quando sarà morto, non venire a piangere da me."
"Sei uno stronzo!"
"E tu una puttana!"
Se ne va facendo sbattere tutte le porte che incontra sul suo cammino.
Mi mordo il labbro inferiore per trattenermi e corro di nuovo verso sala d'aspetto, ignorando la gente che solo ora si spreca a chiedermi come sto.
Christian non morirà.
Scorgo i suoi genitori, in piedi, vicino alla porta doppia...stanno parlando con qualcuno. Sto per entrare, quando sento la voce mesta del collega di Casini...
"...quindi potete firmare qui per la donazione degli organi."
Che cosa?




Avevo detto "HO TENTATO" di scrivere un finale. Vi giuro che la prossima volta saprete come andrà a finire, ve lo giuro.
Ringrazio (e mi scuso con)
 machi >> grazie per le 2 recensioni! Non ti preoccupare, ho capito cosa intendi...noi siamo un po' meno complicati di voi donne, ma questo è assolutamente normale, no? ;) Spero che ti piaccia questo seguito e che tu recensisca anche la prossima volta! Grazie mille, C.
 Recess95 >> molte grazie per i complimenti (li dividerò di sicuro con Emma)...Non posso garantire niente per il finale, si vedrà :)


A presto,

Chris_tian



  
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