Autore: Iria
Titolo: Just a Rotten Puppet
Generi scelti: Malinconico,
Horror.
Personaggi: Drozell Keinz
Avvertimenti: Drabble, Missing
moment.
[110
parole]
Cantando, svuota un corpo senza
danneggiarlo e sfiora con mani delicate -che
contraddizione!- i volti esangui delle giovani vittime.
Queste lo accompagnano in coro -suppliche disperate!- e
Drozell, provando
qualcosa di molto simile alla
contentezza, spera di poter soddisfare il proprio padrone -vuole
una bambola perfetta... Tu stai marcendo.
Eppure, avvertendo quelle
voci spegnersi, la marionetta capisce
di aver fallito e comprende che, nella sua condizione di stupido
umano -ah! Dove sono
la carne ed il sangue?- non può far altro che ritentare ancora una
misera
volta…
"Oh! Ma riusciresti tu, caricatura d’un maggiordomo, a raggiungere la perfezione?"
I generi che sono stati
sorteggiati per questa mia drabble sono “Horror” e “Malinconico”.
“Horror” -ovviamente- significa
“orrore”, ma io non credo che sotto
questo genere debbano passare solo storie nelle quali siano presenti
unicamente
descrizioni particolareggiate di arti tranciati o simili.
Credo, penso, che lo stesso contesto nel quale Drozell
si trova possa considerarsi…
Horror. Così come il fatto che egli considera
cori per il suo canto le grida delle vittime.
Il genere “Malinconico”, invece,
rispecchia un sentimento amaro o dolce, ma che comunque è immerso in un
senso
di “frustrazione”.
Drozell vuole accontentare il
proprio padrone, ma non riesce.
Drozell vorrebbe essere la
perfetta bambola del proprio padrone, ma non può.
E credo che questo sia abbastanza
inerente a quella sorta di amara
malinconia che ho citato, sottolineata, a mio parere, anche dalla
domanda
lasciata senza risposta.
Oddio, spero che -vada come vada!-
questo mio primo tuffo nel mondo delle drabbles possa essere
apprezzato!
Bisogna sempre sperimentare e_e! Saluti!
Iria.
Dal punto di vista grammaticale la
fanfiction non fa una grinza: non c’è un solo errore.
Per quel che riguarda il lessico
usato, mi è piaciuto molto: hai uno stile molto agghiacciante, che
secondo me
si adatta bene all’atmosfera dark – e nel caso di Drozell un po’ horror
–
dell’opera originale, quindi l’ho apprezzato, anche se forse il
registro è un
po’ basso rispetto al linguaggio all’antica che accosto a Kuroshitsuji.
Non nego che trattare Drozell
Keinz sia complicato – e che in generale le drabble sono complicate –,
ma non
mi sembrava il caso di alzare il punteggio. L’atmosfera malinconica era
troppo
accentuata per uno che non prova sentimenti, così come quando dici che
“prova
qualcosa di molto simile alla contentezza”: Drozell è un guscio vuoto;
per
quanto possa sforzarsi di essere umano, non ha nemmeno un cervello per
rendersi
conto che non lo è. È come un giocattolo con la chiave sulla schiena,
che devi
girare perché si muova: la sua chiave gira perché deve compiacere il
suo
padrone, tutto qui, quindi mi è sembrato un po’ fuori dal suo
personaggio
enfatizzare così tanto la malinconia che lo permea.
Qui ti do con piacere il punteggio
pieno. La malinconia è troppo accentuata per la voce della
caratterizzazione,
ma per l’utilizzo del genere è davvero perfetta, trasuda da ogni
singola frase,
insieme ad un horror che mi ha messo i brividi, un po’ per la
situazione, un
po’ perché, lo ribadisco, quando si tratta di gelare il sangue il tuo
stile è
fantastico. Senza parlare dello scambio di battute finali, con quella
sospensione, che mi ha dato un profondo senso di, appunto, malinconia,
come una
stretta al cuore; sicuramente è la mia parte preferita.
L’utilizzo di Drozell in questo
contesto non è molto originale, purtroppo. Oramai parlando di Drozell
si parla
sempre di quei due episodi in cui è apparso, dove avviene all’incirca
quanto
hai descritto tu, ma certamente – magari anche usando l’avvertimento AU
– da
lui si possono tirar fuori tante altre storie che spiccano in
originalità, come
da ogni altro personaggio.
Mi è piaciuto davvero lo scambio
di battute finale – come dicevo sopra –, ma non me la sono sentita di
darti di
più.
La drabble è molto buona anche
sotto questo punto di vista.
È una breve sequela di flash che
si completa perfettamente nella sua brevità, senza lasciare domande
senza
risposta, tranne il finale in cui però, come si evince, è una scelta
voluta.
Non ho molto altro da dire, se non
complimenti.