Storie originali > Commedia
Ricorda la storia  |       
Autore: L_Fy    24/10/2005    22 recensioni
"...E’ vero, ho un problema serissimo. Non è ammissibile, in questo anno di grazia post femminismo, post liberalizzazione sessuale e post emancipazione, arrivare a 16 anni ed avere un Problema come il mio (con P maiuscola e tutto il resto). Problema che va risolto, immediatamente, a seguito di un piano dettagliato e preciso, studiato a tavolino da un’abile stratega, curato nei tempi e nei modi ma veloce perché tra poco compirò sedici anni ed è tassativamente d’obbligo risolverLo prima di quella scadenza. Devo assolutamente trovare un ragazzo, innamorarmene e dargli il mio Primo, Vero Bacio"
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1 : Risvegli

La mucca sul mio comodino comincia a muggire allegramente su un sottofondo musicale tipo Guns’n’Roses (o qualcosa di altrettanto rilassante) proprio mentre il mio sogno piacevole con Johnny Depp stava diventando decisamente erotico. Apro un occhio sperando nel miracolo e cioè che quella bastarda di una sveglia abbia sbagliato orario regalandomi ancora un poco di covata sotto le coperte calde, e invece…le sette.

Porca vacca. E’ proprio il caso di dirlo a questa facciona allegra con fiore giallo in bocca che tutte le mattine assorbe il mio malumore e lo traduce in muggiti. Provo a strizzare gli occhi sperando che non accada l’inevitabile, almeno per oggi, solo una volta nella vita…

"Annaaaaaa!!! Svegliatiiiii!!!"

La voce della mamma, soave come una badilata nei denti, sveglia me e tutte le poverette che si chiamano Anna nel raggio di dieci chilometri. E se non rispondo e non mi alzo, so che passerà al piano B (che le ho proposto di brevettare e distribuire come metodo di tortura nei campi di concentramento). Ancora due secondi, mammina, penso da sotto la calda coperta di flanella…Invece, eccola. Spalanca la porta e si piazza davanti al letto con i pugni sui fianchi e le gambe larghe, in posizione di attacco: gli occhi le brillano, a quella sadica…Io divento una specie di palla organica sotto le coperte e mi afferro le caviglie come se dovessi paracadutarmi da un aereo.

"Giù dal letto" dice mia madre con la voce di un sergente maggiore dei Marines.

"Mi oppongo, vostro onore" biascico io con gli occhi ostinatamente chiusi e mia madre fa quella cosa che odio con tutto il cuore, che lei sa che odio e che fa apposta per farmi incavolare e, di conseguenza, svegliare: mi strappa le coperte di dosso lasciando il mio corpo raggomitolato e indifeso in balia della luce del giorno.

"Giù dal letto, avvocato. Subito"

Tanti aghi di aria fredda si infilano sotto alla flanella del pigiama e il benessere dell’attimo del risveglio scivola via lasciandomi sola e vagamente malinconica. Mi decido ad aprire gli occhi che fisso subito su mamma.

"Ti odio" dico con convinzione e mamma annuisce saggiamente.

"Anche io odiavo la nonna quando faceva così con me…E tua figlia odierà te quando lo farai con lei così da perpetrare quella che è una tradizione di famiglia, ormai"

"Tu credi che io abbia davvero voglia di riprodurmi e di creare un mostro con lo stesso patrimonio genetico tuo, di papà e di Andrea?"

Andrea, il mio sciagurato fratello maggiore, passa in questo momento davanti alla porta e mi lancia uno sguardo incuriosito, sentendosi preso in causa. Mi scruta come se fossi un reperto scientifico (che sono certa non ha mai analizzato con la stessa cura, in tredici anni di carriera scolastica).

"Bel pigiama" dice alla fine serafico, e tanto basta perché io ripristini immediatamente tutto l’odio fraterno che avevo accantonato in vista del risveglio.

"Stronzo" dico io, incanalando in quella parola tutto il mio livore mattutino.

"Ragazzi, che ne dite di scambiarvi frasi d’amore mentre fate colazione?" dice la mamma sbrigativa spingendo Andrea nel corridoio. Mi alzo dal letto rabbrividendo e li seguo trascinando quelle inutili appendici dei piedi fino alla sedia in cucina. Qui l’odore del caffelatte mi dà due schiaffetti affettuosi e, come per magia, mi sento più sveglia a anche un po’ meno incazzosa. Alice, la sorella più piccola, sta armeggiando con la radio in cerca di una stazione decente (mamma ha tassativamente proibito la TV al mattino, pena la decapitazione capitale) mentre Alessio, suo pestifero gemello sbucato sicuramente da un’altra dimensione e non dal grembo di mia madre, sta giocando alla guerra con i biscotti al cioccolato, spezzandoli sadicamente e riempendo il tavolo di briciole.

"Piantala, cerebroleso" ordina Andrea dando un pappino sulla nuca ad Alessio e rubandogli il sacchetto dei biscotti. Il piccoletto non se la prende ed inizia a giocare alla guerra con le tazze di mamma e papà in un gran clangore di ceramica cozzante.

"Anna, secondo te è più a rischio di estinzione il koala o il panda?" mi chiede Alice con quella sua aria sognante e pacifica mollando la radio al solito apocalittico notiziario. Lei e i suoi animali: non parla d’altro da mane a sera e tutti i maledetti pennuti con l’ala rotta, i gattini abbandonati e i cani randagi transitano invariabilmente per il centro di accoglienza che è casa nostra, almeno finché non arriva a casa mamma che sbatte fuori tutti con due urla di quelle sane.

"Non so" taglio corto telegrafica "Cos’è, ne vuoi prendere uno in adozione?"

"Magari" sospira Alice, dolente "Mamma non mi fa tenere nemmeno un cagnolino…"

"Ma se hai già la tartaruga, il criceto, tre pesci rossi, una gatta e tre fratelli, che vuoi di più?" ribatto io logica, bevendo il mio caffelatte.

"Mamma, non c’è bisogno che ci porti a scuola oggi" annuncia Andrea "Ci accompagna il mio amico Rodrigo"

"Rodrigo?" ridacchio io affogandomi quasi col caffelatte "Con un nome così da sfigato non poteva essere altro che amico tuo. Da far paio con l’altro tuo amico, Camillo"

"Se è disposto ad accompagnare anche i gemelli, mi sta già simpatico" borbotta mamma spignattando sul fornello.

"Che razza di nome è, Rodrigo?" continuo invece io, petulante "Arriva direttamente dal ramo sul lago di Como?"

"Fai pure la spiritosa, Teletubbies" ringhia mio fratello.

"Rodrigo è un nome da cavallo" sentenzia Alice, distrattamente e io lancio ad Andrea uno sguardo trionfante.

"Vedi? Lo dice anche Wobinda, qui" dico, allegra. Nel mentre mamma sta sgridando Alessio perché ha rotto la tazza di papà e lui, come se nemmeno ascoltasse, ha ripreso a sbriciolare biscotti al cacao.

"Rodrigo" continuo io, quasi dispiaciuta "Poveretto. Che macchina ha? Una Prinz verde?"

"Continua così e ci arrivi a piedi a scuola" minaccia Andrea, scocciato. Papà arriva con gli occhiali di traverso e la cravatta allentata.

"Ritardo…" mugugna afferrando una brioche e spettinando frettolosamente Alessio ed Alice "’ao…" e sparisce. Mio padre è sempre di fretta e sempre in ritardo: fosse un personaggio delle favole, sarebbe il Bianconiglio, fatto e finito! Mamma sarebbe un incrocio tra Crudelia deMon e la Matrigna di Biancaneve, con qualche sprazzo di Nano di tanto in tanto. Alessio sarebbe un carro armato, che non c’entra niente con le favole, ma è il suo. Alice, svaporata e immersa com’è nella fauna fino agli occhi, sarebbe la Bella Addormentata nel Bosco. Andrea invece sarebbe …

"Anna, puoi gentilmente planare di nuovo sul pianeta Terra e muoverti ad andare al bagno?!" sbraita la mamma buttando nervosamente le tazze nel lavello "Qualsiasi cosa dica Maometto con la montagna, devi essere tu ad andare al water perché il water non viene da te. E’ il tuo turno: sbrigati che i gemelli devono farsi la doccia"

Con lo stesso entusiasmo dell’andata, trascino i miei piedi al ritorno e mi chiudo in bagno. Con una certa apprensione vado a riprendere contatto con la mia faccia allo specchio, sperando che durante la notte qualche clemente essere sovrannaturale ci abbia sparso sopra un po’ di polvere magica rendendola meravigliosa. Basta uno sguardo per capire che non è successo. Imbronciata, studio per l’ennesima volta i miei lineamenti, cercando di capire dov’è la fregatura. Capelli: lunghi, lucidi, lisci. Sarebbero anche belli se non avessero il colore di zuppa di cereali in latte e cacao. Inspiegabile, appunto! E la frangetta…quando è troppo lunga (cioè sempre) mi scambiano continuamente per una ritardata visto le smorfie assurde che faccio per spostarmela dagli occhi senza l’ausilio degli arti superiori. Viso: bo, non ho mai capito con che criterio si dia una forma al viso! Rettangolare, trapezoidale, parallelepipedo, arco con curvatura ad iperbole…per favore!! E gli zigomi, li consideriamo come vertici della figura geometrica o no? Occhi: due (fortunatamente). Forma normale, colore marrone, ciglia normali. Che palla!! Bocca: bella, diciamocelo. Certo, non è quella di Jessica Alba, ma a me piace. Forse è l’unica cosa di me che mi piace. Ecco perché uso sempre dei rossetti vistosi. Avevo pensato ad un pearcing al labbro inferiore, ma anche ottenendo l’impossibile permesso da parte di quel mostro a tre teste di mia madre, la paura del dolore fisico mi blocca qualsiasi velleità di trasgressione. Denti belli anche se un po’ in fuori. Sopracciglia curate, fronte spaziosa, pelle senza brufoli anche se tende un po’ al color cadavere con quelle occhiaie da predatore notturno. Comunque, settore faccia sotto controllo. Fisico: da dividersi in settore superiore e settore inferiore. Sull’inferiore ho pochi problemi, le gambe sono belle, muscolose ma sottili, non proprio da gazzella, ma nemmeno da facocero (e ti credo, con tutto il nuoto che faccio ci mancherebbe solo che avessi due gelatine tremolanti e bugnose per cosce). Sul settore superiore, invece, ho seri, insormontabili problemi: ho le tettone. Grosse, rotonde, plebee tettone che fanno sembrare goffa e fuori moda qualsiasi cosa indossi. Al cinema, alla televisione, sui cartelloni pubblicitari, tutte le donne che piacciono hanno le tette piccole, spavalde. Tutte esibiscono impudenti capezzoli a vista, nessuna porta più il reggiseno, tranne me, che se non lo porto rischio di tramortire qualcuno ogni volta che mi giro. Andrea una volta mi ha beccato davanti allo specchio mentre tentavo di comprimerlo sotto a una fascia elastica di nonna Pina (quella che usa quando ha gli attacchi di sciatalgia): dopo aver riso per due giorni e avermi umiliato in tutte le maniere possibili, mi ha assicurato che ai ragazzi le tettone piacciono. Tutte le pornostar hanno le tettone. Ma io non voglio essere una pornostar, voglio essere una bella, elegante gnocca senza tette!! A parte struggermi per l’argomento, però, non ci posso proprio fare niente.

Sono lì che mi guardo e penso: Anna, tutto questo è una bazzecola a confronto del tuo problema nr.1…E’ vero, ho un problema serissimo. Non è ammissibile, in questo anno di grazia post femminismo, post liberalizzazione sessuale e post emancipazione, arrivare a 16 anni ed avere un problema come il mio (con P maiuscola e tutto il resto). Un vergognoso, segreto Problema di cui sono al corrente solo la mia migliore amica e la sottoscritta. Problema che va risolto, immediatamente, a seguito di un piano dettagliato e preciso, studiato a tavolino da un’abile stratega, curato nei tempi e nei modi ma veloce perché tra poco compirò sedici anni ed è tassativamente d’obbligo risolverLo prima di quella scadenza.

Devo assolutamente trovare un ragazzo, innamorarmene e dargli il mio Primo, Vero Bacio.

* * *

Lo so, sembra impossibile, ma è così: io non ho ancora baciato nessuno. Voglio dire, a dodici anni ho baciato mio cugino di Firenze sotto il vischio, ma per due secondi e a labbra chiuse. Quello di cui parlo è il primo, vero bacio, quello con lingua e tutto il resto. Ovviamente, nessuno è al corrente di questo mio ignominioso handicap, a parte la mia amica Mariàpi; se si sapesse in giro, emigrerei immediatamente in Nuova Zelanda dalla vergogna!! Da tempo ormai io e Mariàpi studiamo il modo per liberarmi di questo ingombrante fardello che mi porto appresso, questa verginità labiale, ma ancora non mi è capitata l’occasione giusta, qui in città. Voglio dire, nella mia classe a scuola hanno baciato qualcuno persino le suore e le cozze senza speranza, ed io non faccio parte né dell’una né l’altra fazione. Almeno, se sono cozza non sono di sicuro senza speranza!! Avevo quasi deciso che sarebbe successo in vacanza a Londra. Lì un anglosassone qualunque disposto a baciare una straniera ci sarà pure!, ho pensato piena di ottimismo. Mi ero già immaginata la scena, al ritorno a scuola…avrei avuto anche io qualcosa da insegnare al Priorato delle Orsoline (così chiamiamo in classe la fazione suore). Mi sarei seduta sul banco, con le gambe accavallate e uno sguardo languido e segretamente saputo.

"Ti sei davvero baciata con un bell’inglesone?" mi avrebbero chiesto le Orsoline.

"Sì" avrei risposto io, con voce leggermente altezzosa ma condiscendente "Io e Jack (o Charles…si, Charles è più adatto)…Io e Charles siamo stati così bene, era il giorno libero della servitù, i genitori erano alle corse di Ascot e noi avevamo la casa tutta per noi…è stato fantastico"

Lo Scoglio (fazione cozze senza speranza) mi avrebbe guardata come si guarda la Madonna, mi avrebbero fatto domande su domande, sarei stata il loro nuovo idolo. E anche quello delle Orsoline, anche se non lo avrebbero ammesso apertamente. E mi si sarebbero aperte le porte dell’Olimpo…la Bentivogli in persona mi avrebbe sorriso, avrebbe fatto spostare la Cavallini e mi avrebbe detto :

"Tonelli, siediti qui in mezzo a noi. Raccontaci"

No, anzi, mi avrebbe chiamato per nome.

"Anna, ti prego, vieni a sederti qui. Raccontaci del tuo lord inglese"

Ah, che meraviglia. Sarei stata l’idolo dell’INTERA classe. Ma…eh, bè, quando la sfiga chiama…mi sono beccata gli orecchioni due giorni prima di partire ed ho dovuto saltare la vacanza. E tanti saluti al mio bel lord inglese! Mi sentivo un caso senza speranza, ma con l’aiuto di Mariàpi abbiamo escogitato l’OPB, Obbiettivo Primo Bacio..sembra una missione della CIA!!

Per raggiungere l’OPB ho valutato attentamente modi e luoghi e sono giunta alle seguenti conclusioni: occorre cambiare le impostazioni attuali, perché evidentemente così com’è la situazione adesso non troverò uno straccio di ragazzo da baciare nemmeno quest’anno. Ci sono cose da migliorare, obbiettivi da raggiungere e superare. Faccio un breve elenco.

Obbiettivo 1: Passare da pseudo cozza a bella gnocca. Io e Mariàpi ci stiamo lavorando e comunque non è che faccia così schifo. Anzi, sono carina. Ho cominciato la Dieta (e uso il maiuscolo a ragion veduta) e il primo dei miei tre rotoli di salsiccia ancorato alla vita se n’è già andato. Comunque, tra lezioni di trucco, depilazione, ginnastica, parrucchiere, cura del look, pedicure e cilicio chiodato qualcosina è migliorato. Anzi, certe volte mi vedo piacevole, ma sono solo attimi isolati e solitari di entusiasmo… Spero davvero che tutta questa fatica immane, queste sofferenza fisica e psicologica (nonché questo spreco di risorse economiche, con quel che costa il fondotinta!!!) portino a qualche risultato! Da qui, si passa all’

Obbiettivo 2: Trovare il tipo giusto da baciare. E qui siamo un po’ in alto mare. Sì, perché sono sorprendentemente immune alle cotte e fatico molto per trovare un ragazzo che mi piaccia veramente. Mariàpi è convinta che io abbia qualcosa che non funziona bene nell’apparato ormonale, perché finora l’unico che mi ha scatenato serie fantasie sessuali è stato Johnny Depp, che è sicuramente il più bell’esemplare di fauna maschile in circolazione al mondo, ma è anche un po’, come dire?, fuori dalla mia portata…I miei compagni di classe sono da eliminare in blocco, amici e conoscenti sono quasi tutti occupati (e quelli liberi sono o dei cefali brufolosi o carini ma con il cervello di una zanzara). Comunque, nessuno che mi stimoli la "vena maiala", per usare l’elegante eufemismo di mio fratello Andrea. Mariàpi dice che faccio troppo la difficile: forse ha ragione, ma non voglio aver aspettato il ragazzo giusto fino a sedici anni per poi baciare il meno peggio che ho trovato solo perché mi scade la garanzia! Comunque, devo prima superare lo scoglio dell’Obbiettivo 2 prima di buttarmi sull’

Obbiettivo 3…che ancora non ho idea di cosa sia, ma numero 3 ci deve sempre essere, è karmico: tre sono i nipotini di Paperino, tre sono gli anni di scuola media, tre sono…

"Annaaa!!! Esci dal bagno o ti spacco la testaaaa!"

Cara mammina. Ok, rimandiamo a dopo l’obbiettivo tre.

 

 

 

Due parole dall’autrice:

un grazie a chiunque passi di qua e lasci un commento che mi aiuti a migliorare la storia.

Saluti a tutti!!

Elfie

  
Leggi le 22 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: L_Fy