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Autore: MeliaMalia    24/10/2005    27 recensioni
Scusatemi, ma non ho resistito... E se Willy Wonka non avesse cercato un erede, ma una moglie?
Questo racconto vuole essere una gentile parodia di un libro e di un film che ho apprezzato molto; se vorrete commentare e consigliarmi, mi farete molto felice!
Completata! ^^
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO PRIMO

TUTTI A CACCIA DEL BIGLIETTO D’ORO!

E nessuno li trova! I cinque, preziosissimi, tagliandi sono racchiusi in altrettante barrette di Cioccocremoso Rosa, tavolette di cioccolato facenti parte di una serie di dolciumi dedicata esclusivamente alle ragazze che NON tengono alla linea!
Il padrone della fabbrica, il misterioso Willy Wonka, ha infatti disposto che solo le femminucce saranno ammesse alla fabbrica, e godere del giro panoramico che il padrone ha predisposto per loro.
Nessuno riesce a comprendere il perché di ciò, ma una cosa è certa: le Cioccocremose Rosa vanno a ruba!
Curiosità: Ragazzo si mette parrucca bionda, top rosso e gonna rosa, e fa incetta di Cioccocremose Rosa! Smascherato ed esposto all’ilarità pubblica, ha ammesso in lacrime che sperava di vincere e non essere scoperto. Gli esperti sono dell’opinione che, se si fosse almeno tagliato la barba, sarebbe risultato più credibile.


Camminava stringendosi il logoro colletto del cappotto attorno al collo. Le gambe affondavano nel manto nevoso, e nuvolette di fiato condensato esplodevano davanti al suo nasino arrossato.
Viola si racchiuse ancora più in sé stessa, avanzando con ostinazione. Era una giovane sui vent’anni, con lunghi capelli castani solitamente mossi e ribelli, ma quel giorno imprigionati in una lunga, spessa treccia. Gli occhi, blu come un lago nella notte, mai erano tentati di alzarsi, spiando qualcosa oltre la strada, o lasciandosi sfuggire un sogno innanzi ad una ricca vetrina.
Vento gelido imperversava per la grigia città: spazzava cartacce e sporcizia, speranze ed incubi, infiltrandosi nei suoi vecchi e sfibrati vestiti; la punzecchiava con mille aghi, divertito.
Accelerò il passo, superando infine i quartieri più eleganti; destino beffardo voleva che - lavorando dall’altra parte della città - quando alla sera tornava a casa stanca, debole ed infreddolita, fosse costretta a passare davanti a quelle ricche case e quei ricchi negozi che opulenti s’affacciavano sulla via.
Viola, invece, era povera.
Superò l’ultima presa per i fondelli di ogni giornata, ovvero la grande, maestosa fabbrica che ovunque espandeva aroma di cioccolato, e svincolò in un quartiere laterale: la via dei poveri, quella, fatta di enormi e minacciosi casolari color fumo, vecchi case popolari dove i meno abbienti trovavano rifugio.
Terza porta, a destra. Ecco il piccolo ingresso, legno marcito che l’aveva sempre accolta da quando era bambina. Si scosse di dosso la neve, ed abbassò la maniglia.
Un lieve calore l’accolse. Il piccolo fuocherello era già stato acceso, e ora sua nonna giaceva nuovamente sul letto accanto al focolare, ipnotizzata dalla primitiva danza delle fiamme.
“Nonna Dea…” Prima sua azione, rito che le rammentava d’essere finalmente a casa, era poggiare un dolce bacio su quell’antica fronte costellata di rughe.
La cara donna, stanca della vita, stanca degli affanni, poteva forse apparire come una creatura che ancora viveva per semplice inerzia: ed invece era pura forza di volontà a mandarla avanti, volontà di attendere la sera, attendere la nipotina che rincasava e le donava quel bel bacio.
Anni prima, quando Viola era una piccola creatura dalle rosse guance paffute, un’orfana in lacrime raccolta per la strada, era nonna Dea a lavorare e procurare soldi per andare avanti. Ma il tempo era passato, inesorabile, ed i ruoli si erano invertiti: ora, quasi del tutto bloccata a letto, nonna Dea altro non poteva, se non compiere il terribile sforzo di accendere il fuoco, ed attendere.
“Questa sera ho una bella novità, nonna!” Viola le si staccò con un sorriso sincero, mentre si avviava verso la piccola, povera cucina, e metteva una pentola al fuoco.
“Hai trovato un marito ricco?” Esclamò la pratica signora, alzandosi di scatto dallo schienale del letto, gli occhi che brillavano di speranza.
“Beh… no… ho trovato una patata da aggiungere alla zuppa…” Nonna Dea ricadde sdraiata e svuotata ogni speranza.
Quella sua nipote adottiva era una bravissima ragazza. Non solo! Era bella, molto bella. Forse un po’ magrolina a causa di una dieta non esattamente equilibrata – diciamo pure votata alla fortuna - ma tutto sommato niente di male. E allora perché cavolo non trovava uno straccio di marito, che le mantenesse entrambe?
Ma Viola non aveva la testa per quel genere di cose.
Tutte le mattine si alzava presto, si vestiva più che poteva e raggiungeva la fabbrica di pannolini dove era Addetta Inserimento Adesivi. Passava la giornata a lavorare come una folle, senza mai alzare lo sguardo o lanciare qualche sorriso suadente a un bel caporeparto. Finiva alla sera e correva a casa. Punto. E come accidenti sperava di trovarsi un marito, costruendolo con degli adesivi per pannolini?
Nonna Dea sospirò, sentendo canticchiare allegramente Viola. Animo semplice, poche aspirazioni. Un’ottima ragazza, ma non molto furba. Altre con il suo aspetto avrebbero già guadagnato qualcosa di più dalla vita.
“Accendi la televisione, ti prego… Voglio sentire le notizie di oggi.” La nipote lasciò la pentola a sé stessa, e regolò come poteva l’antenna della vecchia scatola che avevano il coraggio di definire televisore. Infine, dopo operazioni di angolazione precise sino al millimetro, ottenne un segnale decente sul terzo canale, e lasciò che quella distrazione occupasse ogni suo pensiero.
“Incidente… Incidente… Sparatoria…” Un po’ monotone come notizie, ma era sempre divertente ascoltare i commenti che Nonna Dea forniva: sembrava avesse un qualche insulto per ogni idiota del mondo. Una vecchietta simile sarebbe stata capace di zittire l’inferno, se solo avesse voluto.
“Infine, la notizia sulle bocche di tutti: la caccia al Biglietto D’Oro!”
“Ma tu guarda, ancora con queste stupide lotterie…” Borbottò Nonna Dea, coprendosi con il logoro copriletto.
“… Ogni biglietto è racchiuso in una tavoletta di cioccolato…”
“Tanto il cioccolato fa male!” Ma nonna Dea in realtà aveva una gran voglia di cioccolato… quando era stata l’ultima volta che aveva assaggiato una deliziosa barretta d’oro nero?
“… Cinque biglietti d’oro, messi in circolazione da Willy Wonka, che scorterà personalmente cinque fanciulle nella sua fabbrica…”
“Un cretino che non aveva altro da fare?”
“… Tutti sono alla ricerca dei biglietti d’oro emessi dal miliardario!”
“Miliard…! VIOLA! Corri a prendere una barretta di cioccolato!”
Viola scosse il capo, divertita dalle evoluzioni a letto della nonna. Bastava così poco per divertirla…
“Piantala di cucinare quella dannata zuppa, e vola a comprare un…!”
   
 
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