Sotto l’inchiostro
“ Dove
andiamo? ”
“ E’
importante? ”
Becky sorrise, stordita dalla situazione.
Non riusciva a credere a quello che stava succedendo. Le
risultava così difficile, quasi temesse si trattasse solamente di un sogno. Un
bellissimo sogno.
“ No. La prenda per pura curiosità, professore ”
Duncan si bloccò sui suoi passi, sorpreso dalla risposta della
ragazza.
Com’è che lo aveva chiamato?
Sorrise, divertito come non mai. Professore! Incredibile. Si
girò, per ritrovarsi faccia a faccia con lei. Senza lasciarle la mano si fece
ancora più vicino.
“ Mi hai chiamato professore, Becky? ” chiese, il
riso nella voce.
“ Sì. Problemi? Preferisci prof. forse? ”
Duncan scosse la testa, inebetito da lei. Riusciva sempre a
sorprenderlo.
La ragazzina timida e schiva di prima, sembrava essere
scomparsa, sostituita da una decisamente più disinvolta e maliziosa.
E la cosa lo faceva impazzire.
Un altro passo e la prese tra le braccia, stringendole i
fianchi.
“ Mi piace prof… ha un non so che di eccitante ”
Capì di aver fatto un passo falso non appena sentì Becky tentare
di liberarsi dalla sua stretta. Lui non la lasciò. Non lo avrebbe fatto.
Sbagliava certo, più di quanto avrebbe fatto normalmente.
Non volutamente, però.
Era colpa dell’alcol e lo sapeva. Lo reggeva bene,
rimanendo sufficientemente lucido. L’unico problema era che alcune
riflessioni gli uscivano rallentate, al contrario delle parole che invece gli
sgorgavano di bocca, spesso anche senza il suo consenso.
Quello era il problema. Ah, e certo poi anche il fatto che se
raggiungeva le tre, o quattro birre, la mattina dopo faticava non poco a
ricordare come ci era arrivato a quel numero.
Ora però non riusciva a pensare alla mattina successiva.
Gli occhi di nuovo indecisi della ragazza che stringeva fra le
braccia occupavano ogni suo pensiero. Erano come un blackout totale.
Aveva sbagliato, ma poteva rimediare.
“ Scusa ”
“ Di cosa? ” ribattè lei, con uno strano tono di
voce.
Non lo guardava negli occhi, maledicendosi mentalmente. Era una
stupida, ecco cos’era. Niente di più, niente di meno.
Perché diavolo reagiva in maniera così drastica? Cos’aveva
fatto quel povero ragazzo?
Niente.
Una battutina. Ecco tutto. Neanche tanto spinta, poi.
E lei? Lei subito aveva tentato di arretrare. Di scappare.
Perché?
Lo sapeva che festa era. Sapeva a cosa si sarebbe dovuto andare
a finire. Le era stato chiaro fin dall’inizio. E come era chiaro a lei,
lo doveva sicuramente essere per ogni ragazzo lì presente. Non poteva certo
aspettarsi che proprio quello che si era trovato lei, Duncan, non pensasse a
quello… non sperasse di arrivare a divertirsi.
Certo, che era a quello che pensava.
Ma lei poteva farcela? Così. una botta e via?
Dio! Che orrendo modo di dire! Non riusciva nemmeno a pensarci!
C’era lui però. Lui così dolce, lui con i suoi occhi che riuscivano a
farle impazzire il cuore.
Lui che l’aveva baciata. E che bacio…
Aveva tentato di allontanarsi, ma poi aveva sentito la presa
delle mani di lui aumentare, stringendo maggiormente i fianchi. E aveva smesso
di scappare.
Si era riavvicinata, sollevando lo sguardo per incontrare gli
occhi di lui.
Credeva di riconoscerci desiderio, brama, impazienza folle. E
invece no.
C’era sì desiderio, ma era contenuto, al punto da riuscire
unicamente a far aumentare il suo. Non trovò quello che si aspettava.
La luce in cui si imbatté era provata. E Becky non riusciva a
capirne il perché. Che diavolo prendeva a quel ragazzo?
Poi sentì il sussurro, proprio vicino al suo collo.
Incredibile.
Scusa.
Aveva chiesto scusa. E non aveva fatto niente. Non riusciva a
crederci, a spiegarselo.
E ancora di più si diede della stupida, per star rovinando
tutto. Era un’occasione d’oro. Di quelle che capitano solo nei
sogni… Duncan.
Quante volte, mentre camminava per l’aula, aveva distolto
lo sguardo da lui? Non lo guardava.
Non lo faceva perché sapeva che altrimenti non sarebbe più
riuscita a smettere.
Ora però poteva guardarlo quanto voleva, fissarlo a suo
piacimento.
Becky sorrise, poggiando le mani sul petto del ragazzo.
Respirando piano, mosse piano la mano destra, portandola fino al
suo viso. Percorse lentamente il tragitto, soffermandosi sulla curva del collo,
sull’accenno di barba della mascella… per fermarsi poi in una
carezza sulla guancia.
Era lei a doversi scusare, non lui.
“ Scusami tu ” mormorò, posando solo per un secondo
le labbra all’angolo della sua bocca.
Duncan si sentì avvampare, preso completamente in contropiede.
La guardò, incantato.
“ Sei bellissima, lo sai? ” lo aveva chiesto senza
riuscire a fermarsi.
Aveva semplicemente dato voce ai suoi pensieri.
Anche lui sollevò una mano, accarezzando il viso di lei. Indugiò
sulla bocca della ragazza, giocando con le labbra di lei, carezzandole
dolcemente.
“ Non è vero ”
Quasi non l’aveva sentita. Eppure lei lo aveva detto.
Scherzava, forse?
Duncan non riusciva a spiegarselo, osservandola senza capire.
Per quanto lo riguardava era la cosa più bella che avesse mai visto. E ne aveva
viste tante.
“ Sì che è vero, Becky ”
“ No. ”
Prima che Duncan potesse ribattere qualsiasi cosa, lei continuò,
implacabile.
“ Ce ne sono tante più belle di me che farebbero carte
false per averti… anche quella Melissa che ti aspetta dentro sono sicura
che è meglio di me. Non so perché sei qui a perdere tempo, Duncan. Non so cosa
ti aspetti… forse davvero ti conviene lasciar perdere e cercartene
un’altra. Non dovresti… Ti sei sbagliato ”
E avrebbe voluto continuare, ma lui non gliene diede modo.
La interruppe, di colpo.
Stringendola con impeto, premendo con foga le labbra sulle sue.
All’inizio credeva che la ragazza stesse scherzando, un gioco che non
conosceva.
Ma poi aveva sentito la voce di lei spezzarsi, con tristezza,
rabbia…
E non ci aveva visto più.
“ Non mi sono sbagliato, Becky ”
Lo aveva mormorato, distante pochi millimetri dalle labbra di
lei.
“ Sei sicuro? ”
Duncan le sorrise, guidando le braccia della ragazza dietro il
suo collo. Voleva sentirla sua, più di ogni altra cosa.
Non era mai stato più sicuro di qualcosa.
“ Sì ”
Becky agitò le dita, giocando con i suoi capelli. Era troppo
bello per essere vero.
“ Perché dici così? ”
“ Così cosa? ”
Lei scosse la testa, tentando di frenare la discesa dei suoi
baci. Le stava ricoprendo il volto, dalla fronte al collo, senza riuscire a
fermarsi.
E lei temeva che se avesse continuato a quel modo avrebbe potuto
avere un infarto proprio lì.
“ Cosa ti dice che non è per l’alcol che vedi le
cose come non sono? ”
Duncan si bloccò un attimo, guardando Becky negli occhi.
Si piegò leggermente, portando le mani sotto le cosce di lei.
La sollevò, prendendola in braccio. Lei strinse la presa attorno
al suo collo e, quasi senza rendersene conto, allacciò le gambe ai fianchi del
ragazzo.
“ Non mi sbaglio, Becky ”
Lei per poco non lo sentì, il volto affondato nel collo di lui.
Fu lui a farle alzare il viso, due dita sotto il mento.
“ Ti noterei fra mille ”
*
Ed ecco un altro capitolo…
A dir la verità non ho idea di come sia, né di come possa sembrare a
chi legge. ^^
Certo mi piacerebbe saperlo: sapere se fa provare qualcosa, se
piace, qualunque cosa! **
Ringrazio comunque tutti, chi legge, chi passa, e in particolare ssundew che ha commentato *.*
Alla prossima,
Sara
Ssundew:
Sono contentissima che ti sia piaciuta la mia stramba idea della storia
nella storia. Ti assicuro che sono stata indecisa fino all’ultimo, ancora
ora lo sono un po’ ^^… Ti ringrazio per i complimenti, e ancor di
più per i consigli! Hai ragione ad esempio sul fatto che all’inizio ho
ripetuto troppo i nomi, cercherò di correggere il prima possibile. Grazie
ancora! **