Testo normale allineato sinistra:narrazione.
Parole in corsivo: termini specifici che verranno ripresi nelle note oppure semplici calcature.
Testo in corsivo allienato destra: testo di Vanilla, canzone di Gackt, che appunto da titolo al racconto.
"Testo corsivo tra virgolette, allineato sinistra": pensieri di Yutaka.
Ricordati che sono due pinguini ingestibili xD.
E' tua, tutta tua. Te la meriti, dalla prima all'ultima riga. Ogni parola è per te.
Perchè, cavolo, hai aspettato UN ANNO per leggerla.
Te la meriti tutta Chibiten.
Vanilla.
Uke Yutaka, ritto come un fuso e con un mestolo saldamente tenuto da una mano calzante un guanto da forno giallo, osservava con occhi critici il tavolo apparecchiato.Fini bacchette di pregiato bambu decorato con motivi semplici e astratti riposavano accanto alla porcellana dei piatti dalle forme asimettriche. Fiori bianchi alloggiavano in un vaso che in teoria avrebbe dovuto essere italiano -in pratica l'aveva comprato ad un negozio tutto 100 yen e sotto il recipiente la scritta 'made in Japan' spiccava come il sole a mezzanotte- e i tovaglioli erano ripiegati a formare il delizioso origami di una farfalla. La tovaglia l'aveva presa in prestito - per non dire rubata- dalla casa materna ed era di un piacevole color crema che ben si abbinava alle candele rossesangue infilate in candelabri sottili, d'argento lucente.
Si trasferì ad osservare la carne che cuoceva sulla piastra e il riso che bolliva nella pentola. Gli ingredienti per condirlo li aveva messi in piccole tazzine a parte, da usare a piacimento.
Si, era tutto squisitamente perfetto.
Doveva solo finire di far sciogliere la vaniglia per far colare la crema sul dolce e poter finalmente dire d'aver terminato i preparativi per quella inaspettata -quanto emozionante- cena.
Per tutto il soggiorno rieccheggiavano le note di Vanilla. Mentre toglieva un'inesistente piega dalla tovaglia e aggiustava la pendenza delle candide rose, senza accorgersene, iniziò a cantare sottovoce, viavia alzando il tono finendo per far concorrenza agli strilli di Ruki in astinenza da caffè.
"Koi
ni shibarareta specialist
Nagai tsume wo taterareta boku"
Si
lisciò il grembiule addosso -quello regalatogli da Reita per
il suo ultimo compleanno, con la scritta 'Kiss the Cook' con l'ultima
parola cancellata e sostituita da 'Cock' e una chiara e fallica
immagine di un attributo maschile padella-munito che rigirava delle
uova- e si osservò allo specchio, ritoccandosi la piega dei
capelli con le dita.
Dèi se l'avessero visto i suoi colleghi in quel momento
certamente non si sarebbero risparmiati battutine caustiche e maliziose.
Tutta quella situazione però non era assolutamente colpa
sua. Essere il leader dei the gazettE comportava anche l'onorare alcune
questioni... particolari.
Improvvisamente il campanello trillò secco
introducendo l'aspettatissimo ospite.
Subito spense lo stereo e posò il telecomando sopra al
mobile dell'ingresso, sfilandosi intanto il guanto dalle sembianze di
paperella (regalo del S. Natale 2008 di Uruha.) e lanciandolo
sgraziatamente nella cucina, socchiudendo la porta scorrevole.
Alzò il citofono con un lieve tremore alle dita e il cuore
che batteva all'impazzata.
"S-sì?" perfetto. Inizio perfetto. Uno storto
balbettìo.
"Buonasera, sono Gackt Camui."
"Cosa?" domandò Yutaka con un'espressione per nulla
intelligente che poco gli si confaceva.
Tokumori, il manager dei gazettE, se la ridacchiò di gusto
sotto la sguardo attonito del gruppo innanzi a se.
"Avete capito bene."
"E... e... e come mai?" domandò Uruha arricciando il labbro
in una posa sdegnosa.
"Quelli della Sonic hanno chiesto la vostra collaborazione al
progetto." concluse il manager allacciando le corte dita pingui sotto
al mento cadente.
"... e anche quella di qualcun'altro." soggiunse Reita, rincretinendosi
a fare giravolte con la poltrona dello studio.
"Esatto. Vi è stato chiesto di creare la sigla iniziale del
videogioco di HateLoverMan* e di collaborare con un'altra stella della
j-music."
"E chi sarebbe tale genio?" chiese seraficamente Ruki, accendendosi un
sigaretta, beffandosi del cartello di divieto affisso proprio alle sue
spalle.
"... Gackt Camui."
Dopo tale affermazione successero in rapida successione alcuni fatti:
Ruki si strozzò con la sigaretta, Uruha e Aoi -in perfetta
simbiosi- spalancarono gli occhi, Reita si capottò
giù dalla poltrona girevole con cui si stava intrattenendo
finendo culo in terra e Yutaka rischiò di cadere da seduto.
Il suo cervello tossicchiò qualche sparuto pezzo di frase
disarticolata e anche qualche neurone.
"Cosa?!" quasi urlò.
Tutti si voltarono subitaneamente nella sua direzione e sulle
labbra di Ruki si disegnò perfettamente la perfida curva di
un ghignetto malizioso. Yutaka era troppo perso su nuvolette rosa
bonbon per accorgersene.
Tokumori ridacchiò.
"Esatto. E' una grande opportunità per entrambi
dato che i vosti generi sapranno conciliare diverse fasce di fans. Che
ve ne pare?"
Il leader solitamente richiedeva l'appoggio di tutti gli altri
quattro quinti dei gazette, prima di prendere anche la semplice
decisione di quale tipo di caffè ordinare per la
macchinetta. Quella volta però non potè
trattenersi dal dire "Ma ovvio che accettiamo!" gli altri annuirono,
chi rassegnato chi meno e chi con un sorrisetto che era
l'apoteosi della bastardaggine addosso.
"Gradirei che vi incontraste in privato, solo voi sei, per
decidere quali elementi comuni utilizzare e quali generi prendere in
considerazione. Lascio a voi il resto."
Kai e Tokumori uscirono assieme per il giro caffè e
gli altri rimasero -pericolosamente- da soli.
Ruki spostò lo sguardo nocciola dall'uno all'altro
commensale, lo stesso ghignetto in volto.
"Cazzo hai in testa, Taka?" gli domandò senza
neppure guardarlo, ancora svaccato sulla poltrona girevole, Reita.
"Anche voi pensate ciò che penso io?" si
premurò di domandare seraficamente.
Tutti si guardarono con espressione interrogativa.
"Io ho voglia di caffè." sentenziò Aoi.
"Io pensavo se era meglio smaltarmi le unghie di viola o
rosso." soggiunse Uruha.
"Io che questa poltrona è una ficata!" disse ilare
Reita.
Il vocalist mugugnò qualche insulto prima di
spiegarsi. "Kai ci fa una testa così con Gackt da quando
l'abbiamo conosciuto. Giusto?"
Il consenso fu unanime.
"Bene. Non credo di sparare cazzate dicendo che è
il suo sogno erotico adolescenziale."
Altra generale risposta affermativa.
"E quale modo migliore per presentarli e farli accoppiare
come conigli che una cena soli soletti?" accentuò la curca
mefistofelica delle labbra sottili.
Tutti rimasero letteralmente inebetiti dall'affermazione.
Ruki attese la generale illuminazione che non
tardò ad arrivare quando Aoi, grattandosi tra le chiome
corvine, chiese"Noi faremo fare fiki-fiki a quei due, quindi?"
Il castano annuì.
"Bene. Tutti d'accordo allora?"
"SI!"
Mentre aspettava davanti allo specchio l'arrivo dell'ospite,
sistemandosi le ciocche castane, pensò che decisamente la
loro parrucchiera aveva avuto una gran genialata applicandogli quelle
extencion. Doveva ammettere di starci decisamente bene. La scia di pensieri venne interrotta da un lieve bussare.
"E'
permesso?"
Amaterasu doveva proprio avercela con lui,
altrimenti non avrebbe dotato l'uomo fuori della porta di una voce
così... così...
Fottutamente arrapante.
"Certo, avanti." aprì la porta e -senza neppure guardarlo in
faccia- eseguì un inchino magistrale.
"Ti prego, niente formalismi."
Quando si rialzò incappò in un sorriso che
avrebbe fatto scalpore alla mentadent. Trentadue capsule di porcellana
brillavano tra due labbra carnose e rosee, in un volto ovale taglito
trasversalmente da occhi scuri e velati di un trucco leggero. I capelli
corvini erano lisci e setosi. Indossava un completo chiaro, una camicia
grigio perla e scarpe eleganti.
Il batterista si ritrovò -poco elegantemente- a sbavare.
"Piacere di conoscerti. Sono Kai, ma chiamami pure Yutaka."
"Piacere mio. Le foto non ti rendono giustizia."
Kai potè sentire distintamente il proprio corpo convogliare
tutto il sangue presente alle proprie guance.
Gackt alla vista accentuò il sorriso e si fece scortare
senza una parola al tavolo nel soggiorno.
Il
cantante si guardò, leggermente spaesato, attorno prima di
chiedere "Perdonami ma non avremmo dovuto essere in sei?" additando il
tavolo apparecchiato per due.
Pensando ai propri band-mates iniziò ad incupirsi "Quei
grandissimi fetenti. Chiamarmi all'ultimo minuti dicendo che 'non
possono venire' chi con una scusa peggiore dell'altra. Uruha davvero
pensa che crederò alla storia che il cane gli ha mangiato i
vestiti? Lui non ha un cane, Kso!"
"Purtroppo i miei colleghi hanno avuto dei contrattempi e non potranno essere qui stasera... spero che vada bene comunque."
"Oh ma certo, nessun problema figurati." sorrise conciliante.
Si
annodò un silenzio esitante che Yutaka ruppe più
per timore che si protraesse a dismisura che per reale bisogno.
"Mi dispiace ma per la cena ci vorrà ancora un po' di tempo.
Ti posso offrire un aperitivo prima?"
"Con piacere."
Preparò due drink e li portò sul tavolino del
divano, sedendocisi. Il vocalist lo emulò, incrociando le
gambe slanciate.
"Kampai." i bicchieri tintinnarono nell'aria.
Dopo circa dieci minuti -e qualche drink di troppo-
l'atmosfera si era decisamente sciolta e ridevano e scherzavano come
vecchi amici.
"Carino il grembiule." Gackt additò il disegnino e Kai
avvampò.
Amaterasu non l'ho tolto!
"Eheh, perdonami."
"Figurati." gli sorrise mestamente prima di prendere l'ennesimo sorso
dal bicchiere.
"Mi faresti fare un tour della casa?" domandò gioviale.
"Oh ma certo, vieni."
Gira che ti rigira capitarono nello studio. Appena mise piede nella
stanza Yutaka spalancò gli occhi.
No no no! Non deve verderlo! Non deve assolutamente vederlo!
"Che cos'è questa?" il vocalist additò una
bacheca di compensato sopra cui svettavano numerosi... biglietti.
Biglietti e fotografie.
E
te pareva!
"Sono... biglietti di concerti." ammise in un sussurro.
Gackt osservò per un po' la bacheca, passando un dito sopra
ai cartoncini dei biglietti.
"Sono... tutti miei." potè notare distintamente un
luccichiò negli occhi ambrati del cantante.
"G-già..."
"Qui c'è anche una foto."
"Sì è del concerto al Budokan del '98."
"NO! Oddio no. Mi avevano detto che se n'erano andati tutti e che
potevo scendere!" disse con un sorriso.
"Eheh. Sono rimasto apposta per scattartela in un momento
compromettente!" rise anche lui.
"Uff. Non volevo che il pubblico mi vedesse togliere l'imbragatura che
usavo per volare sul pubblico in Le Ciel."
"Ahahah. Qui ne ho un'altra." aprì un cassetto e
tirò fuori una fotografia leggermente consunta dal tempo:
sopra un Kai appena tredicenne era tra Gackt e Kozi** un sorriso
abnorme sul piccolo volto.
"Oddio, eravamo terribili. Era il 94?"
"95. Il primo concerto 'ufficiale' con te come vocalist. E' stato amore
al primo ascolto." si lasciò sfuggire.
"Ah davvero?" Gackt colse l'allusione e si avvicinò a
Yutaka. Gli scostò i lunghi capelli dal volto sorridente.
"Non sono mai venuto ad un vostro concerto, ma ho ascoltato qualcosa su
YouTube!"
"Su YouTube?" rise Kai.
"Sì. Ho visto anche alcuni retroscena. Il tizio dai capelli
corvini, il chitarrista..."
"Aoi."
"Esatto, lui. Mi ha fatto semplicemente morire a ballare in quel Kimono
dorato!"
"Penso avrebbe fatto morire chiunque." si ritrovarono a ridere come
ragazzini.
Improvvisamente il vocalist si fermò appropriandosi di
un'espressione maliziosa "Hai un sorriso bellissimo. Adoro le
fossette." lo fissò con intensità.
Kai non potè fare a meno di arrossire.
"Cre-credo che la cena sia pronta. Andiamo?" domandò
mascherando la piacevole sensazione che gli aveva annodato le viscere
al sentirsi fare un complimento. Gli Dèi non avrebbero
dovuto far risiedere tanta libidine in una sola persona, era
assolutamente controproducente per la sua stabilità
psico-fisica. Più fisica che psicologica,
diciamolo.
"Ma certo."
Stava rimescolando il riso e togliendo la carne dalla piastra,
ripensando ancora all'episodio di pochi minuti prima. Si
risentì il suo sguardo addosso, scivolare sulla pelle
accaldata e...
Yutaka! No! Vi siete appena conosciuti! No!
Improvvisamente
percepì due mani all'altezza della vita, calde e grandi.
Da qui scivolarono fino ad avvolgergli i fianchi. Le dita si
allacciarono sul suo ventre e due morbide labbra lambirono la pelle del
suo collo.
Yutaka si scostò spaventato.
"O-ora arrivo con la cena, ti prego di accomodarti."
Il vocalist scomparve con un sorriso in volto, quasi di rammarico.
Appena mise piede fuori dalla cucina gli venne incontro e lo
aiutò a disporre le vivande sulla tavola, ma prima che
potesse sedersi gli arpionò un fianco, tirandolo contro di
sè.
Si fronteggiarono, guardandosi negli occhi. Gackt manteneva
un'espressione scrutatrice, sensuale e maliziosa, Kai non poteva fare a
meno di mantenere le sopracciglia lievemente corrucciate, le labbra
ermeticamente chiuse e le gote tanto rosse da fare spavento.
Il bacio che ne conseguì fu lento ma passionale, casto: le
labbra si incontrarono, chiudendosi in un caldo abbraccio e vorticarono
assieme. Dopo pochissimo il batterista si staccò.
Cosa stò facendo?!
...
Si sentì gli occhi dell'altro addosso, scavargli nell'animo,
denudarlo di ogni accessorio.
Oh, ma vaffanculo!
Kai si riattaccò, con maggiore voracità, tirando
il colletto aperto della camicia di Gackt che venne colto alla
sprovvista, tanto da tenere gli occhi aperti una frazione di secondo in
più. Ci volle poco perchè entrambi prendessero
dimestichezza. Le lingue s'unirono, vorticando assieme. Girarono nei
rispettivi palati, schioccarono mentre le mani del cantante scorrevano
lisce sulla schiena del batterista.
Si
baciarono per una quantità di tempo assolutamente
indefinita, andando a cozzare contro ogni mobile del soggiorno. Si
volevano, ormai era chiaro anche perchè Kai percepiva sulla
propria coscia la presenza dell'eccitazione dell'altro.
Era troppo tardi per tirarsi indietro.
Entrambi lo vogliamo, entrambi lo avremo.
Si sarebbero spogliati lì, sul tappeto e si sarebbero presi
in modo animale se non fosse che, quando Gackt sollevò Kai
facendolo sedere sul mobile dell'ingresso -tanto per agevolarsi il
piacere di tastare a piene palme le natiche sode del leader-, lo stereo
partì ad un volume assolutamente improponibile.
Ai shitemo ii kai? yureru yoru ni
Aru ga mama de ii yo motto fukaku
Kuruoshii kurai ni nareta kuchibiru ga
Toke au hodo ni
Boku wa...kimi no...vanilla
Gackt si staccò e scoppiò a ridere fragorosamente
mentre Kai tirava fuori da sotto i fianchi il telecomando dell'hi-fi,
spegnendolo, le gote arrossate per l'ennesima volta.
Quante figuracce!
Il vocalist carezzò con le lunghe dita l'incavo delle
ginocchia dell'altro, tirandolo a cavalcioni.
"Dov'è la camera da letto?" gli sussurrò sulla
pelle accaldata dell'orecchio.
Kai gliela indicò con difficoltà mentre l'altro
gli arrossava l'orecchio, baciandolo e leccandolo.
Non posso gemere già da ora...
Si ritrovarono uno premuto sull'altro.
Quando s'è tolto la camicia?!
Gackt gli sorrise sornione prima di avventurarsi sui suoi boxer.
E io quando mi sono levato i pantaloni?!
In pochissimo tempo si ritrovarono nudi, i corpi uniti che combaciavano
perfettamente, un incastro erotico che mandava l'eccitazione di
entrambi al limite.
Il vocalist iniziò a muoversi con foga su di lui.
"No no Gackt, no!" lo tirò su.
Lo guardò interrogativamente.
"Ti prego. Piano. Va piano."
Il corvino articolò con labbra tumide "Ti voglio." e ciò bastò per far collassare definitivamente il desiderio di Yutaka che, ormai, piuttosto che fare l'amore con lui sarebbe stato a qualsiasi gioco. Gli passò il naso sulla tempia: la sua pelle odorava di mandorle. Un odore dolce e inebriante.
"Yutaka?"
"Mh..."
"Sei... sei già stato con un uomo?" gli domandò
con calma, accarezzandogli la vita con le lunghe dita pallide.
"Ecco... sì... perchè?" Gackt in tutta risposta
gli iniziò a moricchiare i piccoli bottoncini color carne
strappandogli altri gemiti.
"Non voglio farti male, tutto qui."
Era stato a letto con tante persone e mai qualcuna si era preoccupata
in questo modo per lui.
E pensare che ci conosciamo ufficialmente da un paio d'ore...
"Di solito usi il preservativo?" si spostò sul ventre,
marchiandolo.
Ennesima serie di ansiti scomposti.
"N-no. Prefersico... di no."
"Molto bene. Non perdo tempo a chiederti se preferisci fare
l'attivo o il passivo. Non avrai molta scelta, mi sa." e
così dicendo, fissandolo con intensità,
infilò un dito nello stretto anello di muscoli che si
chiusero come un guanto sulla falange. Ondate cocenti di desiderio lo
avvolsero in un limbo mentre l'indice si piegava e sfregava sulla
parete anteriore.
Dopo ne introdusse un'altro e sbattè i due polpastrelli tra
loro.
Infine un terzo e qui Kai mandò la decenza di non voler
apparire un attore da film porno di serie Z al diavolo e dette
sfogo a tutti gli ansiti e i mugolii trattenuti. E ad ogni
dimostrazione di piacere che si sommava alle altre anche il sorriso
mefistofelico di Gackt s'accentuva.
Senza aspettare si introdusse in lui, scivolando un centimetro alla
volta.
Il batterista boccheggiò.
Iniziò subito a spingere, muovendo al contempo il bacino in
piccoli cerchi. Era lento e cercava di andare fino in fondo. Dopo pochi
affondi l'asta colpì la prostata.
"AH! Lì lì. Ancora lì!"
Raggiunsero l'orgasmo in sincrono, urlando il proprio piacere
sottoforma dei reciproci nomi.
Giacquero uno sopra all'altro senza neppure la forza di muoversi.
Era stato un'amplesso distruttivo.
Prima di cedere al sonno, nella stretta possessiva di Gackt, la mente
di Yutaka venne attraversata solo da un pensiero: e pensare
che avremmo dovuto parlare di lavoro...
La luce del sole li colse ancora uno dentro all'altro.
Yutaka si beò per tutto il tempo che potè della
sensazione di completezza che provava a sentire
il sesso del vocalist dentro di se e le braccia avvolte attorno al suo
torace.
Spalmò -letteralmente- la guancia contro la sua spalla e tenne gli occhi ermeticamente chiusi. Dopo pochi minuti sentì le lunghe dita dell'altro passargli con dolcezza tra i capelli, sgrovigliando inesistenti nodi e giocando con questi.
"Buongiorno Yuta-san." disse qualche tempo dopo, la voce arrochita dal sonno.
"Buongiorno..." strascicò a stento, stringendosi maggiormente al corpo nudo dell'amante.
"Preparo la colazione?" domandò dopo poco, strofinandosi una palpebra col dorso della mano.
Il vocalist sorrise dolcemente dicendo "No ti ringrazio. Devo andare al lavoro. Sono già in ritardo."
Il castano si espresse in un lungo mugolìo infastidito quando sentì scivolare via da sotto le proprie dita la pelle liscia e tonica dell'altro. Ma lo osservò rivestirsi senza parlare.
Era comprensibile che uno come lui volesse solo sesso da me...
Prese la giacca in mano e si avvicinò al letto per scoccargli un bacio da cardiopalma, passando il braccio libero sotto la sua vita ancora nuda.
Yutaka, colto da un lampo, disse "Io e te dovevamo parlare di lavoro..."
L'ennesimo ghigno mefistofelico s'allungò sulle labbra rosee dell'altro "Vorrà dire che dovremmo organizzare un'altra cena."
Dire che rimase spiazzato era poco.
Vuole rivedermi...
Annuì con un sorriso mesto in volto.
"Io ora vado, ti chiamo dopo." gli donò un piccolo bacio a stampo, niente più che il genuino contatto delle rispettive labbra, prima di uscire dalla stanza.
E l'ultimo rumore che Yutaka sentì fu la porta di casa che scorreva sui cardini, assieme a quello del proprio sorriso che piano piano s'accentuava sempre più.
Ma che rumore fa un sorriso?
*Inventato di
sana pianta dalla sottoscritta °°"
**chitarrista dei MaliceMizer, ex
band di Gackt u.u
Vocabolarietto.
Kso: Maledizione (grazie a BlackSwan per l'appunto ^^)
Amaterasu-o-Kami: Dea principale
dello shintoismo.
Kampai: cin-cin xD
guren's notes.
Allora. Non sono per niente soddisfatta di questo lavoro. Non vi dico perchè che poi vi fuorvio ma credo di non essere riuscita a costruire una storia come Dio comanda.
Vabbè.
Spero vivamente che ti piaccia dolcezza, dato che l'ho scritta tutta per ormai u.u fosse stato per me l'avrei felicemente rilegata nei miei lavori peggiori xD. Ma mi spiegate perchè Reita mi esce sempre così cretino? ò.ò
Ricordati che ti voglio bene :).
Un bacio e un abbraccio anche alle altre pulzzelle/pulzelli (?) che leggeranno e che magari saranno tanto bravi da lasciarmi traccia del loro graditissimo passaggio :D un bacio.
Nuova storia di Guren, sezione original, 'Il profumo delle Rose': http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=564311&i=1 *pubblicità per nulla occulta*
Alla prossima,
g.