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Autore: AhiUnPoDiLui    08/09/2010    1 recensioni
"Oggi è davvero un triste giorno: Victor si è innamorato. Credo sarebbe bene studiare la faccenda in maniera analitica, senza lasciare che il flusso dei miei pensieri come al solito abbia la meglio sui miei propositi di mettere in piedi un discorso, come dire?, omogeneo e di facile accesso".
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il breve diario di un amico immaginario
(assurdità)
 
 
 
1. 24, 10, 200…
 
Che dire di lui? E’ tutta la mia vita! Il nostro rapporto va oltre l’intimità comunemente intesa, sebbene non si spinga oltre il platonico. Ce la intendiamo, come direbbe una qualsiasi umanità, e non cambierei la sua amicizia con quella di nessun altro al mondo. Lui mi è complementare, e poco importa che sia del mio stesso sesso: ci sono legami che vanno oltre al lato fisico e il nostro ne è la prova quasi scientifica – mi rendo conto, in effetti, che ciò sia difficile da capire per chiunque leggesse queste poche righe senza godere di un simile legame.
            Comunque sia, ho sempre voglia di parlare di lui – di quello che gli piace, delle sue tristezze, di come sorride! – e non esiste momento in cui, o per stanchezza fisica o per stanchezza dello spirito, potrei annoiarmi dilungandomi in questa attività meravigliosa che, per l’appunto, è il parlare di lui. C’è da dire anzitutto che è un vero piacere stargli accanto perché sebbene sia pieno di virtù, come dire?, di ottime qualità; ecco, sebbene sia quasi perfetto, è portato per l’umiltà incredibile della sua natura – e già questa è una bellissima virtù: l’umiltà, no? –; cioè, è portato, come dicevo, per questa incredibile umiltà che possiede, a parlare di sé in ogni momento come di una persona comune e piena di difetti. Ma non lasciatevi ingannare da lui! Vi basterebbe assistere ad un solo sorriso delle sue labbra per carpirlo sotto la sua luce reale: è magnifico!, è unico!, è il massimo di quello che l’umanità ha sin’ora dato – e badate bene che c’è stato Victor Hugo, e c’è stato pure Schindler, e via di questo passo una sfilza incredibile di gente che davvero s’è meritata la stima di tutti! Comunque sia, lui è davvero unico, e anzitutto perché pur sapendo che io sono immaginario, una creazione della sua mente – che non esisto, ecco –, si sforza di non guarire, per compassione, e mi cura come se fossi suo figlio, nonostante gli sguardi cupi dei genitori e lo sdegno di tutti gli altri familiari.
            Ecco: in effetti il mio parere è un po’ di parte, vista la cosa da questa prospettiva; ma che altro potrei fare? Mi rendo conto che sono un peso per lui.
            Ma se lui guarisce muoio.
 
2. 15, 11, 200…
 
Oggi è davvero un triste giorno: Victor si è innamorato. Credo sarebbe bene studiare la faccenda in maniera analitica, senza lasciare che il flusso dei miei pensieri come al solito abbia la meglio sui miei propositi di mettere in piedi un discorso, come dire?, omogeneo e di facile accesso.
            Ad ogni modo: Victor si è innamorato. Cosa ci riserva il futuro?
            1 – Può darsi che la storia abbia subito da finire;
            2 – Può darsi che duri poco;
            3 – Può darsi che duri molto;
            4 – Può darsi che non finisca mai .
            (L’elenco va letto usando ad ogni titolo un tono sempre più melodrammatico; gli attori sapranno benissimo mettere in atto questo consiglio.)
            Bene. Partiamo dal primo punto: << Può darsi che la storia abbia subito da finire >>.
            E’ inutile, mi pare, che lo dica, ma lo dico lo stesso: sarebbe per me la cosa ottimale, al momento, che l’amore avesse presto da sciogliersi. C’è un rischio, in effetti, e si cela dietro la possibilità per nulla fantomatica che nell’amore Victor dimentichi quanto gli fa piacere la mia compagnia, cioè quanto non gli fa specie il sapersi “malato” nella mente. Il rischio, per dirla chiaramente, è che lui possa guarire. Sia chiaro, non sono un mostro: non voglio che lui non guarisca; ma ho a cuore semplicemente che io continui a vivere – sempre che la mia possa chiamarsi vita – ed il fatto che vivo è strettamente connesso alla nevrosi del caro Victor, cioè: fintanto che lui rimane malato io, parto della sua nevrosi, rimango vivo – mi pare chiaro! Comunque, se la storiella amorosa dovesse finire domani – ma che dico: finisse oggi! –; se, dunque, la storiella dovesse terminare molto presto, in un momento che da ora non sarebbe inesatto definire “subito”, se non “quasi subito”; se ciò, appunto, dovesse accadere, il rischio che Victor guarisca – e io muoia – verrebbe subito frantumato, poiché non esisterebbe più la possibilità che lui provi nuove e forti emozioni che possano allontanarlo da me. Incrociamo le dita.
            Di più. Andiamo al secondo punto: << Può darsi che duri poco >>.
            Il punto potrebbe sembrare di poco differente da quello affrontato poco prima ad un amico immaginario che, a differenza del sottoscritto, non fosse, come dire?, raffinato ed elegante – ed io sono sia elegante che raffinato, non per vantarmi! Comunque, la differenza tra una fine immediata della storia amorosa di Victor ed una fine posticipata a qualche settimana – al massimo a quattro settimane, per dire! –; una fine, dunque, che avvenisse in un momento che ora non potrei con piacere definire “un subito” avrebbe l’effetto disastroso di lasciare nel cuore del caro Victor quella nostalgia per le cose reali che hanno tutti i sognatori quando si svegliano, per un motivo o per un altro, dal loro sogno di coriandoli. E cosa mai potrebbe fare, il caro Victor, nel caso in cui dovesse trovarsi nella situazione in cui si rimpiangono le sensazioni vere – i sentimenti amorosi! – e ci si accorge che il proprio amico immaginario è diventato un peso? Guarirebbe! Ma “ai posteri l’ardua sentenza”.
            E via. Andiamo al terzo punto: << Può darsi che duri molto >>.
            Sto per arrivare alla fine di ogni prospettiva di vita, al baratro! Ma prima, per fortuna, mi rimane da ragionare su questo meraviglioso punto che recita: << Può darsi che duri molto >>. Perché mai meraviglioso?, qualcuno potrebbe chiedermi. E la risposta sarebbe alquanto semplice, ossia: nel caso in cui l’amore tra Victor e quell’altra dovesse durare a lungo ma infine finire ci sarebbe comunque la speranza per me che io e Victor si possa tornare a stare spensierati come ai bei vecchi tempi senza preoccuparci troppo del fatto che non è affatto salutare che lui si ostini a non liberarsi di me e bla, bla, bla.
            Potrebbe sembrare strano, in effetti, che io abbia dimostrato ottimismo nell’affrontare il punto Può darsi che duri molto mentre sia stato incredibilmente pessimista nell’analizzare quello del Può darsi che duri poco. Ma, a dire il vero – e se non si è capito questo paragrafo è una vera e propria digressione – la cosa è normalissima e sarebbe stato anzi da stupirsi se avessi dimostrato ottimismo nell’affrontare il secondo punto e pessimismo nell’affrontare il terzo – cioè il contrario. Questo perché, come tutti ben sapranno, è istintuale in noi esseri viventi voler trovare nelle difficoltà quelle speranze che possono vincere la paura della morte, pur trattandosi nella maggior parte dei casi di una fine metaforica; ed è naturale che, nel caso in cui le circostanze lascino già molto sperare in un futuro favorevole, la razionalità del vivente voglia tenere basse le aspettative, per non soffrire troppo nella delusione e gioire da matti nella realizzazione delle proprie migliori speranze. Ma forse sbaglio: forse sono tra i pochi a ragionare così.
            Comunque sia, giungiamo al baratro, il quarto punto, che recita: << Può darsi che non finisca mai >>.
            Mi pare chiaro che qui la mia fine sarebbe quasi fisiologica.
            S’è mai sentito di un sognatore che sia rimasto sognatore dopo essersi innamorato? L’amore, per quanto astratto, riporta gli immaginativi alla realtà. Solo chi ne esce fortissimamente deluso, per il desiderio di trovare conforto, potrebbe avere il forte desiderio di immergersi nel sogno fantastico dell’immaginazione – magari di nuovo.
            Peccato che dopo l’amore siamo tutti disillusi. E, badate bene: quest’ultima affermazione cancella tutta la mia elucubrazione di prima: pure il semplice sorriso di una ragazza di cui Victor fosse innamorato potrebbe strapparmelo di dosso.
            Volerei da qualche parte, lontano.
 
3. 25, 11, 200…
 
Svanendo.
            Ho addosso il timore di quelli che sono stati messi al muro e hanno sopportato l’infinita attesa dell’ultimo respiro. Come loro che morivano prima dell’arrivo della raffica della mitraglia, io ora già sto morendo!
            La cosa peggiore è che la fatalità abbia la maleducazione di prendersi tempo.
 
4. 26, 11, 200…
 
Perdendomi.
            L’amore non è finito: prospera.
            Victor ha la faccia tosta di confidarmi i particolari della sua intimità.
 
5. 27, 11, 200…
 
Ma la cosa peggiore è non avere nessuno a cui poter affidare questi miei confusi pensieri.
 
6. 1, 12, 200…
 
E’ vita! Victor mi ha sbalordito! E chi l’avrebbe mai detto che la tragica situazione si sarebbe conclusa in questo modo? Oh, ma oggi scriverò poco, che ho tanto da vivere e non si può mica stare qui immobili a scrivere i propri pensieri quando si può affidarli al vento affinché li porti in giro a giocherellare!
            Ebbene, pure la sua ragazza aveva un amico immaginario, lei, la ragazza di Victor! E, badate bene, non era propriamente un amico immaginario, quanto piuttosto, come dire?, un’amica!
            Lo sapete che il mio Victor ama la sua ragazza al punto che quello che l’uno immagina ne gode pure l’altro? Tra loro v’è un’intimità fortissima, unica, e si leggono direttamente nella sostanza! E’ una cosa che non si può descrivere a chi non ha mai goduto di un simile qualcosa
            Comunque sia, c’è una piacevole novità: questa amica immaginaria pare fatta apposta affinché io la ami! Sono pure io innamorato!
            Oh, ecco che mi chiama! E’ lei, e vuole che corra per i campi, scalzo, come le piace – l’amica immaginaria!
            Arrivo!,
            inesistente,
            fluttuante,
            inebriante,
            delicata,
            ricciuta,
            e remota Euphrasie…!
  
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