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Autore: _Breath    10/09/2010    1 recensioni
Katie e Drew sono amici, amici da tanto eppure lei non prova solo una semplice e forte amicizia. Sullo sfondo del mare, in una crociera a fin di bene, forse riuscirà a coronare il suo amore
[...]A ripensarci Drew per me era stato sempre come un grandissimo fratello maggiore in quanto, differentemente dagli altri ragazzi della sua età, si era sempre mostrato maturo e responsabile. Era da lui che piangevo quando avevo qualche delusione in amore ed era ancora da lui che avevo scoperto la dolce e passionale gioia di amare. Anche se ci conoscevamo da molto non ci erano mai stati litigi tra di noi e, a dispetto de suoi numerosi difetti, con il passare degli anni, io mi ero scoperta ad amarlo. Amavo tutto di lui: il suo sorriso candido e perfetto, il suo strano modo di assottigliare le sopracciglia quando qualcosa non andava come lui voleva o anche lo stravagante gesto che faceva prima di ammette qualche sua colpa. Per me Drew era imperfezione e perfezione insieme[...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento che si infrangeva sul mio viso come la corrente di un dolce pensiero; il sole che scottava sulla mia testa opaca  resa bollente dai suoi precedenti raggi e anche il piacevole paradiso che si estendeva davanti ai miei occhi mi faceva sorridere amabilmente commossa.
Avevo le mani tese sulla ringhiera della bella nave da crociera protese in avanti nel tentativo innocuo di farmela bagnare dalla dolce acqua salata del mare.
«Ho sempre amato il rumore delle onde che si infrangono tra di loro» una voce dolce e pulita dietro di me non fece che aumentare il mio sorriso e la mia gioia.
«Anche io»risposi voltando la testa verso destra fino a incontrare i suoi due occhi verdi e allegri.
Le sue iridi erano rese ancora più brillanti dalla pulita aria del posto in cui stavamo, dal relax che si respirava e anche- se non di più- dalla contentezza che sicuramente provava.
Drew era sempre stato il mio migliore amico fin da quando avevamo tre anni in quanto le nostre madri avevano fatto le medie insieme.
Eravamo nati nello stesso anno a solo due mesi di distanza: lui era nato alla fine del mese di Febbraio mentre io agli  inizi di quello di Aprile per questo non avevamo mai avuto problemi nel andare d’accordo.
A ripensarci Drew per me era stato sempre come un grandissimo fratello maggiore in quanto, differentemente dagli altri ragazzi della sua età, si era sempre mostrato maturo e responsabile.
Era da lui che piangevo quando avevo qualche delusione in amore ed era ancora da lui che avevo scoperto la dolce e passionale gioia di amare.
Anche se ci conoscevamo da molto non ci erano mai stati litigi tra di noi e, a dispetto de suoi numerosi difetti, con il passare degli anni, io mi ero scoperta ad amarlo.
Amavo tutto di lui: il suo sorriso candido e perfetto, il suo strano modo di assottigliare le sopracciglia quando qualcosa non andava come lui voleva o anche lo stravagante gesto che faceva prima di ammette qualche sua colpa.
Per me Drew era imperfezione e perfezione insieme.
«Quando ero piccolo avevo sempre sognato di poter vedere un delfino nell’oceano, sai?»mi chiese ancora Drew sporgendosi verso l’esterno e appoggiando i gomiti dove io tendevo le mani.
Arrossii pensando che, se solo mi fossi mossa di dieci centimetri, gli avrei sfiorato un braccio e per il riflesso della mia timidezza sollevai piano le braccia dalla ringhiera per stringermele bene al petto.
“Stupida” mi maledii mentalmente  mordendomi la lingua mentre i miei occhi vagavano per la sua perfetta figura.
Drew aveva un naso dolcemente alla francese e la mascella regolare e sempre ben squadrata non faceva che farmelo sembrare sempre un dolce bambino di due anni.
Anche se oramai aveva diciannove anni come me era sempre tremendamente tenero e  sensibile a ogni dato di fatto.
Giustamente era un devoto animalista accanito e non faceva altro che ripetermi quando fondamentale fossero le piante e gli animali per la nostra vita.
Lo amavo anche per tutta questa sua buona dote di saper amare.
Lo amavo per tutto, veramente.
Lo amavo in un modo così dannatamente disperato da scordarmi anche che lo stavo guardando da più di qualche minuto.
Era incantevole guardare quella fossetta sul suo mento, quel suo modo di incrociare gli avambracci per potersi meglio appoggiare e anche il delicato modo in cui sporgeva la testa verso l’esterno era dannatamente ammirevole.
«Come mai mi stai guardando?»mi chiese Drew facendomi destare dai miei pensieri e facendo incatenare i miei occhi castani ai suoi verde come l’oceano riflesso del sole.
Arrossii voltando la testa «Non stavo guardando te»mentii mordendomi la lingua.
«E chi allora?» sorridendo voltò la testa dietro di se per vedere cosa ci fosse di interessante alle sue spalle.
Una coppia di anziani poco distanti da noi si teneva la mano teneramente mentre lui, con il braccio destro, cingeva la vita alla sua probabile moglie.
Sorrise.
«Guardavi quella coppia di sposi?»mi chiese con un sorriso teneramente commosso.
«Ehm … sì» mentii sbattendo le palpebre stordita e anche vagamente grata a quella menzogna che mi era stata servita su un piatto d’argento.
«Sono molto dolci» mi disse Drew spostandosi dietro di me senza però smettere di guardare la coppia «si vede che sono innamorati»
«Già» risposi laconica.
Senza rendermene conto sentii una mano dietro la mia schiena circondarmi la vita e sobbalzai presa alla sprovvista.
Dietro di me Drew rise sommessamente «Ti dà fastidio se ti abbraccio, Kate?»
«N-no» sperai ardentemente che il tramonto riuscisse a mascherare il rossore che sicuramente le mie guancie avevano assunto.
Mi morsi la lingua quando il mento di Drew si poggiò sulla mia spalla e quando il suo dolce profumo mi raggiunse le narici.
Repressi un sospiro di piacere per quella vicinanza.
Non riuscivo a capire perché mi facesse quell’effetto la sua vicinanza in quanto avevamo anche dormito nello stesso letto, fatto il bagno nella stessa vasca e mangiato nello stesso  piatto.
Poco importava che prima avevamo cinque anni e che ora invece ne avevamo diciannove con gli ormoni completamente in subbuglio: lui restava il  mio Drew, il Drew di cui ero innamorata ma del quale conoscevo i segreti più nascosti e lo stesso Drew che ora, accarezzandomi la schiena dolcemente, mi faceva quasi sussultare per l’emozione.
Mi morsi un labbro quando ci passò davanti un delfino fino a bagnarci le mani nel suo tuffo nell’acqua.
Intorno a noi si alzò un mormorio emozionato mentre molti bambini pregavano i genitori per poter rivedere quel dolce pesce amichevole.
Io sorrisi mentre sentivo e immaginavo il sorriso che Drew aveva tra le labbra in quanto, come mi aveva detto poco prima, lui aveva sempre desiderato assistere ad un tale spettacolo.
Sospirai.
«Lo hai visto?» mi chiese facendomi voltare la testa verso di lui mentre la sua mano, salda, calda e precisa mi cingeva ancora la vita.
«Sì» lo guardai negli occhi« era bellissimo, non trovi?»
Drew mi guardò intensamente ignorando il delfino che, in tutta la sua gioia, seguiva la nostra nave da crociera richiamando l’attenzione di molti passeggeri con i suoi sibili allegri ed emozionati.
Contrariamente da come mi aspettavo, però, Drew non si munì di macchina fotografica per immortalare quella dolce creatura che ci affiancava nel viaggio verso l’oceano ma anzi, stringendomi saldamente per la vita, mi avvicino a lui facendo aderire la mia schiena al suo petto.
Poi, inchinandosi verso il mio orecchio, mi sorrise dolcemente facendomi arrossire senza ritegno mentre il suo sussurro sovrastava quello del delfino poco distante da noi.
«Hai ragione»mormorò baciandomi una guancia  poco distante dal’orecchio ma  molto vicino alle labbra « bellissimo.»
 i suoi occhi  ancora nei miei
 
 
Una volta che fu l’ora di cena, quando dovemmo rientrare dentro la nave per raggiungere il ristorante, avevo la testa che vorticava vistosamente.
Non avevo mai sofferto il mal di mare ma in quel momento era come se lo patissi.
Una volta raggiunto il nostro tavolo per mangiare, sia io che Drew, ci sedemmo al fianco dei nostri amici con i quali stavamo trascorrendo la vacanza.
Sorrisi alla mia migliore amica Jenny quando ammiccò a Drew con lo sguardo.
Jenny era una delle poche che sapeva della mia cotta verso Drew e, anche se sapeva quando io le volessi bene, era a conoscenza che la mia amicizia con Drew sovrastava la sua.
Conoscevo Jenny dalla prima superiore ed eravamo andate subito d’accordo ma con Drew era un'altra cosa.
Lui era a conoscenza di tutto quello che trattava la mia vita, Drew era presente quando mi morii mia nonna a nove anni e con Drew avevo fatto i primi massi tenendoci per mano.
Sorrisi mentre sgranocchiavo un grissino al fianco di Jenny.
«Come mai sorridi, tesoro?» mi chiese lei sussurrandomi dolcemente vicino all’orecchio per non farsi sentire da quell’oca pettegola di Susan.
«Niente Jen,» mi volsi verso di lei senza rendermi conto che i miei occhi stavano luccicando « stavo solo pensando.»
«A  lui?»
«Sì»
Jenny sbuffò come se quello che mi stava per dire era uno dei classici discorsi che eravamo soliti fare ed infatti fu così: «tesoro, tu glielo devi dire»
«No» mi imbronciai giocando con le forchette «non voglio rischiare di rovinare la nostra amicizia»
«Ma la vostra amicizia è già rovinata»saggiamente Jenny mi prese una mano mentre con la mano libera portava dietro un orecchio la ciocca di capelli scura che le dava fastidio « tesoro» mi disse poi seria mentre la nostra compagnia d’amici- poco distante da noi- giocava e rideva incurante della battaglia sentimentale che il mio cuore e la mia mente stavano avendo « non ti inciterei mai a dichiararti a Drew se non fossi sicura che anche lui ti ama.»
Mi liberai offesa dalla presa della mia amica giocando, ancora come una marmocchia, con le mie posate« non mi illudere, Jen»
«Non ti sto illudendo» sospirò lei« posso giurarti sulla tomba di Tutankamon  che lui ti adora quanto tu ami lui»
Volsi lo sguardo verso destra per non guardare la purezza nelle iridi della mia migliore amica facendola sbuffare sconfitta.
«Fai come vuoi Kate,» la sentii sospirare « se vuoi crogiolare nelle tua paura se libera di farlo»
Mi morsi un labro dispiaciuta e anche arrabbiata per tutto quell’orgoglio e pessimismo che avevo mentre la risata dei miei amici mi faceva da sottofondo musicale.
A destarmi dai miei tragici pensieri arrivò il cameriere con le pietanza della serata …
 
 
 
Finita la cena molti della compagnia vollero andare a bere qualcosa al bar della nave.
Come sospettavo Drew, che era astemio, rifiutò l’offerta dicendo che avrebbe camminato per la nave attendendoli a prua.
Stavo per andare con il resto della compagnia quando Jenny mi prese per mano indicandomi con lo sguardo Drew che si allontanava e sussurrandomi un « sai cosa devi fare»
Mentre tutti i nostri amici si allontanavano, ferma al centro della nave, io non seppi cosa fare.
Sentivo ancora la voce della mia amica ricordarmi che non potevo vivere nei dubbi d’amore e che, dopo nove anni di amore verso quel ragazzo, era arrivata l’ora di dichiararmi.
Ma irrazionalmente il mio cervello mi mandava segnali di fumo come a ricordarmi che quello che dovevo fare era totalmente sbagliato.
«E stai zitto, brutto cervello del cavolo» brontolai facendo girare anche un vecchietto di passaggio.
Sorrisi; sicuramente mi aveva presa per pazza.
Lentamente mi diressi a prua dove sapevo avrei trovato Drew ed infatti non mancai a vederlo come il pomeriggio stesso: abbracciava la ringhiera mentre i capelli gli coprivano la visuale sbarazzini.
Era ancora più bello vederlo così concentrato.
«Ciao» lo salutai facendomi coraggio.
«Ehy» mi salutò sorridendo e voltandosi verso di me; il nero della notte contrastava con i suoi smeraldini occhi color del prato.
Mi avvicinai a lui e mi accostai alla sua figura.
«E’ bellissimo di sera, non trovi?» era banale come argomento di conversazione ma di meglio non avevo trovato.
«Sì» ammise però lui voltandosi nuovamente verso il mare «quasi meglio che al tramonto.»
Qualcosa nel suo sguardo mi indusse a pensare che stava ricordando il delfino del pomeriggio stesso e infatti sorrisi al pensiero.
« Stai pensando al delfino?» gli chiesi infatti.
«No» mi sorprese lui guardando fitto avanti a sé « stavo pensando più che altro perché non fossi andata con gli altri al bar.»
Colpita e affondata!
Qualcosa nella mia testa mi ricordò quello che mi aveva detto Jenny ovvero di dichiararmi ma la mia lingua parlò da se: « bruciore di stomaco. Volevo evitare di farlo peggiorare con altri alcolici»
Bugia. Bugia. Bugia.
Sono qui per te avrei dovuto dirgli ma invece tacqui troppo intimorita.
« Meglio così allora»mi sorrise prendendomi una mano «almeno mi farai compagnia.»
Mi sciolsi sotto il bacio che diede alla mia mano e sorrisi avvicinandomi di riflesso a lui.
Quando le nostra braccia si scontrarono non ricevetti la scossa che avevo sempre pensato di sentire ma invece mi invase una fonte di calore.
Il suo calore.
 Sorrisi facendo cadere la mia testa sulla spalla per poi indicare l’oceano che si confondeva con la notte « molto meglio di un bicchiere di Vodka»
«Bhè,» rise lui«almeno questo spettacolo notturno è gratis e completamente immune alla nostra salute. Alla mia almeno »
Parlammo per molto come quando avevamo entrambi dieci anni: senza problemi e senza paure.
Al suo fianco mi sentivo libera come il gabbiano che volava sopra l’oceano e non volevo mai staccarmi dalla sua spalla che mi faceva da cuscino.
Era così bello averlo al mio fianco, così puro così … giusto!
All’improvviso Drew sorrise circondandomi la vita e il ricordo del bacio che mi aveva dato nel pomeriggio mi fece sussultare e scostare da lui.
Sobbalzò.
«Kate! » mi riprese « che succede?»
«Niente» arrossii come un inetta « avevo visto un insetto, scusa. Mi sono spaventata»
Sempre meglio fare la parte della cacasotto che quella della cotta ragazzina illusa.
Drew sorrise guardandosi intorno « non vedo nessun insetto»
«Me lo sarò immaginata, scusa»
« Tanto meglio» quando vidi che la sua mano stava giocando con i miei capelli biondi arrossii vistosamente e ringraziai il cielo della poca luce.
Qualcosa nei suoi gesti mi fece capire che ci teneva veramente a me ma il modo in cui la sua mano era possessiva tra i miei capelli mi fece intendere che mi voleva bene solo come un’amica.
Una sorella; la sua sorellina!
Come nato il sorriso sul mio volto si spense.
«Che succede Kate?» la voce di Drew era molto vicina al mio orecchio.
« Niente» sorrisi, o almeno di provai « stavo solo pensando.»
«Dalla tua espressione immagino che pensavi a qualcosa di brutto,  di molto brutto»
Come poche volte nella mia vita mi invase un’ondata di coraggio perciò strinsi i denti e, senza voltarmi dalla sua parte per paura che perdessi la forza, parlai con il cuore in mano.
«Drew, ma tu come mi vedi?»
«In che senso?» potevo capire che la mia domanda fosse ambigua ma caro il mio Drew, venirmi incontro no, eh?
«Dicevo» il coraggio stava iniziando a mancarmi ma mi promisi di non fermare il mio monologo « tu mi vedi solo come un’amica?»
«No» mi diede un buffetto sulla guancia « tu sei molto di più»
Una fiamma di speranza si accese in me spenta però, subito dalla sue successive parole: «Kate, tu per me sei come una sorella. La mia piccola, dolce, ingenua sorellina.»
Qualcosa si spezzò dentro di me con un tonfo sordo.
Quindi era solo quello?
«Già» la mia bocca si fece secca « sono la tua sorellina, io»
La sua ingenua sorellina.
Ingenua.
Sua.
Sorellina.
Nulla di più …
 
Probabilmente mi feci fredda perché Drew mi voltò verso di lui corrugando la fronte.
«Come mai ti sei incupita?»mi chiese.
Improvvisamente la delusione si rivestì sul mio viso infatti mi feci scura, livida, arrabbiata.
Se prima lo volevo baciare il mio impulso ora era quello di vederlo a terra, colpirlo e farlo male.
Come lui aveva fatto male a me con quella frase.
«Lascia stare Drew» gli dissi « non capiresti.»
Liberai il mio braccio dal suo e raggiunsi la cabina dove dormivo con Jenny.
Chiusi la porta alle spalle facendola sbattere e poi caddi sul materasso di tonfo.
Piansi.
Piansi facendo correre le mie lacrime sulle guancie, piansi prendendo a pugni quel cuscino che immaginavo fosse Drew.
«Non sono tua sorella. Non lo sono» borbottai tra le lacrime.
Già, ero molto di più : ero la donna che lo amava più della sua vita.
E c’era molta differenza dall’essergli solo una cara amica …
 
 
Probabilmente il mattino giunse velocemente perché all’improvviso quando aprii gli occhi una raggio di sole mi colpii il viso.
Mi voltai verso il letto di Jenny che trovai vuoi; probabilmente aveva dormito da Fred, il suo fidanzato.
Mi misi a sedere portandomi una mano sulla fronte.
La sera precedente mi ero anche scordata di chiudere la porta della cabine troppo presa dai singhiozzi isterici che mi avevano colpito il petto.
Sbuffai raggiungendo il bagno per guardarmi allo specchio e rimasi tragicamente colpita dalla visione: ero bianca, il trucco colato e le occhiaie mi facevano sembrare uno zombie.
Facevo schifo!
Dopo essermi sistemata alla ben e meglio mi accinsi ad uscire per andare a fare colazione.
Il solo pensare di vedere Drew mi fece venire un collasso nervoso ma continuai a camminare: non mi sarei fermata per lui.
Se lui mi considerava solo come una sorella ingenua allora avrei vissuta la mia vita chiudendo il capitolo che avevo sempre sperato ci fosse per noi.
Una volta raggiunto il tavolo della colazione lo trovai già lì, seduto al suo solito posto intento a parlare con Mike, un suo amico.
Quando mi vide arrivare mi salutò con una strana smorfia sul viso e un gesto della mano; nessuna parola.
Lo imitai nei gesti sedendomi al fianco di Susan aspettando che arrivasse la colazione e con se anche l’inizio e la probabile fine di quella vacanza.
La crociera sarebbe finita tra soli tre giorni; altri tre giorni e avrei smesso di vedere Drew sempre.
Forse avrei anche sofferto di meno.
Troppo presa dai miei pensieri non mi accorsi che Drew si era alzato per mettersi alle mie spalle.
«Ti posso parlare?» mi sussurrò all’orecchio.
La sua voce mi mandò in estasi e, contrariamente da come mi aspettavo e volevo fare, voltai lo sguardo per fronteggiarlo.
Volevo rispondergli a tono ma quando incontrai i suoi occhi l’unica cosa che potei fare fu perdermi in essi, alzarmi e seguirlo fuori a prua dove tutto era iniziato …
… tutto finito.
 
«Cosa volevi dirmi» gli chiesi acida mettendomi a braccia incrociate sotto il seno.
Volevo fare la spavalda per cercare di nascondere le mie emozioni contrastanti, per evitare di cadere vittima del mio amore per lui.
«Volevo capire perché tu sei arrabbiata con me»
«Non sono arrabbiata con te» negai.
«Invece sì!Non fai altro che guardarmi male, rispondermi male, trattarmi male. Che ti ho fatto?»
«Niente»acida fuori, sofferente dentro.
«Kate» Drew mi si avvicinò prendendomi una mano e portandosela tra le sue « dimmi che ti succede. Ti voglio aiutare, non voglio che stai male. Sei la mia migliore amica»
Chiusi gli occhi per non sentire; faceva troppo male.
Ero solo quello.
« Sei come una sorella per me …» continuò facendomi trafiggere da mille lame nel cuore.
«Kate,» mi alzò il viso per guardarlo negli occhi « Kate, io ti voglio bene!»
«Io no Drew!»
Non riuscii a trattenermi dal parlare quando mi persi nei suoi occhi immensamente belli.
Mi morsi le labbra quando lo vidi sgranare gli occhi sorpreso.
«Come? Cosa vorresti dire?»
Entrai nel panico non sapendo cosa dirgli.
Cosa?
Potevo veramente dirgli che in realtà lo amavo e che il suo sorriso per me era il sole che mancava nel cielo?
Potevo spiegargli che solo a lui mi sarei voluta donare  completamente per poter sentire i suoi occhi verdi sempre su di me?
Potevo o era meglio tacere, ancora, quella verità già a lungo celata.
Stavo per rimangiarmi tutto quando davanti a me, come nei film , in una nuvola di vapore, il ricordo di Jenny e delle sue parole mi fece ritrarre a conclusione meno affrettate.
 
«Tu glielo devi dire»
Qualcosa dentro di me mi fece capire che Jenny aveva ragione e che nascondergli i miei veri sentimenti non aveva nessuna importanza.
Guardandolo confuso, voglioso di sapere e anche interessato a me e alle mie paure mi fece sorridere intenerita.
Come un leone presi coraggio avvicinandomi e accarezzandogli una guancia.
Di riflesso Drew strinse la mia mano più forte sulla sua rada gota mentre le mie iridi si facevano umide per le lacrime dell’emozione.
Dovevo farlo.
«Drew» gli sorrisi sibilando come se mi mancasse la voce«io non ti voglio bene perché il sentimento che provo è molto più … intenso, ecco»
I suoi occhi lampeggiarono ma non parlò lasciandomi la parola.
«Ti conosco da sempre, Drew, da quando sei nato si può dire  e mi sono sempre trovata bene con te. Sei sempre stato come un … come un  vero amico.»
«Anche tu sei una cara amica, Kate»
«Il problema» lo sovrastai con la voce « e che da anni, se non decenni, la mia amicizia per te è diventata …»
Abbassai lo sguardo a disagio, senza avere più voce senza avere più forza di guardare sul suo volto la delusione.
«E’ diventata cosa, Kate?» sembrava sinceramente interessato mentre mi prese il volto tra le mani « ti prego, dimmelo» ora era disperato ma io, troppo presa dalle mie ansie, non lo sentii fin quando non lo udii mormorare una frase; la frase che aspettavo da nove anni:
«Ti prego, amore, ti prego concludi la frase. Ti prego, Kate, non lasciarmi con la confusione.»
Un sorriso mi si aprii sul volto quando lo sentii chiamarmi amore.
Amore.
Lui, Drew, così stretto e riservato, così poco sentimentalista aveva chiamato me,Kate, Amore.
Il suo Amore.
Senza pensare altro alzai il viso e lo baciai forte.
Lo bacia con vero amore, terrore, devozione.
Lo bacia facendo aderire le mie labbra sulle sue mentre la sua schiena si irrigidiva per la sorpresa e poi, dopo aver sorriso sul mio volto, Drew mi baciò.
Non un bacio da film, non un bacio passionale; Drew mi baciò con affetto quasi spaventato di farmi male.
«Sei la cosa più bello che ho»
Una lacrima mi scese a bagnare le nostre labbra ancora unite.
Ero sua, ora e per sempre. Drew e Kate, non più amici ma amanti innamorati.
«Drew, non giocare con me» gli sorrisi spaventata dalla risposta.
«Non ho mai amato giocare Kate, lo sai bene» mi accarezzò una guancia liscia « che ti amo era un dato di fatto»
Ti amo.
Quanto erano belle quelle parole?
Riconoscente di quel suono lo baciai una e più volte facendolo poggiare alla ringhiera della barca mentre sotto di noi l’oceano scorreva lento.
«Ti amo» era la prima volta che ce lo dicevo ma non che lo pensavo per questo- una volta detto- mi sentii più leggera.
Drew aprì la bocca per rispondermi ma un verso a noi conosciuto ci fece voltare verso il mare: un delfino ci guardava, quasi ridendo, saltando nell’acqua e giocando tra le onde.
Seguì per molto il nostro percorso fin quando, dopo l’ennesimo salto , non cambiò la rotta del suo percorso sparendo oltre il nostro sguardo.
«Chissà se è lo stesso delfino di ieri» mi lasciai sfuggire sorpresa e meravigliata dalla cosa.
«Io penso di sì» Drew mi accarezzò la schiena «e sono convinto che ci voleva dare la sua benedizione»
Osservai critica – ma senza farmi vedere- Drew corrugare la fronte e guardare il sorgere di quel nuovo giorno come seguendo il percorso di quel delfino ora scomparso poi, sorridendo, gli baciai il mento ancora troppo scossa da quel forte sentimento che sentivo in petto.
Sentivo amore, sentivo gioia. Sentivo solo voglia di gridare al mondo la mia felicità e seguendo lo sguardo di Drew, nell’ombra di una chiazza più scura, nell’oceano di quella crociera portatrice di graziose novità, scorsi nuovamente un delfino muovere la pinna come un saluto di mano.




'Giorno a tutti.
La scuola sta iniziando lentamente per tutti -.-'' e purtoppo questi sono ( almeno per me) gli ultimi giorni di vacanza.
Un pò di tempo fa, quando non avevo niente da fare, mi sono messa al PC a scrivere questa 'storiella'.
L'immagine è nata dopo ma anche durante la stesura della storia avevo in mente come doveva essere per questo ci  ho messo solo dieci minuti a farla ( e si vede, direte voi xDDD )
Quando ho scritto questa storia avevo in mente un'amore eterno coronato su una crociera è così è stato, spero di essere riuscita nella mia impresa.
Soo, i hope that you like it.
Spero di vedere qualche commento, Manu!
I personaggi usati in foto non sono citati con scopi di lucro. Fatti e avvenimenti realmente esistenti sono da considerare puramente casuali in quanto la trama è frutto della mia fantasia.
  
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